Benedetto alla Luce di Alcune Profezie. Riflessioni di Boccacci e Russo.

10 Gennaio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Rosanna Maria Boccacci e Sergio Russo, due amici fedeli di Stilum, a cui hanno contribuito in passato con diversi articoli, offrono alla vostra attenzione queste riflessioni sulla scomparsa di Benedetto vista alla luce di alcune profezie. Buona lettura.

§§§

 

CERTE PROFEZIE SI COMPRENDONO

SOLO QUANDO ESSE SI AVVICINANO AL LORO COMPIMENTO:

BENEDETTO HA RETTO LA CHIESA DAL 19 APRILE 2005

AL 31 DICEMBRE 2022, E ADESSO COSA CI ASPETTA?

 

(Dedicato a Titta)

 

Soltanto la profezia riesce ad essere il vero faro nella notte, capace di illuminare il buio della storia, in grado di diradare le tenebre del non senso.

 

«… Come i sommi sacerdoti e i nostri lo hanno consegnato

per farlo condannare a morte e poi lo hanno crocifisso.» […]

«Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!…»

(I discepoli di Emmaus, in Lc 24,13-35).

 

La profezia di San Malachia sui Sommi Pontefici, che si sarebbero succeduti al soglio di Pietro, proprio a partire dall’epoca in cui visse quel santo prelato, Arcivescovo di Arnagh, oltreché venerato maestro dallo stesso San Bernardo, di cui in seguito ne scrisse la vita: è un elenco dunque, a partire da quei tempi sino… alla fine dei tempi, e tale profezia è sempre stata tenuta molto in considerazione nella Santa Chiesa Cattolica. Basti pensare che – solo due esempi fra tanti – all’indomani dell’elezione di Giovanni XXIII, sulla prima pagina de L’Osservatore Romano, fra i titoli dedicati all’avvenimento, campeggiava anche la scritta PASTOR ET NAUTA; oltre al fatto che pure Papa Pacelli, Pio XII, ritenesse sé stesso essere il PASTOR ANGELICUS, un altro motto presente in quella famosa lista…

 

Approfittiamo quindi di fornire i restanti quattro motti, che individuano appunto i corrispettivi papi:

  1. FLOS FLORUM: Paolo VI;
  2. DE MEDIETATE LUNAE: Giovanni Paolo I;
  3. DE LABORE SOLIS: Giovanni Paolo II;
  4. GLORIA OLIVAE: Benedetto XVI.

E dopo?

Aggiungiamo adesso una parte importante che riguarda la nota Apparizione Mariana di Garabandal (18 giugno 1962-13 novembre 1965) – definita molto opportunamente la “Fatima spagnola” – confermata questa da santi del calibro di un San Pio da Pietrelcina e da Santa Teresa di Calcutta, Apparizione che in modo misterioso si lega proprio all’elenco dei Sommi Pontefici compilato da San Malachia.

Secondo il messaggio di Garabandal appunto, alla morte di Giovanni XXIII, avvenuta nell’anno 1963 e durante la medesima Apparizione in corso, Conchita rivelò che si sarebbero succeduti soltanto altri quattro Papi (quelli appena riportati con il loro relativo motto) sino alla “fin de los tiempos”.

Se confrontiamo quindi la “fine dei tempi” (come descritta dalla Vergine) con la lista di San Malachia, osserviamo che l’ultimo Papa prima della “fine dei tempi” corrisponde al motto “Gloria olivae”.

 

Tuttavia, fin qui, non abbiamo fatto altro che riportare notizie, di cui diversi di voi, stimati Lettori, ne siete già a conoscenza… è dunque lecito porsi la domanda: «Quale sarebbe allora la novità che tale articolo vuole comunicare?»

Ebbene, in questo caso seguiamo il padre Juan Manuel Igartúa, studioso di Garabandal, ed il suo libro El Enigma de la Profecia de S. Malaquias sobre los Papas.

Secondo tale studio la disposizione tipografica originale del Lignum vitae (pubblicato dal monaco benedettino Arnold Wion, a Venezia nel 1595), mostra quei singoli motti sempre separati da un punto e da un accapo. Ragion per cui, dopo Gloria olivae vi sarebbero ancora due motti, e non uno solo, come si è sempre creduto!

Per chiarezza visuale, a partire dal succitato motto:

111°. Gloria olivae. (= Benedetto XVI);

112°. In persecutione extrema S.R.E. sedebit. (Nella persecuzione ultima della Santa Romana Chiesa siederà.)

