Arrendersi All’Evidenza. Ipotesi sulle Cause, ma Effetto (Avverso) Certo. Analisi Scientifica.

30 Novembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra attenzione questo importante contributo al tentativo di leggere in maniera scientifica e lucidamente gli aspetti più pericolosi della vicenda drammatica che stiamo vivendo, nella complicità di due categorie che prima delle altre avrebbero il dovere di cercare la verità: medici e giornalisti. Il grassetto è nostro. Buona lettura.
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IPOTESI SULLE CAUSE MA EFFETTO CERTO

Tra chi contesta gli pseudovaccini si sta facendo largo la teoria che il parlare di proteina spike sia un depistaggio della “controinformazione”, mentre il vero problema starebbe nella presenza non dichiarata del grafene in fiala.

Non mi ritengo un contro-informatore, ma uno che cerca di ragionare con dei criteri scientifici e possibilmente realistici. Il Dr. Tosatti ha generosamente concesso spazio a qualche mia riflessione che muove dalla logica e dal razionale stesso del funzionamento dei “vaccini” a mRNA, nel contesto di una formulazione in cui i nanolipidi cationici presenti non sono affatto un dettaglio secondario e soprattutto dentro un organismo umano in cui il sistema immunitario e il sangue interagiscono con l’inoculo secondo canoni oggettivi.

Qualora nel siero ci sia anche l’ossido di grafene (tanto più avendo l’evidenza che la pericolosità per la salute dei lotti in circolazione non è uniforme) il problema ovviamente peggiora, ma già non mancava anche senza di esso.

Le alternative: nelle fiale ci sono mRNA + grafene; solo grafene, ma non mRNA; solo mRNA, nessuno dei due.
Di certo ci sono i nanolipidi cationici e il prefisso “nano” non porta a ragionar di favole. C’è chi ha ipotizzato che alcuni dei lotti somministrati siano “placebo”. Altri hanno ipotizzato che non siano tutti uguali per contenuto di sostanze (infatti un 5-10% dei lotti è correlato a più dei tre quarti degli effetti collaterali censiti ufficialmente).

Per un ripasso, chi fosse interessato in calce all’articolo può trovare alcune puntate precedenti su Stilum Curiae.

Per ragionare su qualcosa di nuovo, che vada al di là delle ipotesi, cerchiamo di capire meglio perché molti plurivaccinati stanno male. Un problema comune sono dei coaguli ematici molto anomali che si presentano come strutture fibrose caratterizzate da una composizione che non rimanda primariamente ai componenti ematici. I consueti coaguli ematici, più piccoli, possono essere presenti nelle parti terminali di queste strutture fibrose, suggerendo l’ipotesi che il processo normale si iniziato per poi degenerare in “altro”.

Uno studio universitario eseguito su persone sane da cui hanno preso a) il plasma impoverito di piastrine (PPP);  b) il sangue intero (WB), mettendoli a contatto con la proteina spike S1 del Coronavirus (quella che viene fatta produrre al nostro organismo dall’istruzione genica vaccinale).

In questo esperimento “in vitro” è stato osservato (mediante microscopia elettronica a scansione + fluorescenza e la spettrometria di massa) che la proteina spike (messa di proposito) interagisce con le piastrine e il fibrinogeno causando ipercoagulazione. Utilizzando solo PPP si è visto che c’è un effetto anche sul flusso ematico.

La spettrometria di massa ha evidenziato che la proteina spike, aggiunta al PPP sano, provoca dei cambiamenti strutturali sul fibrinogeno, il complemento 3 e la protrombina, rendendo queste tre proteine resistenti alla tripsinizzazione (la tripsina è un enzima che permette la distruzione delle proteine che fanno aderire le cellule).

Questo lascia intendere che la proteina spike possa indurre l’ipercoagulazione in chi è positivo al Covid-19 per compromissione della fibrinolisi, come poi effettivamente si osserva nei campioni ematici di quei soggetti.

Il problema è che anche la vaccinazione anticoronavirus (e alcune antinfluenzali) comporta la stessa situazione!

La cosiddetta vaccinazione introduce un’istruzione mRNA (nota bene: un mRNA modificato, con la metilpseudouridina al posto dell’uracile naturale) che fa produrre la proteina spike previa veicolazione dell’istruzione tramite i nanolipidi e raggiungendo parti dell’organismo dove il virus non sarebbe arrivato.

