L’Immunologa Frasca: il Siero Può Alterare il Sistema Immunitario.

13 Febbraio 2023 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato su InFormazione Cattolica, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

§§§

(a cura di Angelica La Rosa)

LOREDANA FRASCA, IMMUNOLOGA E RICERCATRICE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ (ISS): “NUMEROSE PERSONE SONO MORTE O HANNO RISCONTRATO REAZIONI AVVERSE PER COLPA DEL VACCINO”

Loredana Frasca è un’immunologa e ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).  La giovane scienziata ha pubblicato di recente (unitamente ai colleghi Giuseppe Ocone e Raffaela Palazzo), sulla rivista internazionale “Pathogens” lo studio dal titolo “Safety of COVID-19 Vaccines in Patients with Autoimmune Diseases, in Patients with Cardiac Issues, and in the Healthy Population” che si occupa, fra le varie cose, anche dei rischi derivanti dalla somministrazione del vaccino anti-Covid in “soggetti sani, con malattie autoimmuni e con problemi cardiaci” (vedi qui).

La ricercatrice dell’ISS, in un’intervista esclusiva a Il Giornale d’Italia, mette in guardia sulla sicurezza del vaccino anti-Covid

“Numerose persone sono morte o hanno riscontrato reazioni avverse per colpa del vaccino”, ha spiegato la dottoressa, riportando i dati emersi in altri studi sulle miocarditi, soprattutto nei bambini, e sulla proteina Spike.

“La Spike è stata trovata nel cuore di persone che hanno avuto la miocardite dopo il vaccino. Invece, l’RNA messaggero è stato trovato nel fegato di persone che hanno avuto un’epatite dopo il vaccino. Ormai è assodato che non resta nel braccio. Questo è il problema dei vaccini a RNA messaggero”.

La dottoressa Loredana Frasca, che ha un dottorato di ricerca in immunologia e biologia cellulare e guida un gruppo di studi sull’immunologia delle malattie autoimmuni, ha rivelato che “il vaccino anti-Covid non è efficace verso le attuali varianti. Visti anche gli eventi avversi, è necessario verificare il rapporto rischio-beneficio. Questo andrebbe fatto per le persone giovani, per le persone anziane e per chi ha fragilità come la malattie autoimmuni. Ho fatto presente che la comunità scientifica sarà chiamata a discutere se dovrà ancora incoraggiare i vaccini, peraltro con Omicron, o se dovrà fare una discussione più accurata sugli eventi avversi e sulla loro frequenza. Mi sembrava qualcosa di normale, ma loro l’hanno presa male”.

La dottoressa si è riferita al fatto che l’Istituto Superiore di Sanità ha preso le distanze dallo studio pubblicato “Pathogens”, una scelta quantomeno discutibile perché la scienza non è un dogma di fede, come sembrano ritenere i vertici dell’ISS ma una ricerca costante e un confronto continuo tra gli scienziati.

 

“C’è libertà nella ricerca. Anche altre volte mi è stato chiesto di fare una review su certi argomenti. Io non dovevo fare altro che scrivere la verità. Io lavoro in scienza e coscienza. Se a me i dati dicono una cosa io scrivo quella cosa. Non è giusto evitare di scrivere quello che dicono i dati. Questi argomenti riguardano tutti, perché siamo stati tutti obbligati a fare i vaccini. Anche i nostri figli dai 12 anni in su sono stati obbligati, anche solo per poter fare sport. Se loro non avessero obbligato la gente e avessero lasciato la libertà di scelta, forse le cose sarebbero andate in modo più soft. Invece così la gente poi si accanisce contro di loro”, ha detto nell’Intervista l’esperta.

La dottoressa Frasca ha svelato di conoscere “tantissimi danneggiati da vaccino. Ho fatto il vaccino Johnson&Johnson e mi sono fermata a una dose e comunque ho degli eventi avversi a mesi di distanza e so che si tratta di questo, mi sono confrontata. Ad un mio parente si è riattivato il cancro dopo il vaccino, una mia conoscente è morta dopo la somministrazione del vaccino. Ormai è di dominio pubblico quello che sta succedendo. A me dà fastidio il fatto che tengano il vaso di pandora chiuso. Io ho fatto una cosa scientifica. Persino la controinformazione spinta mi ha dato anche addosso sostenendo che io facevo finta di criticare il vaccino, ma in realtà non si aspettavano nulla da persone che sono dentro al sistema come me. Ma il mio non era un articolo polemico, ma scientifico, in cui ho riportato tutte le evidenze”.

