I Giornali, i Giornalisti? Prostitute Intellettuali. John Swinton, NYT, 1880. E Ora?

1 Dicembre 2022 Pubblicato da Lascia il tuo commento

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, se pensavate che l’evidenza dei fatti, e l’evidenza delle confessioni bastasse vi sbagliavate. Ci stanno riprovando, alla grande; la tenaglia a molte braccia finanza, mass media, ordini professionali collusi, e finta scienzah non molla. E come potrebbe? Il bottino è troppo grande.

Perciò si può serenamente passare sopra la deontologia professionale (medici e giornalisti) il dovere verso i propri elettori (politici) diritti fondamentali del patto costituzionale (Presidente della Repubblica, Magistrati) e diritti umani basilari, religiosi e morali (Papa e Vescovi). Tutta questa bella gente è stata smentita pubblicamente, davanti al Parlamento europeo dalla dirigente della Pfizer che ha ammesso che il siero genico a mRNA non è MAI stato testato con l’obiettivo di limitare o fermare il contagio. Ma, come se niente fosse, questa bella gente continua a spingere la siringa, sempre più pesante di morti e persone rovinate nel corpo e nello spirito da una massa di effetti avversi mai registrata nella storia della medicina.

Però – dicono alcuni servi nei mass media, e sono tanti – il siero ha evitato…

Ieri mi ha telefonato un amico – di vent’anni più giovane di me, praticamente un figlio – dicendomi che era positivo al Covid. Avresti dovuto vaccinarti – ho risposto . Ho fatto tre dosi, e l’ho preso tre volte, ha replicato.

Fine della breve storia, bella e istruttiva.

E di persone in situazioni analoghe ne conosco non una ma molte, in un conto a due cifre. E voi?

Vedo però che un signore che non conosco personalmente, un certo Filippo Anelli, Presidente dell’Odine dei medici, ha il coraggio – senza ridere né arrossire – di affermare che, in vista del rinnovo del Codice deontologico che dovrà avvenire entro il 2024, «saranno innanzitutto introdotti degli articoli relativi ai vaccini e alle vaccinazioni: i vaccini rappresentano un fondamentale strumento di prevenzione ed i medici non potranno disconoscerne il valore scientifico. Conseguentemente, il medico non può sconsigliarne l’utilizzo».

E veniamo al punto che più mi interessa. È evidente a chiunque abbia un po’ di raziocinio che sono alte le probabilità che siamo di fronte a un’operazione finanziaria (se non altro) colossale. Curare i malati dà pochi profitti. Ma la platea di persone sane, a cominciare dai bambini è enorme, ed è lì che si fanno i soldi veri (l’unica cosa che secondo esperti del settore interessino agli Erode di Big Pharma). E con questi soldi veri è possibile mettere in atto un’operazione di corruzione e convincimento di proporzioni planetarie, come potete leggere in questo articolo, che non mi stanco di consigliare. Se poi nel cammino si incontra altra bella gente (il governo comunista cinese, per esempio) che vede in questa vicenda un’opportunità aurea per aumentare a livelli infiniti il controllo sociale sui cittadini, tanto meglio: il matrimonio – di interesse forse, ma matrimonio è – si combina, altroché. E lo vediamo in questi giorni.

Che fare? A fronte di tanta disonestà intellettuale, protervia e malafede, una qualche difesa poteva venire dall’opinione pubblica; e in particolare da quelli che vengono definiti normalmente giornali indipendenti. E che a quel che pare non lo sono più, con qualche rara e preziosa eccezione (la Verità, La Nuova Bussola Quotidiana). Gli altri? Leggete che cosa scriveva John Swinton. Tragicamente vero anche oggi. E a noi non resta che continuare la nostra battaglia, con piccole armi.

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John Swinton (1829-1901) è stato il redattore capo del New York Times. Queste sono le parole da lui pronunciate nel lontanissimo 1880.
“In America, in questo periodo della storia del mondo, una stampa indipendente non esiste, lo sapete voi e lo so pure io. Non c’è nessuno di voi che oserebbe scrivere le proprie vere opinioni, e già sapete anticipatamente che se lo facesse esse non verrebbero mai pubblicate. Io sono pagato un tanto alla settimana per tenere le mie opinioni oneste fuori dal giornale col quale ho rapporti.
Altri di voi sono pagati in modo simile per cose simili, e chi di voi fosse così pazzo da scrivere opinioni oneste, si ritroverebbe subito per strada a cercarsi un altro lavoro. Se io permettessi alle mie vere opinioni di apparire su un numero del mio giornale, prima di ventiquattrore la mia occupazione sarebbe liquidata.
Il lavoro del giornalista è quello dì distruggere la verità, di mentire spudoratamente, di corrompere, di diffamare, di scodinzolare ai piedi della ricchezza, e di vendere il proprio paese e la sua gente per il suo pane quotidiano. Lo sapete voi e lo so pure io. E allora, che pazzia è mai questa di brindare a una stampa indipendente?
Noi siamo gli arnesi e i vassalli di uomini ricchi che stanno dietro le quinte. Noi siamo dei burattini, loro tirano i fili e noi balliamo. I nostri talenti, le nostre possibilità, le nostre vite, sono tutto proprietà di altri. Noi siamo delle prostitute intellettuali“
John Swinton – 1880
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E ahimè, adesso considerato il livello raggiunto sull’aggettivo ci sarebbe non poco da eccepire.
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