Abusi Clericali, p. Zollner si Dimette dalla Commissione Pontificia.

31 Marzo 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo di Silere non Possum, che ringraziamo per la cortesia, corredato di un articolo di Settimana News in cui padre Zollner spiega i motivi delle sue dimissioni. Buona lettura e condivisione.

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Quando è scoppiato il Rupnik Case, qualcuno lo disse: “Cadendo si porterà dietro un po’ di gente”. Oggi, 29 marzo 2023, la Pontificia commissione per la tutela dei minori, presieduta da S.E.R. il Sig. Cardinale Sean Patrick O’Malley ha comunicato che il Reverendo Hans Zollner si è dimesso. 

Il gesuita faceva parte della Commissione sin dalla sua nascita. Il Sommo Pontefice istituì questo ente con chirografo del 22 marzo 2014. 

I compiti della Commissione, stabiliti dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, sono: “fornire al Romano Pontefice consiglio e consulenza” e “proporre le più opportune iniziative per la salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili”. Ha anche il compito di “assistere i Vescovi diocesani/eparchiali, le Conferenze episcopali e le Strutture gerarchiche orientali, i Superiori degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e le loro Conferenze nello sviluppare strategie e procedure opportune, mediante Linee Guida, per proteggere da abusi sessuali i minori e le persone vulnerabili e fornire una risposta adeguata a tali condotte da parte del clero e di membri degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, secondo le norme canoniche e tenendo conto delle esigenze del Diritto civile”. 

Zollner non fece nulla contro Rupnik

Come Silere non possum ha denunciato in questo articolo, Hans Zollner non ha mai preso alcuna iniziativa contro Marko Ivan Rupnik. Entrambi, infatti, fanno parte della Compagnia di Gesù. Il presidente del Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana ricevette anche la lettera di una consacrata che denunciava i gravi atti che aveva subito. 

Zollner, però, non diede alcuna risposta e non fece arrivare la lettera alle autorità ecclesiastiche competenti. Mentre si aggira per le diverse sacre stanze ad insegnare agli altri come denunciare gli abusi, Zollner ha tentato di coprire Marko Rupnik. Solo dopo i numerosi interventi con i quali lo chiamavamo a rispondere, il gesuita tedesco si è rivolto ai “giornalisti servi” per rilasciare interviste dove condannava Rupnik ma non ha mai spiegato perchè non è intervenuto quando il caso era “segreto”. 

 

Il particolare cammino di Zollner

Il cammino del gesuita tedesco è particolarmente travagliato. Dal 2010 è stato preside dell’Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana, fondato nel 1971. Nel 2019, a seguito di numerose frizioni con il team, venne sostituito. A succedergli fu chiamato Stanislaw Morgalla, il quale riscontrò diversi problemi di gestione.

Dal 2012, però, Zollner seguiva anche il Centre for Child Protection che era, appunto, associato all’Istituto di Psicologia della PUG. Appena terminato il suo mandato all’Istituto, il gesuita tedesco non aveva alcuna intenzione di dipendere da Morgalla. Andò a perorare la causa presso il Cardinale Versaldi alla Congregazione per l’Educazione Cattolica. Ovviamente il tema era particolarmente “attuale” e, cavalcando l’onda, Zollner fece di tutto perchè nel 2021 si arrivasse a trasformare il Centro in un vero e proprio Istituto di Antropologia

In questo modo, Zollner si poneva a capo della sua struttura e poteva agire indisturbato con un vero e proprio corpo docenti. L’amicizia con la stampa ha anche permesso che quest’uomo venisse definito “il più grande esperto di abusi”. Ma quali sarebbero le competenze e gli studi che qualcuno dovrebbe avere per potersi dire tale? Come al solito ci troviamo nel campo, tipicamente italiano, di chi sventola titoli.

In breve tempo, quindi, Zollner si è assicurato un posto a Roma ed è diventato il paladino dei diritti. Molto spesso parla di casi di abuso, di denunce, ma non ha alcuna competenza giuridica. I suoi interventi, infatti, sono tutti volti a condannare chiunque senza neppure considerare le diverse problematiche che sorgono quando si avvia un procedimento. Il suo rapporto con i confratelli presbiteri è praticamente inesistente e volto ad elargire giudizi. Anche nei confronti delle Conferenze Episcopali non ha mai risparmiato le sue invettive.

