Il Vero Nome della Nave di Darwin. Benedetta De Vito.

28 Aprile 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione la sua terza puntata dei suoi “Io non credo”, particolarmente intrigante, direi…Buona lettura e condivisione.

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Quando, al pomeriggio avanzato, nel sole radente che colorava d’arancio la nostra stanza, studiavo scienze con una cara bambina che ora è già donna fatta, mi colpì, ma all’epoca non mi soffermai più di tanto sulla questione, lontana le mille miglia (e addormentata come ero, zzzzz) dal mettere in dubbio quanto la scienza ci aveva ammannito come credo e dogma per anni, anni e anni e ancora anni, mi colpì, dicevo, il nome che portava il brigantino inglese che portò Charles Darwin alle Galapagos. Oh che strano nome, mi dissi, come chiamare una nave “pastore tedesco” oppure “cocker spaniel”. Mmmm,  mi dissi, ma avanti, seguendo il pifferaio di Hamelin; gli anni ancora passarono uno via l’altro come perline di collana, e io ignara e instupidita e ingannata…

Finché, dopo l’incontro con il Signore, oramai quindici anni orsono, e  – per dir così –  dopo la mia seconda nascita in Spirito e Fuoco, le nebbie andarono diradandosi e alla bambina che, piccina, rispondeva a sua madre e a tutti: “Non è così”, s’aprirono pian pianino, direi per grazia, le brecce della Verità e m’arrivò sul comodino in dono celeste un rosso dizionario, una rarissima copia vergata da dita angeliche, che occorre usare nella grazia e nel digiuno. Ora ecco che nel dizionario di diavoliano (questo è il titolo del volume) che si celano tutte le menzogne, convenzionate con parole in diavoliano, raccontate impunemente per decessi e infiocchettate da grandi luminari e scienziati al soldo di Satana. Ecco, la terza puntata del mio “Io non credo” si dipana semplicemente compulsando l’orrido dizionario di diavoliano  (che tengo sul comodino) e vi invito a venir con me e a perdervi nella disamina filologica delle parole usate per l’inganno. Perché, va da sé, il diavolo è sempre mascherato e si copre di veli, di paroline di miele, di belle faccine colorate, di capelli viola, arancio, turchese, di lucine arcobaleno. Sembra bello e non lo è.

Allora, un, due, tre, pronti e via. Volete sapere perché il brigantino di Darwin si chiamava beagle? Semplice, consultiamo il dizionario di diavoliano a pagina 87 ed ecco, leggiamo: “Beagle, ciancicamento del verbo inglese “to beguile”. Orpo di Bacco, e ora corriamo a compulsare il Cambridge dictionary e poi traduciamo in italiano. To beguile significa ingannare. Come Freud significa “frode”, questo si legge un poco più avanti a pagina 130 (e infatti tutti i poveri conoscenti che sono finiti sul lettino sono rimasti fermi nello scoglio della loro vita…). Ma continuiamo con il nostro brigantino “Inganno” e andiamo a vedere a pagina 53 che cosa vuol dire Darwin. Sì, un momento, bevo un bicchierino di acqua e la consiglio anche a voi, prendiamo al volo il palloncino rosso che ci porta un rigo più giù.

Mumble, mumble, Darwin. Ecco, “ciancicamento di Devil”. Basta ripetere Darwin cento volte, come mi insegnava – ai tempi miei universitari –  a fare la professoressa  di letteratura inglese, Nadia Fusini, quando dovevamo analizzare il percome di certi strani nomi dei protagonisti di una commedia di John Ford, “Tis pity she is a whore”. Uno dei personaggi si chiamava Soranzo… provate e ripeterlo cento volte e verrà fuori una bella parolaccia. Semplice no? E ora provate con Darwin. Alla fine viene fuori un bel Devil grande così.

Eccoci adesso a pagina 150 per un’altra parolina del catalogo darwiniano. Certo “Galapagos”. Sapete che cosa significa? Testuggini al plurale. Certo la testuggine (in senso di arma romana, avete presente la carica dei legionari: era imbattibile!), arma potente contro la Verità che è il creazionismo. Il Diavolo voleva usare una bella cornata e usò la testuggine…

Puf, puf, sono arrivata alla fine e in poche righe ora per spiegare il percome di questa testugginata darwiniana. Semplice, l’evoluzione della specie esclude la presenza del Creatore, cancella la corda d’oro che unisce gli. Uomini (tutti) al Signore e apre le porte alla seconda “testugginata”, cioè l’uomo che deriva dalle scimmie. Con la prima ominide chiamata “Lucy” (ovviamente manca la coda “fer” che troviamo a pagina ala dei tali del dizionario nostro.

L’uomo diventa così un animale come tutti gli altri, una bestiaccia, non una creatura amata da Dio e fatta a Sua immagine. Un capolavoro in diavoliano. Olè. Ora basta però mi fermo qui, che fatica, presto la quarta puntata e non so ancora di che cosa parlerò ma, dopodomani festeggiamo Santa Caterina da Siena che, da sempre, tempera la mia penna. E lei mi aiuterà. Dolce Caterina, tutta pura e magnifica aiutaci tu nella lotta!

 

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2 commenti

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Si dà il caso che nella mia modestissima bibliotechina domestica ci sia un libro il cui autore è un certo Carlo Darwin, il cui titolo è L’origine dell’uomo, in edizione italiana del MCMXXVI (prezzo L. 4,00) edito a Sesto San Giovanni da un certo A. Barion Editore.
    Il traduttore , Michele Lessona, forse prevedendo il futuro, certamente considerando il presente, ritenne opportuno premettere alla sua traduzione una annotazione di cui riproduco l’inizio:
    – Un gentiluomo napoletano,dicesi, ebbe quattordici duelli per sostenere la preminenza del Tasso sull’Ariosto. Al quattordicesimo duello, ferito a morte, esclamò : – E dire che non ho mai letto né l’Ariosto né il Tasso !-
    Questa è un po’ la storia degli italiani rispetto a Darwin: molti che ne dicono male , ed anche taluni che ne dicono bene, non lo hanno mai letto.-
    ……………..
    Absit iniuria verbis.