La Francia Libera i BR perché Nemica dell’Italia. Laporta.

30 Marzo 2023 Pubblicato da

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il generale  Laporta offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla sentenza della Corte di Cassazione francese in merito ai brigatitisi italiani. Buona lettura e diffusione.

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LA FRANCIA LIBERA I BR PERCHÈ NEMICA DELL’ITALIA

La sentenza della Cassazione francese mette in libertà dieci assassini con motivazioni che farebbero ridere se non fossero una pedata nel sedere al diritto, alle vittime, ai loro familiari e ai cittadini italiani.

Tale oscenità giudiziaria non stupisce, se si ricordano i retroscena del terrorismo. Nulla di segreto, sia chiaro, è tutto ben noto e altrettanto negletto dai venerati maestri del giornalismo.

Quest’ultima vicenda s’intreccia alla storia del terrorismo in Italia, soprattutto alla tortura e alla morte di Aldo Moro e all’attentato a san Giovanni Paolo II.

Dispiace autocitarmi ma nel mio libro “Raffiche di Bugie a Via Fani”[1] https://amzn.to/42NwZw4 sono spiegati il meccanismo disinformativo e i rapporti fra i nostri servizi e quelli francesi.

Chi voglia seguire il discorso, tratto da in gran parte da un capitolo del libro, legga tutte le note e stia connesso a Internet perché molti riferimenti sono telematici. Fissiamo alcuni principi.

Primo. Le stragi e i grandi delitti politici necessitano di complicità nello Stato e di sentenze della Cassazione – nostra o francese non importa – tanto per via Mario Fani quanto per piazza san Pietro, per la stazione di Bologna e altrove, fin dai tempi di Portella della Ginestra. Oggi vale per i mercenari del terrorismo italiano in Francia. L’importante è che la legalità sembri rispettata, per dare rispettabilità alle porcherie politiche a tergo dei massacri. Domani non se ne parlerà più.

Secondo. Parigi traffica coi BR almeno dal 1974. In quell’anno Giulio Andreotti dette notizia d’un centro linguistico Hyperion. Non poteva accadere senza la complicità attiva dei servizi francesi. Era una sceneggiata che preparava la tragedia di Aldo Moro. Per capirlo basti osservare che la cosiddetta “dottrina Mitterand” è una foglia di fico, perché il premier socialista divenne presidente della repubblica da maggio 1981. Hyperion non fece alcunché di strategico se non assicurare benessere di dubbia provenienza ai suoi vertici. In altri termini, dal 1974 manipolarono le pedine BR e intanto fecero il vuoto intorno ad Aldo Moro.

Nel dopoguerra, un attentato di pari clamore mediatico, non di pari volume militare, lo patì san Giovanni Paolo II, il 13 Maggio 1981. Il precedente 14 Gennaio a Roma fu tentato un agguato a Lech Wałęsa[2]. Altri due attentati quindi nella Capitale, il secondo dei quali sfiorò il pieno successo, a Roma, nella città che avrebbe dovuto dare la massima sicurezza ad Aldo Moro e a san Giovanni Paolo II. Roma sguarnita contro il terrore; nessuno ne provò vergogna.

Questi atti di terrorismo, a Roma, furono inequivocabile messaggio politico: “qui comandiamo noi”, in Italia, a Roma. La condizione di colonia dell’impero si realizzò dal 16 Marzo 1978, con la complicità dello Stato.

Descrivere gli inganni equivale a comprendere la trasversalità[3], indispensabile ingrediente quando si uccide una grande personalità, per assicurarsi complicità e omertà, prima, durante e dopo il delitto. La trasversalità non risparmia neppure i santi.

Inganno e Trasversalità – Il 13 Maggio 1981

Il capo dei servizi francesi, il conte Alexandre de Marenches, persona ben nota a Cesare Battisti, protettore di Hyperion e dei fuorusciti italiani, informò il Vaticano d’un attentato in fieri contro il Pontefice.

Era il 1° Giugno 1979. Affidò il messaggio a due funzionari dei servizi francesi, il generale medico Maurice Beccuau e il comandante Valentin Cavenago. Era la prima stortura, la prima violazione del protocollo da seguire in queste evenienze.

La delegazione francese fu introdotta nella Segreteria di Stato attraverso monsignor Norbert Jules François Calmèls, superiore generale dei Premostratensi, personaggio di grande levatura.

Una tale delegazione non mette piede nella Segreteria di Stato se non c’è l’assenso del Cardinale Segretario di Stato e se non si segue la giusta procedura. Qualcosa non ha funzionato. Vediamo perché.

