Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, un Paragone Inesistente. Porfiri.

10 Gennaio 2023 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione questi riflessioni su due grandi protagonisti della Chiesa dei nostri tempi. Buona lettura.

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Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, un paragone inesistente

Non è sorprendente che su Benedetto XVI ora si scriva e si parli moltissimo. Ci sono coloro che ne devono parlare bene a prescindere perché è morto. Io capisco che nel momento del trapasso è difficile trovare parole per descrivere il defunto, ma a me ha sempre molto infastidito ascoltare ai funerali di persone non proprio irreprensibili (come molti di noi, sia detto in onestà) panegirici degni di un san Francesco d’Assisi. Vorrei dire che io reputo Benedetto XVI una persona di grandissimo valore intellettuale e che ha fatto molte cose buone. Inoltre era una delle persone più gentili che mi sia stato concesso di incontrare. Detto questo, io credo che una valutazione onesta sulle luci e ombre della sua vita intellettuale non possa che farci vedere questo grande uomo in una luce più autentica.

Ma accanto ai resoconti un po’ untuosi di certa stampa che fino al giorno prima sbavava appresso “la novità del presente Pontificato”, ci sono coloro che ne parlano male a prescindere. Per esempio Spiegel International, propone un articolo in lingua inglese (e apparso su Der Spiegel in lingua tedesca) chiamato Ratzinger’s Dark Legacy (https://www.spiegel.de/international/zeitgeist/catholic-church-in-crisis-ratzinger-s-dark-legacy-a-5b63b2c6-2fb7-47c6-92e0-d41cb202fae7) del giornalista Felix Bohr. Intanto c’è da dire che l’autore, Felix Bohr, è probabilmente più un accademico che un giornalista: ha studiato storia e teologia cattolica a Berlino e a Roma, fino al conseguimento di un dottorato. Eppure, malgrado le sue qualificazioni accademiche, non riesce proprio a mantenere quel minimo di distacco che renderebbe le sue critiche più significative. Apre il suo articolo con un paragone assurdo fra le celebrazioni per i funerali di Benedetto XVI e quelli di Giovanni Paolo II, ma vediamo cosa ha detto: “L’ondata di pellegrini che scese su Roma fu di grandezza biblica. Quando nell’aprile del 2005 la salma di Papa Giovanni Paolo II fu portata nella Basilica di San Pietro, decine di migliaia di fedeli presero parte al corteo funebre. Molti di loro piangevano mentre altri cantavano inni di chiesa, con applausi che scoppiavano ripetutamente. Più di un milione di persone hanno reso l’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II mentre il suo corpo giacente era esposto ai fedeli. Più di recente, nemmeno 200.000 fedeli sono passati mentre giaceva, esposto ai fedeli, il corpo del Papa emerito Benedetto XVI – Joseph Ratzinger. Solo circa 50.000 persone sono venute per il suo funerale giovedì scorso. L’interesse per l’evento è stato piuttosto limitato anche in Germania, anche se Benedetto è stato il primo leader tedesco della Santa Sede in 482 anni. A dire il vero, Benedetto XVI non è mai stato così popolare come il suo predecessore. Ma la sua mancanza di carisma è solo una delle ragioni del relativo disinteresse, sia in Germania che nel resto del mondo cattolico, per il papa defunto” (mia traduzione).

Ora, anche volendo attenerci ai numeri forniti da Bohr (anche se stime fornite da altre fonti danno a 60.000 il numero delle persone presenti al funerale di Benedetto XVI), credo il paragone è inesistente per vari motivi.

  1. Giovanni Paolo II è morto come Papa regnante e Benedetto XVI come Papa emerito.
  2. Giovanni Paolo II ha regnato per quasi 27 anni contro gli 8 anni scarsi di Benedetto XVI.
  3. Giovanni Paolo II si aggravò due mesi prima della sua morte, con tutto il battage mediatico che ne conseguì. Abbiamo avuto notizia dell’aggravamento di Benedetto XVI solo 3 giorni prima della sua morte.
  4. Per Giovanni Paolo II il corpo è stato esposto ai fedeli per 4 giorni mentre per Benedetto XVI solo 3 giorni.

Inoltre, è importante rilevare che i due erano così diversi per carisma ma credo errato dire come Bohr che Benedetto XVI mancava di carisma rispetto a Giovanni Paolo II. Il Papa polacco, come si diceva allora, era una Pope star, un trascinatore di folle, aveva un forte carisma mediatico. Joseph Ratzinger aveva un carisma intellettuale che certamente attrae meno persone. Per questo i due potettero lavorare così bene insieme, erano complementari.

Ma Bohr rende più esplicito nel seguito dell’articolo il motivo di tanto livore, che sarebbe da collegare al fatto che la Chiesa non offre più visibilità alle donne al suo interno e che non sia più aperta verso gli omosessuali. Io credo che alle donne vada dato lo spazio che a loro compete nella Chiesa (non più donne o meno donne che comandano), del resto come agli uomini. Credo sia bene che si possa fare tesoro delle virtù straordinarie che le donne, in quanto donne, possono fornire alla vita della Chiesa, perché esse, come nel caso dei Papi di cui sopra, sono diverse e complementari con quelle degli uomini. Quindi l’idea non dovrebbe essere le donne al posto degli uomini, ma esaltare il carisma del tutto specifico e proprio alle donne.

