La Glorificazione di Sassino Ucciduomo. Benedetta De Vito.

1 Maggio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questo racconto il cui velo non basta, ovviamente, a celare la realtà paradossale e triste che lo ha ispirato. Buona lettura e condivisione.

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Nel regno di Malamotti squillano le trombe e parte la fanfara. E’ il gran giorno della premiazione. Tattarattatttà. Nel Palazzo del Pepalto, che è il re di Malamotti, abitante nel più bell’angolo collinare della città di Amor in un palazzo di vetro e marmo che ha cento stanze da letto anche se il re è vedovo e solo, è stato srotolato il tappeto color mota delle grandissime occasioni e, pian piano, stan radunandosi nello scalone che porta alle cantine (dove sono le stanze d’onore) i dignitari e i ministri del re. Un gran battipiedi (perché a Malamotti tutto funziona al contrario), saluta l’ingresso del premiato.

E’ un tipo lungo lungo, un poco pingue,  sorridente, con gli incisivi protrusi  da coniglietto mannaro, porta due farfalle d’occhiali bigi, e il mento a ciliegiona. Il Pepalto gli si fa appresso e dietro di lui il corteggio dei dignitari in mutande (così vuole l’etichetta a Malamotti). La platea batte i piedi rombando. “Vi presentiamo l’eroe nazionale, Sassino Ucciduomo, un vero galantuomo!”. Il Pepalto si gira verso la platea e batte un piede e poi l’altro. Partono immediate le pedate a rombo di pavimento. Sassino, col naso porporino, un naso e tanti nasini, con premio in braccio e forse medaglia al collo, sorride a tutti, ben felice del suo premietto, guadagnato per aver aiutato “la Natura a riprendersi il suo spazio vitale”.

Interviene indignato e. in mutande, uno dei dignitari interviene sbandierando un rosso fazzoletto “Ma, signor Pepalto, Sassino Ucciduomo è indagato, non lo sa? Come possiamo fare un solenne battipiedi per lui? Una grande risata dell’Alto presidente Pepalto accoglie la mozione rossa. “Sì è vero – risponde – ma per non aver fatto di più!”. Il contestatore abbassa il rosso drappetto e si risiede, tutto soddisfatto ed è lui a girarsi di dorso e a gridare: “Viva Sassino, Viva Ucciduomo!”. Ammira anche il premio che è un “orso trionfante su uomo in ginocchio e morente”. Ma che bella scultura! E un gran battipiedi accoglie l’opera d’arte…

In platea, nascosto dalla sua mamma (che non sapeva dove lasciarlo) c’è Gigino, un signorino di una decina d’anni, di quelli d’altri tempi. A lui non piacciono i giochi di computer né il tricellulare che fan diventar vere le cose. Molto meglio arrampicarsi sugli alberi e ricorrere le lepri nel bosco… Se ne sta accucciato anche per non far vedere che lui, in mutande, non ci vuole stare. Dura fatica la mamma a fargli togliere la magliettina a righe rosse e blu e i pantaloncini corti color sabbia. “Io in mutande come Blanco, quell’urlatore di Malamotti, non ci voglio stare. Le mutande mi fanno vergogna!”. Ogni tanto la mamma, lo strattona: “Stai buono stai zitto, non fiatare Gigino?”.

La seduta è finita, Sassino contento per i risultati raggiunti (tredici interi quartieri della città sono scomparsi e niente più umani puzzoni, discendenti delle scimmie, e  ora le case sono state abbattute e tra prati e colline girano liberi lupi, orsi e cinghiali).  Il Pepalto, beato, fregandosi le manine con le quali premia il tradimento degli abitanti di Amor, ha la città intera ai suoi piedi dall’alto dei giardini e dei terrazzamenti di cui gode lui solamente. Ogni notte dorme in una stanza diversa e per andare a dormire indossa il pigiama che è un completo gessato con camicia bianca e cravatta, l’ultima moda ad Amor… Oggi camera azzurra! Ma, ma, ma, ma, oh perbacco chi si nasconde sotto il letto? Due occhiolini di bimbo lo guardano fisso dal buio ed è anche vestito. Orrore!. “Chi sei, che cosa vuoi? Chiamo le guardie?”.

E il bambino, serio serio: “La mamma di Giorgetto è morta, tre miei cuginetti sono rimasti senza papà, la nonna ha avuto una brutta cosa ed è volata in cielo, la mia scuola è stata buttata giù e al parco non posso giocare perché ci sono anche i leoni. E non vedi che sei in mutande? Non ti vergogni, vecchio come sei?”. Il Pepalto, d’un tratto, gettò uno sguardo allo specchio e si rivide lui pure bambino, innamorato della verità, nel mare  azzurro di Rincorra. Pianse qualche poca lacrima, ma fu un attimo appena perché poco dopo, ben consapevole che non poteva in alcun modo, far marcia indietro, chiamò le guardie e Gigino fu messo ai ferri e accusato di attentato alla salute sacerrima di sua altezza il Pepalto. Finisco, sperando di non avervi annoiato, con un comunicato in cui emerge la verità, che viene detta come a significare il suo contrario. Con gran senso dell’umorismo di pirandelliana memoria. Sembra di udire un giullare veritiero, l’unico come Gigino, di fronte al Pepalto.

 

Inchiesta Covid. Fadoi: “Siamo tutti colpevoli”

La società scientifica della Medicina Interna: “Solo in Italia c’è un’iniziativa giudiziaria di questo tipo. Siamo allora noi più intelligenti, più puri, più corretti? La magistratura italiana è la migliore al mondo perché è l’unica che ha scoperto degli errori? Ma ci siamo dimenticati che la pandemia ha colpito tutto il mondo e che l’Italia è stato il primo paese ad essere travolto? Se è così allora è inutile nascondersi dietro ad un dito: siamo tutti colpevoli”.

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2 commenti

  • Federico ha detto:

    Su questo sono d’accordo: ci sono dei colpevoli. È però da sottolineare che moltissimi (non tutti, come lei ha giustamente rimarcato) hanno retto il sacco. E, per quanto riguarda le istituzioni, salvo qualche singolare ed eroica eccezione (immediatamente punita), erano TUTTE coinvolte.

  • Maria Giulia Scacchi ha detto:

    Nooo, non ci sto. Anzi, per me e’ un’altra offesa che si aggiunge a tutte quelle subite dalla PSICO-PANDEMIA in poi! “Siamo TUTTI colpevoli”? Cos’e’? La nuova versione di “mal comune mezzo gaudio”? Cosi’ non e’ colpevole nessuno? Comodo! No, i colpevoli ci sono eccome, e sappiamo anche CHI sono. Non io, non le mie figlie che a vent’anni hanno avuto la loro vita stravolta dal regime. IO NON PERDONO, IO NON DIMENTICO. La commissione per me se la possono mettere nel… Loro vorrebbero fingere di essere come me??? Padreterno giudichera’, io so solo che andremo in due posti molto differenti, io e loro. E se cosi’ non fosse, sono io a chiedere di andare da un’altra parte, perche’ con COSTORO non ho nessuna intenzione di condividete l’eternita’!