Premio Fedeltà. Anche un Funerale Può Essere un Regalo. Lazzaretti.

16 Gennaio 2023 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo del prof. Giovanni Lazzaretti. Buona lettura e condivisione.

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Taglio Laser

8 gennaio 2023, Battesimo di Gesù

9 gennaio 2023, beata Pauline-Marie Jaricot

14 gennaio 2023, San Felice da Nola

 

Premio fedeltà

Anche un funerale può essere un regalo

 

«Sembra di essere qui da un mese…». Cristina dixit, durante la cena del terzo giorno.

Il terzo giorno del 15° pellegrinaggio a Roma.

 

Iscriversi a scatola chiusa

Quello che nel 2007 doveva essere un evento una tantum in occasione del decennale del Circolo Maritain è diventato una tradizione consolidata. Tanto consolidata che, appena finito il pellegrinaggio 2022 in agosto, mi arrivarono tre richieste di tornare alle classiche giornate invernali del 3-6 gennaio(1).

Anche se ho molti appoggi sicuri e una buona esperienza, preparare una visita-pellegrinaggio di 4 giorni è una faticaccia. Una piacevole faticaccia, perché amo Roma, ma comunque una scelta che non si può fare a cuor leggero. In sintesi: non me la sentivo di preparare Roma e poi constatare che non c’erano gli iscritti sufficienti.

Così stavolta ho tentato il colpo: ci si iscrive a scatola chiusa. Niente preventivo, niente programma: versate un acconto e, se ci sono almeno 7 iscritti (me escluso), faccio partire l’organizzazione. Poi, a consuntivo, si dividono le spese in parti uguali.

Gli iscritti sono 8, con me e mia moglie fanno 10, poi arrivano altri 4.

Un gruppo di 14 è l’ideale viaggiando in treno, 16 lo considero il tetto massimo(2).

E così sono (piacevolmente) costretto a iniziare: albergo, treni, trasporto per la stazione, guide, biglietti per la Messa papale dell’Epifania, ristorante (La Vittoria è in ristrutturazione, si sta a La Famiglia come nell’estate 2022), individuazione di 4 percorsi di visita, collocazione di Messe e Rosari, biglietti d’ingresso.

Partorisco il programma col mio stile: preciso. Anzi, puntiglioso. Anche se un partecipante perdesse il contatto col gruppo sa su che bus deve salire, a che ora, dove deve scendere, dove troverà la guida.

E, guardando il programma, si può dire che Cristina ha ragione: i momenti sono tanti, mai ripetitivi, veloci e ritmati; lei e il marito Giuseppe aggiungono anche camminate extra nell’intervallo pasto; alla fine del terzo giorno sembra di aver trascorso un periodo lunghissimo.

 

Tensione “tradizionale” e tensione “speciale”

Negli anni passati, il pre-Roma lo vivevo con una tensione ordinaria. Iniziavo a fibrillare a Natale, e mi proteggevo con una novena 25 dicembre – 2 gennaio, recitando quotidianamente la Coroncina della Divina Misericordia.

Tensione niente affatto strana: anche se nella visita-pellegrinaggio ognuno partecipa a titolo personale, inserito in un “gruppo amici” a costi e ricavi dove ognuno è al contempo organizzatore e partecipante, è ovvio che il capogruppo un carico sulle spalle ce l’ha.

Stavolta però c’erano degli extra: il 27 dicembre c’era un’operazione per mia moglie (tutto bene, grazie a Dio). il 29 dicembre dovevo accompagnare mio figlio a Verona, per il ritorno in Germania (e le partenze mi lasciano sempre il magone).

Il 30 dicembre mia suocera pensa bene di cadere di notte. Ma cade in modo del tutto garbato, senza rompersi niente. Insomma, forse riusciamo a partire per Roma, nonostante tutto.

Il 31 dicembre muore Benedetto XVI. Tombola.

E immediato attacco di dolore cervicale per il capogruppo.

 

Il programma preciso. Anzi puntiglioso…

Il programma preciso, anzi puntiglioso, riceve addosso una sorta di meteorite.

Non puoi fare il viaggio a Roma ignorando la morte di Benedetto XVI, anche perché il pellegrinaggio nel 2007 iniziò proprio col titolo “Fine anno con il Papa”, e il Papa era lui, Ratzinger.

Attendo notizie dal Vaticano: visite al corpo del Papa Emerito il martedì o il mercoledì dalle 7 alle 19. Funerale ad accesso libero (esclusi i concelebranti) giovedì 5 gennaio, alle 9.30.

