Arabia Saudita. Trenta Anni di Carcere a un Professore per Tweet Critici del Governo.

29 Dicembre 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, c’è un Paese che può apparentemente fare quello che vuole, ammazzare giornalisti, incarcerare e condannare a trent’anni di reclusione persone a causa di quello che scrivono su Twitter, ma che stranamente non sembra suscitare indignazione nella stragrande maggioranza dei nostri politici, e nei governi che – come succede in UK – mettono in galera chi prega vicino alle cliniche abortiste. Leggete questo articolo nella nostra traduzione, e condividetelo…

Le autorità dell’Arabia Saudita hanno arrestato e condannato un professore universitario a 30 anni di carcere per aver scritto tweet critici nei confronti della Casa dei Saud, delle sue politiche di propaganda e della situazione della sicurezza nel regno.
Il giornalista saudita Turki al-Shalhoub, che in precedenza aveva suscitato clamore nell’opinione pubblica dopo aver denunciato i controversi piani del principe ereditario Mohammed bin Salman contro siti molto venerati nel Paese, ha twittato martedì che la Corte per la sicurezza dello Stato aveva emesso la sentenza nei confronti di Muhammad bin Mohsin al-Basra, professore presso la facoltà di media dell’Università Umm al-Qura alla Mecca.
Shalhoub ha citato una serie di tweet collegati scritti da Basra e ha scritto che ha denunciato la campagna di disinformazione esercitata dalla rete televisiva al-Arabiya, di proprietà saudita e con sede a Dubai, la disputa diplomatica di tre anni del Qatar con l’Arabia Saudita e altri tre Paesi arabi e la situazione della sicurezza nel Paese.
“Le forze di sicurezza saudite intervengono solo quando la sovranità della Casa di Saud è minacciata, altrimenti non intraprenderebbero alcuna azione seria”, ha commentato il giornalista.

Il mese scorso, Prisoners of Conscience, un’organizzazione non governativa indipendente che difende i diritti umani in Arabia Saudita, ha riferito che funzionari statali avevano arrestato l’attivista pro-democrazia Fadi Ibrahim Nasser a causa di alcuni tweet che criticavano il governo saudita e le politiche del regime di Al Saud in merito alla mancanza di lavoro tra i cittadini sauditi.
All’inizio del mese, le organizzazioni per i diritti umani hanno dichiarato che un attivista saudita aveva ricevuto una condanna a 10 anni di carcere per aver scritto tweet critici nei confronti del governo.
Prisoners of Conscience hanno dichiarato che il 15 novembre il cosiddetto Tribunale penale specializzato della capitale saudita Riyadh ha emesso il verdetto contro Abdullah Gailan, imponendogli anche un divieto di viaggio di 10 anni.
Centinaia di attivisti sauditi, blogger, intellettuali e altri sono stati arrestati da quando bin Salman ha preso il controllo degli affari di Stato nel 2017 come leader de facto.
L’aggressivo giro di vite è un evidente segno di tolleranza quasi zero per il dissenso, anche a fronte della condanna internazionale delle misure repressive.
Negli ultimi anni Riyadh ha anche ridefinito le sue leggi antiterrorismo per colpire l’attivismo.

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