“Una Nuova Pentecoste”? La Falsa Narrazione sul Concilio. Porfiri.

23 Maggio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri prende spunto da una famosa frase di Giorgio La Pira – una nuova Pentecoste – riferita al Concilio vaticano II per riflettere, e chiedere di riflettere. Buona lettura e condivisione.

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Una nuova Pentecoste?

Ogni anno, quando si è vicini al tempo di Pentecoste, è importante fare una riflessione su quello che alcuni chiamano “nuova Pentecoste”, il Concilio Vaticano II. Questa espressione fu usata da Giovanni XXIII, che aveva convocato il Concilio, e da molti ripresa.

Pensiamo all’uomo politico Giorgio La Pira, che nell’agosto 1962 scriveva una lettera alle suore claustrali, tra l’altro affermando: “Reverenda Madre, questo Concilio! Vede? Ogni giorno il Signore fa convergere il mio cuore e la mia mente attorno a questo «fatto» cosi fondamentale, cosi centrale, della storia prossima e lontana della Chiesa e del mondo. Non si esagera -il Santo Padre non ha esagerato! -dicendo che trattasi di un evento paragonabile alla Pentecoste: una nuova Pentecoste; una nuova effusione dello Spirito Santo, destinata – come la prima – ad avere ripercussioni immense su tutto il corso futuro della storia della Chiesa e delle nazioni! Pensavo, appunto, stamattina: -come dobbiamo prepararci a questo evento? Come si preparavano gli apostoli: con la preghiera fervida, di attesa, di speranza: con Maria!”. Se la definizione è suggestiva, deve però anche farci riflettere.

Una “nuova Pentecoste” suggerisce un nuovo inizio, come se la Chiesa dovesse cominciare di nuovo la sua esistenza. In effetti le parole di La Pira, e molti altri come lui, sembrano suggerire questo. Allora si spiega l’idea di una liturgia che si oppone a quella precedente senza quella continuità che Benedetto XVI ha suggerito. Si spiega una musica liturgica che è altro rispetto alla tradizione della Chiesa. Se il Concilio ha dato il via ad una “Chiesa giovane”, allora ci sta che la musica riflette tutto questo.

Ma il Concilio ha fatto tutto questo? Perché un conto è la narrativa sul Concilio, un conto il Concilio stesso. Ricordiamo che nella Sacrosanctum Concilium, il documento sulla liturgia, viene espressamente detto che la lingua latina deve essere preservata, che il canto gregoriano è il repertorio proprio della liturgia, che la polifonia è ben accetta, che le scholae cantorum devono essere promosse, che l’organo è lo strumento liturgico per eccellenza…come tutto questo possa essere collegato alla situazione attuale, oso dire, è un mistero della fede.

La Chiesa non può essere rifondata, altrimenti non sarebbe più la Chiesa di Cristo. Essa certamente può e deve adattarsi alle esigenze dei tempi nuovi, ma senza divenirne ostaggio. In un discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali nel 1939, Pio XII affermava: “Non è forse la Chiesa stessa il progresso divino nel mondo e la madre del più alto progresso intellettuale e morale dell’umanità e del vivere civile dei popoli? Ella si avanza nei secoli, maestra di verità e di virtù, lottando contro gli errori, non contro gli erranti, non distruggendo ma edificando, piantando rose e gigli senza sradicare olivi e lauri.

Custodisce e, più volte, santifica i monumenti e i templi della pagana grandezza romana e greca. Se nei suoi musei non hanno più cultori Marte e Minerva, nei suoi monasteri e nelle sue biblioteche parlano ancora Omero e Virgilio, Demostene e Tullio; né disdegna che accanto alla aquila d’Ippona e al sole di Aquino stiano Platone e Aristotele. Ogni scienza essa invita nelle Università da lei fondate; chiama intorno a sé l’astronomia e le matematiche a correggere l’antica misura del tempo; chiama ogni arte, segnata dallo splendore del vero, ad emulare in onore di Cristo le basiliche dei Cesari e a superarle con cupole vertiginose, con ornamenti, con immagini, con simulacri che eternano il nome di chi le compie”. Ecco, questo è il modo in cui la Chiesa dovrebbe esistere: nel mondo, ma non del mondo.

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18 commenti

  • Il tempo della seconda Pentecoste è venuto ha detto:

    La Madonna ai sacerdoti Suoi figli prediletti
    22 maggio 1988.
    Festa della Pentecoste.