Programma da rifare, a 1 giorno dalla partenza.

La cosa più semplice sarebbe stata annullare la visita guidata del 5 gennaio, e sostituirla con il funerale. L’avrei fatto, se la guida fosse stata una sconosciuta. Ma noi abbiamo le “nostre” guide, che ci seguono da sempre, e che ruotano i loro impegni attorno alle nostre date(3). E poi il gruppo dovrebbe vivere due giorni di Messa a San Pietro, che possono risultare pesanti.

Scrivo al gruppo.

Quando nei miei testi scrivo “a Dio piacendo” non lo faccio per uno sfizio. Scrivo un programma dettagliato e ho sempre l’idea dell’angioletto che sorride alle mie spalle, visto che sa già che dovrò cambiare tutto.

Quest’estate fu per le inattese ferie anticipate de La Vittoria, che provocò lo spostamento dell’asse delle visite da zona San Pietro a zona Stazione Termini.

Quest’anno il programma si modifica per la morte di Benedetto XVI, della quale non si può non tenere conto. Cominciammo nel 2007-2008 con il “Fine anno con il Papa”, e il Papa era lui.

Nel modificare

1) mi sento come Michael Burry nel film “La Grande Scommessa”: voi mettete i soldi, io decido; certe decisioni non possono essere messe ai voti;

2) andiamo a fare una visita-pellegrinaggio di gruppo; è poco bello dire “io vado per conto mio”, se non in momenti liberi o in opzioni esplicitamente previste;

3) anche se non ho ancora versato un euro né alle guide, né al ristorante, né all’albergo, né ai musei, ho fatto qualcosa di più importante: ho preso impegni, e la parola vale più dei soldi;

4) quindi la variante di programma vuole inserire Benedetto XVI e al contempo vuole rispettare chi lavora e si è già organizzato sui nostri orari;

5) Federica parte il 4 pomeriggio; Lara è impegnata il 5 pomeriggio(4); posti questi vincoli, in allegato trovate il nuovo programma e un aggiornamento delle regole;

6) variante scritta in modo un po’ concitato, come potete immaginare; segnalatemi eventuali errori

Quindi la variante viene fuori così:

  • il 3 gennaio non si tocca nulla, il programma non sfiora Benedetto XVI, se non nella preghiera personale;
  • il 4 gennaio il programma resta uguale, ma vengono inseriti due movimenti opzionali: visitare Benedetto alle 7 del mattino saltando la Messa e la colazione // oppure tra le 12.15 e le 14.45 saltando il pranzo;
  • la visita del 5 gennaio è sostituita dal funerale; nel pomeriggio la prevista trasferta alle Tre Fontane (luogo del martirio di San Paolo e luogo di apparizione della Madonna) viene sostituita da un “menu” più blando;
  • niente Messa papale dell’Epifania: prenderemo Messa in Santa Maria Maggiore e poi faremo la visita guidata prevista per il giorno prima.

Caro Benedetto, la mia parte l’ho fatta. Adesso dacci una mano.

Perché dire «vado alla salma» o «vado al funerale» è facile; ma riuscire fisicamente ad andarci è un’altra faccenda.

 

Il nuovo programma

Spostata la visita del giorno 5 al giorno 6, bisogna cominciare a lavorare di lima.

  • Perché il giorno 5 la Messa delle 7 era feriale, breve. Il giorno 6 è festiva, lunga.
  • Il giorno 5 era un giorno tranquillo, il giorno 6 si chiudono e si consegnano le valigie.
  • Il giorno 5 il pranzo era libero, il giorno 6 il pranzo era di gruppo, prenotato alle 12.15.
  • Il giorno 5 prevedeva pomeriggio libero, il giorno 6 prevedeva la Scala Santa al pomeriggio.

Limare. L’inversione base è stata fatta, il resto si aggiusta.

 

Così si parte. Il più buffo è sempre Giuseppe, che non legge mai il programma perché “si fida”. Così non si è accorto del programma, e non si è accorto della grossa variante di programma.

 

Venite con noi a Roma?

Mettete la sveglia alle 4.45 di martedì 3 gennaio 2023 e seguiteci.

Un’ora per alzata, caffè, ritocco bagagli e trasferimento al parcheggio Sigma.

Qui ci attende il bus Borghi per il trasporto in stazione: bus puntuale, viaggio breve.

Ritrovo in stazione con Cristina e Giuseppe che sono di Reggio, colazione al bar, leggero ritardo del treno.