113°. Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus, quibus transactis civitas septicollis diruetur, & judex tremendus judicabit populum suum. Finis. (Pietro Romano, il quale pascerà le pecorelle tra molte tribolazioni: passate le quali, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. Fine.)

Questa disposizione tipografica è chiaramente visibile nel testo originale del 1595, a pagina 311, ergo il motto: «Nella persecuzione ultima della Santa Romana Chiesa regnerà (siederà).», dovrebbe indicare un “altro personaggio specifico”, ben distinto dal successivo «Petrus Romanus». E qui è bene ricordare, per inciso, che nella lista di San Malachia vengono riportati anche motti che individuano Antipapi, i quali si sono avvicendati da quell’epoca sino ad oggi.

Le ragioni che suffragano la suddetta tesi sono fondamentalmente tre:

– perché il motto termina con un punto fermo («sedebit.»);

– perché dopo il punto c’è un accapo (nuova riga, a capo, nuovo motto);

– il rientro: il “-ma” della parola «extre-ma» è spostato più a destra, indicando così un paragrafo diverso da quello con «Petrus».

Ed inoltre, quella sporgenza che dà rilievo alle parole «Petrus Romanus», sembra proprio indicare essere un motto, ben distinto dall’altro «In persecutione.».

Ebbene, questa ipotesi interpretativa, che trova origine nella disposizione tipografica del libro stampato nel 1595, si è scoperto non essere una semplice suggestione da “lettore moderno”, ed infatti, in una successiva edizione del 1598, realizzata appena tre anni dopo, dal padre Roberto Rusca, cistercense, che ripubblica a sua volta quella lista, gli ultimi due motti sono ancora presentati come chiaramente distinti, sebbene il libro sia stampato con un’altra e diversa composizione tipografica. Ne consegue che, ben lungi dall’essere una semplice impressione o suggestione da “lettore moderno” è, viceversa, una vera separazione tra due paragrafi diversi.

 

Riassumendo, dopo il motto «Gloria olivae», vi sono altri due motti, secondo l’accurato studio di padre Juan Manuel Igartúa:

  1. In persecutione. extrema S.R.E. sedebit.
  2. Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus, etc.

Quindi, assodato che «Gloria olivae» sia Benedetto XVI, Bergoglio è individuato dal motto: «Nella persecuzione estrema [o ultima] della Santa Romana Chiesa [egli] siederà.». Ma è soltanto dopo questi che vi sarà il successore “Pietro Romano”, colui che vedrà il giudizio di Dio, cioè il grande castigo (non lui personalmente, che forse morirà prima). In ogni caso quello non sarà la fine del mondo, come affermano le veggenti di Garabandal.

E, Conchita in particolare, precisa che (in una confidenza rilasciata a Madre Marìa de las Nieves Garcìa) la sequenza dei papi di San Malachia si ferma a Benedetto XVI e che, dopo la sua morte, vi è come una larga strada vuota, libera, senza nulla, senza alcun papa«No hay nada. Ningun Papa…» – confermando una volta di più, secondo alcuni studiosi, che fino al 31 Dicembre del 2022, la Sede è rimasta impedita, mentre adesso sì, che a partire dal primo Gennaio, la Sede è ora totalmente vacante!

Pertanto, proprio questo periodo, appena iniziato all’indomani della morte di Benedetto XVI, è quel che ci aspetta oggi, poiché è venuto a mancare il “parafulmine”, o meglio il katechon, e tale periodo – ahimè – è appunto: la grande persecuzione alla Chiesa, concessa in visione alle quattro veggenti dalla Santa Vergine, periodo transitorio fino all’Avvertimento (e che ferma temporaneamente la “Grande Tribolazione”).

 

   Petrus Romanus allora, non può essere: né un gruppo di papi, né un antipapa.

   Petrus Romanus è quindi un vero papa – singolo – Buon Pastore, che subisce le persecuzioni sino alla fine, ma guida il gregge fra molte tribolazioni («pascet oves in multis tribulationibus», pascerà il gregge fra molte tribolazioni).

Proprio come ha fatto Benedetto che, ben lungi dall’aver abbandonato il gregge in mano ai lupi, si è solo ritirato “strategicamente” o, ancor meglio, si è fatto di lato, in modo che i “veri lupi”, travestiti da agnelli, si palesassero e venissero allo scoperto, per essere riconosciuti da tutti coloro che “hanno occhi per vedere e cuore per intendere”.

Il falso pastore, al contrario, è solo un mercenario, a cui non importa delle pecore, e che lascia entrare i lupi, anzi, addirittura li invita, proprio come fa Bergoglio.

Ma come si spiega, visto che San Malachia ha dato un motto persino agli antipapi di quel tempo, in questo caso invece, il 112° non lo riporta come tale?