    🔥LO SPIRITO SANTO VERRÀ.

    «Figli prediletti, raccoglietevi da ogni parte della terra per vivere questo giorno nel Cenacolo
    del mio Cuore Immacolato.
    È il giorno che ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, riuniti in preghiera con Me
    nel Cenacolo di Gerusalemme.
    In questo giorno della Pentecoste dell’anno mariano, a Me consacrato, vi invito ad unire la
    vostra preghiera a quella della Mamma Celeste, per ottenere il grande dono della seconda
    Pentecoste.
    🌟Il tempo della SECONDA PENTECOSTE è venuto.
    Lo Spirito Santo verrà, come una rugiada celeste di grazia e di fuoco, che rinnoverà tutto il mondo.
    Sotto la Sua irresistibile azione di amore, la Chiesa si aprirà a vivere l’era nuova della sua più grande santità e risplenderà di una luce così forte, da attirare a sé tutte le nazioni della
    terra.
    Lo Spirito Santo verrà, perché la Volontà del Padre Celeste si compia e l’universo creato torni a riflettere la sua grande gloria.
    Lo Spirito Santo verrà, per instaurare il regno glorioso di Cristo e sarà un regno di grazia, di
    santità, di amore, di giustizia e di pace.
    Col suo divino Amore aprirà le porte dei cuori ed ILLUMINERÀ TUTTE LE COSCIENZE.
    🔥Ogni uomo vedrà se stesso nel fuoco bruciante della divina Verità. Sarà come un giudizio in piccolo.
    Poi Gesù Cristo porterà il suo glorioso Regno nel mondo.
    Lo Spirito Santo verrà, per mezzo del trionfo del mio Cuore Immacolato. Per questo oggi vi
    invito tutti ad entrare nel Cenacolo del mio Cuore.
    Sarete così preparati ricevere il dono dello Spirito Santo che vi trasformerà e vi renderà
    strumenti con cui Gesù instaurerà il suo Regno».

  • Messaggio della Madonna ai sacerdoti Suoi figli prediletti ha detto:

    La Madonna ai sacerdoti Suoi figli prediletti
    30 maggio 1982.
    Festa di PENTECOSTE.

    L’ORA DELLO SPIRITO SANTO.
    «Nel Cenacolo del mio Cuore Immacolato preparatevi a ricevere il fuoco di amore dello Spirito Santo, che porterà la mia Chiesa a vivere il gioioso momento della sua Pentecoste e rinnoverà tutta la faccia della terra.
    ◾Questa è la Sua ora. È l’ora dello Spirito Santo, che dal Padre, per mezzo di Gesù, sempre più vi è dato in dono, come segno dell’amore misericordioso di Dio che vuole salvare questa umanità.
    Dal fuoco dello Spirito di Amore sarà completata presto l’Opera della grande purificazione.
    ◾La CHIESA attende gemendo la sua misericordiosa opera di santificazione.
    Attraverso interiori sofferenze, per mezzo di prove che rinnoveranno per Lei le ore sanguinose della passione vissute da mio Figlio Gesù, la Chiesa sarà condotta al suo Divino splendore.
    Verrà guarita dalla piaga dell’errore, che si diffonde come un cancro oscuro e minaccia il
    deposito della Verità. Verrà sanata dalla lebbra del peccato, che ne oscura la santità. Verrà
    purificata da tutti quegli elementi umani, che l’allontanano dallo spirito del Vangelo.
    Verrà spogliata dei suoi beni terreni e purificata di tanti mezzi di potere, perché torni povera, umile, semplice e casta.
    Nei suoi Pastori e nel suo gregge sarà ancora “crocifissa”, perché possa rendere perfetta testimonianza al Vangelo di Gesù.
    Con la forza del Fuoco e del Sangue, sarà anche rinnovato tutto il mondo. L’umanità tornerà alla glorificazione del Padre per mezzo di Gesù, che avrà finalmente instaurato fra voi il suo Regno.
    🔥 QUESTA È DUNQUE L’ORA DELLO SPIRITO SANTO. EGLI VERRÀ A VOI NELLA SUA PIENEZZA, PER MEZZO DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, SUA SPOSA AMATISSIMA ».

