OM. Lo Strano Dialogare del Papa Insultando i (Possibili) Dialoganti.

1 Dicembre 2022 Pubblicato da

 

 

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Osservatore Marziano torna a farsi sentire e ci rende partecipi del suo stupore per le parole e le opere del Pontefice regnante…e per quelle di alcuni suoi enfatici ammiratori. Buona lettura.

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Da Osservatore Marziano a Tosatti.

Caro Tosatti, leggendo questo articolo scritto da Marco Invernizzi e di seguito quello di Mattia Spanò, ho ancora una volta rilevato quanto Papa Francesco sia riuscito a dividere i cattolici, non solo tra progressisti e “tradizionalisti”, ma persino i tradizionalisti fra loro.

Ma non solo in materia di dottrina, persino su Vax e no Vax, (Covid) e ora sulla guerra.

Ma li sta dividendo anche sempre più anche dal punto di vista razionale.

Prego leggere questo articolo sulla “straordinaria lettera” che è frutto della profonda sofferenza di Papa Francesco che si offre continuamente di fare da paciere fra Russia e Ukraina, ma nello stesso tempo dà del criminale a Putin e del santo a Zelensky, annullando le condizioni della mediazione stessa.

Furbo, ingenuo, o altro?

Prescindo dalle espressioni di esaltazione del “popolo audace e forte che soffre e prega,piange e lotta.Esiste e spera, popolo nobile e martire”.

Ora, chissà quale poeta di corte ispirato da letture dannunziane avrà mai concepito questa lettera che diventa un macigno per le trattative di pace.

Si direbbe che chi l’ha scritta abbia voluto produrre un altro scoop del pensiero del Pontefice, scoop divisivo peraltro, come ogni scoop del Pontefice,

Al contrario di Invernizzi, Mattia Spanò sul Blog di Paciolla, commenta detto discorso con stile “anti-leccacalzinista “ e va invece a cogliere gli errori profondi della lettera e del discorso del Papa che sono evidenti a chi coordina i cinque sensi, o almeno quattro su cinque.

Spanò comincia a evidenziare i toni vagamente razzisti contro le minoranze cecene e buriate, enfatizza la volontà di Bergoglio di gettare benzina sul fuoco parlando degli ucraini in blocco come cristiani dati in pasto ai leoni, denuncia l’attitudine di Bergoglio a ignorare le premesse di questa guerra, presentandola in modo manicheo dove i russi incarnano il male e gli ucraini son la quintessenza del bene.

E si domanda come si possa cercare di fare la pace tra il bene e il male. Papa Francesco, apologeta del dialogo, ma grandissimo manicheo che crea conflitti, chiama Kirill “chierichetto di Putin”, parla di dialogo necessario con “l’aggressore che puzza”. Sembra sì orientato a promuovere a pace, ma creando condizioni di maggior odio fra i contendenti e riluttanza alla pace.

Si dichiara disponibile a fare da paciere, da intermediario, ma poi offende uno dei due interlocutori in modo tale che diventa impossibile la mediazione. E lui però ha tentato…

Candidandosi nello stesso tempo al premio Nobel per la Pace, per l’Economia e per la Letteratura.

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 Ecco l’articolo d Marco Invernizzi.

 

Sono diversi i popoli nel mondo che lottano per rimanere liberi. Una straordinaria lettera di Papa Francesco al popolo ucraino, che «resiste e spera», illumina le pene anche di altri popoli, come quello cinese e iraniano, testimoni dell’esistenza di chi è ancora capace di sacrificarsi per un bene più grande.

di Marco Invernizzi

Le rivolte popolari in Cina sono una buona notizia: non saranno rivolte politiche, come spiegano gli esperti, ma sono comunque espressione di un distacco dal regime comunista da parte di molte persone. Sono legate all’imposizione di un lockdown disumano nei confronti del Covid-19, ma alcuni articoli (Guido Santevecchi, Corriere della Sera, 29 novembre) raccontano di certi slogan, come «Abbasso il partito comunista» o «Xi Jinping dimissioni», che fanno sperare che stia emergendo una nuova consapevolezza politica.

