Ricordiamo Alcune Donne nella Giornata Internazione della Donna. Deotto.

8 Marzo 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il 2023 è il primo anno in cui l’8 Marzo viene celebrato nel nostro sventurato Paese con una donna a capo del Governo; anche se su certi temi, vedi la guerra Russia-Ucraina fa male quanto e anche peggio di certi uomini. Offriamo alla vostra attenzione come simbolica mimosa questo commento dell’amico Paolo Deotto. Buona lettura e condivisione.

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8 marzo – Festa della Donna

O meglio, “Giornata internazionale della donna”. E così domani dovremo sorbettarci i soliti discorsi vuoti, sfilate, magari anche qualche “flash mob”, che fa sempre tanto “in”. Cortei, banalità, ripetute con noia e ascoltate con doppia noia.

E così comunque da dopodomani non cambierà nulla per le donne, costrette a credere che “realizzarsi” voglia dire snaturarsi, che abortire sia un sacro diritto, che addirittura sia d’obbligo essere brutte. Costrette a credere che dedicarsi alla famiglia, ai figli, al marito, sia un’inaccettabile schiavitù. Guardate un po’ le donne che vanno per la maggiore, in politica, nello spettacolo. Si direbbe che la bruttezza sia diventata un valore aggiunto, così come alle donne ormai in età avanzata viene vietato di invecchiare e vediamo signore ultraottantenni trasformate in pagliacci televisivi, alla ricerca di un’eterna giovinezza che si traduce solo in un odierno squallore.

Alle donne è stato insegnato che conservare la propria purezza fino al matrimonio è ridicolo. Anzi, lo stesso matrimonio è ridicolo.

Dal disastro sessantottino in poi, alle donne è sempre più vietato essere donne. Devono essere sfruttate ben bene, ma tutto in nome di una libertà stralunata e di un “progresso” che ha distrutto femminilità e famiglia. E quindi devono essere felici, sorridere come ebeti e continuare ad essere usate e commercializzate.

Deo gratias, non sono tutte così.

E proprio perché sono sempre stato – e sono tuttora – un grande ammiratore del gentil sesso, vorrei proporvi due esempi femminili che sempre mi hanno colpito.

Primo esempio – Le suore violentate in Congo

Congo ex-belga. Anno 1961. Da un anno il Congo era indipendente. Quello sventurato Paese si trovava nel caos politico e amministrativo. Il Belgio gli aveva dato l’indipendenza, ma senza curarsi delle condizioni in cui lasciava l’ex colonia.

Lo scatenarsi di antichi odi tribali fu favorito e fomentato dai cinici interessi di nazioni e gruppi di potere occidentali. Il Congo, ricchissimo di risorse agrarie e minerali faceva gola a molti. Per diversi anni quell’infelice Paese fu teatro di guerre senza esclusioni di colpi tra le varie fazioni politiche e tribali locali, sostenute e rifornite di armi, mentre la popolazione civile pativa la fame e le scorrerie dei vari gruppi armati.

Non è certo qui il luogo per fare la storia dell’infinita guerra civile congolese.

Basti ricordare il sacrificio dei nostri tredici militari dell’Aeronautica, giunti in Congo, a Kindu, in missione di pace e trucidati da soldataglia locale, convinta che essi venissero a fornire armi e appoggio a gruppi rivali. Era l’11 o il 12 novembre 1961. La data precisa dell’eccidio non fu mai stabilita, per il caos nelle comunicazioni e il rimpallo di responsabilità tra le diverse “autorità” locali, che non seppero o non vollero impedire l’eccidio.

In quel terribile clima, avvennero molti episodi di cieca brutalità.

Uno di questi, anni fa, fu ricordato da un bravissimo giornalista cattolico.

In un convento di suore, che continuavano la loro missione in Congo, portando aiuto, spirituale e materiale, a tutti quelli che ne avevano bisogno, fece irruzione un gruppo di armati. Di quale fazione? Non si sa. Si sa che, purtroppo, questi uomini, molti dei quali ubriachi, dopo aver distrutto ciò che potevano distruggere e rubato ciò che ritenevano di valore, violentarono anche gran parte delle religiose. E poi, esaurita la loro furia bestiale, se ne andarono.