Scrive Rosario Priore[4]:

«De Marenches, […] aggiungendo di poter affermare, nonostante il vincolo del segreto di Stato, che la decisione di eliminare il Pontefice era stata presa dai più alti vertici di Mosca; che le informazioni sull’operazione giunsero al suo Servizio nel 1979; che nonostante mancassero i dettagli dell’esecuzione, egli la stimò credibile, per cui decise di portarla a conoscenza del Sovrano Pontefice.»

Nella Relazione di minoranza della Commissione Guzzanti[5] si legge:

«Nel libro intervista Dans les secrètes des Princes, pubblicato nel 1986, De Marenches ipotizza che davanti ad un problema di tale rilevanza i Servizi del Vaticano ne abbiano parlato a chi di dovere a Roma […] Mi sono chiesto se i Servizi italiani avessero fatto il necessario per proteggere il Sovrano Pontefice. Non conosco, a tutt’oggi, la risposta».

De Marenches e i parlamentari commissari di minoranza scaricano così le responsabilità sui servizi italiani. I parlamentari di minoranza (Partito Democratico della Sinistra ed ex DC, soprattutto) cercano invano di sminuire le responsabilità dell’Unione sovietica, esplicitamente accusata dallo stesso de Marenches. È davvero sconcertante. Sono davvero tutti all’oscuro del protocollo che il de Marenches avrebbe dovuto seguire? Rammentiamolo.

De Marenches, avuta l’informazione sull’attentato in fieri, ordinato dal vertice politico dell’Unione sovietica, avrebbe dovuto metterne “contemporaneamente” a parte i “servizi collegati” [6] di: Italia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Israele, essendo tutti tali servizi co-protettori del Romano Pontefice. De Marenches avrebbe quindi dovuto porre il dilemma: dobbiamo diffidare l’Unione sovietica oppure mettiamo in atto valide misure preventive? Avrebbero anche potuto uccidere Ali Agca, con discrezione, mandando così un messaggio forte a Mosca. Non lo fecero. Perché?

La sollecitudine (di facciata e sbandierata) del de Marenches è un depistaggio, in spregio al protocollo e al buon senso. Ma chi lasciò entrare quella delegazione nella Segreteria di Stato fu complice del de Marenches.

Il depistaggio di questi non scongiurò l’attentato, portato infatti a termine dal sicario turco, Ali Agca. Non ebbe successo solo per un autentico miracolo.

Recare la notizia in Vaticano non ebbe d’altronde alcun effetto pratico. Che cosa avrebbero potuto fare le loro reverendissime eminenze (oltre a intensificare le preghiere)? Tanto meno servì per la politica seguita in quel momento dal Pontefice e dalla Segreteria di Stato, verso la Polonia e verso l’Unione sovietica (avrebbero dovuto dichiarare guerra all’Urss?).

Circa le primarie responsabilità del contro spionaggio italiano, basti ricordare che la presenza di Sergei Antonov[7] accanto ad Ali Agca mentre spara è doppiamente provata e lo stesso Antonov, nella sentenza del giudice istruttore, Ilario Martella, è privo di alibi al momento dell’attentato.

Il servizio italiano di controspionaggio avrebbe dovuto, secondo il proprio protocollo (sottolineato tre volte “avrebbe dovuto”) seguire Antonov ovunque andasse, ascoltarne le telefonate, tenere nota degli incontri. In altre parole, il nostro controspionaggio avrebbe dovuto comunicare al giudice Martella la mancanza di alibi e gli itinerari di Antonov insieme ad Ali Agca.

Non fu affatto così. L’alibi fu smontato e i giri di Antonov con Ali Agca individuati solo grazie all’abilità investigativa del giudice Martella.

Dopo 13 anni 13 di istruttoria – diconsi tre-di-ci – il giudice Rosario Priore prosciolse Antonov e i suoi complici, senza neppure fare un test di riconoscimento facciale computerizzato. Si dovette attendere il 2003, quando il riconoscimento facciale computerizzato fu eseguito da due differenti laboratori, su incarico della commissione presieduta da Paolo Guzzanti, per scoprire (troppo tardi, che disdetta) che una foto scattata da un turista inchiodava Serghei Antonov accanto ad Alì Agca mentre sparava al papa[8]. Una coincidenza, naturalmente.

La complicità trasversale fra servizi Est-Ovest poté consentire l’attentato, ignorarlo mentre avveniva, infine favorire l’uscita di scena dei bulgari, coi minori danni possibili, per sé stessi, per i mandanti e per gli omertosi complici. Per quest’ultimi, anzi, i danni furono zero. Non si sa neppure chi siano, proprio come per Aldo Moro.