In merito alle reazioni avverse al vaccino anti-Covid, la dottoressa Frasca ha precisato: “Di persone danneggiate dal Covid ne conosco solo una che attraverso alcuni trattamenti che sto facendo anche io, è guarita e sta bene, mentre danneggiate dal vaccino anti-Covid ne conosco tantissime”.

L’immunologa ha spiegato di essersi fatta una dose di Johnson & Johnson ma di essersene pentita amaramente. “Me lo sono fatto quando ancora non c’era neanche il Green pass. L’ho fatto perché dovevo fare un viaggio all’estero”. Poi però la dottoressa si è pentita della scelta. “Ho avuto una paura vedendo quello che usciva nelle pubblicazioni… io sono stata terrorizzata. Questa estate sono stata male, non si sa quante volte mi è venuto l’herpes. Ho avuto paura per la mia salute e ce l’ho ancora adesso. Vado a farmi le analisi spesso. Nel tempo ho visto che sapevano sempre più cose e mi sono allarmata io stessa. Meno male che almeno a mio figlio più grande non l’ho fatto fare questo vaccino sennò veramente mi sarei messa le mani nei capelli se gli fosse successo qualche cosa”.

La ricercatrice ha parlato anche di due studi molto interessanti. “Alcuni lavori si sono basati sulla sorveglianza attiva delle reazioni avverse. Uno in America e uno in Thailandia. Quello thailandese è molto interessante perché i ragazzi della scuola sono stati monitorati con elettrocardiogrammi che hanno misurato anche la troponina c. Su 300 ragazzi hanno trovato che il 2,5% aveva problemi a livello cardiaco e rilevato miocarditi conclamate, miocarditi subcliniche e altre alterazioni. Dunque più di 1 a 300. Poi c’è un altro studio fatto in una scuola americana, in cui a tutti gli studenti sono stati fatti elettrocardiogramma e analisi della troponina. Anche lì è stata rilevata un’alta frequenza di problemi e alterazioni a livello cardiaco. C’è una tabella nella quale ho inserito la frequenza di miocarditi come verificata dallo studio e ho indicato se si trattava di una sorveglianza attiva o una sorveglianza passiva. Perché nella sorveglianza passiva nei giovani si trova una frequenza di uno a 10mila, ma altri studi dicono 1 a 6mila. Altri dicono 1 a 3.300. Tuttavia nella sorveglianza passiva, ma anche in quella attiva, abbiamo alcuni studi che arrivano a 1 a 1.000. 1,4 persone giovani ogni mille. Quindi maggiore di uno su mille. Questi articoli esistono”.

Loredana Frasca ha spiegato che  “la miocardite stessa in realtà è anch’essa una malattia autoimmune, con produzione di anticorpi contro il cuore. Le persone con le malattie autoimmuni sono soggette a sviluppare sempre più autoimmunità (puoi avere più di una malattia autoimmune nella stessa persona): se hai la psoriasi poi puoi avere la artrite psoriatica. Se hai lupus cutaneo può evolvere in lupus sistemico. Anche il cuore viene attaccato per autoimmunità in certi casi. Se noi consideriamo che nei giovani c’è un elevato rischio di miocardite, e se consideriamo che tra i fragili ci sono tanti giovani, ci sono tanti ragazzini con malattie autoimmuni o altre patologie, allora io vado a compromettere ancora di più la salute dei bambini? Perché gli faccio anche il vaccino se può venire anche la miocardite con alta frequenza?”.

