I Novissimi. Chi li Ricorda, e ne Parla, Oggi, nella Chiesa?

19 Aprile 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un fedele lettore del nostro blog, che desidera chiamarsi Catholicus, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sui Novissimi. Buona lettura e condivisione.

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MORTE – GIUDIZIO – INFERNO – PARADISO

(I Novissimi)

I Novissimi, un termine desueto, un tema negletto nella predicazione del clero modernista; In queste quattro parole è praticamente riassunto il destino finale della vita umana; il concetto è e riassunto nel breve dialogo che si svolge sul Calvario, tra NSGC e i due ladroni, anch’essi condannati al supplizio infamante della crocifissione. Il ladrone alla sinistra di Cristo si rivolge con insolenza a Nostro Signore, dicendogli “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”, ma l’altro ladrone, alla destra del Salvatore, così lo rimprovera “Neanche tu hai timore di Dio e sei condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”, dopo di che rivolgendosi a Gesù, lo invoca dicendogli “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”, al che il Redentore gli risponde “In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso” (Luca 23,39-43. Bibbia CEI). Abbiamo qui la scena che riassume il messaggio dei Novissimi : la morte come conseguenza delle colpe dei due ladroni, uno impenitente ed arrogante, l’altro pentito e in cerca di perdono e misericordia; Il Calvario raffigura il Giudizio finale, il Buon Ladrone è l’immagine del popolo predestinato, riconosce Gesù Crocifisso quale Giudice dei vivi e dei morti, ottenendo la salvezza; l’altro ladrone invece insiste nel suo atteggiamento fino all’impenitenza finale, rifiutando la misericordia divina e condannandosi così alla dannazione eterna. La scena della crocifissione sul Gòlgota A questo punto qualcuno potrebbe chiedere “ma come, non sono tre i regni dell’oltretomba? perché qui ne manca uno?”, la risposta è semplice: manca il Purgatorio poiché la prospettiva dei Novissimi è collocata alla fine dei tempi, dopo il Giudizio Universale, quando il tempo della Misericordia divina (di cui è espressione il Purgatorio, strumento di completa purificazione delle anime) sarà sostituito dal tempo della Giustizia. A quel punto, il Purgatorio sarà ormai vuoto (ma non l’Inferno , con buona pace di Von Balthasar) e non rimarranno che i due regni finali, l’Inferno e il Paradiso. Purtroppo al giorno d’oggi i preti non parlano più dei Novissimi, non ne fanno più oggetto delle loro omelie; ligi alle nuove direttive della gerarchia rivoluzionaria legata ai dettami del conciliabolo Vaticano II, dei due papi del concilio e dei loro successori, li hanno sepolti nel dimenticatoio, sostituendoli con la “misericordia a costo zero”, secondo la quale tutti saremmo accettati dal Signore così come siamo, senza pentimento, ravvedimento operoso e cambiamento di vita , senza alcun bisogno di fuggire il peccato e cercare di santificarci, rimanendo così nell’impenitenza finale, biglietto d’ingresso ai gironi dell’inferno dantesco…. Dio non giudica nessuno, ci accetta così come siamo, Gesù è venuto nel mondo per predicare l’amore universale, stile New Age.

Quindi bisogna rifuggire dalla cosidetta “Chiesa della paura”, basata sulla prospettiva del castigo e delle pene dell’inferno, come insegna Padre Ermes Ronchi, poiché “oggi la Chiesa preferisce usare la medicina della misericordia” (così papa Giovanni XIII), tanto più che, a ben vedere, l’inferno sembrerebbe non esistere, sarebbe solamente un’invenzione dei preti per rappresentare il peccato, attualmente derubricato a mera fragilità umana, da accompagnare senza cercare di intervenirvi (sempre secondo Bergoglio).

L’ipotesi di inesistenza del diavolo, e conseguentemente dell’inferno, è stata avanzata da Padre Sosa Abascal, Preposito Generale dei Gesuiti, una voce sommamente autorevole, quindi, difficile da contestare, ma quand’anche volessimo ritenerla destituita di ogni fondamento, rimarrebbe pur sempre la teoria di un altro gesuita, eminenza grigia del Concilio giovanneo, il teologo svizzero Hans Urs Von Balthasar, secondo il quale l’inferno, casomai esistesse, alla fine dei tempi dovrebbe rimanere vuoto, poiché anche Lucifero verrebbe perdonato (siamo qui pienamente in linea con il magistero bergogliano, basato sulla misericordia a costo zero, elargita a pioggia, sui buoni e sui cattivi, sui santi e sui peccatori impenitenti, da Caino a Giuda, da Lutero a Hitler e Stalin, ecc.).

