Quanto ancora a lungo si potranno ignorare i dati e le ricerche che registrano in ogni parte del mondo una stretta correlazione tra l’eccesso di mortalità generale e la diffusione dei sieri Covid?
Le ultime evidenze arrivano dagli Stati Uniti. Analizzeremo questi dati e li metteremo in relazione con quelli che giungono da altri paesi, in modo da verificarne la reciproca coerenza e quindi la loro affidabilità. Ci limiteremo a considerare nazioni che hanno utilizzato i sieri m-RNA, non solo a garanzia di un confronto omogeneo ma perché i sieri utilizzano una tecnica sperimentata sull’uomo per la prima volta e perché sono essi a mostrare i più gravi problemi di sicurezza. Va evidenziato che si tratta di prodotti distribuiti soltanto nei paesi del mondo occidentale o di esso satelliti, laddove in altre parti del mondo sono stati utilizzati vaccini diversi, spesso tradizionali. E’ la prova che le campagne di inoculazione sono state guidate più da criteri politici che sanitari.
I dati della sorveglianza V-SAFE
Negli Stati Uniti le reazioni avverse ai sieri vengono principalmente raccolte con un sistema di sorveglianza passiva chiamato VAERS. Il data base segna oggi 31.700 decessi, che si riducono a 14.900 se ci limitiamo alle segnalazioni che riguardano il territorio statunitense. Per dare un’idea, possiamo confrontare il dato dei sieri Covid con quello di tutti i vaccini mai distribuiti in trent’anni, avvalendoci di un grafico elaborato da Open Vaers.
Accanto ai decessi, vi sono un numero impressionante di eventi gravi. Ecco quelli del solo territorio degli Stati Uniti.
Come noto, la sorveglianza passiva sottovaluta fortemente il reale numero degli eventi, secondo alcune ricerche effettuate sul campo, una delle quali italiane, anche di centinaia di volte. Mediamente si considera che il VAERS raccolga non più dell’1% degli eventi reali, le ricerche più ottimiste dicono il 5%.
Relativamente agli Stati Uniti, esiste tuttavia una banca dati che ci consente di avere il quadro reale del fenomeno. Si chiama V-SAFE, un sistema di monitoraggio attivo ad adesione volontaria a cui contribuiscono circa 10 milioni di americani, ciò che rende i dati statisticamente molto robusti. Mentre i numero del VAERS sono liberamente consultabili in rete, per quelli V-SAFE occorre attendere le pubblicazioni CDC, che latitavano da oltre un anno. Un’associazione è quindi ricorsa al giudice e questi ha obbligato CDC a rivelarli, seppur parziali e in aggregato. Sono aggiornati ad agosto 2022 e rivelano la portata del dramma che sta avvenendo nel silenzio dei media e delle istituzioni politiche e mediche.
https://www.icandecide.org/v-safe-data/
La tabella ci dice che sui 10 milioni aderenti al programma, 3,3 milioni hanno riferito di reazioni avverse importanti, che hanno quantomeno loro impedito di attendere alle attività quotidiane. E’ preoccupante soprattutto che 750.000 persone (nella slide arrotondate a 800.000) abbiano dovuto ricorrere a cure mediche. Si tratta del 7,5% degli inoculati, un dato che, riparametrato sull’intera platea dei vaccinati USA, si traduce in 17 milioni di persone danneggiate in maniera significativa.
Sappiamo anche di quali cure queste persone hanno avuto bisogno.
Il 73% delle 750.000 persone, pari a 540.000, ha avuto bisogno di cure urgenti, tra le quali non pochi casi di interventi di Pronto Soccorso o necessità di ricovero. Ricalcolati sull’intera popolazione statunitense sono 12 milioni.
Non sappiamo se le cure sono servite a riportare in salute i pazienti o se i problemi sono ancora presenti. Non sappiamo nemmeno se i danni sono o meno risolvibili. Dalle informazioni che giungono dall’AIFA, sappiamo però che meno delle metà dei casi gravi si risolvono. Possiamo quindi ritenere che milioni di americani siano ancora alle prese con gravi problemi di salute causati dai sieri genici Covid.
