Quanto ci Manca un Tertulliano del Terzo Millennio? Mons. Ics.

2 Febbraio 2023 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, mons. Ics ci invita riflettere sulla figura di un grande del passato, Tertulliano. Buona lettura, e meditazione, e condivisione.

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RILEGGENDO TERTULLIANO

Caro Tosatti, ho trovato in un libro l’estratto del discorso che fece quindici anni fa in una Udienza Generale del 2007 il nostro grande compianto Papa Benedetto XVI. Questo discorso si riferiva a Tertulliano, l’ho letto e riletto e l’ho meditato. Vale la pena, spero, proporre ai suoi lettori una riflessione.

Tertulliano è stato un filosofo, letterato, apologeta cristiano del II-III sec. dC. Era romano-tunisino (nato a Cartagine nel 155 a.C).Roma aveva conquistato tutto il Mediterraneo, lo sappiamo, tanto che anche sant’Agostino era romano-algerino (nato a Tagaste). Tertulliano è famoso per aver scritto, riferendosi a Dio, alla sua Incarnazione e sua Resurrezione : “ credo quia absurdum” (credo perché è assurdo).

Affermazione che Frederic Nietzsche considerò fanatismo assoluto e condannabile (…). Tertulliano è anche famoso per esser stato il letterato cristiano a scrivere per primo in latino, per aver usato il termine “persona” riferendosi alla Trinità, per aver usato per primo il termine “libero arbitrio”, per essersi scagliato contro la contraccezione considerandola “omicidio anticipato” (!).

Fu anche il primo (e pertanto qui lo voglio ricordare) a criticare duramente la Gerarchia della Chiesa (Papa incluso) nei suoi tempi, facendosi marginalizzare per questo. Senza mai pensare che anzitutto si doveva salvare se stessi, per proseguire la propria opera.

Per questa ragione Benedetto XVI lo ricorda nel suo discorso citato, nel bene e nel meno bene. Nel bene perché Tertulliano è stato un grandissimo apologeta, nel meno bene perché, secondo Benedetto, mancò di umiltà. Benedetto, nel discorso citato, lo indicò un po’ intemperante, troppo rigoroso, troppo esigente verso la Gerarchia (e Papa stesso) cui non risparmiava critiche continue.

Così venne isolato dai suoi confratelli che invece avevano minor spirito critico, minor coraggio, persino minor amore per la Chiesa (se i suoi membri dovevano esser corretti e non lo facevano) …Chissà se anche oggi, 15 anni dopo, il nostro Benedetto XVI avrebbe portato Tertulliano come esempio di grandezza, certo, ma troppo rigoroso però, incapace di accettare le debolezze della Chiesa per mancanza di umiltà personale. Magari dopo i Dubia dei quattro Cardinali (mai degnati di risposta) avrebbe richiamato proprio lo spirito critico ed indomito di Tertulliano che non temette di esser isolato per le sue critiche esigenti verso la Gerarchia. Questi quattro Cardinali non confusero umiltà personale con responsabilità personale.

Come ci manca un Tertulliano oggi, proprio oggi, nel 2023, dove per opportunità o paura nessuno ha più il coraggio di “esser esigente” verso la Gerarchia della nostra Chiesa.

A parte i quattro Cardinali (ricordo il compiantissimo Card. Caffarra), i due prelati che probabilmente son stati più vicini allo spirito di Tertulliano, e che io ho conosciuto e ricordo bene, son stati Mons. Luigi Negri e Mons. Antonio Livi. Entrambi presto, o persino subito, dimenticati, per la loro “santa intransigenza”, e “ mancanza di umiltà”, senza dubbio….

Vorrei prendere occasione della ospitalità di Marco Tosatti per proporre ai nostri amici, così ancora concentrati sulle interpretazioni della rinuncia di Benedetto e nomina del successore, di tentare di immaginare che tipo di prossimo Pontefice avrebbe proposto un Tertulliano, oggi.

Mons ICS

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2 commenti

  • Anna Maria Mucci ha detto:

    Non desidero essere sfrontato, mala presentazione e adorazione nei Giardini Vaticani, della Pachamama,mi hanno ricordato il Viello d di d’oro di Aronne. Un sacerdote mi ha detto che era l’opinione di ppochi. Che il signore mi perdoni se ho sbagliato e non sono umile,, perche alla mia età è giusto che io mi affidi a Lui e alla Sua santa Chiesa

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20070530.html

    Questo il link del discorso di BXVI, che a mio parere va letto per intero se si vuole comprendere la più che opportuna riflessione del Papa.

    In particolare riporto alcuni passaggi:

    – “Ma una ricerca troppo individuale della verità insieme con le intemperanze del carattere — era un uomo rigoroso — lo condussero gradualmente a lasciare la comunione con la Chiesa e ad ADERIRE ALLA SETTA DEL MONTANISMO”.

    – “La sua opera più nota, l’Apologetico, denuncia il comportamento ingiusto delle autorità politiche verso la Chiesa”.

    – “Si vede che alla fine gli manca la semplicità, l’umiltà di inserirsi nella Chiesa, di accettare le sue debolezze, di essere tollerante con gli altri e con se stesso. Quando si vede solo il proprio pensiero nella sua grandezza, alla fine è proprio questa grandezza che si perde. La caratteristica essenziale di un grande teologo è l’umiltà di stare con la Chiesa, di accettare le sue e le proprie debolezze, perché solo Dio è realmente tutto santo. Noi invece abbiamo sempre bisogno del perdono”.

    Infine, grazie a Dio, la Chiesa non è del tutto priva di vescovi e cardinali che parlano “cattolico” e non “clericalese” e che, in questi anni, sono intervenuti criticamente per esercitare quella correzione fraterna tanto necessaria ai vertici della Chiesa, seppur in umiltà e carità.

    A me pare ormai che guerra aperta sia giunta in Vaticano e, per come stan precipitando le cose (a suon di eresie ognor più sfrontate e di un’apostasia sempre più evidente!), sarà inevitabile per sacerdoti, vescovi e cardinali prendere chiara posizione.
    Le bandiere, infatti, sono solo due…

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