Moralità, Vita Cristiana. Il “Nuovo Paradigma” non Può Funzionare. The Catholic Thing.

20 Dicembre 2022 Pubblicato da 10 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo apparso su The Catholic Thing, che ringraziamo per la cortesia, nella traduzione di Vincenzo fedele, a cui va la nostra gratitudine per il lavoro. Buona lettura.

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Il “nuovo paradigma” non può funzionare

Fr. Timothy V. Vaverek

Dagli anni ’60, i cattolici progressisti hanno promosso una nuova moralità per sostituire i vecchi approcci normativi che, secondo loro, mettono in primo piano la colpa e l’esclusione. Cardinali e vescovi di spicco hanno abbracciato questo “Nuovo Paradigma” e stanno usando il processo sinodale internazionale per diffonderlo in tutta la Chiesa. Insistono sul fatto che il cambiamento è richiesto dalla “scienza” e da una migliore comprensione sia della condizione umana che di Gesù. In realtà, si basa su false dichiarazioni che non possono condurre alla profusione della vita che Cristo ci offre.

I progressisti travisano, della scienza, sia lo scopo che la portata. Le scienze fisiche e umane si concentrano esclusivamente sulle operazioni e le interazioni empiricamente distinguibili del cosmo e degli esseri umani. Di conseguenza, non esaminano (e non possono) esaminare la relazione della nostra esistenza spazio-temporale e sociologica con alcuna origine, significato o obiettivo trascendente.

Ad esempio, la scienza può verificare che un embrione appartenga alla specie homo sapiens , ma non può stabilire i diritti dell’embrione (o della madre) rispetto a un aborto. Tali giudizi richiedono considerazioni etiche che esulano dall’analisi empirica.

L’etica valuta le intenzioni e le azioni umane e tiene giustamente conto delle informazioni empiriche sull’umanità. L’etica riconosce, ad esempio, che le persone possono innocentemente agire in modo errato per ignoranza o mancanza di libertà. Quindi, è necessario considerare, da una prospettiva scientifica, come la conoscenza e la scelta possono essere influenzate fisicamente (ad es. dalla genetica e dalla biochimica), psicologicamente (ad es. da traumi o disfunzioni) e socialmente (ad es. da condizioni socio-economiche e culturali).

Non c’è dubbio che per i cristiani la conoscenza empirica fornisca un contesto cruciale per comprendere perché le persone pensano e agiscono come fanno e, quindi, per guidare l’opera evangelica di accompagnarli dall’errore e dal peccato alla condivisione della pienezza della vita dei figli di Dio. Queste intuizioni ci aiutano ad affrontare pazientemente e correttamente le diverse fasi dello sviluppo personale, i comportamenti disinformati o compulsivi, la lotta contro l’egoismo e il peccato e la continua purificazione della mente e del cuore che Gesù desidera per tutti.

Nondimeno la scienza non può determinare l’etica, quindi le sue scoperte devono essere interpretate e utilizzate, nelle questioni etiche, con grande attenzione. È necessaria cautela perché, dopo la Caduta, non siamo più, pienamente, gli esseri umani per cui Dio ci ha creati. “Ciò che è” spesso non è “ciò che dovrebbe essere“. Questo significa che le osservazioni empiriche possono trovare determinate inclinazioni, idee o azioni statisticamente normali e apparentemente benefiche quando, in realtà, sono eticamente non autentiche e dannose.

Dati i limiti della scienza, l’affermazione che “seguire la scienza” richieda una nuova moralità è una falsa pista. Dopotutto, la maggior parte dei moralisti tradizionali accetta la scienza contemporanea senza che i paradigmi debbano essere cambiati.

Evidentemente, alla base del Nuovo Paradigma, ci sono agende filosofiche e teologiche, non fatti empirici. Il Nuovo Paradigma, quindi, è progettato per sostituire, da parte della Chiesa, la tradizionale comprensione  dell’esistenza umana, della vita cristiana e di Gesù con la visione incompatibile dei progressisti. 

Questa è una rivoluzione, non solo un aggiornamento della moralità.

Per capire meglio qual è la posta in gioco, consideriamo l’ordinamento di Dio della sessualità umana rivolta all’unione procreativa e coniugale di marito e moglie all’interno del matrimonio e della famiglia. La castità – vivere la sessualità secondo quell’ordine – è normativa per tutti, sposati o single.

In questo paradigma tradizionale, il comportamento impuro non è autenticamente umano e quindi può gravare, danneggiare o deviare lo sviluppo personale e le relazioni indipendentemente dall’intenzione o dalla cosciente consapevolezza. Per questo motivo, la masturbazione, l’attività sessuale prematrimoniale, gli atti e le unioni omosessuali, la poligamia, il nuovo matrimonio mentre il coniuge è ancora in vita e la contraccezione sono da evitare – e sono peccaminosi per chiunque li commetta liberamente sapendo di sbagliare.