Molti prelati, infatti, quando sono venuti a conoscenza del fatto che aveva ricevuto una lettera da parte di una consacrata che denunciava abusi e non aveva fatto nulla, hanno storto un po’ il naso. La storia, quindi, conferma che chi punta il dito contro gli altri, alla fine, non è più pulito di loro. Oggi, per Zollner, la partita alla Pontificia commissione per la tutela dei minori termina qui ma, chiaramente, Angelo De Donatis lo ha promosso in Vicariato. 

L.M.

Silere non possum

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Dopo aver servito come membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori negli ultimi nove anni, ho presentato le mie dimissioni che sono state accettate il 14 marzo 2023.

Desidero ringraziare il Presidente, i membri e il personale della Commissione, sia passati che presenti, che condividono la speranza di costruire una Chiesa più sicura.

La protezione dei bambini e degli adulti vulnerabili deve essere al centro della missione della Chiesa cattolica. Questa era la speranza che io e molti altri condividevamo fin dalla nascita della Commissione, nel 2014. Tuttavia, nel corso del mio lavoro in seno alla Commissione, ho notato questioni che devono essere affrontate con urgenza e che mi hanno reso impossibile continuare.

Nel corso degli ultimi anni, mi sono sempre più preoccupato di come la Commissione, a mio avviso, abbia raggiunto questo obiettivo, in particolare nell’area della responsabilità, della conformità, della responsabilità e della trasparenza. Sono convinto che questi siano i principi che qualsiasi istituzione ecclesiastica, e tanto più la Pontificia commissione per la tutela dei minori, è tenuta a rispettare.

Per quanto riguarda la conformità, c’è stata una mancanza di chiarezza sul processo di selezione dei membri e del personale e sui rispettivi ruoli e responsabilità.

Un’altra area di preoccupazione è quella della responsabilità finanziaria, che ritengo inadeguata. È fondamentale che la Commissione mostri chiaramente come vengono utilizzati i fondi per il suo lavoro.

Inoltre, dovrebbe esserci trasparenza su come vengono prese le decisioni all’interno della Commissione. Troppo spesso non ci sono state informazioni sufficienti con comunicazioni vaghe con i membri su come sono state prese determinate decisioni.

Infine, non sono a conoscenza di alcun regolamento che disciplini i rapporti tra la commissione e il Dicastero per la dottrina della fede, da quando la commissione è stata inserita nel Dicastero lo scorso giugno.

È a causa di questi problemi strutturali e pratici che ho deciso di separarmi dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori.

Intendo concentrarmi sul mio nuovo ruolo di consulente della diocesi di Roma e di direttore dell’Istituto di antropologia (IADC) per rendere il mondo un posto più sicuro per i bambini e le persone vulnerabili attraverso i nostri sforzi accademici e scientifici.

Rimango disponibile a discutere di tutela con la Commissione e spero che le questioni sopra menzionate possano essere risolte in modo sostenibile.

Hans Zollner

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3 commenti

  • Stefano ha detto:

    Finché ci sarà il liberal omosessualista bergoglio, nessuna “commissione per la tutela dei minori “”potrà mai operare seriamente né tantoneno essere credibile.

  • Mara ha detto:

    E basta! Vero o falso che sia, ma chi sono i rettori di seminari, abbazie e conventi? Se ne accorgono di certe “tendenze” dei loro studenti o sono complici? Secondo, se la mera vita parrocchiale risulta per caso noiosa, per combattere la noia i presbiteri non possono darsi all’insegnamento? Prima c’erano più sacerdoti e suore come insegnanti -non solo di religione- nelle scuole statali.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Non mi pare che nel caso di Rupnik abbia puntato il dito. Anzi, il farraginoso testo mi pare una tipica cortina fumogena.
    Forse, ci sono soggetti che per “altissimi meriti” artistici o di altro tipo, sono al di là del bene e del male.
    O forse, sono ricattabili quindi facilmente sfruttabili per imporre il “nuovo corso” alla Chiesa