Un contagiato da virus (anche nell’ipotesi del virus non naturale e ingegnerizzato in laboratorio) riceve un mRNA naturale (con l’uracile), mentre un vaccinato riceve un mRNA modificato (con la metilpseudouridina) e dentro nanostrutture necessarie per eludere un immediato intervento del sistema immunitario.

A naso non è proprio la stessa situazione, per quanto si somigli e la proteina spike ci sia in entrambi i casi. Da notare che non è mai stato reso noto dai produttori di questi sieri genici per quanto tempo possa persistere l’efficacia dell’istruzione nel far produrre proteina spike che poi dà luogo alla formazione degli anticorpi, spacciati come prova che “il vaccino funziona”… Forse troppo? Anche dove non deve?

Se poi, tra le varie nanocomponenti, o come impurezza, o come aggiunta sottotraccia volontaria, c’è anche del grafene, beh non stupiamoci se la combinazione di una o più di queste cause possa provocare anomalie sul ripiegamento di alcune proteine ematiche e di conseguenza sulla loro solubilità e in più gli enzimi che normalmente sono in grado di sciogliere i coaguli, questi coaguli fibrosi non li sanno rimuovere per cui continuano a crescere!

Lo studio universitario suddetto illustra un’interessante teoria su un cosiddetto “potenziale zeta”: quando una sostanza viene mescolata con acqua essa può sciogliersi come il sale, precipitare sul fondo o generare una sospensione colloidale. Nel caso dei colloidi, qualora in un organismo vivente la stabilità di questa forma venisse compromessa, potrebbero scaturirne fenomeni pericolosi, specialmente a livello circolatorio. E’ fondamentale il fattore per il quale la situazione può mantenersi in equilibrio (una dispersione colloidale) o dar luogo a coaguli: la differenza la fanno le cariche elettriche superficiali. Il potenziale zeta esprime il complesso bilancio di carica in questi modelli. Nel sangue di chi sta male purtroppo il bilancio è tale da determinare effetti gravi.

La vaccinazione frequente (e ciò che contiene) abbassando il potenziale zeta può portare a problemi neurologici ed ematologici tramite microcoagulazione, sangue più viscoso, separazione tra plasma e parte corpuscolata. Le proteine presenti sono tutte dotate di una struttura tridimensionale, non casuale ma votata alla loro funzione. Le proteine sono ripiegate in modo adatto allo scopo. Ma se il colloide in cui sono sospese perde le proprie caratteristiche la forma di queste strutture cambia a causa dei differenti potenziali elettrici di superficie.

Una patologia un tempo rara, ma che sta sempre più emergendo è l’amiloidosi, per la quale l’industria farmaceutica (anche la Pfizer…) sta proponendo con tempismo dei rimedi appositamente indicati, spaziando dalle problematiche neurologiche a quelle ematologiche, beneficiando della designazione di “farmaco orfano”.

E’ significativo che nella letteratura scientifica si utilizzino argomenti come il seguente: “era considerata una patologia rara; recentemente il miglioramento degli strumenti diagnostici e la maggior attenzione agli esordi della malattia determinano un crescente numero di casi diagnosticati”. Capito? Adesso li vediamo di più…

L’amiloidosi consiste in un accumulo abnorme di un complesso insolubile di proteine (amiloide) in vari organi, tra cui il cuore. L’amiloide che si insinua negli interstizi tra le cellule contrattili cardiache, contribuisce al loro danneggiamento provocando un irrigidimento delle pareti del miocardio. Lo stesso amiloide può pero creare problemi a livello di altri organi, particolarmente nel sistema nervoso e in generale nel torrente circolatorio.

I sintomi da amiloidosi cardiaca sono il fiato corto, il gonfiore alle caviglie, palpitazioni, aritmia e ipotensione. Negli altri organi possono aversi il tunnel carpale bilaterale, una diminuita sensibilità degli arti, ridotta funzionalità renale, epatica e dell’apparato gastrointestinale. L’amiloidosi può dare anche problemi agli occhi.

