Il Peso della Tradizione. Un Fardello, ma Fonte di Forza. The Catholic Thing.

6 Dicembre 2022 Pubblicato da Lascia il tuo commento

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da The Catholic Thing, che ringraziamo per la cortesia, nella traduzione di Vincenzo Fedele, a cui vale nostra gratitudine per il lavoro, e la nota finale. Buona lettura.

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Il peso della tradizione

Fr. Giuseppe Scolaro

Fra tutte le meraviglie della città di Roma, la Galleria Borghese è forse la più sottovalutata. Fuori dalle mura della città, a nord, è nascosta in un bellissimo giardino e ospita una collezione d’arte, piccola ma impressionante, che un tempo apparteneva al cardinale Scipione Borghese del XVII secolo, nipote di papa Paolo V.

Alcuni potrebbero visitarla per vedere i vibranti dipinti di Raffaello, o le opere in chiaroscuro di Caravaggio, ma i pezzi per i quali il museo sembra davvero essere stato costruito sono le sculture, in particolare quelle di Gian Lorenzo Bernini. Molti degli altri artisti si possono trovare ovunque, alcuni dei quali potrebbero anche sembrare inappropriati per la collezione di un cardinale, eppure le opere del Bernini si distinguono come pezzi centrali in ognuna delle stanze in cui si trovano. David , Apollo e Daphne , Il ratto di Proserpina, ognuno prende vita mentre ci cammini intorno, sfidando la credenza che siano fatti di pietra.

Uno, forse meno drammatico, ma comunque impressionante (soprattutto perché lo completò a vent’anni), è il suo Enea, Anchise e Ascanio . L’immagine coglie il momento dell’Eneide in cui le tre figure fuggono da Troia per raggiungere l’Italia, dove diventeranno infine gli eroici progenitori di Romolo, Remo e del popolo romano.

Enea porta suo padre Anchise sulla spalla, Anchise porta un vaso con le ceneri dei loro antenati e le raffigurazioni di loro divinità domestiche, e dietro segue il figlio di Enea, Ascanio, che porta la fiamma eterna di Troia. Tre generazioni, tutte scolpite da un unico blocco di pietra, unite come immagine di passato, presente e futuro.

Quello che salta subito all’occhio è il peso del padre di Enea, che grava su di lui mentre cerca di scappare. Il fardello del vecchio, la cui pelle sembra, anche nella pietra, pendere mollemente sui muscoli atrofizzati, si mostra nella postura curva e nei muscoli tesi di Enea. Deve portare suo padre, che nella sua pietà tiene a portata di mano i suoi dei ed antenati, proteggendo e guidando anche suo figlio.

L’immagine è tanto più sorprendente, però, in quanto è quella che può parlare in modo così potente ai nostri tempi, mentre anche noi stiamo lottando sotto il peso del nostro passato.

Una delle grandi sfide che oggi la Chiesa deve affrontare sembra essere proprio questa: come andare avanti, come affrontare il proprio mondo, appesantito dal bagaglio dei secoli passati?

Gran parte dello sforzo dei nostri contemporanei è stato quello di abbandonare le tradizioni accumulate dal mondo medievale a noi così estranee, sia nelle devozioni che nell’arte o nella liturgia. Molti teologi e persino ecclesiastici cercano di superare il peso della dottrina, sperando di ridurre, semplificare e “sviluppare” le idee in modo tale da poter sottilmente lasciarci alle spalle gran parte del fardello.

Non possiamo trasformare il mondo moderno ed evangelizzare l’uomo moderno, credono, a meno che non agiamo, vestiamo e pensiamo come lui, e non possiamo stare al passo con lui mentre così tanto passato ci sta facendo sprofondare trascinandoci in basso

Ciò che la statua del Bernini ci ricorda, però, è che il fardello che sopportiamo non è un sacco di palline senza senso. Porta suo padre che gli ha dato la vita, che lo ha cresciuto, che lo ha reso l’uomo che è diventato. Inoltre, porta con sé l’uomo che gli ha dato la fede nei suoi dei, che gli ha insegnato il rispetto per il protettore divino, che gli ha insegnato a valorizzare la lunga stirpe degli antenati, che ha condiviso quella fede ed ha tramandato da tempo immemorabile il modo di vivere con cui ha perseverato.

Porta un fardello di tradizione, ma un fardello che è anche la fonte della sua forza.

Forse oggi la nostra Chiesa ha bisogno di quel richiamo. Il peso della tradizione, per quanto gravoso possa essere, non è qualcosa da mettere da parte alla leggera. Nel corso di 2000 anni, uomini e donne di fede hanno studiato, pregato, insegnato e sacrificato molto, anche la loro stessa vita, per edificare e trasmettere quel fardello che sopportiamo.

È questa ricca tradizione che ha portato la nostra Chiesa ad attraversare le prove del passato e le ha permesso di emergere trionfante contro avversità apparentemente impossibili, sia nelle catacombe di Roma, a Lepanto, o all’ombra dei regimi totalitari del XX secolo .

Per quanto nella nostra giovinezza possiamo resistere alla saggezza dei nostri anziani, come siamo tutti inclini a fare, possiamo prendere veramente il nostro posto in questa processione della storia solo quando ci arrendiamo con umiltà e accettiamo quel dono e fardello che ci viene offerto.

È essenziale che lo facciamo, non solo per perseverare noi stessi, ma per avere qualcosa da trasmettere ai giovani alle nostre calcagna che portano avanti quella luce eterna nel futuro. Sì, le tradizioni del passato devono essere “aggiornate”, ma solo perché possano essere accolte nella loro interezza dai nostri figli che ne hanno tanto bisogno.

Quanti giovani oggi sono così smarriti perché sono stati separati da una tradizione, perché gli è stata negata quella saggezza del passato, da una generazione che ne ha tanto beneficiato?

La sfida continua della Chiesa è fidarsi delle parole del Signore: “Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero” (1). Come Enea, dobbiamo caricare sulle nostre spalle il passato, non come un deplorevole fardello, ma come un dono che ci guida e ci dà forza per la battaglia.

Non buttiamo via ciò che ci rende quello che siamo, ma abbracciamo la tradizione cattolica che ci fonda ed è il mezzo per attirare gli altri alla verità in base alla quale viviamo. Piuttosto che permettere al cavallo di Troia dei tempi, che tradisce, dobbiamo, come Enea, sopportare i nostri genitori e guidare i nostri figli nella verità.

Dobbiamo partecipare a quella perenne rifondazione di Roma nella santità, con la quale santifica ogni epoca fino alla fine dei tempi..

  1. NdT – “Leggerezza” è bene non sia intesa come qualcosa che è senza peso, ma nel senso evangelico di “lievità”, cioè qualcosa che, nonostante il peso, non lo fa percepire.

Traduzione di Vincenzo Fedele

 

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