Personalmente pensiamo che, rispetto a Bergoglio, persino quegli antipapi del passato avessero, seppur negativa, però in certo qual modo una loro… “dignità”!

In questo senso è bene ricordare che “papa Francesco” in realtà non esiste, mentre vi è, al suo posto, semplicemente un “vescovo vestito di bianco”, che si oppone al vero Santo Padre, come ci ha lasciato intravvedere il Terzo Segreto di Fatima, e come il “sensum fidei” dei veri credenti suggerisce loro, in verità e giustizia, parlando al cuore di ognuno di essi, oltreché per ultimo testimoniato pure dalle lunghe file dei fedeli, che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Benedetto XVI.

Il particolare più importante che emerge dalla profezia tuttavia, è che lui, “Petrus Romanus”, fra tutte le tribolazioni che subirà, vedrà anche la distruzione di Roma. E questo indizio lo troviamo in molte altre profezie (per esempio in don Bosco) e ciò è molto indicativo…

Da notare ancora che, l’intervallo di tempo iniziato con la “rinuncia/declaratio” di Papa Benedetto XVI – e sono già trascorsi quasi 10 anni – è quasi una sorta di “anticamera” della Fine dei Tempi: un tempo concesso da Dio per dare all’umanità occasione di pentimento e di preparazione, sia all’Avvertimento che alla Grande Tribolazione.

«Mentre continuavamo a vedere la Vergine [durante la prima notte delle grida], abbiamo visto una grande moltitudine di persone che soffrivano intensamente e urlavano terrorizzate. La Beata Vergine ci ha spiegato che questa grande tribolazione, che non era ancora il Castigo, sarebbe venuta perché sarebbe arrivato un tempo in cui la Chiesa sarebbe stata sul punto di perire. Sarebbe passata per una terribile prova. Abbiamo chiesto alla Vergine che cosa fosse questa grande prova e Lei ci ha detto che era “Comunismo”.» (Mari Loli).

 

Concludiamo adesso con quello che a noi pare essere stato il lascito spirituale di Benedetto XVI per affrontare questi nuovi tempi che ci attendono. E tale messaggio egli, da vero Buon Pastore del gregge di Dio a lui affidato, ce lo ha lasciato nelle letture della santa Messa esequiale, poiché è stato Benedetto stesso ad averle appositamente scelte.

Benedetto ci ha dunque parlato prima attraverso il Vangelo, facendoci capire che anche se l’attuale situazione da tutti percepita pare (ed è) altamente drammatica: «In quel tempo, uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”… Era verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato.», ma tutto ciò ha ottenuto l’effetto che «il velo del tempio si squarciasse a metà», separando così la falsa chiesa dalla vera Chiesa; pur tuttavia, con l’apostolo Pietro, ci assicura che dobbiamo «benedire Iddio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai mortiin vista della salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi. », e quindi noi «siamo ricolmi di gioia, anche se ora dobbiamo essere un po’ afflitti da varie prove, poiché il valore della nostra fede, molto più preziosa dell’oro che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a nostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo [l’imminente parusìa, o ritorno del Signore]: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora, senza vederlo, credete in Lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.», ed infine ci ricorda ancora, per mezzo del profeta Isaia, che «udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo di Israele

Ma incredibilmente continua, quel medesimo testo, svelando: «Ché il tiranno non sarà più, sparirà il beffardo, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla.»!

Ringraziamo tutti coloro che avranno aperto mente e cuore per comprendere ciò che sin qui è stato scritto.

 

Rosanna Maria Boccacci e Sergio Russo

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16 commenti

  • Carmela ha detto:

    A Massimo Trevia dico che io credo a quello che lui ha sentito e provato. Non tutti sono in grado di vedere la realtà! Abbiamo fiducia in Dio!

  • mario mancusi ha detto:

    L’articolo è stato ampiamente copiato
    https://www.ducadeitempi.it/2022/12/unipotesi-sul-petrus-romanus-di-san-malachia/
    Sarebbe corretto almeno citare la fonte di chi ha fatto realmente l’articolo,
    Grazie

    • Sergio Russo ha detto:

      Un amico di cui mi fido, e che ogni tanto mi manda dei file in word, dagli spunti sempre molto interessanti, me ne mandò appunto uno qualche tempo fa: gli chiesi se potevo usarlo come materiale per un prossimo e possibile articolo, e mi rispose che sì, non c’era alcun problema: cosa che poi effettivamente ho fatto.
      Ringrazio dunque l’amico Mario Mancusi per averne individuato la fonte precisa.