Come Dio volle, le suore riuscirono a continuare la loro attività caritativa, né vollero lasciare il Congo. Ben presto si constatò che dodici di esse, tra le vittime di violenza, erano incinte.

Una sola tra loro scelse di abbandonare la vita claustrale. Le altre portarono a termine le loro gravidanze e lasciarono i figli in stato di adottabilità nei Paesi europei dove erano state temporaneamente trasferite per partorire.

Erano spose di Cristo e seppero essere fedeli a quell’Amore così grande, il cui esempio luminoso sono le braccia di Nostro Signore spalancate sulla Croce, in un abbraccio di infinito Amore. Un amore così grande da superare ogni ostacolo, un Amore che solo Nostro Signore ha potuto dare e che solo una donna può imitare, accogliendo in sé stessa il miracolo della vita, anche se l’atto generativo fu brutale e violento.

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Secondo esempio – breve biografia di Rosalia N.

Rosalia N. è morta pochi anni fa, quasi centenaria.

Lombarda, era nata nel 1919, in una famiglia che per l’epoca poteva definirsi se non benestante, perlomeno in grado di vivere decorosamente. L’avevano battezzata Rosalia, per volere della madre, siciliana di origine, devota della Santa.

Era la settima di nove figli. Studiò fino alle Scuole magistrali e per qualche anno fece la maestra.

Aveva ventiquattro anni quando conobbe Andrea T., di tre anni più vecchio di lei. Era un bravo giovane, con un impiego sicuro. Andrea iniziò a frequentare la famiglia di Rosalia e i genitori lo presero in simpatia. Rosalia ne fu molto felice perché, seppur maggiorenne, non avrebbe nemmeno pensato di sposare un uomo che non piacesse ai suoi genitori.

Nei primi quattro anni di matrimonio Rosalia mise al mondo tre bimbi. Lasciò l’insegnamento, perché tre bambini sono un bell’impegno e da allora la sua vita fu fatta di quotidiane cure ai figli e alla casa. Poi negli anni ne nacquero altri quattro e mentre i primi si facevano grandi, ricominciava il lavoro per i più piccoli.

La giornata di Rosalia iniziava presto e si concludeva tardi. La casa, i figli, il marito, che quando tornava dal lavoro aveva ben il diritto a un sorriso e a una cena, assorbivano tutto il suo tempo.

Ma c’erano due momenti nella giornata che non cambiavano e che aveva saputo, con dolcezza, imporre anche ai figli e al marito: la preghiera al mattino appena svegli e la recita del Rosario prima di cena. Ogni giorno, per tutti gli anni della sua vita.

E alla domenica, ci si doveva vestire bene “per rispetto a Gesù” e andare alla Messa. Non si discuteva. Si faceva.

Sette figli, tutti educati alla Fede e al senso del dovere. Con non pochi sacrifici, Rosalia e il marito riuscirono a farli studiare tutti e tutti furono bravi a scuola e poi nel lavoro. Uno di loro, Luigi, entrò in seminario e fu ordinato sacerdote.

Arrivato a ottantatré anni, Andrea, il marito, se ne andò. Un’influenza diventò bronchite e poi polmonite. Lei gli tenne la mano fino all’ultimo, poi recitò una preghiera e da quel momento mise il lutto, per non toglierselo più.

Rosalia era rimasta sola, ma non era mai sola. I figli le avevano dato tanti nipotini e il figlio prete appena poteva, veniva a farle visita. Insomma, la sua casa non era mai vuota e lei aveva sempre un sorriso per tutti e il Rosario sempre stretto tra le dita.

Pian piano la vista le si attenuava e quando morì, nel 2017, era quasi cieca. Ma nessuno la sentì mai lamentarsi.

Ho conosciuto Rosalia N. una decina di anni fa, presentata da comuni amici. Mi accolse cordialmente, mi ringraziò della visita e mi raccontò la storia della sua vita, che ho cercato qui di riassumere.

