Il Tentato Colpo di Stato Fascista in USA. Agostino Nobile.

15 Marzo 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Agostino Nobile offre alla vostra attenzione queste considerazioni sul ruolo svolto dalla grande finanza – anche oggi – nel decidere guerre e destini dei popoli. Buona lettura e condivisione.

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Il tentato colpo di stato fascista in USA

Che le guerre siano pianificate da dietro le quinte dal potere finanziario, tranne i direttori dei tiggì e dei giornali, dovrebbero averlo capito tutti. Tuttavia, penso sia utile raccontare in sintesi alcuni fatti pressoché sconosciuti, almeno al grande pubblico. Ma prima è necessario ricordare brevissimamente i banchieri coinvolti in quasi tutte le guerre a partire del XVIII secolo.

Il motto di famiglia lo conia il figlio maggiore del capostipite, Mayer Amschel (1744-1812), che non si chiama più Bauer ma di cognome fa Rothschild: “La nostra politica è quella di fomentare le guerre, dirigendole in modo che tutte le Nazioni coinvolte sprofondino sempre più nel loro debito e quindi sempre più in nostro potere”. Mayer Amschel eredita la ditta alla morte del padre, nel 1755. È lui il vero fondatore dell’impero, esce dal ghetto e crea una banca ad Hannover, diventando uno degli uomini più ricchi del Vecchio Continente.  

Come possiamo immaginare, oggi le cose sono cambiate in peggio. Per avere una prova ben documentata, vediamo cosa è successo nella prima metà del secolo scorso.

“Ho trascorso 33 anni e quattro mesi in servizio militare attivo e durante questo periodo ho trascorso la maggior parte del mio tempo come uomo di muscoli di alta classe per il Big Business, per Wall Street e i banchieri. In breve, sono stato un racket, un gangster del capitalismo. Ho contribuito a rendere sicuro il Messico e soprattutto Tampico per gli interessi petroliferi americani nel 1914. Ho contribuito a rendere Haiti e Cuba un posto decente per i ragazzi della National City Bank per riscuotere le entrate. Ho contribuito allo stupro di una mezza dozzina di repubbliche centroamericane a beneficio di Wall Street. Ho contribuito a purificare il Nicaragua per la Casa Bancaria Internazionale dei Fratelli Brown nel 1902-1912. Ho portato la luce nella Repubblica Dominicana per gli interessi americani dello zucchero nel 1916. Ho contribuito a mettere a posto l’Honduras per le compagnie di frutta americane nel 1903. In Cina, nel 1927, ho contribuito a far sì che la Standard Oil proseguisse indisturbata il suo cammino. Ripensandoci, avrei potuto dare qualche suggerimento ad Al Capone. Il meglio che poteva fare era gestire il suo racket in tre distretti. Io ho operato in tre continenti”. 

L’autore di questo commento al vetriolo è il Maggiore Generale Smedley Butler (1881-1940), che ha servervito per 34 anni nel Corpo dei Marines, ha guadagnato 16 medaglie ed è considerato il veterano dei Marine più decorato di tutti i tempi. 

È stato proprio lui a sventare il complotto del 1930 orchestrato dai signori di Wall Street per rovesciare il Presidente degli USA Franklin D. Roosevelt, a favore di un governo fascista. Non dimentichiamo che furono proprio i signori di Wall Street che finanziarono la rivoluzione bolscevita di Vladimir Lenin e la salita al potere Adolf Hitler https://www.stilumcuriae.com/nobile-come-wall-street-uso-adolf-hitler

Nel suo libro War is a Racket Butler menziona alcuni nomi che avevano pianificato il colpo di stato: il miliardario (negli anni ‘30 i milioni erano equivalenti ai miliardi attuali) Robert Sterling Clark; Grayson M.P. Murphy, banchiere, commissario capo della Croce Rossa Americana in Europa e tesoriere dell’American Liberty League; Prescott Bush (nonno di G. W. Bush) dirigente di banche d’investimento a Wall Street e politico.