CDC non ci dice nemmeno quante di queste persone sono morte. Possiamo tuttavia arrivare a una stima indicativa. Secondo il VAERS i decessi costituiscono all’incirca il 3% di tutti gli eventi gravi, percentuale che viene confermata in Italia dall’AIFA. Anche volendo essere estremamente cauti, considerando casi gravi soltanto quelli che hanno comportato la necessità di cure mediche urgenti (ma il Vaers ha un concetto più ampio e quindi i numeri aumenterebbero), è possibile calcolare circa 360.000 decessi, ossia il 3% di circa 12 milioni. Sempre applicando le percentuali fornite dal VAERS, sappiamo che più o meno altrettante persone ci si sono trovate in pericolo di vita. Se invece comprendessimo nelle gravi tutte le reazioni avverse che hanno comportato necessità di cure mediche, i 360.000 decessi balzerebbero a 500.000
E’ possibile che vi siano tra questi anche casi non correlabili ai sieri? Sì, ma occorre considerare che quasi il 70% delle reazioni sono raccolte entro una settimana dall’inoculo. Fate un esperimento mentale e chiedetevi con che frequenza nella vostra vita avete avuto bisogno del Pronto Soccorso o di un ricovero. Se concludeste che vi è capitato, al più, una volta ogni due anni, sappiate che ciò corrisponde a una volta ogni 104 settimane e che quindi la probabilità che la visita al Pronto Soccorso vi capiti casualmente proprio nella settimana dell’inoculo è di 1/104, cioè circa l’1%. Vi è quindi una probabilità del 99% che la corsa all’ospedale di chi ha segnalato la reazione al V-SAFE sia effettivamente motivata dai sieri. E’ un calcolo di massima che, pur non considerando alcune altre variabili, dà un’idea abbastanza corretta, tale da portare a ritenere che molte delle segnalazioni al V-SAFE costituiscano reazioni ai prodotti genici anti-Covid. Vi sono altri tre elementi a favore di questa assunzione. AIFA indica come non correlate solo il 23% delle segnalazioni gravi ricevute. Sappiamo tuttavia che il numero reale è più basso, essendo noto in letteratura che l’algoritmo OMS di correlazione presenta lacune che finiscono per sottostimarle fortemente. Inoltre CDC segnala di non avere riportato tutte le segnalazioni ricevute tramite V-SAFE, escludendo quelle che contenevano risposte a testo libero. Consideriamo ancora che abbiamo applicato la percentuale del 3% non su tutte le reazioni gravi riportate dal Vaers ma solo su una frazione di esse (necessità di cure mediche urgenti).
C’è quindi ragione di ritenere che i numeri sopra esposti forniscano un’indicazione realistica delle reazioni indotte dai sieri. Anche volendo introdurre per ulteriore prudenza uno scarto aggiuntivo, è difficile pensare di scendere sotto i 10/11 milioni di reazioni gravi e i 300.000/320.000 morti causati dai sieri negli Stati Uniti.
Sono numeri che fanno impressione.
Mettiamoli alla pova confrontandoli con quelli che si ricavano da altre banche dati. Non ci interessa trovare una corrispondenza precisa ma capire se viene confermato l’ordine di grandezza. Centinaia di migliaia.
L’eccesso di mortalità in Massachussets
Uno studio molto approfondito dell’aprile 2022 ha analizzato i dati di mortalità generale 2021 in Massachussets, stato americano che conta circa 7 milioni di abitanti.
https://coquindechien.substack.com/p/c19-vaccine-the-cause-of-causes
La ricerca ha registrato un significativo eccesso di mortalità, iniziato a febbraio 2021 e divenuto via via più marcato nella seconda metà dell’anno.
Lo studio spiega che l’eccesso non può essere dovuto al Covid, sia perché non vi sono state ondate in quel periodo, sia perché la curva non presenta il classico andamento epidemico a campana ma mantiene un eccesso stabile e tendente a crescere. Inoltre, l’età media dei morti del 2021 è più bassa che in tutti gli anni precedenti, segno che sono morte molte persone giovani, notoriamente non impattare da mortalità Covid. Osservo che quest’ultimo aspetto spiega anche che l’eccesso di mortalità non può essere attribuito agli esiti di patologie non curate durante le ondate pandemiche. In tal caso infatti non si sarebbe registrata una forte mortalità sulle fasce giovani ma soprattutto su quelle più anziane, le più malate e quindi più esposte a cure non fornite. Per tutti questi aspetti è altamente probabile che l’eccesso sia legato in massima parte alla campagna vaccinale.
Dal punto di vista quantitativo la ricerca stima +10/20% rispetto alla media dei decessi degli anni precedenti, circa 3.000 morti in più nei soli 3-4 mesi finali dell’anno. Poiché lo studio evidenzia che il fenomeno sembra proiettarsi nel 2022, e i dati Euromomo lo confermano, possiamo pensare che su tutto il periodo l’eccesso sia di circa 7000/8000 decessi. Possiamo prendere la cifra più bassa per depurarlo di eventuali morti per Covid o mancate cure, che abbiamo visto non essere determinanti. Se proiettiamo il numero di 7.000 sull’intera popolazione statunitense, assumendo che la copertura vaccinale sia più o meno analoga nelle due realtà, arriviamo a una cifra intorno ai 330.000 decessi. L’ordine di grandezza del dato V-SAFE viene confermato.