Quando seppi della sua morte, pensai subito che andava Lassù, a raccogliere i frutti meritati di tutto il bene che aveva fatto.

Era una donna semplice, alquanto schiva, che aveva fatto della sua vita un capolavoro. Un capolavoro di Amore, da scriversi sempre con la “A” maiuscola. Una donna meravigliosa.

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12 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    @AMANDA
    Ho apprezzato la sua osservazione; bella e semplice.
    Aggiungerei questo: Dio scelse la Sua Primogenita fra tutte le donne della Terra, Amanda carissima, non fra gli uomini!
    Don Divo Barsotti, ma la lista sarebbe lunga, si è soffermato a a meditare su “la salvezza che passa dalla donna”.

    In Ester, Giuditta, Susanna, “in queste figure, è rappresentata sempre la nazione santa e si vuole esprimere una teologia della storia, vedendo la storia sacra di Israele come riassunta in un solo episodio: tutte le potenze del male, per quanto ingenti, sono destinate alla sconfitta, siano esse rappresentate da un esercito sterminato, o da personaggi onnipotenti, o ancora dai detentori del potere civile, religioso e giudiziario. Le armi di Dio sono la bellezza, la pietà, la fede e il coraggio di Giuditta; la preghiera umile, fidente e intercedente di Ester; l’onestà, la fedeltà e l’abbandono in Dio di Susanna”.

    Giuditta, Ester, Susanna non furono precorritrici di Maria Santissima?
    E, sempre don Divo, fu grande innamorato di Maria CORREDENTRICE! La Donna vestita di sole, con la luna sotto ai suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle! Colei che gli ha già schiacciato il capo!

    Alla donna figlia di Maria, e non più di Eva, è stata affidata una missione inimmaginabile che “Solo chi ama il Signore può comprendere”…

    Fraternamente.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Margaret Thatcher Christine Lagarde Victoria Nuland Nancy Pelosi Ursula von der Leyen Giorgia Meloni Sanna Marin etc.etc. etc…. protervia ed infamia no sono esclusiva prerogativa maschile! Finiamola con sto ricorrente annuale pippone politicamente corrotto su femmine… non ne possiamo più!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Nuccio attivista maschile ad honorem.
      Tra l’altro alle donne non piace che ci genuflettiamo davanti a loro

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Carissima Amanda, mi auguro che nella sua vita non sia affollata di uomini (intendo conoscenti) che le mancano di rispetto. Se è così, probabilmente sceglie male le sue frequentazioni.
    Purtroppo le ideologie affermano l’esatto contrario della realtà. Come mi ha detto una conoscente rumena, “iun nessun altro Paese oltre l’Italia le donne mancano così gravemente di rispetto agli uomini”. Vedo uomini, anche padri di famiglia, pubblicamente insultati, umiliati, ridicolizzati. E sorridono, senza minimamente reagire (probabilmente sotto la minaccia del divorzio), testimoniando la fine del padre di famiglia in Italia.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Ottimo articolo, suggerisco però di evitare frasi come “sono un ammiratore del gentil sesso”, ammirazione mai proclamata da nessuna donna nei confronti del nostro, né su Stilum Curiae né altrove. Il femminismo (fonte P. W. Lewis) che ha distrutto famiglia e società, ha prosperato nell’acquiescenza e connvenza degli uomini: con rispetto parlando, è davvero ora di finirla con svenevolezze da cavalier serventi.
    Su SC il femminismo non attecchisce, ma nel mondo cattolico postconciliare impazza: pistolotti sui diritti della donne, sulle violenze sulle donne (l’Italia è, per loro, il Paese più sicuro d’Europa), sulla dignità delle donne (come se prima non esistesse) e sul “genio” femminile (attendo ancora capolavori del calibro di quelli di Dante, Mozart, Giotto), famiglie comandate da donne con uomini relegati al rango di maggiordomi e figuranti. Senza dimenticare il livello morale e la tenuta dei matrimoni delle figlie del postconcilio, al di sotto della più elementare decenza. Se qualcuno non fosse persuaso sarò costretto a fornire le prove, davvero poco piacevoli.
    Ci sarebbe anche da aggiungere che tutta la tecnologia che rende comoda la vita alle donne (auto, elettrodomestici, cellulari per soddisfare la vanità, purtroppo pillole contraccettive e abortive) è opera maschile. In compenso, le donne sono state tra le più furiose (da Furie) promotrici di aborto e divorzio e l’accesso delle donne al Parlamento ha coinciso con la distruzione della famiglia e della vita. Opinioni impresentabili? Benissimo, ora che c’è una donna alla testa del partito più contrario alla vita e alla natura che sia mai esistito, vediamo cosa farà di bello.