Siamo tutti vicini, e il viaggio in treno è incomparabilmente più breve e più rilassante rispetto al pullman. Arriviamo in orario e sfruttiamo il pregio vitale dell’Hotel Marcantonio: 5 minuti a piedi dalla stazione, semafori compresi.

Una parte delle camere sono già pronte, gli altri si installeranno dopo pranzo.

Col viaggio in treno e con Santa Maria Maggiore a 5 minuti a piedi dall’albergo, si riesce a prendere Messa al mattino, rendendo il pomeriggio più libero per la visita.

Dopo Messa passiamo in Santa Prassede dalla (non)beata Enrichetta Beltrame Quattrocchi a chiedere grazie per famiglie in crisi e sofferenti vari.(5)

Panino e birra per il sottoscritto, e breve riposo nella camera, ora accessibile.

Metropolitana B, con 4 o 8 mani a proteggere zainetto e tasche(6). Anticipiamo di un soffio Federica, il tempo di una decina di Rosario.

E via verso la Basilica di San Paolo Fuori le Mura. Ma non l’abbiamo già vista negli anni passati? Certo, nel 2009. Ma è come non averla mai vista.

  • Di quel gruppo del 2009 ci sono adesso solo 2 persone, mia moglie e io.
  • Nel 2009 ci guidò Lara, stavolta Federica.
  • Potrà loro dispiacere di essere “cresciute”, ma entrambe hanno 14 anni di esperienza in più.
  • Federica è archeologa, Lara storica dell’arte.
  • L’area archeologica di San Paolo nel 2009 non era stata ancora scavata.

Per questo Roma è inesauribile. Trovi sempre del nuovo. E, anche se non è nuovo, viene narrato in modo nuovo. Area archeologica, chiostro, pinacoteca, basilica. Un saluto a Federica, il Rosario, la metropolitana, una breve passeggiata, e La Famiglia ci accoglie.

I famosi “piedi sotto la tavola”, massima gioia dei visitatori-pellegrini nella prima giornata, che è sempre la più dura. C’è anche Angela Pellicciari con noi.

Primo giorno.

 

Secondo giorno

Chi voleva, poteva alzarsi presto, saltare Messa e colazione, e andare al corpo di Benedetto XVI subito al mattino. Opzione non accolta.

Messa alle 7 nella nostra “parrocchia” di Santa Maria Maggiore, colazione in camera, tranquillo bus 64 con fermata a Sant’Andrea della Valle. Arriva Federica. Chiesa chiusa: un cartello fisso la segnala aperta dalle 7.45; un cartello posticcio la indica aperta dalle 10; il sito parla diversamente ancora…

Va beh, non è certo una chiesa chiusa che può mettere in imbarazzo una guida. Giriamo attorno a Palazzo Braschi, parliamo del Pasquino, di piazza Navona, dello Stadio di Domiziano,…

Chiesa chiusa anche alle 10, la guida telefona.

«Sa, abbiamo un problema con la porta. Apriamo quando riusciamo…»

«Ma avete le porte laterali!»

«Eh, sa, per le laterali non siamo autorizzati.»

Ok, ci trasferiamo al Museo Barracco: chiusa la casa romana nel seminterrato, ci concentriamo sul piccolo museo che tocca arte egizia, assira, cipriota, greca e romana. E forse altro che non ricordo.

Finalmente Sant’Andrea della Valle è aperto, e possiamo completare la mattinata.

«Così breve quest’anno, ci salutiamo già.»

«Eh, Federica. In estate facciamo 6 “pillole” invece di 4 visite, sembra tutto più lungo. E poi nel 2021 c’eri solo tu, Lara era in America»

«Comunque non è obbligatorio aspettare un anno. Se qualcuno capita a Roma, ci si può vedere a pranzo».

 

Da Benedetto

Dopo i saluti a Federica c’è da decidere se andare da Benedetto XVI.

Partono subito Angela e Carla.

Io esito quel tanto da perdere il loro bus 64. Aspetto il successivo, e mi segue solo la signora Laila.

Strana abbinata: io ho un palmarès di tutte le 15 edizioni (unico rimasto, dopo che l’amico Mauro ha dato forfait questa volta), Laila viene per la prima volta.

Mi dovrà marcare stretto. Non che uno possa perdersi a Roma (basta avere 20 euro o un bancomat, si chiama un taxi e si dice l’indirizzo), ma dosare i tempi di quando abbandonare l’impresa per rispettare l’orario del pomeriggio quello posso farlo solo io, Laila deve accodarsi.