I sostenitori del Nuovo Paradigma credono che essere aperti a quei comportamenti contempli una conferma, quasi arrivasse da Cristo, per le persone che con buone intenzioni vivono in quel modo. Dichiarare che tali azioni sono degli impedimenti o che sono dannosi per la prosperità umana è visto come un rifiuto giudicante basato su ideali irraggiungibili. Di conseguenza, il comportamento precedentemente “impudico“, adesso può essere definito “buono“.

Questo approccio fondamentalmente travisa Gesù e la sua opera salvifica. Cristo chiama tutti a condividere la sua vita abbandonando i peccati e gli errori innocenti. Per questo ha insistito sulla conversione del cuore, della mente e dei comportamenti attraverso la fedeltà a Lui e al suo Vangelo.

Gesù affrontò l’errore e il peccato nella sua predicazione pubblica e in conversazioni private come quelle con Nicodemo e con l’adultera. Non si tratteneva dall’insegnare cose che la gente trovava offensive. E ha comandato che coloro che rifiutano la correzione siano separati dalla comunione della Chiesa.

Di particolare interesse per gli scopi attuali – e per i vescovi che promuovono il Nuovo Paradigma – è il modo in cui Cristo sanzionò e affrontò Pietro a Cesarea di Filippo. Lo chiamò “La Roccia” e poi lo denunciò per aver travisato la via della salvezza, dicendo: “Va dietro a me, Satana! Non stai pensando come fa Dio, ma come fanno gli esseri umani”.

Possiamo vedere che per Gesù, la confermazione implica correggerci e fornire spazio per la nostra lotta, ma non per il nostro attaccamento – o cedimento – agli errori e ai peccati che rivela. Questo non è un rifiuto. Questo è il suo amore che ci libera per vedere, ammettere e poi affrontare i nostri problemi.

Con il dono di quell’amore, Gesù permette a tutti i cristiani di perseverare con fede e speranza nella lotta contro l’errore e il peccato. Negare la necessità della lotta o la possibilità della perseveranza è quindi una negazione di Cristo, della sua chiamata e del potere del suo amore di sostenerci e trasformarci.

È evidente che le false rappresentazioni e la continua attrazione del Nuovo Paradigma sono radicate nel pensiero dei suoi aderenti “come fanno gli esseri umani“. Per questo non vedono che l’adozione del loro paradigma lascerebbe l’umanità “affermata” ma imprigionata dal peccato e dall’errore. Questa non è la Buona Novella.

Cristo ha inviato i suoi Apostoli per insegnare al mondo “ad osservare tutto ciò che ho comandato”. Prima di questo, ha assicurato loro che i suoi comandi possono sempre essere vissuti perché “Ciò che è impossibile per l’uomo è possibile per Dio“. La sua risurrezione confermò quella verità e ci rese liberi di seguirlo.

È scandaloso che, ai nostri giorni, molti successori degli Apostoli non insegnino o non credano alle assicurazioni di Gesù che l’autentica vita cristiana è possibile. La loro visione mondana, espressa nel Nuovo Paradigma, distorce il Vangelo e quindi non può guidare nessuno con successo, come non può farlo nessun sinodo, lungo il cammino liberatore e vivificante che Cristo ci pone davanti.

Traduzione Vincenzo Fedele

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10 commenti

  • piero laporta ha detto:

    Perché insistere nel definire “cattolici progressisti” quanto sono eretici e apostati? La debolezza lessicale nella circoscrizione del male è una delle radici dell’infezione all’apparenza inestirpabile. Basterebbe invece un po’ di buona volontà e di fermezza verso gli a-cattolici.

  • Astore ha detto:

    Papa Francesco è come vivesse una contraddizione.
    Formalmente il suo Magistero è in linea alla Tradizione e, anche se vi sono dei passi equivoci, questi , con un po’ di buona volontà, possono essere interpretati facilmente in in continuità col Magistero dei Papi precedenti.
    Ma per come si comporta e dalle sue parole al di fuori del contesto magisteriale, sembra di fatto favorire i nemici della Chiesa e penalizzare i fedelissimi, verso i quali, non so per quale ragione, sembra nutrire un’antipatia profondissima.
    Tace, ad esempio, sulle eresie di Sosa, mentre affossa padre Manelli (forse c’è un motivo valido, ma, se così, qualcuno lo dovrebbe spiegare).

  • Avventista ignorantissimo ha detto:

    Per capire meglio qual è la posta in gioco, consideriamo l’ordinamento di Dio della sessualità umana rivolta all’unione procreativa e coniugale di marito e moglie all’interno del matrimonio e della famiglia. La castità – vivere la sessualità secondo quell’ordine – è normativa per tutti, sposati o single.