Per l’omosessualità il discorso è stato più volte affrontato. Il giudizio della Chiesa sui comportamenti omosessuali tutti lo conoscono, ma sempre si distingue tra comportamento omosessuale e persona omosessuale. Le persone con tendenze omosessuali vanno trattate ovviamente con grande amore e rispetto, sono figli di Dio come noi tutti. La Chiesa quando condanna i comportamenti non intende condannare le persone, anzi intende salvarle, è come il medico (e infatti uno degli attributi con cui Gesù era conosciuto già in sant’Agostino come Christus Medicus) che ti dice di non bere troppi liquori, pure se ti piace tanto, altrimenti ti viene la cirrosi epatica. Io credo si comprenda come a queste persone con tendenze omosessuali e che vogliono rimanere cattoliche si chiedano sacrifici molto grandi. Io credo anche per i Papi deve essere molto duro dover essere severi in questi casi, ma questo ci dice anche una cosa importante: il Papa deve custodire la dottrina e il gregge a lui affidato, non è un leader qualunque che può fare e disfare le cose a suo piacimento.

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9 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Vorrei proporre all’attenzione di tutti gli Stilumcuriali (ma anche al M° Porfiri, al Generale Laporta, alla Signora Benedetta De Vito, a R.S., ecc..) questo imponente articolo del giornalista John Waters, scritto il 1° gennaio 2023.
    Credo sia lo scritto più profondo, ampio e veritiero riguardo la figura di Papa BXVI: a mio avviso l’unico, per ora, a riportarci sull’eredità di Ratzinger, che è poi l’unica cosa che conta…
    Questa è pressapoco la “omelia” che attendevo e chissà che il nostro Tosatti non rilanci quanto Waters ci ha voluto comunicare.

    https://www.sabinopaciolla.com/addio-papa-dei-papi/

  • Sentinella pelo nell' uovo ha detto:

    Nessuno e’ esente da sbagli ma visto che qui se ne parla…

    Ricordo una nota sull’accesso delle persone omofile (cioè omosessuali caste) al sacerdozio per me, offensiva.

    Si diceva che chi ha tendenze omosessuali “non e’ in grado di rapportarsi correttamente con uomini e donne”. Starebbe a chi ha stilato la nota spiegare cosa vuol dire.
    La nota non era retroattiva. Ben sappiamo che la chiesa- prima della nota- faceva entrare omofile. Alcuni, conosciuti, han confessato.

    E allora? Sono malati mentali? E i loro atti di governo della chiesa che valore hanno?

    PS: non sono omosessuale ma mi son sempre STUPITO di come le associazioni gay abbiano bypassato quella nota che colpisce chiunque ha quelle tendenze ed e’:- va da se’- contro la scienza ufficiale. Se serve cerco il link.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Sono totalmente d’accordo con il maestro Porfiri, sopratutto per quanto riguarda il carisma proprio alle donne. A questo proposito penso che la riflessione, nell’ambito teologico, non dovrebbe essere lasciata in mano alle teologhe moderniste, deputate a fare tanti danni quanto gli uomini. Anzi di più, poiché molto si è scritto e detto per confutare i vari Rhaner, Kung e compagnia cantante, nulla appare per le teologhe donne. È cosa quanto meno imprudente. Vi sono gli scritti di un grande Dottore della Chiesa come Santa Edith Stein, e di una laica del livello di Alice von Hildebrand, dai quali partire per una riflessione che, data la situazione generale, mi sembra urgente. Butto lì questa piccola “provocazione”, sperando che venga accolta non tanto come, appunto, provocazione ma come possibile progetto.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Aggiungerei un quinto punto:

    Lo sterminio della fede avvenuta in quest’ultimo decennio…

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    In linea di massima, apprezzo la riflessione di Porfiri ma vorrei puntualizzare un solo concetto: tutti siamo creature di Dio, non figli.
    E’ il Sacramento del Battesimo che ci rende figli di Dio!
    Mi chiedo quanti siano consapevoli e vivano poi con consapevolezza questo inestimabile dono: essere figli di Dio ci vota a comportarci da tali!
    Detto questo, ad ognuno le proprie conclusioni sulla porzione di Storia che viviamo…

    Colgo l’occasione per augurare al m° Porfiri un santo 2023 fecondo di ogni grazia e pieno di celesti ispirazioni da condividere!

    • Sentinella ha detto:

      Ed essere un figlio di Dio degenere non potrebbe essere un aggravante. Mentre una creatura non potrebbe salvarsi con le opere?

      • OCCHI APERTI! ha detto:

        La Parola di Dio, il Vangelo parla sempre chiaro, cara Sentinella.

        – “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.”

        A Dio ogni giudizio!

        Un caro saluto e buona prosecuzione.