La Chiesa, Oggi, Quanto Assomiglia a una Rapa Rossa. Benedetta De Vito.
11 Novembre 2024
9 CommentiMarco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste riflessioni nate da una rapa rossa! Buona lettura e diffusione.
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La settimana passata ho comperato le rape rosse al supermercato, ma non quelle già bollite che, a tre a tre, se ne stanno in una bustina di plastica sui bianchi scaffali e ti guardano come dietro a un velo chiamandoti all’acquisto per la praticità dell’affare. No, no, ho comperato quelle crude che hanno una brutta scorza marrone chiara addosso e dentro, invece, sono viola accese, come le loro sorelline precotte. E se queste ultime si mangiano così come sono tagliandole a fette con olio, aceto e sale, quelle altre, almeno io faccio così, van sbucciate e… ora basta, Benedetta, che cosa vuoi che importi ai lettori di Stilum Curiae delle tue piccole avventure culinarie, su, su, cambia discorso o vai al sodo. E io non cambio discorso e al sodo ci arrivo, lanciandomi con un paracadute di carta qui sotto. Flipeflop e giù.
Dunque, evviva, sbuccio le mie rape rosse e mentre sono lì con i crostoni che s’arrotolano sul tagliere, mi cade per terra il coltello. Rimbalza, meschino e ogni salto un fragore. Io intanto, con un eureka, grido in italiano: “Ora ho capito|” e ringrazio il Signore. Oh Benedetta, è per te che riapriranno i manicomi, come ha chiesto qualche politico… sento lo stupore, tradotto con le parole che ho testé scritto, nel volto di chi m’ama che ora è in cucina richiamato dal patapunfete. “Tutto bene!”, esclamo e lui: “Che cosa?”. “Niente”, rispondo a lui che non capirebbe. E qui sotto mi spiego, mi tolgo il grembiale ed esco dalla cucina. Sono pronta. Dunque la Santa Chiesa è come una rapa rossa fresca. La sua sorellastra, la neochiesa quindici minuti, di cui il Bergoglio è vescovo e papa, l’avviluppa stretta in una buccia amara. I tradimenti e le ferite dei finti pastori contenti del mondo “che converte la Chiesa” sono le ulcere sulla scorza, le imperfezioni sono i sacerdoti perduti che si fanno fotografare in pose sconce, che aprono le loro Chiese alle mostre più invereconde, che dicono dal pulpito le più solenni panzane anticristiche, sono le suore che sui social cercano di piacere al mondo intero, sono i cardinali muti di fronte agli scandali, silenti da anni davanti al nuovo Padre Nostro che tradisce le parole stesse del Dolce Gesù…
Vista da fuori la Santa Chiesa, imbellettata dai colori arcobaleno sembra cambiata, una chiesa moderna, modernista, gay friendly, politicamente corretta, tutta panini e senza preghiera. Ma è solo la buccia avvelenata! Dentro nel suo segreto, dietro le porte chiuse dei monasteri, nelle più riposte sacrestie in giro per le strade del mondo, nelle tante sue stupende chiese, resiste la Vera Chiesa che è come la dolce polpa della mia rapa rossa. Il sapore buono della vera dottrina cattolica lì brilla come viola acceso e l’aroma di Verità è in lei che è la Sposa. E’ così, è così! Il Cuore Immacolato di Maria trionfa in ogni Santa Mesa celebrata con fede e devozione. Come quella alla quale ho avuto il privilegio di assistere io, in questa fredda domenica di novembre.