    In questo paradigma tradizionale, il comportamento impuro non è autenticamente umano e quindi può gravare, danneggiare o deviare lo sviluppo personale e le relazioni indipendentemente dall’intenzione o dalla cosciente consapevolezza. Per questo motivo, la masturbazione, l’attività sessuale prematrimoniale, gli atti e le unioni omosessuali, la poligamia, il nuovo matrimonio mentre il coniuge è ancora in vita e la contraccezione sono da evitare – e sono peccaminosi per chiunque li commetta liberamente sapendo di sbagliare.

    Mai capito quando si parla di natura cosa si intende.
    Dio li fece maschio e femmina in Eden questo e_ vero, ma il paradiso e’ stato perduto. Quindi ci si rifarebbe alla natura pre peccato originale?

    Sulla contraccezione ho dubbi. Se dobbiamo guardare all’ Eden..c era il calcolo dei giorni fertili? per il controllo delle nascite?

    Inoltre il preservativo e’ pure un presidio medico. Mi e’ sempre venuto in mente Gesù e il sabato. L uomo e’ per il sabato non il sabato per l uomo. Così il preservativo. No al peccato mortale si alla malattia mortale?

    Inoltre questa ossessione di “figliare come conigli” non la capisco. Non c e’ abbastanza sofferenza nel mondo? Socrate diceva: “ho molti figli, li ho amati talmente da non metterli al mondo”.

  • Avventista ha detto:

    La speranza nell’Apocalisse

    Secondo la profezia di Malachia, l’ultimo pontefice si chiamerà Pietro II: pochi anni ci dividono da lui, e il suo papato porrà il sigillo alla storia della Chiesa. Vecchio e deluso, angosciato dal mancato compimento dell’annuncio di salvezza tramandato lungo i millenni e dal presentimento della fine della storia, Pietro II scrive due encicliche. La prima – Resurrectio mortuorum – riafferma alla lettera la più radicale e sconcertante verità cristiana, la promessa più ardita e irrinunciabile della fede: la resurrezione dei morti. La seconda espone e interpreta quel Mysterium iniquitatis di cui Paolo ha scritto profetizzando la grande apostasia finale e sul quale la Chiesa, nel suo insegnamento, ha sempre taciuto. Non a caso: secondo l’esegesi del suo ultimo papa, infatti, è innanzitutto nella Chiesa – baluardo contro il male – che il male stesso si annida. E così la seconda enciclica di Pietro II si conclude con parole che sanciscono solennemente «il dogma del fallimento del cristianesimo nella storia del mondo». Subito dopo tali durissime rivelazioni Pietro II sale all’interno della cupola di San Pietro e muore precipitando all’incrocio dei bracci della croce, «nel luogo dei falsi trionfi, là dov’è anche sepolto il pescatore di Galilea». È questa la traccia di una «storia dell’ultimo papa» che ha ossessionato Quinzio per anni, da quando ne scrisse per la prima volta in La croce e il nulla. Rinunciando a ogni impalcatura narrativa, Quinzio ha finalmente deciso di prestare all’ultimo papa, alla fine dell’ultimo millennio, i suoi pensieri e le sue parole – e ha voluto accompagnare le due encicliche di Pietro II con una breve e lucidissima analisi di sé. E proprio questa rinuncia dà ancora maggiore evidenza alla natura drammatica e sconvolgente dell’interrogativo, perennemente eluso, sulla morte e sul male.
    Mysterium iniquitatis è apparso per la prima volta nel 1995.
    AUTORE
    Sergio Quinzio

    • miserere mei ha detto:

      Secondo la cosiddetta profezia di Malachia dopo De Gloria Olivae (sicuramente si tratta di Benedetto XVI) siede un Petrus Romanus: cioè un Pietro che enfatizza il suo dirsi “vescovo di Roma”. Cioè Bergoglio. La persecuzione della Chiesa è sotto gli occhi di tutti, con perseguitati quegli stessi cristiani che all’interno della Chiesa subiscono angherie dai loro confratelli assoggettatisi e vendutisi al mondo.
      Il rendiconto è in atto, mentre nella sede siede (propriamente o impropriamente) Petrus Romanus. Finis.
      Un anno? Due? Ancora tre? Non si sa. Ma ci siamo.

