La Propaganda Mainstream sulla Guerra. Lettera di 11 Grandi Firme del Giornalismo.

9 Gennaio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo apparso su TGCom 24 che illustra se mai ce ne fosse bisogno lo squallore dell’informazione sulla guerra propalata dai grandi giornali mainstream. Buona lettura e diffusione.

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Undici storici corrispondenti di grandi media lanciano l’allarme sui rischi della narrazione schierata e iper-semplicistica del conflitto: “Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin”.

L’ex inviato del Corriere Massimo Alberizzi: “Questa non è più informazione, è propaganda. I fatti sono sommersi da un coro di opinioni”. Toni Capuozzo (ex TG5): “Sembra che sollevare dubbi significhi abbandonare gli ucraini al massacro, essere traditori, vigliacchi o disertori. Trattare così il tema vuol dire non conoscere cos’è la guerra”.

“Osservando le televisioni e leggendo i giornali che parlano della guerra in Ucraina ci siamo resi conto che qualcosa non funziona, che qualcosa si sta muovendo piuttosto male”. Inizia così l’appello pubblico di undici storici inviati di guerra di grandi media nazionali (Corriere, Rai, Ansa, Tg5, Repubblica, Panorama, Sole 24 Ore), che lanciano l’allarme sui rischi di una narrazione schierata e iper-semplicistica del conflitto nel giornalismo italiano (qui il testo integrale sul quotidiano online Africa ExPress). “Noi la guerra l’abbiamo vista davvero e dal di dentro: siamo stati sotto le bombe, alcuni dei nostri colleghi e amici sono caduti”, esordiscono Massimo Alberizzi, Remigio Benni, Toni Capuozzo, Renzo Cianfanelli, Cristiano Laruffa, Alberto Negri, Giovanni Porzio, Amedeo Ricucci, Claudia Svampa, Vanna Vannuccini e Angela Virdò. “Proprio per questo – spiegano – non ci piace come oggi viene rappresentato il conflitto in Ucraina, il primo di vasta portata dell’era web avanzata. Siamo inondati di notizie, ma nella rappresentazione mediatica i belligeranti vengono divisi acriticamente in buoni e cattivi. Anzi buonissimi e cattivissimi”, notano i firmatari. “Viene accreditato soltanto un pensiero dominante e chi non la pensa in quel modo viene bollato come amico di Putin e quindi, in qualche modo, di essere corresponsabile dei massacri in Ucraina. Ma non è così. Dobbiamo renderci conto che la guerra muove interessi inconfessabili che si evita di rivelare al grande pubblico. La propaganda ha una sola vittima: il giornalismo”.

 

“L’opinione pubblica spinta verso la corsa al riarmo” – Gli inviati, come ormai d’obbligo, premettono ciò che è persino superfluo: “Qui nessuno sostiene che Vladimir Putin sia un agnellino mansueto. Lui è quello che ha scatenato la guerra e invaso brutalmente l’Ucraina. Lui è quello che ha lanciato missili provocando dolore e morte. Certo. Ma dobbiamo chiederci: è l’unico responsabile? Noi siamo solidali con l’Ucraina e il suo popolo, ma ci domandino perché e come è nata questa guerra. Non possiamo liquidare frettolosamente le motivazioni con una supposta pazzia di Putin“. Mentre, notano, “manca nella maggior parte dei media (soprattutto nei più grandi e diffusi) un’analisi profonda su quello che sta succedendo e, soprattutto, sul perché è successo”. Quegli stessi media che “ci continuano a proporre storie struggenti di dolore e morte che colpiscono in profondità l’opinione pubblica e la preparano a una pericolosissima corsa al riarmo. Per quel che riguarda l’Italia, a un aumento delle spese militari fino a raggiungere il due per cento del Pil. Un investimento di tale portata in costi militari comporterà inevitabilmente una contrazione delle spese destinate al welfare della popolazione. L’emergenza guerra – concludono – sembra ci abbia fatto accantonare i principi della tolleranza che dovrebbero informare le società liberaldemocratiche come le nostre”.