L’immagine pubblica positiva e la capacità dimostrata di riunire le persone sotto la sua guida, furono forse il motivo per cui Butler fu avvicinato da Gerald C. MacGuire, venditore di obbligazioni per la principale società di brokeraggio di Wall Street, e Bob Doyle, comandante della Legione Americana del Massachusetts, un’organizzazione che aveva lo scopo di sostenere i diritti e le opportunità dei veterani.

Durante il loro secondo incontro, Butler iniziò a sospettare che qualcosa non andasse. MacGuire mostrò a Butler estratti conto bancari per oltre 100.000 dollari (valutati oggi quasi 2 milioni di dollari), che Butler avrebbe potuto utilizzare per portare i sostenitori dei veterani alla convention. Il Maggiore Generale rimase sbalordito. Era davvero poco probabile che un gruppo di veterani fosse riuscito a raccogliere una tale quantità di fondi. Ancora peggiore fu il discorso che MacGuire chiese a Butler di tenere. Un discorso che aveva poco a che fare con gli affari dei veterani e che invece era più critico nei confronti del recente allontanamento del Presidente Franklin Delano Roosevelt dal gold standard.

Nel 1933, l’abbandono del gold standard fu un punto critico per molti alti funzionari e banchieri del Paese. Molti banchieri temevano che i loro prestiti garantiti dall’oro non sarebbero stati interamente ripagati dalle nuove politiche del Presidente Roosevelt.

Parlardo con Robert Sterling Clark, erede della fortuna della Singer Sewing, il Maggiore Butler ebbe la conferma. Clark precisò di  “avere 30 milioni di dollari e di essere disposto a spenderne la metà per salvare l’altra metà”.

Butler rifiutò l’offerta di tenere il discorso alla convention di Chicago. Non ebbe più notizie di MacGuire e Clark, fino a quando MacGuire non iniziò a viaggiare in Europa, iniziando a inviare cartoline a Butler da varie località europee, tra cui Italia, Germania e Francia. 

Al ritorno negli Stati Uniti, MacGuire convocò un altro incontro con Butler, dove fu molto più trasparente sui suoi piani, ammettendo che il denaro raccolto proveniva per lo più da capitani d’industria. MacGuire disse a Butler di aver viaggiato in Europa per vedere come i veterani operavano all’interno dei governi stranieri. Dopo aver scartato i governi di Germania e Italia, descrisse un aspetto del governo francese che era gestito piuttosto bene dai veterani.

Queste varie osservazioni portarono MacGuire a credere che l’unico modo per salvare il Paese dalle “sciagurate” politiche di F. D. Roosevelt fosse quello di creare uno Stato militare gestito da ex militari, con Roosevelt come figura di riferimento, piuttosto che come vero leader. Butler chiese a MacGuire cosa volesse da lui e gli disse che sarebbe stato il leader ideale di questi veterani, promettendogli un esercito di 500.000 uomini e il sostegno finanziario di un assortimento di ricchi uomini d’affari, a patto che fosse disposto a guidare una marcia pacifica verso la Casa Bianca per sostituire Roosevelt.

Stupito dai piani di MacGuire, Butler sapeva che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che confermasse la sua storia se voleva fermare il colpo di Stato. Avendo lavorato in precedenza come capitano della polizia di Filadelfia, Butler contattò lo scrittore del Philadelphia Record Paul Comly French, che accettò di incontrare anche MacGuire. Durante questo incontro, MacGuire disse a French che credeva che uno Stato fascista fosse l’unica risposta per l’America e che Smedley era il “leader ideale” perché “poteva organizzare un milione di uomini in una notte”.

Armato della testimonianza reciproca di French, Butler si presentò davanti alla commissione congressuale McCormack-Dickstein, nota anche come Commissione speciale per le attività antiamericane, per rivelare ciò che sapeva sul complotto per impadronirsi della presidenza nel novembre 1934. La commissione in un primo momento scartò gran parte della testimonianza di Butler (nella relazione iniziale scrisse addirittura che non vedeva alcun motivo per citare in giudizio uomini come John W. Davis, ex candidato alla presidenza, o Thomas W. Lamont, socio della J.P. Morgan & Company).