      • Avventista ha detto:

        Si, ma Sergio QUINZIO e’ un caso a se. Prese quella pseudo profezia o profezia come pretesto del suo testamento, in quel libro. QUINZIO si e’ costruito su kirkegaard, Soloviev, Berdajev…e su una visione esistenzialista della vita.
        Era un profeta- dissero dopo norto- un profeta che nella chiesa “trionfante” di Wojtila era ossessionato dagli ultimi tempi. Un uomo del 26 che aveva un po’ capovolto il modo di leggere la bibbia. La bibbia era un libro di promesse non di condanne. Inadempiute però. Fu anche paragonato a Giobbe. Il Giobbe che contesta Dio. Lo scandalo della mancata parusia che per lui le prime generazioni cristiane attendevano vicina..si era nel tempo cambiato in istituzione. Come Loysi: al posto del regno di Dio e’ venuta la chiesa. Si scontrava con quell antica promessa incompiuta (Ceronetti) ma non cadeva nel nichilismo, ateismo o agnosticismo. Non si gettava nell’ estetica. A dir suo sperava ancora. La chiesa ha mantenuto nei secoli il messaggio di cieli nuovi e terra nuova ma..ha dovuto amministrare il ritardo del ritorno. Pochi cristiani all’ epoca sapevano che Cristo doveva tornare e anzi -come il grande inquisitore- si auguravano che non tornasse mai.

        Questo un ricordo del “profeta” QUINZIO.

        Sull’attualità non so esprimermi. Soprattutto qui.

        QUINZIO diceva che l iniquità non ha un carattere MORALE ma e’ uno stravolgere la fede della chiesa. Oggi per me “sbagliava”. La fede non e’ il ritorno. Il centro e’ credere nella resurrezione di Cristo.

        Due parole ancora sull iniquità. Per quanto TERRIBILI i peccato dell’ uomo, dei papi magari, sono umani e spetta a Dio il giudizio. Ho letto ultimamente sulle persecuzioni di Padre Pio..da parte di persone moralmente discutibili i veri delinquenti! (Nel libro di Misuraca si raccontano DELITTI). Ma padre Pio obbedì alla gerarchia. Penso sapesse chi lo perseguitava. All’ epoca era gente che avrebbe fatto scandalo pure FUORI dalla chiesa. Ma quella gente-si vede per Padre Pio- predicava bene. Fate quel che dicono non quel che fanno. Se sono veri i libri su Brunatto, secondo me, il Liu grande miracolo di padre Pio e’ stato obbedire. Quanta umiltà, santità ed obbedienza!

        • Ultimo ha detto:

          Forse ci son cose che non si devono sentire perché non si sanno gestire. Pure la Bibbia era interdetta prima del Concilio. Nella Bibbia sono infranti grossi tabu’ (un esempio l’incesto di Lot che rimane giusto, con le figlie). Anzi alle volte e’ proprio l’abisso che fa’ pensare non sia un libro apologetico.

          Questi documenti sotto potrebbero essere coperti da scomunica, non so’ se vigente. Come alcune reliquie..una a Calcata. Solo a nominarla si andrebbe in scomunica? Ancora oggi?

          Resta il fatto che Pio XI blocco’ padre Pio e poi dovette far marcia indietro. E pare disse: e’ la prima volta che il sant’uffizio si “rimangia” un decreto.

          Ma, ripeto, e’ questo il mistero dell’iniquita’? Ed e’ solo il passato? Non lo so. Certo papi non erano simpatici ma veramente mi sembrano ispirati dallo spirito Santo. Mi piace ricordare il prete indegno a cui san Francesco baciava le mani, perché aveva “il potere” di “trasformare in carne e sangue l’Ostia Divina.

          https://www.libraccio.it/libro/9791220361743/edoardo-misuraca/brouillon-manoscritto-di-emanuele-brunatto-cinque-anni-accanto-a-padre-pio.html

  • miserere mei ha detto:

    In un incontro che resta indelebile nella mia memoria, un sacerdote (per altro un bravo sacerdote la cui vocazione sbocciò in una famiglia cristianissima), entusiasta di Evangelium Gaudium (l’esortazione apostolica di Francesco del 2013), disse testualmente: “non so che cosa farmene della felicità eterna, io voglio essere felice adesso”.

    Il nuovo paradigma è inadatto non solo a garantire la dovuta resistenza alle tentazioni impure, ma soprattutto perchè porta a ragionare secondo il mondo, il che valse un sonoro e tremendo rimprovero a Pietro in persona, per bocca di Gesù stesso.

    • Avventista ha detto:

      Magari ci fosse la felicità qui. La serenità. La pace. Certo i nostri morti? Per questo “serve” una resurrezione dei morti. Il regno e’ Gia’ e NON ANCORA. Da 2000 anni. Un mistero per la nostra ragione. Solo la fede puo’ credere nell’assurdo.

      Eppure nel piccolo principe sta scritto

      Le cose ESSENZIALI sono invisibili agli occhi.

      Noi non sappiamo nulla. Certo, possiamo prevedere il risultato di una partita di calcio ma da dove veniamo e dove andremo non sappiamo. Il fine della nostra vita. Solo la fede apre quel buio. Tutto i bui della storia, anche passati.

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