Mattarella: Inno al Pensiero Unico, Omissioni, Valanga di Ovvietà. Deotto.

1 Gennaio 2023 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Paolo Deotto commenta il discorso di fine anno pronunciato da Sergio Mattarella ieri sera. Buon anno.

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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

Siamo stati naturalmente lieti quando abbiamo saputo che il sig. Mattarella Sergio era finalmente negativo al magico “tampone”. Siamo stati lieti perché a nessuno si augura la malattia. Però perché nascondere che avevamo coltivato la speranza che qualche giorno in più di problemi di salute ci avrebbero risparmiato la penitenza del discorso di fine anno?

Invece il destino, che forse non è proprio cinico e baro, ma a volte è molto dispettoso, ha voluto altrimenti. E così ci siamo dovuti sorbire la somministrazione dell’overdose di banalità, curiose amnesie e invasioni di campo. Il tutto condito anche da quell’ottimismo di maniera che, per chi vive con i piedi per terra la realtà quotidiana, risulta francamente fastidioso. Perché ha un inevitabile afrore di presa in giro.

Usciamo da un triennio in cui abbiamo visto e subito di tutto. La gestione della cosiddetta “pandemia” è stata di fatto un gigantesco esperimento – purtroppo riuscito bene – di condizionamento terroristico e di controllo sociale. Il tutto, accompagnato da una politica sanitaria scriteriata, responsabile di migliaia di morti che si sarebbero potuti evitare e da una campagna vaccinale con norme vessatorie mai viste e menzogne “ufficiali”. Con demonizzazione di chi non ha voluto partecipare all’esperimento di massa e creazione di una categoria, i cosiddetti “no-vax” a cui attribuire la qualifica di untori. E potremmo andare avanti a lungo.

Di fronte a questo sciagurato quadro, peraltro sempre approvato dal Mattarella, lo stesso ci dice candidamente che “Dal Covid – purtroppo non ancora sconfitto definitivamente – abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare. Abbiamo compreso che la scienza, le istituzioni civili, la solidarietà concreta sono risorse preziose di una comunità, e tanto più sono efficaci quanto più sono capaci di integrarsi, di sostenersi a vicenda. Quanto più producono fiducia e responsabilità nelle persone”.

È successo qualcos’altro? Si è creato un clima di terrore, si sono spinti i medici a fare cure sbagliate? Si è arrivati al punto di togliere lo stipendio a chi non voleva fare la cavia dei sieri sperimentali? Si sono imposti arresti domiciliari, assurdi coprifuoco? Si è fatto strame di ogni diritto dei cittadini? Ma no, non è successo nulla, almeno per il sig. Mattarella. Il garante della Costituzione non c’era e se c’era dormiva. Tutto va ben, madama la Marchesa.

La guerra in Ucraina. Ipse (Mattarella) dixit: “Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa”. È chiaro. Un mattino Putin si è svegliato di malumore e ha deciso quindi di invadere l’Ucraina. Non è mai esistito il problema dell’espansione a est della NATO. Non è mai esistito il problema degli accordi di Minsk mai rispettati. Non sono mai esistiti i bombardamenti dell’esercito ucraino sulle regioni filorusse del Donbass. Tutto è dovuto solo alla folle politica russa.

Almeno il Mattarella ammette, bontà sua, che la pace è preferibile alla guerra. E come si raggiunge la pace? Facendo ogni sforzo possibile per portare le parti in conflitto al tavolo delle trattative? Intanto, con una travolgente scoperta dell’acqua calda, il Mattarella ci comunica che: “Vengono bruciate, per armamenti, immani quantità di risorse finanziarie che, se destinate alla fame nel mondo, alla lotta alle malattie o alla povertà, sarebbero di sollievo per l’umanità”.

E allora, la partecipazione dell’Italia al continuo riarmo dell’Ucraina, non contribuisce a questo spaventoso sperpero di risorse, che oltretutto non serve ad altro che a prolungare all’infinito una guerra che l’Ucraina non potrà mai vincere e che la Russia non potrà mai accettare di perdere?