Tuttavia, con la testimonianza di French e quella irregolare di MacGuire, la commissione iniziò a indagare ulteriormente sul complotto. I rapporti finali della commissione cantano una musica diversa, ritenendo che tutte le affermazioni di Butler possano essere confermate come reali. Ciò nonostante, sottolinearono che il complotto era ben lungi dall’essere messo in atto e non era chiaro se i piani si sarebbero mai realmente realizzati.

Divenute rapidamente note come “Colpo di Stato alla Casa Bianca” e “Putsch di Wall Street”, molte fonti giornalistiche importanti derisero le affermazioni di Butler, poiché il rapporto finale della commissione non fu reso pubblico. Le persone coinvolte, dalla famiglia DuPont a Prescott Bush, derisero le affermazioni di Butler. Le prove della validità della testimonianza di Butler sono state rese note solo nel XXI secolo, quando i documenti della commissione sono stati pubblicati nel pubblico dominio. Nessuno è mai stato perseguito in relazione al complotto.

Butler, da parte sua, continuò a difendere i veterani. Divenne anche un convinto oppositore del capitalismo, che secondo lui alimentava gli sforzi bellici. Le sue opinioni furono descritte nel  libro menzionato, War is a Racket (La guerra è un racket), pubblicato nel 1935. Non si può sapere fino a che punto il complotto per rovesciare il Presidente sarebbe potuto andare avanti senza l’intervento di Butler, ma una cosa è certa: il suo fallimento fu opera di un generale maggiore patriottico e del suo amore per la democrazia, durato tutta la vita.

Oggi i Soros, i Rockefeller, Bill Gates ecc. hanno un tale potere di denaro che non hanno necessità di corrompere solo uno o due personaggi. Spalleggiati dai miliardari proprietari di giornali e reti televisive, “posseggono” Joe Biden, i governi occidentali, ONU, OMS, Big Pharma, Big Tech e gran parte delle sigle no profit. 

Ma il potere finanziario più osceno è senz’altro quello delle Big Three, multinazionali di fondi d’investimenti BlackRock, Vanguard and State Street Global, tutt’e tre collegate e controllate dagli stessi presidenti: Larry Fink e Robert Kapito per la BlackRock; Mortimer J. Buckley per la Vanguard, e Cyrus Taraporevala per la State Street Global. Hanno uffici in 30 paesi e clienti in 100 paesi. Le tre banche d’investimento maneggiano insieme 22 trilioni di dollari, liquidi. Ovvero, 10 volte l’intero PIL italiano, 4 volte il PIL tedesco, più dell’intero PIL di tutta l’Europa o della Cina. La BlackRock si trova anche in Ucraina dove, guarda caso, i nazisti la difendono con i soldi dei  personaggi citati.

Agostino Nobile

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4 commenti

  • Luciano Motz ha detto:

    Complimenti ad Agostino Nobile, che pubblica sempre contributi ben documentati. Certo, i Soros, i Rockefeller, Bill Gates, ecc. hanno un potere economico enorme, eccezionale, che non ha riscontri nel passato e tale potere economico, naturalmente, si riversa sul potere politico. Ogni governo, ogni istituzione del mondo occidentale è di loro succube. La prova l’abbiamo con il governo Meloni.
    Ma io ho un chiodo che mi è stato fissato nella mente con il catechismo appreso da bambino: Dio è onnipotente, onnisciente, onnipresente. Pertanto, tutto quanto accade rientra nel disegno divino. Si pensi al libro di Giobbe: satana, per mettere alla prova Giobbe riceve preventivamente l’autorizzazione di Dio.
    I pensieri del Signore non sono i nostri pensieri e le sue vie non sono le nostre vie, perciò non ci è possibile comprendere il motivo per cui si è stabilita tale situazione, ma una cosa è certa: come ricorda sempre il generale Laporta, Cristo vince. Anzi, ha già vinto, solo che noi toccheremo con mano la vittoria alla fine dei tempi. E questa certezza ci rende fiduciosi.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Danaro ha valore finché qualcuno glielo riconosce quel valore!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Ruggero Romani ha detto:

    Siete sicuri che il colpo di stato fosse diretto contro F.D. Roosevelt? La sua presidenza iniziò nel 1932.