 

Alberizzi: “Non è più informazione, è propaganda” – Parole di assoluto buonsenso, che tuttavia nel clima attuale rischiano fortemente di essere considerate estremiste. “Dato che la penso così, in giro mi danno dell’amico di Putin”, dice al fattoquotidiano.it Massimo Alberizzi, per oltre vent’anni corrispondente del Corriere dall’Africa. “Ma a me non frega nulla di Putin: sono preoccupato da giornalista, perché questa guerra sta distruggendo il giornalismo. Nel 1993 raccontai la battaglia del pastificio di Mogadiscio, in cui tre militari italiani in missione furono uccisi dalle milizie somale: il giorno dopo sono andato a parlare con quei miliziani e mi sono fatto spiegare perché, cosa volevano ottenere. E il Corriere ha pubblicato quell’intervista. Oggi sarebbe impossibile“. La narrazione del conflitto sui media italiani, sostiene si fonda su “informazioni a senso unico fornite da fonti considerate “autorevoli” a prescindere. L’esempio più lampante è l’attacco russo al teatro di Mariupol, in cui la narrazione non verificata di una carneficina ha colpito allo stomaco l’opinione pubblica e indirizzandola verso un sostegno acritico al riarmo. Questa non è più informazione, è propaganda. I fatti sono sommersi da un coro di opinioni e nemmeno chi si informa leggendo più quotidiani al giorno riesce a capirci qualcosa”.

 

Negri: “Fare spettacolo interessa di più che informare” – “Questa guerra è l’occasione per molti giovani giornalisti di farsi conoscere, e alcuni di loro producono materiali davvero straordinari“, premette invece Alberto Negri, trentennale corrispondente del Sole da Medio Oriente, Africa, Asia e Balcani. “Poi ci sono i commentatori seduti sul sofà, che sentenziano su tutto lo scibile umano e non aiutano a capire nulla, ma confondono solo le acque. Quelli mi fanno un po’ pena. D’altronde la maggior parte dei media è molto più interessata a fare spettacolo che a informare”. La vede così anche Toni Capuozzo, iconico volto del Tg5, già vicedirettore e inviato di guerra – tra l’altro – in Somalia, ex Jugoslavia e Afghanistan: “L’influenza della politica da talk show è stata nefasta”, dice al fattoquotidiano.it. “I talk seguono una logica binaria: o sì o no. Le zone grigie, i dubbi, le sfumature annoiano. Nel raccontare le guerre questa logica è deleteria. Se ci facciamo la domanda banale e brutale “chi ha ragione?”, la risposta è semplice: Putin è l’aggressore, l’Ucraina aggredita. Ma una volta data questa risposta inevitabile servirebbe discutere come si è arrivati fin qui: lì verrebbero fuori altre mille questioni molto meno nette, su cui occorrerebbe esercitare l’intelligenza”.

 

Capuozzo: “In guerra i dubbi sono preziosi” – “Sembra che sollevare dubbi significhi abbandonare gli ucraini al massacro, essere traditori, vigliacchi o disertori”, argomenta Capuozzo. “Invece è proprio in queste circostanze che i dubbi sono preziosi e l’unanimismo pericolosissimo. Credo che questo modo di trattare il tema derivi innanzitutto dalla non conoscenza di cos’è la guerra: la guerra schizza fango dappertutto e nessuno resta innocente, se non i bambini. E ogni guerra è in sè un crimine, come dimostrano la Bosnia, l’Iraq e l’Afghanistan, rassegne di crimini compiute da tutte le parti”. Certo, ci sono le esigenze mediatiche: “È ovvio che non si può fare un telegiornale soltanto con domande senza risposta. Però c’è un minimo sindacale di onestà dovuta agli spettatori: sapere che in guerra tutti fanno propaganda dalla propria parte, e metterlo in chiaro. In situazioni del genere è difficilissimo attenersi ai fatti, perché i fatti non sono quasi mai univoci. Così ad avere la meglio sono simpatie e interpretazioni ideologiche”. Una tendenza che annulla tutte le sfumature anche nel dibattito politico: “La mia sensazione è che una classe dirigente che sente di avere i mesi contati abbia colto l’occasione di scattare sull’attenti nell’ora fatale, tentando di nascondere la propria inadeguatezza. Sentire la parola “eroismo” in bocca a Draghi è straniante, non c’entra niente con il personaggio”, dice. “Siamo diventati tutti tifosi di una parte o dell’altra, mentre dovremmo essere solo tifosi della pace”.

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7 commenti

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Pacifinti guerrafondai…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Stefano ha detto:

    Molti ucraini hanno accolto con simpatia i russi, è stato documentato da inviati italiani e francesi nelle prime settimane della guerra. Molte famiglie “ucraine” sono invero miste perché un ucraino di lingua russa magari ha sposato un’ucraina di lingua ucraina (o di lingua polacca, o ungherese, o rumena…). Anche la famiglia del grande scrittore “russo” Alexander Solgenitzin era una famiglia ucraino-russa. Abbiamo anche visto che alcuni ucraini conservano poi un legame storico-affettivo con la Russia che va oltre il fatto della lingua poiché loro o i loro genitori avevano combattutto nella cosiddetta “grande guerra patriottica” per cacciare i tedeschi dal Paese (e, certamente, altri ucraini avevano accolto i tedeschi come liberatori, soprattutto in Galizia). Infine, gli ucraini delle repubbliche ribelli compongono una parte significativa del dispositivo militare russo: hanno decine di migliaia di uomini al fronte e combattono contro il governo filo-occidentale di Kiev da molti anni… Forse è troppo semplice dire che è una guerra della Russia contro l’Ucraina. Anche se può far comodo…