Va segnalato che la ricerca esamina anche i dati relativi alle cause di morte. Essi rivelano una concentrazione insolita di patologie cardiovascolari, fino al 50% in più della media degli anni precedenti. Anche per questo aspetto si confermano le indicazioni che arrivano da più fonti.
L’eccesso di mortalità in Canada
Rimaniamo in Nord America e diamo uno sguardo ai dati di mortalità 2021 forniti dal governo canadese.
https://www150.statcan.gc.ca/n1/pub/71-607-x/71-607-x2021028-eng.htm
Nella tabella che segue, la linea blu chiaro è la mortalità media di riferimento, il tratteggio rosso indica il limite massimo dell’accettabilità statistica dell’aumento, la linea blu scuro mostra la mortalità realmente verificata.
Anche in Canada emerge un eccesso di mortalità preoccupante. Come si può vedere dalla seguente tabella, l’andamento non ha nulla a che vedere con le ondate di mortalità Covid. Risulta anzi un picco proprio nel mese di luglio, quando la mortalità Covid era ai minimi dell’anno. Inoltre, verso la fine del 2021, la curva della mortalità generale mostra un’analogia molto stretta con quanto registrato in Massachussets, e tende a salire anche quando la piccola ondata Covid si riassorbe.
In sostanza, a partire dall’aprile 2021 abbiamo un eccesso settimanale di circa 400 morti, salvo il picco di luglio, quando si sfiorano i 1.000 decessi in più. In totale abbiamo quindi circa 15.000 morti in eccesso rispetto alla media. Se immaginiamo pure in questo caso una tendenza confermata nel 2022, arriviamo a circa 34.000 decessi. Anche per il Canada, per i motivi ricordati, possiamo presumere che solo una minima parte sia spiegabile con Covid/mancate cure. Potremmo depurare il dato portandolo a 30.000. Applicando questi numeri in proporzione alla popolazione USA, avremmo circa 270.000 decessi. Ancora una volta i dati si confermano.
L’eccesso di mortalità in Australia
Se volgiamo lo sguardo dall’altra parte del mondo, abbiamo le medesime evidenze. Le statistiche governative australiane mostrano un eccesso di mortalità a partire dal settembre 2021, ritardata rispetto agli altri paesi.
Il ritardo si sposa alla perfezione con l’andamento della campagna vaccinale di quel paese, slittata in avanti rispetto ai paesi dell’emisfero Nord, come si può vedere dal seguente grafico.
Nel commento dell’ente governativo australiano, l’eccesso di mortalità da gennaio a luglio 2022 viene quantificato nel 17,3%, corrispondente a 16.400 persone decedute in più rispetto alla media. Parametrato sui 15 mesi circa di campagna vaccinale di quel paese, indica 35.000 decessi in eccesso in tutto il periodo. Il grafico ci indica in questo caso la percentuale dell’eccesso spiegato dai morti “ufficiali” Covid. Si tratta di circa un terzo, numero importante spiegato dal fatto che in quel paese si è verificata una pesante ondata nei primi mesi del 2022. Anche considerandola interamente mortalità Covid, pur sapendo che una parte di questa registra semplicemente i positivi al Coviid morti per altre cause, residuano circa 23.000 decessi. Porterebbero in proporzione a circa 300.000 decessi negli Stati Uniti. Ancora una volta i dati si mostrano coerenti.
L’eccesso di mortalità in Europa
Torniamo in Europa, dove i dati Euromomo registrano un eccesso di mortalità sempre più evidente. La situazione è peggiorata rispetto a quando, due mesi fa, l’abbiamo presa per l’ultima volta in considerazione.
https://www.euromomo.eu/graphs-and-maps
Sulla classe di età più giovane la curva di mortalità punta costantemente verso l’alto allontanandosi ogni mese di più dalla media.
Ora comincia a destare impressione anche la curva di mortalità dei più anziani. Fino a qualche mese fa, in questa classe di età l’eccesso di mortalità era presente ma non tale da superare quella del disastroso anno pandemico. Nelle ultime settimane la curva mostra invece che gli anziani non solo muoiono molto più della media degli anni precedenti, ma anche più del terribile 2020.
Per la prima volta, anche la curva che riunisce tutte le età supera quella del 2020.
I dati di Euromomo trovano conferma in alcune ricerche che hanno analizzato la mortalità in singoli paesi europei.