Pedine dei Servizi Francesi

Questo è l’ambito della sovranità italiana, calpestata e derisa. Quei dieci mandati liberi dalla Cassazione francese hanno avuto modo di rifarsi una vita, grazie proprio alla collaborazione della Francia, che opera attraverso i suoi servizi, nell’esclusivo interesse nazionale di Parigi.

In altri termini, il terrorismo BR è funzionale agli interessi dei francesi, i nostri peggiori nemici, i nostri peggiori concorrenti in tutti i campi: energia, industria, agricoltura in primo luogo. Bastino due esempi.

Il primo, più recente. L’uccisione del colonnello Gheddafi nel 2012 e l’estromissione dell’AGIP dai pozzi libici fu una pugnalata per mano di Nicolas Sarkozy, alla quale non si opposero né Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, né Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, né Ignazio Larussa, ministro della Difesa.

Il secondo, più remoto. La favola “Bettino Craxi grande statista” si regge su due fandonie. La prima. La “difesa dell’interesse nazionale a Sigonella”, mentre invece Craxi impediva la cattura dei capi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, suoi complici e soci in affari. La seconda. Le forniture di energia elettrica dalle centrali nucleari francesi, furono favorite da Mitterand, sì, grazie ai buoni uffici di Craxi, il quale in precedenza favorì il referendum contro il nucleare in Italia. Uno sperpero smisurato.

Noi siamo nelle mani dei francesi e quelli che precedono sono solo alcuni degli innumerevoli esempi possibili. Per finire, Cesare Battisti è finito in galera solo perché abbandonò il suolo francese. Se fosse rimasto a Parigi, oggi sarebbe l’undicesimo dei tutelati dai servizi francesi, fin dal 1974.

In questa fanghiglia, la Cassazione francese avrebbe mai potuto condannare quei figuri all’ergastolo?

Perché quindi il contribuente italiano dovrebbe fidarsi della Francia? Perché fare un esercito europeo coi francesi? Non bisogna fidarsi neppure di governanti che accettano questi calci nel sedere.

Cristo Vince, nonostante i servizi francesi e i loro servi italiani. www.pierolaporta.it

 

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[2] https://bit.ly/3Uhkjbx

[3] L’indebolimento degli Stati li rese penetrabili agli interessi privati, consentendo omicidi riusciti e tentati come quello di Enrico Mattei, Aldo Moro e San Giovanni Paolo II e molti altri, riconducibili a interessi nazionali ma anche privati.

[4] Giudice istruttore, sentenza del 1998 contro Ali Agca e altri.

[5] Commissione Parlamentare d’Inchiesta Concernente il Dossier Mitrokhin e l’Attività d’Intelligence Italiana. Archivio Senato. Prot. 4236 del 23 Marzo 2006, pag. 191

[6] Si usa dire “servizi collegati” e mai “servizi alleati” o “servizi ostili”, a prescindere che essi siano di paesi alleati ovvero ostili: “tutti trattano con tutti” è la regola.

[7] «Era Serghei Ivanov Antonov quell’uomo coi baffi e gli occhiali scuri fotografato il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro vicino ad Ali Agca pochi istanti prima che il terrorista turco tentasse di uccidere Karol Wojtyla, il Papa polacco che di lì a qualche anno avrebbe contribuito alla caduta all’impero sovietico. È positivo anche il risultato della seconda perizia chiesta dalla commissione Mitrokhin su quelle foto, stavolta commissionata dal capogruppo DS in commissione Walter Bielli alla polizia scientifica. Dopo le conclusioni delle analisi precedenti che certificavano la «totale compatibilità» tra il volto del caposcalo bulgaro della Balkan Air a Fiumicino e quelle immagini». Virginia Piccolillo «Attentato al Papa, Antonov in piazza San Pietro» Corriere della Sera, 3 Marzo 2006

[8] doc. 274 e 350 Archivio Commissione Guzzanti (Mitrokhin) mediante sistemi digitali di riconoscimento facciale, presso due laboratori differenti, uno privato e l’altro della Polizia di Stato.

Gen. D.g.(ris.) Piero Laporta

www.pierolaporta.it

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11 commenti

  • Mara ha detto:

    Noi italiani popolo di sottomessi senza spina dorsale!!

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    E’ sconcertante la liberazione dei terroristi da parte dei francesi. Ancor più sconcertante è la sostanziale indifferenza dell’opinione pubblica di fronte a un gioco così scoperto. Siamo alle campagne napoleoniche 2.0; speriamo che la fase storica si chiuda altrettanto celermente.