  • Lucis ha detto:

    “Profezia” tra serietà e sarcasmo:
    FRA’ PIETRO da Morrone, fu eletto papa scegliendo il nome di CELESTINO (V);
    FRA’ CELESTINO dei Minutelliani diverrà l’ultimo papa facendosi chiamare PIETRO (II)
    Il ”romano” che vedrà la distruzione di Roma.
    Dio potrebbe avere il senso dell’umorismo.

  • Massimo trevia ha detto:

    Lo ho forse gia’ detto,ma quando vidi Bergoglio appena eletto sul famoso balcone,vidi dietro di lui un lampo nero e nella mia mente lessi”chi e'”?E immediatamente,come risposta lessi:”non e’il papa…E’ uno vestito da papa”! Saro’ pazzo,ma mi successe questo,e avvenne in circa 2 secondi.E ora aspetto qualche insulto bergogliano di cui me ne freghero’.

    • Cattolico psichedelico ha detto:

      Secondo me avevo mangiato i funghetti allucinogeni. E ti invidio perché vorrei fare la stessa esperienza… 🙂

    • Sentinella ha detto:

      Credo a Massimo Trevia. Cioe’ ascolto tutti. Bisogna vedere ora. Da cosa penso io sia Wojtila che Ratzinger sono attaccabili pure da morti sul punto di vista morale. Bergoglio stara’ meditando di parlare ?

  • miserere mei ha detto:

    Postilla: Petrus Romanus nell’annuario pontificio si è tolto il titolo di vicario di Cristo (che è l’essenza del munus). Dato che comunque veste e si atteggia da Papa, agendo il ministerium, la sede è vacante come munus e piena come ministerium. I tempi a livello globale sono sufficientemente cupi (specialmente per la Chiesa in termini di crollo delle vocazioni e della pratica religiosa, confusione dottrinale, asservimento al mondo, vizi, lassismo etc etc).

    De gloria olivae ha operato per perseguire l’obiettivo primario del vicario di Cristo: evitare uno scisma.
    Viceversa la gestione ministeriale attuale, quanto mai divisiva. Alla fine la Roma papale, questa Roma, ne resterà distrutta, in modo sanguinoso soprattutto per il dolore che recherà a chi verserà con Cristo il suo sangue salvifico. I nemici ne godranno molto.

    Questa strana Chiesa farà un outing irriguardoso, ostentato.
    Ma non durerà molto. Dio ha altri progetti.
    I suoi sono eterni.
    Così si ricostruirà con altri criteri.

  • miserere mei ha detto:

    Interessantissimo.

    Se gli autori (Russo e Boccacci) ne avranno tempo e voglia, vorrei un parere su questa mia congettura (non è altro).

    La frase isolata (In persecutione extre-ma S.R.E. sedebit.) è con il verbo futuro. Non potrebbe essere il destino di “De gloria olivae”, Benedetto XVI? La frase è disallineata rispetto alla lista dei Papi. Cioè interrompe una “routine” per introdurre uno “stato di eccezione”.

    La traduzione italiana del verbo latino sedeo ha alcuni significati interessanti: oltre al logico “siederà”, anche un “starà fermo nell’accampamento” (in terminologia militare) oppure semplicemente “resterà inattivo”, cioè (nel caso specifico) senza ministerium. Poi c’è anche un significato figurato di “rimarrà impresso”.
    Tutte cose che si adattano alla seconda parte del pontificato di De gloria olivae – Benedetto XVI, il quale ha oggettivamente subito una persecuzione estrema (curiale, prelatizia, interna alla Chiesa, la peggiore, come disse a Fatima nell’ultima occasione in cui vi si recò).

    Adesso De gloria olivae è morto. La Sede che era impedita (inattiva) è diventata vacante.

    O meglio: c’è Petrus Romanus, cioè un pontefice che enfaticamente si è sempre autodefinito Vescovo di Roma. Ed è con lui, con lui solo (senza più De gloria olivae a concludere il “tempo di prima”) che si giunge alla resa dei conti. Finis.

    Non la fine del mondo, ma i cosiddetti tempi ultimi, quelli esplicitamente ammessi dal Catechismo postconciliare ai paragrafi 675-676-677.

    Poi cambieranno molte cose…
    Il come non è affar nostro.
    Quando accadrà, il Signore troverà ancora fede sulla terra? Da che parte starà ognuno di noi?
    Grazia/misericordia e giudizio/giustizia non si escludono affatto.
    La speranza è necessaria per vivere con fede la prova.
    Le porte degli inferi non prevarranno: non è poco!
    Non sta in piedi anche così?
    Grazie per l’attenzione.

