Per una Nuova e Antica Mente. Il Matto.

13 Maggio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione queste riflessioni che spaziano in un ampio orizzonte religioso e spirituale del Matto. Buona lettura e meditazione.

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PER UNA NUOVA (E ANTICA) MENTE

La fedeltà semplice al momento presente è il tesoro del cuore. È la manna del deserto, che ha tutti i gusti secondo i diversi bisogni e che sazia senza posa. Si ha tutto ciò che si vuole, poiché si vuole soltanto ciò che si ha. Il momento presente è una specie di eternità che prepara alla vera e la fa pregustare […] Risparmiate il vostro tempo; lavorate con ordine e continuità; mettete le opere al posto dei bei discorsi. L’avvenire non  è ancora vostro, forse non sarà vostro mai. Limitatevi al presente; mangiate il pane quotidiano. È tentare Dio far provvista di manna per due giorni: si corrompe. Voi non avete oggi la grazia di domani: essa non verrà che col domani stesso. Momento presente: piccola eternità per noi.

Fènelon

*

Carpe diem, quan minimun credula postero
Quinto Orazio Flacco

*

Non indugiare sul passato; non sognare il futuro, concentra la mente sul momento presente.

Buddha

* * * * * * *

 

È stato il ritrovarmi di fronte lo stupendo passo di François de Salignac de La Mothe-Fénelon (1651-1715), sintetizzato nelle parole di Orazio e del Buddha, ad ispirarmi quanto segue.

 

Ciò che conta è la presenza a se stessi nel Kairos, cioè nel Momento Presente, Adesso!, poiché la presenza a se stessi è presenza a Dio, prima ancora che alle persone e alle cose. E ciò non può darsi per mezzo dei massimi sistemi di pensiero ed impelagandosi in esaperate disamine cerebrali, le quali, in quanto oggettivanti, straniano facilissimamente dalla presenza a se stessi. Invece, si può essere presenti a Dio sbucciando patate, lavandosi i denti, in fila alla posta, standosene su una panchina del parco o al pronto soccorso (si noti l’uso imprescindibile del gerundio presente: sbucciando, lavandosi, standosene), senza soluzione di continuità, appunto nel Kairos, Adesso. Anzi, per mezzo di noi presenti a noi stessi, è Dio che sbuccia le patate, si lava i denti e via dicendo. Ed è così che l’uomo è mediatore fra Cielo e Terra, ed ogni sua azione è un rito, nel contempo un’offerta che si fa e dono che si riceve.

 

Tanto per chiarire: io sto scrivendo Adesso ciò che voi, care Lettrici e cari Lettori, state leggendo Adesso: io e voi siamo uniti nel Kairos che vi unisce, anche se non ne siete consapevoli.

 

Recita l’epigramma di Posidippo (310 a.C. -240 a.C.):

 

«Chi sei tu? Il tempo che sottomette ogni cosa (Καιρὸς ὁ πανδαμάτωρ) /  Perché stai in punta di piedi (ἐπ᾿ ἄκρα)? Sempre ruoto (Ἀεὶ τροχάω) / E perché hai un paio di ali ai piedi? Io volo nel vento (Ἵπταμ᾿ ὑπηνέμιος) / E perché tieni un rasoio (ξυρόν) nella mano destra? Come segnale (δεῖγμα) agli uomini / del fatto che io sono più affilato che qualsiasi altro bordo (ἀκμῆς πάσης ὀξύτερος) / E perché i capelli (κόμη) ti scendono sulla faccia? Perché chi m’incontra mi acciuffi (Ὑπαντιάσαντι λαβέσθαι) / E perché, in nome del cielo, il retro della tua testa è rasato? Perché nessuno che un tempo mi ha lasciato correre sui miei piedi alati / anche se, scontento, lo desidera, mi prenderà ora da dietro / Perché l’artista ti ha modellato? A tuo vantaggio, straniero, e mi ha messo nel portico a mo’ di lezione».

 

Il mondo è il luogo del Kairos, del Momento Presente, del Momento Opportuno: ogni situazione accade nel Kairos che è l’unico tempo reale. Nulla può accadere se non Adesso: “prima” o “dopo” non può accadere nulla: il “prima” è soltanto un ricordo e il “poi” soltanto una previsione, anch’essi, del resto, possibili soltanto nel Kairos, che, è bene ribadire, è l’unico tempo reale, ciò che ognuno può constatare da sé, liberandosi per qualche istante dalla tirannia del pensiero che, lo si ripete, non può fare a meno di oggetti da trattare, distrendo la Coscienza (o Anima) da se medesima.

 

Senza il Lampo di Eternità creativa che è il Kairos (Lampo dell’Aion, il tempo eterno) l’uomo e l’universo non potrebbero esistere. È scritto «Dio disse …», ma  in realtà Dio dice, sta dicendo (gerundio presente). Proprio Adesso, nel Kairos, la Creazione è in atto. È un atto di IO SONO!