La mia cuffia vistosa, col grosso pompòn, aiuta a tracciare la strada. La regola: rinunciare alla fila alle 14.05 se si vuole mangiare qualcosa; alle 14.25 se si accetta di saltare il pasto.

Angela e Carla non le vediamo, sapremo dopo che hanno rinunciato vedendo la fila.

Giovanni e Laila avanzano a forza di rosari. Strana fila, che viene fatta avanzare a blocchi di un centinaio di persone per volta. Con 3 Rosari siamo davanti alla salma. Pochi secondi, un momento da ricordare per sempre.

Sono le 13.45 circa; via a siluro verso le Fornaci, pizza al taglio da Cresci (seduti), alle 14.12 pago lo scontrino, bus 64 a due passi, alle 14.45 siamo a palazzo Braschi. Laila va a sedersi in Sant’Andrea della Valle, io scelgo un caffè.

 

Roma Medievale

Arriva Lara e si aggregano a sorpresa Simone & Chiara, coi 4 figli.

Utilissimi per abbassare l’età media del gruppo.

Palazzo Braschi non l’abbiamo mai visto. La mostra “Roma Medievale, il volto perduto della città” è di valore, e Lara sa narrare. Anche il resto del palazzo è ricco di curiosità interessanti (è il Museo di Roma, il Museo delle evoluzioni urbanistiche e non solo), ma comincia a prevalere la stanchezza.

Una stupenda visione di Piazza Navona di notte dall’alto, all’ultimo piano.

Messa solitaria per la Carla a Santa Maria Fuori Minerva, perché ha “toppato” la Messa del mattino.

E poi tutti a La Famiglia.

Per strada incontriamo una persona “fantasmagorica”. Io ho un vecchio cellulare Nokia a tasti tenuto insieme col nastro adesivo. Il socio Riccardo semplicemente non ha il cellulare. È venuto a Roma per il funerale, ha letto il nostro programma, ha stabilito che alle 18.45 ci avrebbe intercettati verso via Gaeta.

Sincronia perfetta: si unisce lungo la strada e cena con noi.

Secondo giorno.

 

Terzo giorno, il funerale

L’alzata presto senza colazione non gusta, ma bisogna farla. Rimediamo con un po’ di colazione al bar e partiamo col bus 64 alle 6.45 circa. Un secondo gruppo partirà un’ora dopo, ben nutrito in camera.

Il viaggio in bus è velocissimo, ma la coda d’attesa a San Pietro si è già formata, com’era ovvio.

Comunque è tutto fatto in tempi ragionevoli e la fatica non è eccessiva. Riusciamo ad arrivare alle mitiche sedie. Che stavolta però sono comode & fradice: c’è nebbia, il Cupolone non si vede, la nebbia ha bagnato le sedie in profondità.

Via coi fazzolettini, poi faccio una specie di cuscino con fazzolettini + fascicolo delle carte di Roma + fazzoletto di stoffa. Bavero alzato alzato alzato; cuffia tirata tirata tirata; mascherina covid a fare da passamontagna.

Sentirò freddo per tutta la celebrazione. Freddo esterno però. Dentro mi sento molto caldo.

Tutta questa gente è qui perché vuole bene a Benedetto XVI. Non ci sono richiami mediatici in grado di farti fare questo sforzo. Le uniche delegazioni invitate sono Italia e Germania, per il resto qualche capo di Stato o Sovrano a titolo personale. Tanti i sacerdoti.

L’omelia di Papa Francesco è stata freddina? Diciamo che non è stata scoppiettante. Ma, sono sincero, la solennità era data dalla compostezza della folla.

Il sole accenna ad uscire, ma non ce la fa. Chiudiamo nel freddo. E chiudiamo con il “Santo subito”, gridato da una persona a due passi da noi, ripreso anche in TV.

Grido stonato. Non che non sia vero. Per noi Benedetto XVI è il (non)beato Benedetto XVI. Ma il grido non era il suo stile.

«Fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II i signori cardinali hanno eletto me un semplice, umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere nella gioia del Signore risorto, fiduciosi del suo aiuto veramente andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà, Maria sua Santissima Madre sta dalla nostra parte. Grazie.»

Probabilmente Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano odiati allo stesso modo dal mondo. Ma con Giovanni Paolo II c’era la faccenda della Polonia, dell’anticomunismo, del muro di Berlino lì lì per cadere. E poi l’attentato del 1981, la gita sulla neve assieme a Pertini, le folle oceaniche, i viaggi senza sosta, le Giornate della Gioventù, il Grande Giubileo del 2000… Era difficile trovare un appiglio per l’attacco frontale.