  • Cristiana Cattolica ha detto:

    Carissimi Rosanna Maria Boccacci e Sergio Russo, grazie per questo vostro ottimo articolo.

    Ma permettetemi, a nome di tanti fedeli privati dei sacramenti e della messa valida e lecita, di citare le parole di San Giovanni Evangelista rivolte a tutti i sacerdoti, soprattutto del MSM,
    per esortarli caldamente a non offendere mai più il Signore durante l’offerta del S. Sacrificio, citando illecitamente il nome del seduttore-anticristo e antipapa che non possiede Dio perché non si attiene alla dottrina del Cristo.
    E pertanto non è lecito riceverlo in Casa e neppure salutarlo, poiché CHI LO SALUTA PARTECIPA ALLE SUE OPERE PERVERSE.

    Così come decretato anche da Papa Pio IX in “QUARTUS SUPRA” il 06/01/1873:

    “… i NOMI di coloro i quali sono separati dalla comunione con la Chiesa Cattolica, vale a dire, di coloro i quali non concordano su tutte le materie con la Sede Apostolica,
    ◾ NON SONO DA ESSERE LETTI DURANTE I SACRI MISTERI.”

    https://vaticanocattolico.com/lo-eretico-non-e-papa/

    E forse non è un caso che il pastore mercenario abbia negato pubblicamente proprio il DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE di MARIA proclamato da Papa Pio IX di cui sopra.

    https://youtu.be/JXEIZ5azyjc

    E così come decretato anche da Papa Benedetto XIV nell’enciclica “EX QUO PRIMUM”:

    23 ….I Sacri Canoni della Chiesa VIETANO di pregare pubblicamente per gli SCOMUNICATI, come si legge nel A Nobis (cap. 4, n. 2) e nel cap. Sacris, De Sententiae Excomunicationis.

    ◾Quantunque niente vieti che si possa pregare per la loro conversione, tuttavia NON SI DEVE PERMETTERE CHE I LORO NOMI SIANO PRONUNCIATI NELLA PREGHIERA SOLENNE DEL SACRIFICIO.

    https://www.vatican.va/content/benedictus-xiv/it/documents/enciclica–i-ex-quo-primum–i—1-marzo-1756–il-pontefice-invit.html
    (veda sotto le prove documentali)

    Concludo ringraziando in anticipo e con tutto il cuore tutti quei sacerdoti e quei fedeli che avranno il coraggio di accogliere l’appello di Maria Regina dell’amore che da tanti anni ci esorta a formare l’esercito dei consacrati al Suo Cuore Immacolato uniti al legittimo Pietro (ora defunto) con questa promessa:
    “Lasciatevi guidare da Me.
    Formerete un grande esercito.
    Io sarò la Vostra Condottiera e avremo
    VITTORIA”.

  • Tipo Grafico ha detto:

    Sono un grafico specializzato in editoria. Confermo quanto sostenuto nell’articolo circa la lettura da dare ai punti, agli “a capo” e ai paragrafi. Aggiungo che all’epoca della stampa originale del volume la tipografia (intesa come arte del tipografo) era già ben codificata e ciascuna interpunzione, segno tipografico o punteggiatura era ben ponderata, non casuale. La correzione delle bozze era un lavoro serio (lo è stato fino a fine anni ’90 del XX secolo). Purtroppo oggi quasi nessuno è in grado di decodificare il significato della formattazione del testo “grazie” alla grave ignoranza sull’argomento di docenti impreparati e della “volgarizzazione” dei sistemi di scrittura.
    Nessun contemporaneo (alfabetizzato) del testo avrebbe potuto intendere erroneamente il significato della formattazione della colonna di testo indicata.

  • Domenico Savino ha detto:

    Egr. Direttore,
    ad integrazione Le sottopongo nel link ch esegue questa mia dello scorso mese di Aprile.
    Cordiali saluti.
    Domenico Savino
    https://www.radiospada.org/2022/04/sedebit-ce-lapostasia-della-chiesa-nella-profezia-di-san-malachia/

  • Sergio Russo ha detto:

    Sì, effettivamente tutto può essere…

  • Stefano Torelli ha detto:

    Data per assodata la divisione in due della profezia successiva a De Gloria Olivae, non è detto che la prima frase indichi UN personaggio preciso: l’ abbreviazione S.R.E. potrebbe essere letta al nominativo. ” la Santa Chiesa Romana siederà in tempo di persecuzione”. Dopo Bergoglio ci potrebbe essere un altro periodo di torbidi, prima di Petrus Romanus.