    P.S. Le brave signore che frequentano il blog non si sentano parte in causa. Le donne sono molto cambiate, purtroppo non in meglio

    • paolo deotto ha detto:

      Caro amico, non mi chieda troppo! Sono e sempre sarò un ammiratore del gentil sesso. E proprio per questa ammirazione, detesto le isterie del femminismo, che impedisce alle donne di essere donne. Sono un uomo che ci tiene a essere uomo e ammiro le donne che si comportano da donne…
      Poi, mi scusi, lei scrive in un altro intervento che adesso alla testa del partito partito più contrario alla vita e alla natura che sia mai esistito c’è una donna. Donna? E’ proprio sicuro?…

      • Forum Coscienza Maschile ha detto:

        Caro Deotto,
        Posso ammirare sante, scrittrici, musiciste… ma non ha senso “ammirare un sesso”, che poi sempre gentile non è.
        E preferisco Dante, Aristotele, Giulio Cesare ad Alda Merini, Ipazia e la regina Elisabetta (prima e ultima)

  • Clemente ha detto:

    Ottimo articolo !
    Come ho già scritto in un’altro commento dobbiamo ricordarci che questa non è una festività cristiana. Fu scelto l’8 marzo in commemorazione di alcune operaie morte sul lavoro. Ma sostanzialmente si voleva introdurre una nuova festività in sostituzione delle festività cristiane già da tempo abolite nello Stato campione dell’ateismo, ovvero l’Unione sovietica. Chi sosteneva la nuova festività era il nostrano partito comunista e l’uso di offrire alle donne la mimosa fu introdotto da Rita Montagnana che fu successivamente abbandonata dal marito tal Palmiro Togliatti.

  • Amanda ha detto:

    Bellissimi questi esempi di grande santità!! Solo chi ama il Signore può comprendere…
    Ogni tanto sarebbe anche bello, però, sentire da un uomo cristiano parole che incitano al rispetto della donna come persona, proprio nello spirito di San Paolo. Il Signore per primo si rivolse alle donne in un mondo che no lo faceva. Si rivolse anche a una prostituta. Apparve non solo a Vergini consacrate, ma anche a donne che lavoravano…Ama ol prossimo tuo come te stesso. Vale anche per gli uomini verso le donne.

    • Viva la verità ha detto:

      Ma insomma, secondo lei non c’è un cristiano che guardi a una donna e la apprezzi e la rispetti come persona? A forza di dare ascolto a propagande che incitano a reagire contro il mancato rispetto della donna (hanno coniato persino un odioso neologismo: femminicidio), bisognerebbe guardare la realtà. La quale non è così ostile verso quello che una volta veniva definito “il gentil sesso”. Attenzione a non cadere prede di ideologie perverse che mirano a tutti altri scopi. Piuttosto, che sia la donna, col suo agire, a mostrare tutta la sua dignità.

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Dimenticavo: oggi le prostitute hanno spesso più dignità e perfino più pudore (anche nel vestire) delle donne cosiddette rispettabili.
      Non danno spettacolo ubriache e scalze in mezzo a una strada, non le vedi stordite per terra fuori da un locale.
      Soprattutto, non le senti mai bestemmiare. Cosa farà Dio di questa nazione adultera?
      Meglio, molto meglio delle cristiane 2.0 che divorziano a go-go, almeno non mentono su chi sono rovinando la vita agli uomini e sfasciando famiglie. I pastori (sempre 2.0) sanno ma tacciono, troppo occupati a insistere sui (troppi) diritti e sulla (perduta) dignità delle donne…