In aggiunta c’è il crescente impatto della malattia neurodegenerativa di Creutzfeld Jacob che a livello istologico presenta delle microvacuolazioni a causa dell’alterazione di una proteina, dovute alla presenza di prioni. Il prione determina un ripiegamento innaturale delle proteine che cambiano la loro solubilità. L’incidenza di questa malattia era di un caso su un milione l’anno: ultimamente è davvero molto di più. Scommetto che non si stupisce nessuno nel sapere coinvolte delle strutture proteiche ripiegate in modo anomalo (un articolo che ne tratta è il seguente: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35786166/ )

Possono essere utili anche questi link.

https://www.marcotosatti.com/2022/07/27/arrendersi-allevidenza-cosa-ce-nel-sangue-di-chi-ha-subito-linoculazione/

https://www.marcotosatti.com/2022/10/04/arrendersi-allevidenza-il-siero-e-tutto-un-esperimento-non-accettarlo/

https://www.marcotosatti.com/2022/08/09/arrendersi-allevidenza-virus-e-vaccino-non-agiscono-egualmente-ecco-il-danno/

https://www.marcotosatti.com/2022/03/11/arrendersi-allevidenza-quegli-eccipienti-poco-umani-nel-siero-sperimentale/

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1 commento

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Gli pseudovaccini provocano effetti collaterali: andrebbe bene se i rischi fossero compensati dai benefici.

    Questi sieri però diventano addirittura ad “efficacia negativa” in pochi mesi (5 o 6) dalla somministrazione, il che significa che i vaccinati diventano più esposti al contagio di quanto non lo fossero prima di vaccinarsi.

    Ormai infatti nessuno sostiene più che i vaccini impediscano il contagio dei vaccinati o la sua trasmissione.

    Ancora si vanta un merito nel prevenire le forme più gravi e i decessi, ma senza essere suffragati dai dati.
    Mentre l’efficacia nel far produrre anticorpi svanisce, non è ancora chiaro per quanto tempo la proteina spike codificata dall’istruzione persista nell’organismo, reiterando i rischi di eventi avversi. Dopo pochi mesi dall’inoculo il vaccinato rischia maggiormente di essere contagiato e vede manifestarsi gli altri problemi.
    Fino a tre anni fa qualsiasi vaccino che avesse un’efficacia inferiore al 50% sarebbe stato considerato un pessimo prodotto. Ultimamente, con un’efficacia addirittura negativa, si è giunti ad imporre (più o meno mascherata come libertà di scelta) le dosi. C’è chi ancora insiste a raccomandarne la quarta (e la quinta)!

    Siamo ben oltre il buon senso.

    Nel mondo i tamponi hanno attribuito circa 700 milioni casi di positività al Covid. Ragione per vaccinare praticamente tutti quelli che si poteva, dai 5 anni in su con un preparato pronto (dicono) a tempo di record in base al virus alfa Wuhan, continuando a somministrare quell’istruzione anche se il virus è mutato.

    Con la variante Omicron l’efficacia asserita inizialmente (90%) è precipitata ben sotto il 50% già dopo 1 o 2 mesi.
    Notate bene: sulla popolazione immuno-compromessa (quella che rischia davvero) gli pseudo-vaccini non hanno mai avuto l’efficacia vantata del 90%.
    Quella ce l’ha, per poco tempo, solo su individui abbastanza sani da dover temere poco dal coronavirus.

    Ma ora anche questi devono fronteggiare gli eventi avversi.

    Sono troppe le realtà effettive sfuggite ai teorici delle presunte (ma soprattutto presuntuse) “certezze vaccinali”: la più preoccupante sta nel fatto che l’immunità naturale viene depressa dalle vaccinazioni ripetute e che gli effetti collaterali sono tanti.

    A meno che… questo fosse esattamente ciò che si voleva.
    Sono molti quelli che hanno sempre ipotizzato che il “vaccino” fosse la scusa per … altro.

    L’immunità naturale invece è molto più efficace nel tempo: le persone che si reinfettano (e con i numeri che deriverebbero dalla positività ai tamponi è un evento abbastanza probabile) rischiano molti più guai se sono vaccinate, rispetto ai non vaccinati. Tutti, dopo la prima infezione da coronavirus, possono presentare problemi cardiovascolari, tromboembolici, renali, polmonari… Ma che ricapiti una seconda volta è molto più probabile (e per quanto ormai si sa è anche logico che sia così) che accada ai vaccinati.