Sempliciotti. Le armi sono belle e buone. Dipende da chi le usa. E soprattutto, ci permettiamo di notare, dipende da chi le vende e ci fa sopra enormi guadagni. Il Mattarella non ha dubbi: “la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi”.

Insomma, il garante della Costituzione, in linea con Washington, dichiara che è giusto e bello combattere contro la Russia fino all’ultimo ucraino. Ma tutto questo pasticcio è fondato “sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti”. E qui sarebbe bello capire di quali diritti si parli. Ma forse questo è chiedere troppo.

E poi, sempre spaziando sulla politica estera, un pensierino all’Iran, probabile bersaglio della prossima “esportazione di democrazia” a stelle e strisce (e vedremo in quale caos cadrà) e sull’Afganistan, tornato in mano ai talebani dopo la vergognosa e caotica ritirata degli americani.

Tante cose che possiamo con delicatezza definire “poco belle”, su cui un bel silenzio sarebbe stato la migliore soluzione. Ma il garante della Costituzione, citata e ricitata, a proposito e a sproposito, deve rispondere ai suoi datori di lavoro. Che non sono gli italiani. Noi ci limitiamo a pagargli lo stipendio.

Comunque, visto che la situazione attuale è una schifezza, c’è sempre il magico rifugio del futuro. “La sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio. Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica. L’energia è ciò che permette alle nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici. Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani”. A chi si riferisce, il Mattarella? Ai cretini che bloccano le tangenziali o si incollano alle opere d’arte per affermare un ecologismo fumoso e fanatico?

Non lo sappiamo. Ma il richiamo ai giovani, il futuro della Nazione, bla bla bla, sembra che sia d’obbligo nella fiera delle banalità. Così come è d’obbligo il richiamo alle magnifiche sorti e progressive della UE che, con il mitico PNRR può dettare le linea di politica interna al governo eletto dagli italiani.

Potremmo andare avanti a lungo, ma se volete leggervi tutto il Mattarella-pensiero, cliccate qui. Troverete il testo completo del discorso.

Per una volta tanto, possiamo dire che il garante della Costituzione non ha fatto le sue consuete invasioni di campo nell’area di competenza del governo. O meglio, le ha fatte, ma nella sostanza non ha fatto che ripetere dei concetti già espressi dalla signora Meloni nella conferenza stampa di fine anno. A questo proposito sarebbe bello e istruttivo parlare un po’ delle dichiarazioni di eterno amore alla NATO e alla UE, dell’esaltazione dell’Ucraina, dell’annunciato viaggio della signora Meloni a Kiev. Certamente questo governo sta deludendo molte aspettative degli elettori che lo hanno mandato al potere, ma non è qui il luogo per trattare anche questi argomenti.

Torniamo al nostro Mattarella, al garante della Costituzione eccetera.

C’è una domanda che sorge spontanea: ma questo discorso di fine anno, a chi era rivolto? Non certo agli italiani, ma ai cittadini di un Paese X, felice, gioioso e coeso. Un Paese che, molto semplicemente, non esiste.

E allora la domanda seguente è questa: a che diavolo servono questi cerimoniali di fine anno, da ripetere straccamente ogni 31 dicembre? Come del resto si ripetono straccamente i cerimoniali del 25 aprile, piuttosto che le dichiarazioni sull’antifascismo, sulla minaccia dell’antisemitismo e a cui adesso è molto “in” aggiungere anche un pistolotto sulla transizione ecologica. Eccetera.

Chi crede a questi cerimoniali? In sostanza, nessuno. Né chi li scrive, né chi li pronuncia, né tantomeno il comune cittadino, che anzi prova una legittima stizza nel sentire e leggere parole al vento, che dipingono un quadretto dove si trova di tutto, ma manca la concreta fatica quotidiana di chi non vive di bla bla, ma di lavoro, spesso precario e malpagato, di preoccupazioni per la famiglia, di oscurità sul futuro.