Con la mitezza di Benedetto XVI era come sparare sulla Croce Rossa.

E del resto basta un confronto emblematico:

  • il 17 maggio 2003 l’Università La Sapienza conferisce la Laurea “Honoris Causa” in Giurisprudenza al Santo Padre Giovanni Paolo II;
  • il 17 gennaio 2008 Benedetto XVI non può parlare all’Università La Sapienza.

Benedetto XVI era un uomo abituato a soffrire. Imparò l’obbedienza dalle cose che patì. Santo subito per noi che creiamo i (non)beati. Santo con calma nella realtà. Intanto sta nella tomba che fu di Giovanni Paolo II. E sta sulla mia scrivania assieme alla (non)beata Corbella, alla (non)beata Enrichetta, alla (non)beata Carlotta.

Freddo!

Che freddo, mamma mia.

Una rapida pedalata da Cresci alle Fornaci, gruppo in cerchio a scaldarsi con cappuccini e tisane. C’è anche don GiusePPe, che ha concelebrato nel funerale. Poi la voglia di stare al caldo trasforma il cappuccino in un pranzo. Peschiamo pizze al taglio variegate e restiamo lì, nel tavolo rotondo.

C’è il tempo per tornare in albergo per un riposino.

Nel pomeriggio il freddo è cessato. Un pomeriggio tranquillo.

Bus 64, fermata ospedale Santo Spirito in Sassia, Coroncina della Divina Misericordia in Santo Spirito in Sassia; acquisto di oggetti.

C’è l’attesa per la riapertura di San Pietro, chiusa per le sistemazioni post funerale; nel frattempo si uniscono ancora Simone & Chiara, e i 4 figli.

Alle 16.30 ingresso rapido in San Pietro, perché siamo tra i primi; prelevo al Portone di Bronzo i biglietti per il 6 gennaio, anche se non ci saremo: meglio non fare la figuraccia. Regaliamo 2 biglietti a una coppia di Udine che non sa come fare.

Grazie a Simone, incontriamo il reggiano mons. Tiziano Ghirelli; ci fa un inquadramento di San Pietro e ci fa visitare qualche punto saliente. C’è un’ora a disposizione, niente di più.

Mi stacco dalla visita per una confessioni “rapida” (meglio non mancare la confessione durante un pellegrinaggio). Rapida perché un confessore polacco che parla italiano non si perde in lunghi discorsi. Alla fine mi dà un santino: mi aspetto San Giovanni Paolo II, invece è Paolo VI.

Apertura tardiva di San Pietro + imprevisto di don Ghirelli, fatto sta che è tardissimo: ci portiamo alla fermata del bus 64, ma poi per una volta scegliamo il taxi.

Ci ritroviamo con chi ha fatto il pomeriggio libero, e ceniamo in gruppo all’immancabile La Famiglia; si uniscono don GiusePPe e Elena “quella del Risatom”.(7)

Terzo giorno.

«Sembra di essere qui da un mese…». Cristina dixit, durante la cena.

 

Quarto giorno

Sveglia alle 6, valigie, Messa festiva alle 7, colazione alle 8 o alle 8.15. Considerati gli inevitabili ritardi della colazione servita in camera, mi sembra impossibile arrivare alle 9.15 a San Crisogono per l’appuntamento con la guida. Annuncio 15 minuti di ritardo.

Ma mi sbaglio, perché ci comportiamo come orologi, il mattino dell’Epifania Roma è deserta, e arriviamo a San Crisogono alle 9.14, addirittura con 1 minuto di anticipo. C’è tempo per un caffè. E per far arrivare in tempo Simone, Chiara e i figli.

Illustrazione generale di Trastevere e dello squarcio di Viale Trastevere, poi tranquilla passeggiata verso Santa Maria in Trastevere (transita Andrea Riccardi), salita a San Pietro in Montorio e visita, concentrati su Sebastiano Del Piombo. Lara inserisce Isaia nella Trasfigurazione, ma Giuseppe è pronto a correggere in Elia. Per il resto è perfetta.

Reminiscenze scolastiche all’ossario del Risorgimento, poi arriviamo alla bellissima Mostra dell’Acqua Paola. Passati al Belvedere del Gianicolo, tutta Roma è ai nostri piedi, ed è tutto un additare il noto e l’ignoto. Finché il colpo di cannone del mezzogiorno ci fa sobbalzare.