Dove? A San Vitale, la splendida chiesa affrescata in finti marmi che s’è rifugiata sotto terra per vivere nascosta ai più che passeggiano, ignari, lungo la via Nazionale, piena di negozi e richiami, una chiesa bellissima dove alla domenica mattina, ore 9 e 30, la comunità rumena celebra la sua Santa Messa domenicale. Io l’ho scoperta per caso una mattina che incontravo un’amica sotto al Palazzo delle Esposizioni e mi sono detta, quasi quasi, faccio una capatina da Lui che amo, dal mio innamorato…
E c’era la Messa, cantata, solenne, piena di chierichetti, in rumeno Mi sono seduta, mi sono inginocchiata con i tanti devoti e ho preso la Santa Particola come si deve e nessuno- ripeto N-E-S-S-U-N-O – ha allungato le mani al sacerdote per aver l’Ostia tra le dita! E tutti, ripeto tutti, si sono dati il segno della pace, come si faceva prima della pandemenza, stringendosi le mani… Ecco la silenziosa chiesa di Cristo, mi sono detta, felice, e il fatto di non capire un acca della lingua di celebrante e fedeli non mi ha fatto né caldo né freddo. Anzi! Beata a occhi chiusi mi sono lasciata cullare dalla preghiera e mi sono sentita come una bambina durante l’antica messa tridentina, una bimba che non sapeva il suo rosarosae…
Poi, come al risveglio, in braccio al Mistero, mi sono girata verso sinistra e c’era una nuova statua (almeno per me che non l’avevo mai vista prima d’allora) ed è un soldato romano. Non ho pensato a sant’Expedito per non chiedere troppo al Signore, visto che il santo del corvo (Cras, cras! No, hodie) che lo invitava a procrastinare il suo incontro con Gesù, era molto caro a mia madre che, almeno io così la sento, è ora in pace.
E invece era proprio lui, Sant’Expedito!
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Categoria: Generale
Due cose, anzi tre:
1) anche la comunità rumena che la sig.ra De Vito ritiene così devota ricade sotto la giurisdizione di Papa Francesco, ergo non esiste una “neochiesa” farlocca che fa capo a Bergoglio e un’altra “genuina” che piace di più alla sig.ra De Vito. Esiste UNA e UNA SOLA Chiesa, che è santa, i cui singoli membri (papi, vescovi, presbiteri, laici, suore, frati e monaci) possono essere più o meno devoti e più o meno peccatori. L’autrice dell’articolo, ad esempio, nel proporre la sua distinzione, potrebbe essere tacciata di eresia, che è peggio che ricevere la Comunione in mano;
2) lo scambio della pace con stretta di mano non è più sospeso: chi non lo fa, lo omette per scelta personale
3) la liturgia tradizionale non prevede lo scambio della pace tra laici e quella riformata non impone una stretta di mano.
poetica e ironica e leggiadra oltre ogni limite.
Concirdo pienamente : una vera poetessa, oltre che una cattolica esemplare. Un modello da imitare, senza se e senza ma…
poetica e ironica e leggiadra oltre ogni limite.
Gentile, sdolcinatissima signora, non sa che troppo zucchero ammazza il sapore della verità?
Parla della stretta di mano al momento della pace come fosse un fatto positivo?
Lo sa che è un gesto protestante, come alzare le braccia al Padre Nostro,?
Le mani devono essere giunte in Chiesa, dove si va per pregare.Mani giunte dall’inizio alla fine.
Ricordiamo questo…se non vogliamo fare della fede cattolica una bella zuppa….
Ma quanto lo fate diventare piccino l’Onnipotente ed Eterno Creatore. Ma vi pare che si debba perdere in simili cosucce?
Io credo piuttosto a quanto dicono questi versetti :
[10]Odiate il male, voi che amate il Signore:
lui che custodisce la vita dei suoi fedeli
li strapperà dalle mani degli empi.
[11]Una luce si è levata per il giusto,
gioia per i retti di cuore.
[12]Rallegratevi, giusti, nel Signore,
rendete grazie al suo santo nome.
Salmo 97, 10-12
D’accordo, ma ragionando così, tanto varrebbe eliminare ogni regola e prassi liturgica
A parer mio eliminare ogni regola e prassi liturgica sarebbe un errore . La regola, l’etichetta, il contegno danno ordine e disciplina e, in certi casi, solennità e significato simbolico ai nostri comportamenti in tutte le pubbliche manifestazioni umane. Bisogna però nel contempo evitare di dare alle regole di comportamento un valore superiore a quello che per loro natura hanno.