  • unaopinione ha detto:

    Il presidente Mattarella riconvoca il Consiglio supremo di difesa:
    https://www.imolaoggi.it/2023/01/10/mattarella-riconvoca-consiglio-supremo-di-difesa/
    Ordine del giorno (secondo l´articolo): trattazione dei seguenti temi: punto della situazione sulla guerra in Ucraina, conseguenze sugli equilibri geopolitici e implicazioni complessive per l’Italia; esame dei principali scenari di crisi, con particolare attenzione al Mediterraneo allargato, e della posizione nazionale rispetto alle relazioni politico-strategiche in ambito europeo e transatlantico; stato di efficienza e processo di ammodernamento dello Strumento militare. (adnkronos)
    Vero ordine del giorno (secondo me): “Arrivano i russi … e ora che facciamo?”
    https://cvvnews.com/russian-frigate-gorshkov-will-enter-the-atlantic-and-mediterranean-with-zircon-hypersonic-missiles-for-the-first-time/ (in inglese)

  • unaopinione ha detto:

    Non proprio in argomento.
    Dunque, in un articolo che ho letto (in un sito che mi pare che sia in lingua greca, sicuramente filo-russo che peró tratta attualmente esclusivamente della guerra in Ucraina – non indico il sito in quanto vi sono filmati di guerra che é meglio non vedere) l´articolista afferma che nessuno ha capito perché gli ucraini non abbiano approfittato delle 36 ore di tregua di cessate il fuoco proposta da Putin per il Natale ortodosso. Infatti l´articolo afferma che gli ucraini avrebbero potuto approfittare dell´occasione per ritirarsi totalmente da Soledar (pesantemente sotto attacco in quel momento ed ora di fatto caduta) e salvare cosí quelle migliaia (in realtá non si sa quanti sono) di soldati che a causa della mancata accettazione si sono ora rifugiati nelle miniere di sale della localitá e stanno lá sotto (non so se hanno qualche tunnel di uscita da qualche altra parte). In pratica si sarebbe riprodotta una situazione simile a quella di Mariupol.
    Da notare che gli stessi dirigenti ucraini avevano dichiarato che la mossa di Putin era uno stratagemma affinché la Russia sfruttasse la proposta per spostare truppe ed armamenti a proprio vantaggio ed anche per questo motivo hannorifiutato di accettare la proposta.
    A me pare che sarebbe stato ragionevole per i dirigenti ucraini di accettare la proposta ed approfittarne per salvare migliaia di vite ucraine (e forse Putin proprio per questo aveva fatto questa insolita proposta che sa soprattutto di umanitá … nelle pozzanghere del fronte incessantemente battute dall´artiglieria russa non ci sta il presidente Zelensky e i suoi valorosissimi funzionari che stanno tutti comodamente seduti nelle proprie poltrone ad alcune centinaia di chilometri dal fronte, ma gente comune che di politica non sa niente e fino ad un anno fá faceva una vita normale).
    Per cui, io sono convinto che questa deterinazione del regime Zelensky a continuare la guerra “fino alla vittoria” serva non a vincere la guerra contro i russi, ma per far sterminare gli ucraini ad opera dei russi ed in ogni caso a liberare l´Ucraina dai suoi abitanti attuali).
    Mia opinione.

  • FABIO TORREMBINI ha detto:

    bravissimi, alcuni anche amici. Il problema, anzi il dramma, è che sono tutti pensionati! Vorrei vedere Capuozzo a Canale5 o Negri sul Sole24Ore sostenere certe tesi… E pure Tosatti, per altri versi…

  • FABIO TORREMBINI ha detto:

    ho letto ieri, alcuni sono anche amici. Il comunicato fa onore a loro, ma il vero problema è che sono tutti pensionati! Vorrei vedere Capuozzo o Negri a Canale5 o SOLE24ore scrivere o dire certe cose… Stesso discorso vale per Tosatti. Questo è il dramma, l’informazione ufficiale è militarizzata!

  • Paolo poletti ha detto:

    OK però mentre ci si indigna e si discute, occorre non perdere di vista l’imperativo categorico fondamentale: ricacciare l’orco postsovietico nei propri confini e stroncare lui e gli stati canaglia che lo appoggiano.