Scolliniamo dalla parte opposta, verso San Pietro. Qualche minuta gocciolina durante la discesa consiglia di sbrigarci, ma non succede niente.

Un saluto a Lara che parte per l’America e via col solito 64. Stavolta non abbiamo fretta perché, saltato il pranzo concordato per le 12.15, c’è da aspettare le 13.40; c’è tempo per transitare dall’albergo (bisogni e saldo dei conti) e poi… “piedi sotto la tavola”.

Stiamo benissimo, siamo stanchi e contenti, si mangia bene, si beve, il gruppo si è amalgamato. Mancia fuori standard al cameriere. L’orario ci pensa da solo a cancellare la Scala Santa del pomeriggio. Ci accontentiamo del Rosario sotto l’Estasi di Santa Teresa, indicandola presente in Santa Maria della Pace(8) (è l’alcool che parla al mio posto?), mentre è in Santa Maria della Vittoria, a pochi passi.

A piedi all’albergo, un aperitivo offerto dal “capo” Lauro, per sostituire la cena.

Un arrivederci, e poi in stazione: treno in blando ritardo poi recuperato, viaggio tranquillo e sonnolento, pullmino ad attenderci.

Poi i giorni dei conti e dell’archiviazione.

 

Premio fedeltà

Era una visita che non si doveva fare, erano passati solo 5 mesi dalla precedente. Invece si doveva fare a tal punto che Benedetto XVI ci ha messo il timbro.

E, in qualità di partecipante con 15 bollini (seguono Angela e Mauro con 14, Carla e Maria Luisa con 13) ho avuto una sorta di “Premio Fedeltà”: ho organizzato la partecipazione alle esequie di Benedetto XVI senza volere. E sono tanto contento, perché gli ho proprio voluto bene. Anzi, gli voglio bene, perché i morti sono vivi.

Poi la stamperia vaticana ci ha messo un altro timbro: per la copertina del libretto delle esequie hanno scelto la Deposizione dipinta dal “mio” Caravaggio(9).

Insomma, anche un funerale può essere un regalo.

Con gli amici. Con una folla composta e partecipe. Col freddo che ti tiene vigile. Con la convinzione che nella bara non c’è un mucchietto d’ossa, ma c’è il (non)beato Benedetto XVI, Joseph Aloisius Ratzinger, 16 aprile 1927 – 31 dicembre 2022.

Grazie, Santità.

E dia una mano dal cielo ai nOmismatici, che devono completare la dottrina dei Princìpi Non Negoziabili.

 

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

 

 

NOTE

  • 12.2007-02.01.2008 la prima volta. Poi 3-6 gennaio 2009. Saltato il 2010, si fa sempre 3-6 gennaio fino al 2020. Bloccati nel gennaio 2021 e 2022 per il covid, si fanno due edizioni estive: 3-6 agosto 2021 // 31.07-02.08.2022.
  • Per 11 volte siamo andati in pullman, con numeri di partecipanti da 22 a 32, 27 di media. In treno e bus l’organizzazione cambia totalmente, e non andrei mai sopra le 16 presenze.
  • In sintesi, danno per scontato che dal 3 al 6 gennaio ci siamo noi. Covid permettendo.
  • Federica e Lara sono le nostre guide. arttur.it
  • Incontrammo da viva Enrichetta Beltrame Quattrocchi il 5 gennaio 2012, in casa sua, grazie a Gabriella Poppi. Aveva quasi 98 anni e morì il 16 giugno dello stesso anno. Il 5 gennaio 2020 andammo a cercare la sua tomba al Verano: una fatica improba, una tomba dall’aria abbandonata. Poi, nel giugno 2021, viene traslata nella Cappella di San Pio X in Santa Prassede, ossia alla distanza dei soliti 5 minuti a piedi dal nostro albergo. Una visita è d’obbligo. E le grazie da chiedere sono tante.
  • Nell’estate 2022 mi rubarono il portafoglio, molto ricco. Vedere il Samizdat n.34 “Cronache di un pellegrino romano. Tra amici, ladri & nOmismatici”, 26 agosto 2022.
  • Vedere il Samizdat n.33 “Risatom. Versione sammartinese del Ceratom di Guareschi”, 18 agosto 2022.
  • Santa Maria della Pace era stata citata da Lara in mattinata, per gli affreschi di Raffaello.
  • Sono una “capra artistica”, ma amo i racconti di arte, e amo un pittore in particolare, Caravaggio.

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