L’immunologa ha anche riflettuto sul fatto che alcuni dicono: ‘il vaccino lo facciamo solo ai fragili’. “Ma tra i fragili ci sono anche i giovani. Ci sono i bambini. Già hanno una vita compromessa e io gliela comprometto ancora di più? C’è uno sviluppo di autoimmunità dopo il vaccino che è molto alto, al livello di sintomi come la sclerosi multipla. Ho saputo che nei pazienti con la sclerosi multipla è stata trovata spesso una riattivazione della malattia. Nel 5% dei casi fino al 19% c’è una recrudescenza della malattia. Perché gliela devo far venire al paziente se quando viene il Covid io lo posso curare?”.

Ancora, la dottoressa ha spiegato che se si prende “un mRNA incapsulato in un liposoma, non rimane nel braccio ma va dappertutto. Ci sono lavori chiari sui liposomi, fanno vedere che non restano nel sito di iniezione, ma vanno in circolo. Quindi se io faccio entrare i liposomi in qualsiasi cellula del sistema immunitario o una cellula somatica, questa cellula subirà un attacco da parte del sistema immunitario. Per cui avrò una sindrome che è simile all’autoimmunità. Ho citato lavori dove la Spike è stata trovata nel cuore di persone che hanno avuto la miocardite dopo il vaccino, o meglio l’RNA messaggero è stato trovato nel fegato dopo che era stato inoculato il vaccino. Esistevano cellule che riconoscevano la Spike nel fegato e attaccavano il fegato. Sono tutte evidenze, non me le sono inventate io. Ormai è assodato che non resta nel braccio. Questo è il problema dei vaccini a RNA messaggero. Sono pericolosi per questo, perché non puoi controllare la quantità di antigene e non puoi controllare dove l’antigene è espresso e per quanto tempo. Noi immunologi quando studiamo la presentazione antigienica sulla risposta immune e autoimmune, sappiamo quali sono le cellule coinvolte, alcune anche durante una risposta antivirale, alcune cellule presentano gli antigeni virali, ma non tutte perché c’è anche un tropismo da parte dei virus. Qui invece, questo vaccino sembra un virus che entra in qualsiasi cellula indiscriminatamente, comprese le cellule del sistema immunitario. Esistono evidenze scientifiche che spiegano come il vaccino può alterare l’immunità. Sono tanti meccanismi, ma un immunologo li conosce. Altri lo capiscono, io ho un collega che mi ha detto: ‘Si è vero, la Spike è una tossina’, e allora? Secondo me la gente è stata lobotomizzata. Io ho parlato anche con altri ricercatori che conosco, mi hanno dato retta ma alla fine dicono che non vogliono ascoltare. Ma ci sono le evidenze, non vogliono ascoltare, per me invece c’è questo meccanismo, per me e tanti altri immunologi e medici che la vedono come me. Poi l’ho letto in altri immunologi e medici americani. La maggior parte di quello che ho spiegato era suffragato da pubblicazioni ed evidenze scientifiche, perché è così che si scrive un lavoro. Uno dice ‘può succedere questo, può succedere quest’altro’, si è vero, può succedere qualsiasi cosa, ma che potevano succedere determinate cose l’ho capito un anno e mezzo fa e non avrei mai potuto scrivere una review perché adesso ci sono le evidenze scientifiche per scriverla, i dati a supporto. Prima no, erano supposizioni”.