    Tutto coincide con la profezia di Ratzinger 1969
    sulla Chiesa povera e più Spirituale del futuro:

    «… Alla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto.
    Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli INIZI.
    Non sarà più in grado di abitare gli “EDIFICI ” che ha costruito in tempi di prosperità.
    Con il diminuire dei suoi fedeli, perderà anche gran parte dei privilegi sociali e ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza.
    🔥Sarà una Chiesa più “SPIRITUALE”, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti»…

    http://www.korazym.org/65921/la-profezia-di-ratzinger-del-1969-sul-futuro-di-una-chiesa-della-fede-e-quel-piccolo-gregge-di-credenti/

  • S.C. ha detto:

    Non si capisce bene perché l’autore di questo articolo attribuisca a La Pira l’espressione “nuova Pentecoste”, visto che si tratta di un sintagma utilizzato per due volte da San Giovanni XXIII e riutilizzato da Benedetto XVI il 14 febbraio 2013….forse se costui avesse specificato le fonti, avremmo meno papi improvvisati a fare commenti sgangherati qui…

  • don z ha detto:

    Scusate cari Stilum Curiali, vorrei far notare che “nuova pentecoste” era un’immagine figurata, per dire che ci sarebbe stato un grande intervento dello Spirito Santo che avrebbe aiutato i nuovi apostoli a comunicare con le diverse “lingue” del mondo contemporaneo.. Non si voleva dire che ci sarebbe stata una seconda Pentecoste analoga o sostitutiva della prima con le fiammelle in testa al papa e ai vescovi.
    La duttilità è una componente dell’intelligenza. Sviluppatela!

    • S.C. ha detto:

      Aggiungerei che San Giovanni XXIII usò quell’espressione anche per indicare l’onnipotenza divina e svincolare ogni merito all’apporto puramente umano. I tradizionalisti faticano a capire perché sono notoriamente dei pelagiani e adesso interverrà qualcuno a negare che Giovanni XXIII sia santo.

  • Davide Scarano ha detto:

    Trovo molto centrato il titolo dell’articolo di Porfiri che costringe a riflettere non solo sul Concilio Vaticano II ma sulle dinamiche più profonde ed intime dell’umano. Mi chiedo: chi non avrebbe voluto una nuova Pentecoste? Probabilmente tutti i cattolici avrebbero voluto un’altra Pentecoste. Credo che la consapevolezza dell’aver superato i “tempi bui” della guerra insieme con il crescente benessere economico, avvenuto non solo in Italia, apriva i cuori e le menti all’ottimismo. Ecco qui, a mio parere, sta la prima cesura con la tradizione: il cristiano non deve essere ottimista, deve essere realista. Sa che esiste il Bene ed il Male ed il primo può essere ottenuto solo “passando per la porta stretta”. Tramite il cambiamento delle forme, sia all’interno della Messa che nella Chiesa tutta, di cui oggi possiamo comprendere la portata davvero rivoluzionaria, è stata cambiata, almeno dal punto di vista pratico, la portata ed il significato stesso della Fede. Gli esempi potrebbero essere fatti a bizzeffe: penso solo al Sacerdote che la scorsa estate ha celebrato la messa in spiaggia, fors’anche in buona fede o al fatto che ieri, visitando le stanze mortuarie della Pubblica Assistenza della mia città ho notato che per la maggioranza dei defunti era presente solo il nome ed il cognome; segno questo, almeno a mio parere, dell’assenza di un funerale religioso e, forse, pure della benedizione. In estrema sintesi:
    la lingua della modernità col tempo ha eroso, in alcuni casi cancellato, la lingua dell’Eterno.

  • Prov ha detto:

    Una Nuova Pentecoste può essere sinonimo di una ulteriore Pentecoste. Non necessariamente la locuzione deve essere intesa come l’indicazione di un fatto che ne sostituisce o rinnova ontologicamente un altro. Altrimenti potremmo anche considerare una certa malizia in questa interpretazione. Che poi il Concilio Vaticano II sia stato stravolto da entità oscure per forzarne gli esiti e suggerendo la narrazione nella direzione che non gli è propria – compiendo, questa volta si davvero, una rivoluzione al limite delleresia -, e’ cosa ragionevolissima da credere. L’articolo parla di mistero della fede citando le contraddizioni più evidenti…
    La Pentecoste e’ continua e di rinnova sempre; si effonde sulla Chiesa fin dal principio senza soluzione di continuità – e non potrebbe essere altrimenti – perché senza il Signore non possiamo fare nulla; meno che mai parlare secondo lo Spirito o governare la Sua Chiesa…
    La verità è che le forze del male, storicamente, hanno ‘semplicemente’ trasformato il Concilio, mentendo, in un cavallo di Troia, stravolgendone il senso al fine di distruggere la Chiesa dal suo interno.
    Non e’ una novità. E’ stata una novità, piuttosto, la facilità con la quale sembra riuscire nell’intento di incantare schiere di teologi e intellettuali e il popolo di Dio. Pensando ai Padri della Chiesa e alla resistenza fiera e vittoriosa contro le eresie che per secoli avevano tentato lo stesso risultato, c’è da chiedersi di chi sia la colpa.
    La risposta? La colpa e’ solo nostra, che ci credevamo – e crediamo tuttora – moderni e più intelligenti dielle generazioni passate, intrise di devozione ritenuta troppo semplice… E invece siamo quelli che siamo: deboli e presuntosi, inclini all’orgoglio e a perdere la fede.
    Pare che solo il diavolo lo abbia capito…

    • don z ha detto:

      Egregio, il discorso che fa lei è tanto generico quanto inutile. Il Concilio culmina con la pubblicazione di alcuni documenti. Il “cavallo di Troia” in quei documenti quale sarebbe? E su quali potenziali “cavalli di Troia” il magistero successivo non si sarebbe ancora espresso per rimetterli sui binari corretti o evitare usi strumentali?
      Ci faccia sapere, cortesemente e possibilmente con un messaggio meno enfatico e più oggettivo.

      • Prov ha detto:

        Egregio don z, l’enfasi del mio piccolo post deve averla confusa. Comunque, se così e’ stato me ne scuso. Non era mia intenzione criticare gli atti del Concilio V. II, specie di quelli dogmatici i quali, semmai proprio quelli, sono assolutamente chiari ma pur sempre enunciati di (sacrosanti) principi generali. Lei mi potrà correggere di sicuro ma storicamente, prima, i concili mi pare si siano espressi su questioni molto più puntuali e dirompenti quando c’era da risolvere eresie dilaganti e radicate piuttosto che l’urgenza di fissare e illustrare certe altre questioni di carattere più ampio.
        Il cavallo al quale mi riferisco è lo spazio intellettuale, per così dire, nel quale, proprio per via di quella enunciazione di principi, trova posto quasi qualsiasi interpretazione storica e progressista (termine che non associo ad alcun favore) funzionale a chiunque voglia fare passare una pretesa rivoluzione che ha tutti gli aspetti di un attacco malefico alla Chiesa di Dio.
        Circa l’enfasi… ma davvero crede che questo luogo sia quello giusto per affrontare questioni con il piglio accademico di un corso di teologia? Qui mi pare si debba parlare, per forze di cose, in un modo più rilassato… anche se non mi pare che lei adotti lo stesso metodo mio.
        L’articolista aveva colto alcune contraddizioni puntuali le quali, per l’appunto, passano inosservate proprio perché il ragionamento intorno al Concilio è ideologico (il quale, direi per definizione, è per questo falsato fin dal principio).
        Oggi chiunque, per motivi suoi, cita il Concilio per sostenere una tesi e, insieme, anche quella opposta… E in molti, sacerdoti compresi e anche molto più su, sostengono che il magistero precedente era ‘spazzatura’ (definizione ascoltata con le mie orecchie).
        Se non fosse così – cioè se non fosse così chiaro che invece è tutto confuso (ad arte?) e relativo (ah! il profetismo di papa Benedetto XVI!) – come sarebbe possibile ricevere acriticamente così tanti discordanti concetti e segnali di discontinuità con il magistero plurisecolare?

        Mi scusi.. mi accorgo che nonostante la reprimenda sono rimasto troppo sul vago… Però, se ha la bontà e la pazienza di leggere, si accorgerà che qualcosina la dico comunque.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Quell’epoca fu una colossale ubriacatura, una colossale illusione: molti non vedevano l’ora di abbracciare il mondo “moderno” – tra virgolette, perché non era già più tale e il Vaticano II, per certi aspetti è nato vecchio – e di abbandonare la normale contrapposizione tra Chiesa e mondo. Oggi raccogliamo i frutti ultimi di quella stagione di follie.