Stando così le cose, allora bisogna parlare noi, noi che vogliamo rimanere cattolici sino all’ultimo nostro respiro, sperando così di conquistare a Cristo qualche anima dubbiosa e confusa dal depistaggio di decenni di falso magistero, falso catechismo e falsa pastorale, memori dell’antico detto “chi salva una sola anima, ha salvato anche sé stesso”. “Non c’è da girarci intorno più di tanto – è il commento di un blogger cattolico – la colpa della presente spaventosa crisi della Chiesa, ove si insegnano ormai false dottrine che sono il contrario della morale e della fede cattolica, la colpa di questo sfacelo ricade tutta sulle spalle degli uomini di Chiesa – è una corruzione che viene da lontano ma che ha viaggiato ben all’interno delle membra della Chiesa visibile, facendole marcire”.

“È giusto che sia così – interviene un’altro blogger – infatti, cosa insegna questo clero? La dottrina della Chiesa di sempre? No, insegna e pratica false dottrine…..esempio recente : Un sacerdote in pensione mesi fa ha sostituito il titolare nella celebrazione della Messa NO. Ha fatto una predica tradizionale, fustigando la corruzione dei costumi. Un’autentica rarità. Ha detto aborto, omosessualità, libertinaggio, adulterio sono peccati mortali, chi li pratica e non si converte e non cambia vita va all’Inferno. Questo, in sintesi. Il sermone veniva trasmesso in streaming, ragion per cui è rimbalzato sul mare magnum dell’internet. È successo il finimondo. Il vescovo è intervenuto subito dicendo che il sermone del suddetto coraggioso sacerdote non corrisponde all’insegnamento della Chiesa !!! E che il suddetto non sarebbe mai più stato chiamato a sostituire il titolare……insomma, questa è la situazione, un clero che ha tradito in questo modo indegno la sua missione….”.

Dicevamo che bisogna parlare noi, poveri servi inutili, ma felici di servire la causa di NSGC, oggi che apostolato ed apologetica sono sostituiti dalle interviste papali ad alta quota, oppure da interviste papali del tipo di quella recentemente apparsa sul canale “Disney+”, dove si discettava di tutto tranne che di religione cattolica, di apostolato della gioventù, di invito alla conversione. La stessa impostazione di accoglienza degli impenitenti, tutta antropocentrica, la ritroviamo nella pastorale e nelle omelie dei sacerdoti bergogliani : le opere di misericordia spirituale (che vengono prima di quelle corporali, queste ultime presentate peraltro con uno stile di semplice umanitarismo laico) sono del tutto assenti; comandamenti, precetti, esercizio delle virtù cristiane, emendamento dall’inclinazione al male retaggio del peccato originale, sono i grandi assenti dal linguaggio pastorale odierno; a proposito, avete più sentito parlare un prete del peccato originale nell’ultimo decennio? o anche nell’ultimo sessantennio ? a noi non risulta….

Concludendo, come già affermato altre volte, il nostro compito, il nostro dovere nell’ora presente, come cattolici fedeli al magistero bimillenario di santi, martiri e papi cattolici, è testimoniare la Verità tutta intera, ad onta di qualsiasi ostilità, combattendo la buona battaglia se necessario, sotto la guida di Colei che è invocata come Madonna delle Milizie e Regina delle Vittorie, l’Immacolata, la Beata sempre Vergine Maria, Fortezza Inespugnabile, Corredentrice, Mediatrice ed Avvocata nostra presso il Suo Divin Figlio (…de Maria numquam satis…) Madonna delle Milizie Regina delle Vittorie.

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7 commenti

  • Diego ha detto:

    Condivido al 100% questo splendido articolo!

  • R.S. ha detto:

    Nella Chiesa attuale si è incapaci di parlare anche del male, della croce, della prova, della Grazia e della Provvidenza.

    Infatti se la misericordia copre tutto, non c’è responsabilità. Se non c’è responsabilità non c’è nemmeno giustizia.

    Ma se la Parola di Dio passa dalla croce, la Madonna, che era lì mentre ci stava appeso il figlio, avrà davvero pensato di essere stata imbrogliata?
    E il figlio, sarà stato veramente Dio? Nell’ospedale da campo c’è tanta confusione, non si sa più che dire.

    La vera Chiesa invece in duemila anni ha potuto metabolizzare la sconvolgente Rivelazione del Dio incarnato, crocifisso e risorto.

    Dio è amore e perciò ha dato alla creatura capace di Lui anche la libertà. Nel Peccato Originale c’è la radice dell’uso errato della libertà dato dalla superbia della creatura libera, prima angelica e poi umana. C’è un Ordine e c’è una possibile distanza, nella ribellione.

    Da Dio si impara ad amare, ma si può fare a meno di Dio anche amando.

    Dio ha preso carne nella creazione, che si è corrotta e disordinata con la disobbedienza. Dio vi si è implicato con l’uomo. L’Ordine di Dio non si estranea dalla creazione: la Provvidenza sussiste anche nell’autonomia che ha il mondo di rifiutare Dio.
    La Provvidenza di Dio (che è perfetto e immutabile) coesiste con il contingente storico, mutevole e imperfetto. Il regno del mondo creato per definizione esiste “al di fuori del regno di Dio”: i due regni hanno un’autonomia e i regni terreni non fungono solo da “sfondo per”: al contrario sono un terreno di prova, in cui misurarsi, con esiti tutti da stabilire.

