Italia, Proibito Parlare e Scrivere contro l’Aborto. Il Caso Adinolfi.

24 Maggio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione, dopo la censura violenta subita da Eugenia Roccella al Salone del Libro di sinistra di Torino opera di alcune famose appartenenti a quello che amiamo chiamare Anche una Sarebbe di Troppo, il caso di Mario Adinolfi, autore di un libro che non riesce a presentare, perché ogni volta i cosiddetti democratici e antifascisti glielo impediscono fisicamente. Un libro sull’aborto, di cui trovate la dedica e l’incipit qui sotto. E dopo alcune considerazioni di Mario Adinolfi stesso rilasciate a Il Giornale. Buona lettura.

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A tutti i bambini abortiti e alle loro addolorate madri

A noi che siamo in vita, ai genitori che l’hanno preservata

Affinché provasse a essere una vita felice

 

La vita di ciascuno di noi è iniziata il giorno del concepimento. Punto, è un elemento indiscutibile. Scientificamente, filosoficamente, biologicamente non si può trovare un altro momento certo in cui inizia quella storia straordinariamente unica che è quella di ciascuno di noi. Io sono nato il giorno in cui lo spermatozoo di mio padre ha fecondato l’ovulo di mia madre. Procedura piuttosto abusata, ripetuta nella storia umana circa centocinque miliardi di volte, tanti sono stati ad oggi gli esseri umani che hanno calcato la terra…

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C’è un “caso Roccella ”permanente in Italia che dura da cento giorni, da quando è cominciato cioè il tour di presentazione dell’ultimo libro di Mario Adinolfi “Contro l’aborto – con le 17 regole per vivere felici”. Ne sanno qualcosa la Digos e i carabinieri che devono accompagnare Adinolfi in ognuna delle sedi dove va a parlare della sua opera, spesso fronteggiando frange che fanno sembrare le trenta contestatrici della ministra Roccella delle mammolette. A Mestre ci sono voluti settanta agenti in tenuta antisommossa a tenere testa a quattrocento anarchici ed esponenti dei centri sociali, capitanati dal nipote di Massimo Cacciari, che volevano impedire ad Adinolfi anche solo l’accesso al Centro Culturale Candiani dove era in programma la presentazione. Stessa scena nelle Marche, a Jesi, mentre a Bologna le parole del sindaco Lepore contro la presenza di Adinolfi in città hanno convinto lo scrittore a rinunciare alla serata di presentazione.

A Bologna qualcuno ha detto che lei l’ha data vinta ai violenti. È così, ha avuto paura?
“Il sindaco Lepore è il responsabile della polizia comunale e della sicurezza in città. Le sue parole erano un via libera ai violenti e ho voluto proteggere le famiglie che vengono a seguire la presentazione del mio libro”.
Guardi, ho scritto cinque libri negli ultimi dieci anni, ho tenuto almeno cinquecento presentazioni e non c’è stata una data che s’è potuta tenere senza la presenza di polizia e carabinieri. È faticoso sa? Ed è anche molto stressante. Qualche tempo fa un settimanale mi dedicò una copertina definendomi “Pericolo pubblico” per via del clima che accompagna ogni mia tappa. Non è giusto. Rivendico il diritto alla libertà d’espressione per chi ha idee diverse dal conformismo di sinistra e lo rivendico non solo per me e per la Roccella ma per tutti coloro che hanno qualcosa da dire e scrivono libri in questo Paese”.
Contestano le idee della Roccella, per la precisione le idee cattoliche e a difesa della vita nascente. Come fanno con me, che non sono ministro. C’è un violento pregiudizio anticristiano che denuncio da tempo e gli scrittori esplicitamente cattolici fanno fatica ormai a poter parlare in pubblico”.

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4 commenti

  • Mara ha detto:

    Come operatore dei media, non darei spazio alle follie di questi gruppi di invasati odiatori dell’uomo e della sua dignità, ma creerei, con altri operatori mass-mediatici che la pensano in modo simile e con le varie associazioni che si stanno battendo a favore della vita (o anche contro il gender), una grande cassa di risonanza che, sottolineando il concetto opposto (il valore della vita), si insinui gradualmente nell’animo umano cominciando a plasmare un’opinione pubblica fatta di milioni di persone che finalmente escono allo scoperto. È come parlare continuamente dell’essere schlein: cui prodest?? Parliamo dei nostri programmi rispettosi della dignità dell’uomo e amplifichiamoli in modo da ribaltare la narrazione e far diventare maggioranza ciò che deve esserlo per natura.

  • Antonello ha detto:

    Ma io sono l’unico che si ricorda il momento del concepimento o ci sono altri? Avrei bisogno di confrontarmi con qualcuno su questa questione… il momento in cui me lo sono ricordato è stato sconvolgente.

  • Giovanni ha detto:

    La timidezza della destra è un grande errore, che le si ritornerà contro.