Nell’intervista la dottoressa ha spiegato di aver agito in scienza e coscienza e che ha parlato ora perché ci sono evidenze scientifiche. “Sono un ricercatore che ha agito in scienza e coscienza e che soltanto adesso ha potuto scrivere una cosa del genere perché solo ora ci sono evidenze chiare sui meccanismi molecolari che sottendono al meccanismo d’azione di questi vaccini. Perché prima non c’era evidenza scientifica, non c’erano autopsie sulle miocarditi indotte da vaccino. La tabella che io ho fatto ha cercato di fare ordine. Allora io ho dovuto fare ordine scrivendo quali erano i lavori di sorveglianza attiva, quali parametri erano stati analizzati e quali lavori erano di sorveglianza passiva, che sono diversi perché le miocarditi possono essere anche subcliniche. Io posso avere un’alterazione del cuore e non me ne accorgo. Lo vedo solo se faccio l’ecocardiogramma e vado a misurarmi la troponina. Ci sono i trial iniziali che spiegano che il vaccino è efficace. Il problema è che adesso non è più così. Nello studio di Pescara sono esclusi tutti quelli che hanno problemi subclinici (non transitate per un ospedale) che però nel tempo si possono aggravare, così come le morti improvvise. Ma quel lavoro è impreciso: non ha analizzato i vaccinati e i non vaccinati per lo stesso tempo. (520 giorni i non vaccinati, 200 i vaccinati, ndr). Da quella tabella si evince che i non vaccinati sono stati seguiti per un tempo più che doppio e quindi come si fa a paragonare? Io dico la verità, il mio impegno a studiare tutta la vita non è stato per fare carriera. Io volevo fare il ricercatore da quando avevo 11 anni per fare qualcosa per l’umanità e non pensavo di doverlo fare in questo modo, scrivendo una review del genere, avrei voluto scoprire qualcosa come un farmaco. È una questione di onestà intellettuale, se qualcuno avesse detto ‘cambia il titolo del lavoro o scrivilo diversamente’ io non l’avrei scritto. Non avevo bisogno di scrivere questo lavoro perché ne ho scritti e pubblicati tanti. Per fortuna sto facendo delle ricerche interessanti, quindi un lavoro in più o meno non mi costava niente. Ma dal momento che me l’hanno chiesto e mi si è data l’opportunità di fare chiarezza su una situazione grazie alla mia expertise, l’ho voluto fare per dare un servizio alla società perché di persone danneggiate dal vaccino ne conosco tante, tantissime, e penso che le conoscano tutti perché con chiunque parlo mi dicono la stessa cosa”.

La dottoressa ha riflettuto anche sul fatto che nei 15 giorni dopo il vaccino Covid i vaccinati vengono contagiati di più rispetto ai non vaccinati. “Le evidenze giornaliere sembrano indicare che tutti quelli che si sono fatti 3 e 4 dosi si sono presi il Covid. Quel lavoro non l’ho citato perché era sull’efficacia e non sulla sicurezza; lavoro fatto in Israele e pubblicato sul new England of journal of medicine dove c’era un tabella supplementare in cui si vedeva benissimo che le persone vaccinate nei primi 15 giorni si prendevano il Covid più di quelli non vaccinati. C’è anche una spiegazione scientifica. I problemi delle vaccinazioni potrebbero avere allungato la durata del Covid, perché spingono la mutazione e si creano nuove varianti. Lo penso perché i virus sono sempre mutati sotto la pressione selettiva del sistema immunitario e quindi in questo caso la pressione selettiva l’ha fatta la vaccinazione, in particolare la proteina Spike. Fondamentalmente la risposta indotta dal vaccino è una risposta molto ristretta, mentre invece la risposta naturale è una risposta ampia, ad ampio spettro. Infatti la variante delta è venuta fuori mentre vaccinavano in Inghilterra”.

L’immunologa ha ricordato di avere sentito parlare tante volte il dottor Giovanni Frajese ed ha sostenuto che “anche lui chiaramente ha espresso tutto quello che penso. Anche lui la pensa nello stesso modo rispetto anche all’attacco autoimmune e all’iperstimolazione del sistema immunitario”. Circa i giovani, secondo la ricercatrice “non vanno vaccinati perché comunque possono avere anche loro la miocardite. Se non l’hanno avuta è perché, a mio modesto parere, la partita di RNA che gli somministrano è inferiore. Quindi diciamo che molto probabilmente il vaccino è pure poco efficace e anche per questo ha meno affetti avversi. Questa è la mia idea. I bambini non hanno rischiato neanche col primo Covid e non hanno rischiato con le altre varianti. A maggior ragione non vedo perché rischierebbero con la variante Omicron quando poi si può curare. I miei figli non faranno questi vaccini, mai. Uno ha 11 anni e mezzo e quindi io non l’ho fatto vaccinare. Non ci penso proprio. Poi c’è un ragazzo nell’età peggiore, 22 anni. Non l’ho fatto vaccinare perché sapevo già che era l’età in cui si rischia tantissimo la miocardite”.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN

IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT

UNCRITM1E35

§§§

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , , ,

Categoria:

2 commenti

Lascia un commento