    La creatura può abitare il creato superbamente o umilmente, prendendo possesso del dono in modo tanto ingrato da dimenticarsi del Donatore.

    Il Padre avrebbe potuto volere l’Amore senza pronunciare la Verità del Figlio e invece è questo Verbo ad esprimere la Verità. La Verità è la luce che attira tutto il resto chiedendo di conformarsi alla sua luce: è una via obbligante (la porta stretta) ma non obbligata (c’è una vita per scegliere): chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà (Mc 8,34-35)

    Questo dà grande serietà alla vita, fondando “in terra” un’antropologia non fatalista, né pessimista, ma chiamata a scegliere. Questo è tanto più vero in un’epoca in cui l’io ha preso il posto di Dio ed è stata imboccata l’autostrada dell’orgoglio spirituale.

    Dio vi è vivente, presente e provvidente.

    Solo la fede in Cristo, illuminata da Cristo, permette di vedere l’insieme alla giusta distanza, capendo ogni tessera nel disegno del mosaico.

    -Padre nostro nei Cieli … venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in Cielo, così in terra … liberaci dal Male.

    E siamo noi ad abbandonare Dio nella prova, non il contrario!

    -Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. Gv 8 …

  • Carmela ha detto:

    Condivido pienamente. Avanti tutta senza paura e senza vergogna. Dio lo vuole!

  • Catholicus ha detto:

    all’amica Milly, che su Stilum Curiae.com commenta così : Milly21 ore fa
    Solo un sacerdote ormai in pensione si è sentito libero di parlare onestamente della salvezza dell’anima!…la totalità degli altri sacerdoti, ancora in servizio, è costretta ad abbozzare, e da un punto di vista è anche da capire, chi mai sarebbe in grado di resistere a un “licenziamento ” o al trovarsi improvvisamente in mezzo a una strada?
    Il martirio è duro da affrontare e al giorno d’oggi non siamo più abituati a gestire tutto quello che verrà da scelte coraggiose e completamente fuori da tutte le acrobazie pseudo teologiche di questa nuova chiesa! ….
    non potendo risponderle da quel sito, le rispondo da qui, sperando che abbia l’occasione di leggerlo : Cara Milly, la comprendo benissimo e condivido pienamente il suo commento; però, come dicevo nel mio modesto contributo 8cos che ho ripetuta tante voltte nei miei precedenti articoli su Una Vox e adesso anche qui, grazie alla generosa accoglienza di marco Tosatti, adesso, dicevo, tocca a noi parlare, gridare dai tetti la Verità tutta intera, adesso che loro, i consacrati, hanno paura, si nascondono, oppure sono collusi, opportunisti, empi e traditori. Si ricorda quel vecchio fil di Peppone e don Camillo, in cui loro vanno in URSS col la sezione del PCI (don Camillo sotto false sembianze) e don Camillo incontra una vecchietta in punto di morte, che desidera vedere il suo Pope ? don Camillo lo va a trovare e gli fa una severa reprimenda, invitandolo ad andare dalla sua pecorella; ci vorrebbero tanti don Camillo, oggi, per i nostri preti senza spina dorsale, cara Milly….

    • Milly ha detto:

      Perfettamente d’accordo con lei!
      Direi 1000 Don Camillo e più ci vorrebbero!
      Ma ahimè in linea di massima questa è la situazione attuale!
      Tuttavia, personalmente non dispero, come insegna Sacra Scrittura “Quando tutto sembra perduto è proprio lì che interviene il Signore con il Suo Santo Spirito”
      per dare a tutti noi, non solo ai Sacerdoti, il coraggio richiesto là dove non c’è”!

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Se il Sangue che Cristo ha versato per “molti”, come scritto nei Vangeli nell’Ultima Cena, e come ribadito nelle Consacrazioni
    fino ai cambiamenti del nuovo regime, significa che non tutti potranno essere salvati dal Sangue del Cristo. Se non ti converti e se sei un nemico del Cristo, dato che mangiando in modo figurato il frutto proibito del Bene e del Male, l’umanità e te stesso siete diventati simili agli Spiriti eletti e che, quindi, puoi scegliere tra il Bene e il Male, tra Cristo e Satana. Di conseguenza, nessuna “misericordia a go-go”. Ricordiamo che nel Medioevo i pittori mettevano all’inferno papi, cardinali, vescovi, parroci, presbiteri, frati, monaci, suore, nel mucchio degli altri peccatori… Se ancora dipingessi e magari dipingessi l’inferno, qualcuno dei chierici si offenderebbe se mettessi tra i dannati qualche papa, vescovo, eccetera?