Sempre più viene da pensare che questi discorsi, vuoti di contenuti reali, pieni di affermazioni apodittiche, servano soprattutto a rassicurare i veri padroni. Vedete come teniamo nel recinto il popolo bue? Vedete come siamo fedeli e obbedienti?

D’accordo, forse questo è un pensiero malizioso. Ma dobbiamo ricordare, per l’ennesima volta, una grande massima di saggezza che dice: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”?

Di sicuro c’è una cosa: gioverebbe alla salute generale non sentire più queste valanghe di ovvietà, questi inni di gloria al Pensiero Unico.

E comunque, un felice e sereno 2023. A tutti, nonostante tutto.

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11 commenti

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    avete sentito invece il discorso del Presidente Putin ?

  • Virro ha detto:

    Dott. Deotto il pensiero del “niente”, no “unico”, da quanti anni ci fanno il lavaggio del cervello?
    Mi domando: chi sa leggere, chi sa interpretare e chi sa scrivere, perché non si sono ribellati come di dovere?
    Solo pensiero politico e/o lucroso?
    Ormai il top dell’insegnamento è palesemente
    la MENZOGNA che vuole infangare la VERITA’
    il TERRORISMO psicologico contro la LIBERTA’
    e CHI parla per onestà del proprio intelletto viene RIDICOLIZZATO

    Buon anno a tutti
    2023 facci assaporare ciò che gli SCHIAVI-PADRONI hanno
    rubato agli uomini : la FIDUCIA

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      “Buon anno a tutti”: GRAZIE, Virro!

      Buon anno anche a lei!
      Un santo 2023, fecondo di grazie e di vera luce, a tutti!

  • Chedisastro ha detto:

    Bravo Deotto, sempre portavoce di chi ragiona con la testa anziché coi piedi. Finito il 2023 e contemporaneamente terminata un’era con la morte di Papa Benedetto, sull’anno che si apre e sugli anni a venire non si può immaginare un progresso del bene, anzi. Affidiamoci piuttosto alla Divina Provvidenza dalla quale, in verità, per i nostri incommensurabili peccati, ben poco meritiamo. Ma si chiama appunto Provvidenza e questo basta a mantenere viva la speranza.

    • Catholicus ha detto:

      Mio caro amico, lei ha fatto la scelta giusta : affidarsi alla Divina Provvidenza, al Dio che vede e provvede, in tutto, per i Suoi figli, che in lui si rifugiano, fiduciosi. Non dimentichiamo, però, anche la nostra SS.ma Madre Celeste, l’ Immacolata, Fortezza Inespugnabile, Regina delle Vittorie : sotto la Sua protezione, al riparo del Suo manto santo, nessuna potenza infernale e nessun servo terreno dei demoni potranno nuocerci. Sub tuum praesidium, Mater Dei….

      • Corrado Bassanese ha detto:

        Sub misericordiam tuam
        confugimus, Dei Genetrix.
        Nostras deprecationes
        ne despicias in necessitate,
        sed a periculis libera nos,
        una sancta, una benedicta.

  • Anna Maria Mucci ha detto:

    Non ho volutamente ascoltato il discorso del presidente, perché non sopporto più le solite dolciastre tiritere.
    Ma quando capiranno che gli Italiani sono ormai strapieni fedele loro ipocrisie e hanno capito di avere al potere delle persone che perseguono soltanto i loro interessi.
    Non li sopportiamo più .È l’ora di cambiare e di rispettare gli Italiani e basta!

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    L’inno alla noia! Inascoltabile… ed infatti mai ci sognammo d’ascoltare…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Per favore no ! Non Mattarella no… caspita !

  • Luigi Cazzola ha detto:

    Ho voluto seguire in diretta il discorso. Miserevole, questo è il mio commento dopo aver sentito questo coetaneo o quasi. Penso che la porta dell’ inferno piazzata a suo tempo ha fruttato.