    Per completezza, 30 Giorni pubblicò un servizio che ipotizzava che l’attentato al Papa, volutamente non fu fatale ma un “avvertimento” (per via di Solidarnosc?) Come sembrava dimostrare l’angolo di mira insolito, verso il basso, per di più troppo innaturale per essere improvvisato

    • Piero Laporta ha detto:

      Quell’articolo di 30Gioirni fu un assist dell’ Andreotti ai bulgari. Un falso. Una pallottola calibro 9 parabellum ha l’energia d’una sfera d’acciaio come una palla da tennis lanciata a 100 km/h.
      San Giovanni Paolo II fu salvato da una concatenazione di miracoli, altro che intimidazione.
      Oltretutto gli attentatori erano due: Ali Agca e Oral Celik, dettaglio ascosto dai valorosi inquirenti italiani.

      • Forum Coscienza Maschile ha detto:

        Può darsi, oltretutto non me ne intendo di balistica. Non riesco però a capire come e perché l’articolo faccia il gioco dei bulgari, che neppure nomina. L’articolo sostiene che sarebbe stato più logico e semplice mirare al petto anziché inclinare l’arma in basso, piegando fortemente il polso

        • Piero Laporta ha detto:

          Chi è lei? Chi si nasconde dietro questo anonimo? Uno connesso a 30Giorni?
          È lecito chiederlo perché le avevo già risposto a questa sua replica. Non fa nulla,ribadisco qui pur di stroncare la disinformazione di 30 Giorni.
          Ali Agca non mira in basso. Ali Agca è a terra, GPII è sulla jeep, la sua pancia a quasi due metri da terra. I colpi al petto sono letali solo se colpiscono il cuore o un’arteria importante.
          Un killer professionista,se non può sparare alla testa da distanza ravvicinata e non ha esigenza che la vittima muoia subito, spara alla pancia perché le ferite sotto l’ombelico hanno sempre esito letale dopo una lunga agonia..
          Il vantaggio che quell’articolo intendeva dare ai bulgari la derubricazione da tentato omicidio a lesioni gravi.
          La corte d’assise andò oltre e assolse tutti i bulgari per insufficienza di prove.

          • Forum Coscienza Maschile ha detto:

            Da come scrivo è facile dedurre che non ho connessioni particolari con realtà cattoliche, che ormai i cattolici li cacciano come avviene nel Castello di Kafka.
            Ero abbonato a 30 Giorni che considero una rivista spesso attendibile (loro la notizia che papi ricevevano logge in vaticano). Sull’attentato al papa non saprei, per cui le ho chiesto chiarimenti di cui l’ho ringraziata nell’altro sito. Purtroppo i siti sono due per cui riporto spesso i miei commenti su entrambi.
            Per informazione, un noto giornalista mi disse spontaneamente che il mandante di Agca era la CIA, ma non volle fornire alcuna ragione di questa sua opinione

  • Anonimo verace ha detto:

    Dal libro dei PROVERBI.
    Cap. 17 versetto 15

    Chi assolve il colpevole e chi condanna il giusto sono entrambi un abominio per l’Eterno.

  • Roberto ha detto:

    “Questo è l’ambito della sovranità italiana, calpestata e derisa.”
    Questo è il punto.
    Tanti “servitori” dello stato trovano un maggior senso di sicurezza e di adeguamento alle loro aspettative chinandosi a potenze straniere piuttosto che servire il proprio popolo che li ha eletti o che gli paga lo stipendio ( vogliamo fare l’esempio fresco fresco di Conte e dei Cinesi…).
    Purtroppo gli Italiani sono entrati, e da decenni, in una spirale autodistruttiva.
    Non vedo prospettive ed anzi questo vortice autodistruttivo accelera sempre più. Si fa tanto parlare dell’insistenza di Oms per avere la possibilità di scavalcare gli stati nazionali. Ebbene questi desiderata sono già nel prossimo piano vaccinale appena stilato. O forse è meglio dire “scritto sotto dettatura” ?

  • cattolico ha detto:

    generale c’è una sola cosa da fare: raccogliere firme per cacciarli da palazzo farnese!

    • Anonimo verace ha detto:

      La concessione di Palazzo Farnese allo stato francese sembra corrispondere a una analoga concessione per l’ambasciata di Italia in Francia.
      Sara’ altrettanto bella la nostra ambasciata ?

      • cattolico ha detto:

        non c’è paragone.tra palazzo farnese e il loro c’è la differenza tra l’oro e il ferro.quello che però conta è il gesto politico