 

Il Kairos trascende, permette e accompagna la cronica vita umana, la quale, grazie ad Esso, è anche una vita divina: presenza a se stessi e presenza a Dio coincidono. Umanità e Divinità si amalgamano nel Kairos che pertanto è il Momento Sacro e sacralizzante. La redenzione di sé e del mondo può darsi soltanto Adesso, nel Kairos.

 

Il Kairos è il Regno dei cieli che ospita l’uomo ponendo fine al suo pellegrinare, poché ogni passo è il traguardo: nulla c’è di troppo e nulla manca: «si ha tutto ciò che si vuole, poiché si vuole soltanto ciò che si ha» dice Fénelon, che si accompagna a quanto profondissimamente afferma Marsilio Ficino: «faccio filosofia soprattutto per questa ragione: poter assecondare con la volontà le cose quando le cose non assecondano in altro modo la mia volontà; in questo modo, infatti, le cose assecondano la volontà che le asseconda». Ossia: volontà divina e volontà umana strettamente avvinghiate.

 

Il «vegliate e pregate» di Gesù – il Kairos Incarnato! – è  d’importanza decisiva: “vegliare” significa “essere svegli”, ma non si può essere svegli se la Coscienza (o Anima) e il Kairos non si coniugano, dando vita, per partecipazione, ad un “altro Gesù”. Nel vegliare, il Kairos è il Purificatore, è il Lampo ardente che fa evaporare l’umidiccio individualismo e rende alla Coscienza (o Anima) la sua verginità (imitatio Mariae), conditio sine qua non per la theosis. La presenza a Dio, tramite la presenza a se stessi, è la Charis, la Grazia, garanzia di retto comportamento psico-fisico.

 

«Due parole antiche, pronunciate nella ricchezza semantica dell’antica lingua greca – charis e kairos –, significano grazia e tempo opportuno. I due termini evocano un’allitterazione, nella ripetizione di fonemi tra loro somiglianti, che risuonano ritmati, quasi si trattasse di una formula magica, incantatoria, o di una saggia filastrocca per bambini: charis, kairos …». (spaziofilosofico.it).

 

«Senza di me non potete fare nulla», dice ancora Gesù. Ed infatti solo nel Kairos è possibile vivere con retto pensare e retto agire (recte scire,  recte agere),  ossia nella Verità che rende liberi: Verità-in-Sé che non è quella espressa in parole ed alla quale le parole (ed il pensiero) possono soltanto alludere.

 

Spiluccando qua e là trovo che il Kairos è detto da Esiodo «la migliore di tutte le cose» e da Euripide «il migliore delle guide in ogni impresa umana». E difatti il Kairos-Gesù è la Via.

 

Charis e Kairos: la Grazia e l’Occasione. Adesso!

 

«Vegliate», dice il Kairos Incarnato, latore, proprio Adesso, della Charis. Non c’è, non può esservi redenzione e liberazione se non in Questo Momento, l’unico tempo reale, il Senza Tempo a cui occorre convertire la mente, onde renderla nuova (e antica).

 

«Eppure ciò che in voi è senza tempo, sa che la vita è senza tempo.
E sa che ieri e domani non sono che il ricordo ed il sogno dell’oggi.
E che quello che in voi medita e canta vive tuttora nei confini di quel primo momento che seminò le stelle nello spazio». (Khalil Gibran).

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13 commenti

  • miserere mei ha detto:

    Oggi che -da un punto di vista della logica- chi vive secondo il mondo non mi sembra tanto a posto, mi sovviene il ricordo di una ragazzina che morì giovanissima, 14enne, scrivendo lettere ai suoi coetanei, assorbiti nella mondanità e privi di aneliti spirituali e di un orientamento a Dio (e parliamo di dieci anni fa): “State facendo una caccia al tesoro senza il tesoro”.

    Chi vive atteggiandosi ad essere un (ri)cercatore, ma ha rinunciato a scoprire un tesoro non è tanto logico, ma pencola tra l’illusione, la depressione e la disperazione. Di lì il salto verso gli psicofarmaci (cifra del nostro tempo) è breve. Come vivere al limite, ma senza senso.

    • il Matto ha detto:

      Profondissima ed educativa la frase della giovane.

      È scritto: «dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore».

      Nessuno può vivere senza un tesoro da cercare, conservare e accrescere, quale che esso sia.

      Come dire: a ognuno il suo.

      Grazie.

      • miserere mei ha detto:

        Il guaio è cercare un tesoro nella Ferragni o in Pachamama. A ognuno il suo può essere, ma per molti il “suo” è un vuoto, senza rendere nell’aldiqua e zero nell’al di là.