    • don z ha detto:

      Diciamo che questa è una visione molto semplificata e semplicistica, nemmeno troppo veritiera. Un giudizio di valore che pretende di enunciare una verità storica.
      Comunque l’alternativa ai “frutti” sarebbero stati i rami secchi. Veda lei….

  • Sede occupata ha detto:

    Concordo pienamente con miserere mei. La Pentecoste, quella unica e vera come il nostro Dio, è avvenuta per Sua iniziativa e perché nel cenacolo c’era Maria che guidava la preghiera della nascente Chiesa. Era possibile riproporre tali condizioni? Evidentemente no. Se i padri conciliari si fossero letteralmente chiusi in preghiera con la statua della Madonna di Fatima, forse. Ma come tutti i doni di Dio la Pentecoste è eterna; concessa una volta, è per sempre. Siamo noi che dobbiamo esserne degni rimanendo fedeli alla Verità. Che poi, che significa ” nuova” Pentecoste? Perché, ce n’è una vecchia? Ma le parole hanno ancora un senso? E con Dio le parole vanno usate con accortezza, tanto per dire! Davanti all’Altissimo tu parli di ” nuova Pentecoste”? Mah, mi sembra tutto così assurdo!

  • Sede occupata ha detto:

    Concordo pienamente con miserere mei. La Pentecoste, quella unica e vera come il nostro Dio, è avvenuta per Sua iniziativa e perché nel cenacolo c’era Maria che guidava la preghiera della nascente Chiesa. Era possibile riproporre tali condizioni? Evidentemente no. Se i padri conciliari si fossero letteralmente chiusi in preghiera con la statua della Madonna di Fatima, forse. Ma come tutti i doni di Dio la Pentecoste è eterna; concessa una volta, è per sempre. Siamo noi che dobbiamo esserne degni rimanendo fedeli alla Verità.

  • slave of JMJ ha detto:

    per i miei amici italiani
    https://youtu.be/GXS7q_ladh0

  • il Matto ha detto:

    «La Chiesa custodisce e, più volte, santifica i monumenti e i templi della pagana grandezza romana e greca».

    Una domanda: cos’è che ha fatto (e tuttora fa?) “grande” il paganesimo romano e greco? Ovvero: cos’è che li ha resi (e tutt’ora li rende?) degni di ammirazione? O si deve dire che ormai sono morti e sepolti? Ma in questo caso che senso ha ammirare ciò che è morto e sepolto? Si tratterebbe di un puro ed inutile dato culturale e niente più?

    E poi c’è il fisso e c’è il mobile: sono i complementari della Vita. Come il maschio e la femmina. Da solo, il fisso è sterile. Da solo, il mobile è infecondabile. L’equilibrio fra i due è la soluzione. Ma per questo ci vogliono menti geniali che vedono oltre il fisso e il mobile.

    Invece, si perpetua il conflitto tra i fissi e i mobili, che approda al nulla.

  • alessio ha detto:

    Per come è ridotta la Chiesa
    fiorentina , dobbiamo ringraziare parecchio La Pira ,
    che riportò a Firenze personaggi come Don Ernesto
    Balducci , massone ,iscritto
    nella lista Pecorelli , Don Milani
    che guarda caso , nella sua
    Barbiana ,creò un nuovo
    modello di istruzione ,del
    tutto simile al modello di
    Bianca Bianchi , che era della
    vicina Vicchio ,che fece parte
    della costituente repubblicana ,
    e che creò a Montesenario ,
    nei pressi del Santuario una
    scuola europea ,del tutto
    simile a quella di La Pira ,
    infine fu chiamato a Firenze
    Don Divo Barsotti , che io
    stimo essere una persona
    santa ,a differenza degli altri .
    Rivolgo una preghiera a tutti :
    chi si occupa di politica faccia
    solo politica e non si occupi
    di religione , e chi si occupa di
    religione non faccia politica ,
    come fa jorge mario , perché
    le disgrazie arrivano istantanee
    come la polaroid .

  • miserere mei ha detto:

    Un problemino: da nessuna parte delle Scritture si parla di “nuova Pentecoste”.
    Caso mai si parla di giudizio finale.
    O di battaglia finale.
    O di fine dei tempi (che non è la fine del mondo).
    Insomma: la nuova Pentecoste se la sono inventata.
    Se la sono cantata e suonata.
    Caso mai un nuovo atto di superbia.
    Infatti da lì l’uomo è finito al centro e Dio decentrato.