 

Comunque emerge la differenza sostanziale fra un regime totalitario e uno libero, perché in quest’ultimo i governi possono essere cambiati, orientando diversamente il consenso, mentre nei primi ogni cambiamento non avviene mai in modo pacifico.

 

Sempre da quella parte del mondo arriva una notizia che non ha avuto molta eco, ma che merita una riflessione: la condanna (lieve) del card. Joseph Zen Ze-kiun, uno dei più grandi testimoni della resistenza del popolo di Hong Kong contro la violenza del regime cinese. Secondo padre Gianni Criveller, sinologo e missionario del Pime, il Pontificio Istituto delle Missioni Estere, le autorità filocinesi che oggi governano Hong Kong hanno voluto chiudere al più presto, e con una condanna lieve (circa 500 euro), una situazione che rischiava di diventare imbarazzante per loro. Lo stesso cardinale ha dichiarato di non sentirsi condannato perché prelato della Chiesa, ma in quanto testimone delle battaglie per la libertà del movimento democratico, unitamente agli altri attivisti che sono stati condannati con lui. In gioco a Hong Kong è la libertà politica di un popolo intero, la cui resistenza è peraltro guidata soprattutto da cristiani.

 

Un altro popolo che va sostenuto con la preghiera e con ogni altro aiuto utile alla sua resistenza contro l’invasione dell’esercito russo è quello ucraino. Lo ha fatto Papa Francesco il 25 novembre con una lettera di straordinaria sensibilità, rivolta a questo «popolo audace e forte, un popolo che soffre e prega, piange e lotta, resiste e spera: un popolo nobile e martire».

 

Il Santo Padre si è rivolto, nel novantesimo anniversario dell’Holodomor, il genocidio perpetrato contro il popolo ucraino nel 1932 dal regime sovietico, a tutte le componenti della popolazione ucraina: ai «giovani, che per difendere coraggiosamente la patria avete dovuto mettere mano alle armi anziché ai sogni che avevate coltivato per il futuro; penso a voi, mogli, che avete perso i vostri mariti e mordendo le labbra continuate nel silenzio, con dignità e determinazione, a fare ogni sacrificio per i vostri figli; a voi, adulti, che cercate in ogni modo di proteggere i vostri cari; a voi, anziani, che invece di trascorrere un sereno tramonto siete stati gettati nella tenebrosa notte della guerra; a voi, donne che avete subito violenze e portate grandi pesi nel cuore; a tutti voi, feriti nell’anima e nel corpo».

 

Mentre la libertà viene usata in Occidente per rivendicare diritti che non hanno alcun riferimento nella natura dell’uomo, le libertà autentiche e concrete vengono difese con fierezza ed eroismo da uomini e popoli che hanno saputo trovare il coraggio di combattere e morire, come in Ucraina, o di testimoniare fino al sacrificio della vita e certamente della libertà, come in Cina, a Hong Kong e anche in Iran. Non dimentichiamo questi uomini e questi popoli, che ci dimostrano come ci sia chi è ancora capace di sacrificarsi per qualcosa di più grande di sé stesso.

 

Mercoledì, 30 novembre 2022

 

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3 commenti

  • Giuseppe ha detto:

    A Bergoglio non interessa né Cristo né la Sua Chiesa . Figuriamoci la pace, la pace vera.

    Il suo protagonismo vanesio e inconcludente non gli risparmia le ennesime brutte figure.

    Dio abbia pietà di noi e , secondo la Sua volontà, ce ne liberi al più presto. Amen.

  • Stefano ha detto:

    Attenzione, questa lettera non era rivolta al popolo ucraino, ma al popolo siriano… c’è stata un pò di confusione in Vaticano e, chissà come, è finita a Kiev anziché a Damasco!

  • Cesare B ha detto:

    Quell’uomo non cerca la pace, ma una nuova tribuna da cui mettersi in mostra e dimostrare il suo incondizionato asservimento al sistema. È divisivo come colui che lo ispira, il seminatore di discordia, il mentitore. La sua fregola (ché di questo si tratta) di apparire e di ritagliarsi un ruolo nel golpe è imbarazzante.