  • Sempliciotta ha detto:

    Essenzialità del presente, ma il presente neppure è l’attimo che nel momento in cui è, appartiene già al passato ed è subito proiettato nel futuro. Solo Dio è ieri oggi e domani, un presente soprannaturale al di là delle categorie temporali che ci appartengono e in cui esistiamo. Affidarsi a Lui ora, osservare i suoi comandamenti ora, agire insieme a Lui ora, pensare all’ eternità e in essa sperare ora, nella (ricca) povertà della nostra umana condizione.
    Ha ragione Catholicus a soffermarsi nel ricordo del 13 maggio, prima apparizione della Madonna a Fatima, Lei,”l’ultima ancora di salvezza per questa generazione di anime perdute o in grave pericolo di perdizione”. È questa grandiosa semplicità che conta, un avvenimento passato eternamente presente, una speranza, un faro di salvezza per sempre. Lei, Mamma di tutte le mamme e di tutta l’umanità a cui nel tenero giorno di oggi spetta la più grande festa.

    • il Matto ha detto:

      Grazie per il contributo.

      C’è da considerare che siamo fatti a immagine e somiglianza di Lui, e perciò, per partecipazione, abbiamo anche in noi il presente soprannaturale che trascende le categorie temporali di cui Lei scrive. Anche noi possiamo trascendere il tempo grazie al Silenzio Contemplativo, che è dono di Lui e quindi anche nostro.

  • Mimma ha detto:

    Meraviglioso Matto!
    Condivido tutto, tranne il nikname.
    Un matto non ragionerà mai così!
    Non supponevo che conoscesse il Greco.

    • il Matto ha detto:

      Grazie per l’apprezzamento.

      Ad onor del vero: in fondo alla citazione circa il Kairos c’è la fonte da cui l’ho integralmente tratta.

      In realtà non sono una persona colta poiché non conosco né il greco né il latino, e con l’italiano me la cavo appena 😂

      Ciò che mi sollecita è la potente attrazione dell’Assoluto che mi conduce lungo un sentiero non strettamente “ortodosso” ma, almeno per quanto mi riguarda, con un orizzonte che le parole non posso rendere.

      Più Matto di così? 😊

      Un cordiale saluto.

    • il Matto ha detto:

      Per un disguido, nell’articolo trasmesso al signor Marco non ho riportato la fonte della citazione con le frasi in greco che è questa:

      Posidippo, Epigrammi, Introduzione di G. Zanetto, traduzione e note di S. Pozzi e F. Rampichini, Milano,
      2008.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Premesso tutto quanto ha detto il Matto, che cosa è meglio?
    Non fare oggi quello che potrebbe essere fatto domani
    o
    Non rimandare a domani quello che potrebbe essere fatto oggi ?

    Sono due atteggiamenti estremi ed opposti che ci sono posti davanti ogni volta che dobbiamo decidere tra il fare e il non fare. Matto mi sai indicare se esiste un punto di equilibrio fra i due?

    • il Matto ha detto:

      Beh, c’è il noto proverbio: “Chi ha tempo non aspetti tempo”, che a mio parere (ma anche per mia esperienza) è molto più profondo di quanto possa apparire a prima vista.

      Il punto di equilibrio non può trovarsi che in … questo momento: decidere se fare o non fare è di secondaria importanza poiché in ogni caso le conseguenze si hanno sempre … in questo momento: si semina e si raccoglie adesso, non “domani” o chissà quando.

      Attimo per attimo siamo accompagnati dal nostro “destino”, parola che evoca subito un “tempo futuro”, ma questo è un gioco della mente.

      Voglio dire che c’è una quinta stagione, oppure un’ottavo giorno, un’ottava nota che è inafferrabile dalla coscienza ordinaria immersa nel tempo e imbrigliata dal pensiero col quale si identifica.

      La mia risposta è insufficiente e forse non del tutto chiara, ma parlare dell’Ineffabile è difficile e, alla lunga, controproducente.

      Ciao.

  • Catholicus ha detto:

    Una bellissima festa mariana, questa ded 13 di maggio. Fatima : l’ ultima ancora di salvezza per questa generazione di anime perdute o in grave pericolo di perdizione, come disse a Suor Lucia NSGC : Santo Rosario e Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria SS.ma, ultimi rimedi, se il mondo ( e il clero modernista, deviato) rifiuta questi, non ce ne saranno altri
    Buona solennità della Madonna di Fatima, dunque, cari amici del blog…

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Buon Giorno Nippo.
    Aggiungo a quelli da te rammentati un aforisma sul tempo di Leonardo da Vinci : – L’acqua che tocchi di un fiume è l’ultima di quella che se ne va e la prima di quella che se ne viene e così è il tempo presente. –
    Come vedi anche il grande Leonardo era allineato su questo tema con i pensatori che tu hai citato.
    Buona domenica a tutti.

    • il Matto ha detto:

      Buongiorno anche a te.
      Grazie del contributo.

      Leonardo, in fondo, ribadisce Eraclito: “non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume”.