Pizzaballa: a Gaza Distrutto l’80 per Cento delle Case.

28 Agosto 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Avvenire, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

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Pizzaballa: a Gaza distrutto l’80 per cento delle case

 

Venerdì 23 agosto il patriarca di Gerusalemme ha portato la sua testimonianza in Basilicata. L’evento è stato promosso dalla Conferenza episcopale regionale. La gratitudine di Carbonaro e Caiazzo

I due relatori a Matera dell’incontro del 23 agosto il cardinale Pizzaballa e l’arcivescovo Carbonaro

I due relatori a Matera dell’incontro del 23 agosto il cardinale Pizzaballa e l’arcivescovo Carbonaro – Arcidiocesi di Matera-Irsina

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«Le infrastrutture non esistono più. Non c’è acqua e il sistema fognario è saltato in aria a causa delle bombe. Immaginate la vita in queste condizioni e in uno scenario di guerra in continua evoluzione e del quale non si intravede la fine».

È la drammatica testimonianza del patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, in occasione della sua visita, venerdì 23 agosto, in Basilicata. L’evento è avvenuto a Matera.

E a porgere il saluto a nome di tutta la Conferenza episcopale regionale, quella della Basilicata, è stato l’arcivescovo di Potenza Potenza-Muro Lucano -Marsiconuovo Davide Carbonaro. Che ha accolto con queste parole il porporato francescano di origini bergamasche: «Cominciamo noi, da subito, a non regalare armi di plastica ai nostri figli, a spegnere giochi social che si ispirano alla guerra, alla violenza e al bullismo e sono fonte di reddito a scapito dei più fragili». Nel suo racconto Pizzaballa ha voluto portare il grido di dolore del martoriato Medio Oriente. «È tutto fermo – ha osservato – soprattutto nel campo edile. Prima del 7 ottobre, 200 mila palestinesi lavoravano nelle ditte in Israele. Dallo scoppio della guerra non lo fanno più con ripercussioni che facilmente sono immaginabili. È difficile parlare di fiducia, speranza e futuro in una situazione simile”. Per questo, ha aggiunto, ”il dialogo dovrà riprendere dalle comunità. C’è una reazione di alcuni settori della società civile. Piccoli segni legati al territorio che ci fanno pensare che c’è ancora speranza. C’è un piccolo resto su cui la Chiesa può e deve ripartire». Nella Striscia di Gaza ora c’è una parrocchia cattolica. «Prima dello scoppio della guerra la comunità conta-va 1017 fedeli. Ora sono 621», è stata l’amara ammissione del cardinale. E ha continuato: «È difficile parlare di fiducia, speranza e futuro in una situazione simile» considerando «la crisi degli organismi multilaterali come l’Onu, Unione Europea e le istituzioni politico-religiose».

Per questo, ha poi concluso il Cardinale Pizzaballa: «Il dialogo dovrà riprendere dalle comunità. C’è una reazione di alcuni settori della società civile. Piccoli segni legati al territorio che ci fanno pensare che c’è ancora speranza. C’è un piccolo resto su cui la Chiesa può e deve ri-partire».

Il ponte di amicizia tra Matera e Betlemme

​Durante l’incontro il primo cittadino di Matera Domenico Bennardi ricordando il patto di amicizia con il sindaco di Betlemme ha espresso la necessità di «edificare ponti che permettono di ricostruire un dialogo costruttivo tra le parti in conflitto».

L’arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico Giuseppe Caiazzo nel concludere l’incontro ha annunciato che la Conferenza Episcopale di Basilicata darà un contributo alla Chiesa di Gerusalemme, aggiungendo: «Anche se è difficile parlare di fiducia e speranza in questo scenario di guerra, noi, come cristiani non possiamo sot-trarci. Dobbiamo pregare e agire con piccoli sostegni economici che ognuno di noi può dare per portare sollievo alle popolazioni della Terra Santa».

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3 commenti

  • miserere mei ha detto:

    La pace? Non come la da’ il mondo…
    E c’è tutta la differenza tra il serpente astuto e il calcagno che gli schiaccerà il capo.

  • R.S. ha detto:

    Nell’abisso dell’umanità Dio si lascia incontrare offrendoci il suo invincibile amore!

    Anche il peccatore Agostino, il dualista Agostino, giunse a rendersene conto, confessando parole che sono consolatorie anche per chi è nel profondo del male, sia che lo compia, sia che lo subisca.

    Chi questo male lo compie ha ancora una possibilità: riconoscere l’amore invincibile di Dio, rivelatosi nel consegnare se stesso crocefisso.
    Non un Dio che ama dandomi “cose”, ma un Dio che ama dando tutto se stesso per il bene altrui,

    Chi questo male lo subisce, scopre che il dolore innocente è redentivo, riparatorio dell’hybris umana.
    Lo scopre in comunione con la divinità e umanità di Cristo nel suo dolore voluto dall’assurdità di chi ve l’ha consegnato: accusato di aver rivelato Dio agendo le cose di Dio operando miracoli, ma smentendo le pretese umane di un’esclusiva.

    Sant’Agostino ci lascia la confessione di un cuore innamorato, la poesia dell’amore che non ci chiede nulla (che cosa volete che ci chieda Dio…), se non di lasciarci amare da Lui, che è amore.

    E’ sempre tardi, è già tardi…
    L’Eternità è lì che attende e noi …niente!

    Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova.
    Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori.
    Lì ti cercavo. Fuori … e tu la porta.
    Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.
    Eri con me, e non ero con te.
    Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te.

    Mi chiamasti e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai…
    Anelo verso di te, gustai e ho fame e sete;
    mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.

    Amen

    • Rolando ha detto:

      Caro R.S. ritengo che nessuno, ormai, se ha un cuore umano davvero, possa sottrarsi dal volere la pace, il dialogo, provare in ogni modo a favorire tutto ciò che impedisce ulteriori versamenti di sangue ed indicibili sofferenze. Ed incominciare di nuovo un rapporto pacifico di convivenza.
      Dio pietoso aspetta che l’uomo cominci. Aiutati che il Ciel ti aiuta!
      Non ci sono più parole. Agostino scrive anche: “Ama et fac quod vis”.