La Chiesa dopo Ratzinger. Money.it Intervista Marco Tosatti.

5 Gennaio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un breve post auto-celebrativo per offrire alla vostra attenzione l’intervista che Fabio Fabretti di money.it ha avuto la gentilezza di farmi sulle vicende che stiamo vivendo. Buona visione e buon ascolto (se vi va…).

 

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8 commenti

  • IM ha detto:

    Egregio dottor Tosatti, lei nell’intervista ha parlato di un sacerdote affidabile al servizio del cardinale Silvestrini. Ma ritiene affidabile anche quest’ultimo? Silvestrini è ritenuto uno dei capi della massoneria ecclesiastica finché ha vissuto (vedasi Via col Vento in Vaticano, o le partecipazioni al sodalizio della mafia di s. Gallo). Affidabile anche Casaroli? O, come penso di aver interpretato, lei si riferiva esclusivamente all’affidabilita’ del sacerdote? Anch’io sono stato molto amico ad un sacerdote del Dicastero delle Chiese Orientali, alle dipendenze di Silvestrini e ne so qualcosa. Con stima.

  • Maria Grazia ha detto:

    ERRATA CORRIGE : CUI PRODEST anzicchè qui prodes

  • Maria Grazia ha detto:

    Se Tosatti ritiene che le tesi di Cionci espresse nel “Il codice Ratzinger” siano infondate (come emerge dalla sua intervista) non si capisce il motivo per cui continua a propinarcele (a tambur battente) su questo blog fino alla nausea, facendo una serrata e diuturna pubblicità al suo volume.
    Tosatti si è reso conto che, in seguito alle affermazioni di Cionci, molti commentatori hanno espresso dubbi, confusione e disapprovazione verso l’operato del Vaticano, aderendo con semplicità e buona fede alle infondate elucubrazioni dell’autore. Qui prodes?

    • Marco Tosatti ha detto:

      Cara Maria Grazia, compito di un informatore è rendere conto di quello che accade, che sia d’accordo o meno, tanto o poco. Non credo proprio che quello che viene pubblicato di Cionci sia “a tamburo battente”; credo che lo stesso Cionci potrebbe testimoniare di quante volte alcune sue proposte di articoli siano state rifiutate. Quello che lei scrive, quindi, “serrata e diuturna pubblicità” è semplicemente falso. Che le tesi di Cionci abbiano sollevato un caso è evidente; e non si può trascurare di informare.

      • Maria Grazia ha detto:

        Da alcuni anni sino ad oggi le tesi portate avanti da Cionci su questo blog sono sempre le stesse: la sede impedita, il munus e la prigionia di Ratzinger. Non mi risulta ci sia qualcos’altro di nuovo, a meno che “per nuovo” s’intenda il fatto che i vari articoli di Cionci siano stati poi raccolti in un unico volume ( Il codice Ratzinger) oppure che Ratzinger dapprima sia stato paragonato, da Cionci, a chi, per segnalare la propria prigionia, abbia chiamato la polizia fingendo di ordinare una pizza e, successivamente, invece, sia stato indicato come chi tenta di lanciare biglietti di richiesta di aiuto da una macchina in corsa, le due similitudini, comunque hanno avuto un unico sbocco: nessuno ha colto la richiesta di aiuto.
        Non c’è più niente da commentare sulle tesi di Cionci: ognuno di noi ha già espresso chiaramente ( e più volte) la propria posizione: E’ certo che gli scritti di Cionci causano molti commenti diversi fra loro ma non mi sembra debba essere l’unica ragione per continuare a riproporceli

        • Marco Tosatti ha detto:

          E infatti non vengono riproposti. L’ultima volta che ne ha visto uno era per diritto di replica a un articolo che lo chiamava in causa.

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Papa Benedetto, Tosatti carissimo, è un segno di contraddizione!

    La sua vita “intima” è celata in Cristo, irraggiungiubile da qualsivoglia giudizio e indisponibile per gli umanamente curiosi e basta. Alcuni fatti restano mistero, dunque.

    L’intervista mi è piaciuta per pacatezza, equilibrio, educazione e anche per i contenuti espressi, benchè non condivida tutto.

    Grazie di cuore per il suo lavoro e per Stilum: è preziosissimo ciò che fa e spero riceva anche un pò di sostegno economico almeno da noi stilumcuriali affezionatissimi!

  • R.S. ha detto:

    Caro Marco, grazie per questa intervista.

    Con tutta la stima possibile nei tuoi confronti, sono critico circa la tua posizione sul Papa emerito.

    Noto infatti una contraddizione tra gli opportuni DUBBI/INTERROGATIVI che hai tuttora su alcuni fatti che hanno contraddistinto il papato emerito di Joseph Ratzinger (ne ricordo almeno tre: la veste bianca, l’anello piscatorio, le ragioni che hanno portato a rinunciare all’esercizio attivo del papato) e i paralleli GIUDIZI/CERTEZZE mossi verso la scelta e sul dopo (ne cito tre: Benedetto XVI avrebbe dovuto certamente restare, Francesco è certamente il Papa legittimo e non c’è motivo di dubitarne).

    Le due terne di affermazioni a mio avviso sono incomponibili.

    Se Benedetto XVI ha subito un atto illecito, in un contesto di aperta contestazione a lui e alla Chiesa “non allineata al mondo”, alla quale ha ritenuto di far fronte in un modo inedito (il papato emerito), allora Francesco non può essere, da quasi 10 anni, un papa legittimo.

    Inoltre sono troppo evidenti le circostanze emerse nell’intervista (su tutte: l’opera della massoneria e il tipo di visione mainstream e politically correct attualmente proposta dallo pseudo magistero pontificio) per non considerare la possibilità che una mente lucidissima, unita ad un’umiltà a tutto tondo, alla bontà d’animo e a una fede saldissima, non possano aver trovato -nella preghiera- una via stretta “impossibile”, debole e stolta, in qualche modo epocale (da “tempi ultimi”, con Fatima sullo sfondo).

    Se il problema è quello di non capirlo, beh, ci sta.
    San Bonaventura (che Benedetto XVI studiò bene) conclude l’Itinerarium dicendo che il passaggio decisivo della mente che si eleva in Dio non interroga la dottrina, ma la grazia; concede poco alla ricerca e molto alla compunzione; non interroga l’uomo, ma Dio; e non il Maestro, bensì lo sposo.

    Soprattutto non pensa di arrivare attraverso la luce che accende la mente, di ciò che si capisce, ma la tenebra in cui non vedi…

    In pratica si è dove niente può la natura, poco il nostro darci da fare, tutto la Grazia.

    Ecco: se si vuol capire che cosa sta succedendo forse la chiave giusta non è l’inchiesta (nemmeno il codice Ratzinger). Qui siamo davanti a un mistero in cui conta solo il dono di Dio.

    Perciò ardisco muovere una critica a questi trenta minuti a cuore aperto, individuando un’incoerenza e segnalandola come la chiave per rivedere il giudizio e immergersi in qualcosa che produrrà molto frutto, amando anche il nemico, il che richiede santità (a me purtroppo ancora ignota, trascinato da rancori terreni).