L’eccesso di mortalità in Germania
Ad agosto è stata pubblicata una ricerca relativa alla Germania.
https://www.researchgate.net/publication/362777743_Excess_mortality_in_Germany_2020-2022
Lo studio conferma che nel 2021 si è prodotto un aumento di mortalità generale, che si è concentrata nelle fasce di età dai 15 a 79 anni. Gli autori evidenziano che non è attribuibile al Covid in quanto è partito dal mese di aprile, non si sposa con le ondate pandemiche e non riguarda le classi più anziane. Essi affermano pertanto che: “qualcosa deve essere accaduto nell’aprile 2021 che ha fatto partire un improvviso e sostenuto aumento di mortalità nelle età sotto gli ottant’anni.”
Ecco la situazione per fasce di età. Si rivela un 2021 nettamente peggiore del 2020.
Gli studiosi evidenziano una strettissima correlazione temporale tra l’aumento della mortalità e la campagna vaccinale. Così si esprimono: ”il forte aumento della mortalità nell’aprile 2021 e l’ulteriore sviluppo dell’eccesso di morti è correlato al forte aumento del numero di vaccinazioni. Inoltre i picchi dell’eccesso di mortalità quasi coincidono con i picchi della campagna vaccinale. Una così forte covarianza suggerisce che l’incremento della mortalità possa essere collegato all’aumento delle vaccinazioni.”
Gli autori verificano anche un preoccupante aumento degli aborti spontanei, 9% in più rispetto alla media, interamente concentrato nel secondo semestre.
In sintesi, si misurano circa 32.000 morti in eccesso in Germania in nove mesi del 2021. Se volessimo aggiungere il 2022, arriveremmo probabilmente a una cifra intorno ai 70.000. Decurtandolo di una piccola quota per eventuali morti Covid e da mancate cure, abbiamo un numero che, ribaltato sugli Stati Uniti, indica per quel paese circa 260.000 decessi. Ancora una volta le cifre si dimostrano affidabili.
Prima di passare ad un altro paese, possiamo ricordare i risultati di un sondaggio effettuato a inizio novembre 2022 dalla società di ricerca INSA, che ha coinvolto poco più di 2.000 tedeschi oltre i 18 anni. Il 23%di questi ha riferito di aver subito effetti collaterali significativi (è la somma delle colonne 16% e 7% del grafico). Considerando che tra le 2000 persone ce n’erano statisticamente 500 non vaccinate, le risposte andrebbero calcolate in realtà sull’universo residuo di 1500 persone, le uniche che possono avere avuto reazioni avverse. La percentuale reale è quindi ancora più alta.
Pur nella difficoltà di stimare che cosa si intenda con “evento significativo”, se lo individuassimo nell’impossibilità di assolvere nei giorni successivi alle proprie attività, riscontreremmo una forte analogia tra gli esiti di questo sondaggio e i numeri V-SAFE, secondo il quale ne sono stati vittime il 33% degli inoculati. Nel caso della Germania potrebbe essere peraltro una cifra sottostimata, dal momento che il sondaggio non prende in considerazione i minorenni, purtroppo frequente oggetto di miocarditi post-inoculo. Il 31% dei tedeschi intervistati dice inoltre di conoscere altre persone che hanno subito effetti collaterali importanti.
Al link seguente è possibile trovare altri interessanti elementi emersi dal sondaggio.
https://reitschuster.de/post/23-prozent-der-deutschen-klagen-ueber-erhebliche-impfnebenwirkungen/
La correlazione tra eccesso di mortalità e diffusione vaccinale nei Paesi Bassi
Merita ora ricordare la ricerca dell’agosto 2022 che ha messo a confronto la mortalità generale delle 340 singole municipalità dei Paesi Bassi.
https://www.researchgate.net/publication/361818561_Covid-19_vaccinations_and_all-cause_mortality_-a_long-term_differential_analysis_among_municipalities
Nel 2020, prima della somministrazione dei sieri Covid, la mortalità generale non mostrava differenze significative tra le varie municipalità, differenze che invece si palesano in maniera evidente nel 2021, quando emerge una correlazione statisticamente molto robusta tra più alta mortalità e più alta copertura vaccinale. I dati dicono che in media nelle municipalità con tassi di vaccinazione oltre il 90% si muore fino al 40% in più di quelle in cui i tassi si sono fermati al 70%.
La correlazione spiega circa 200 morti in più a settimana. Seppure gli autori siano molto cauti nell’attribuirli alla vaccinazione, non possono che concludere in questo modo:
“Sia dopo il ciclo di vaccinazione completo che dopo il booster, non abbiamo osservato la correlazione negativa tra la mortalità e la vaccinazione, come atteso per un vaccino che funziona. Abbiamo invece rilevato durante le più miti ondate Delta e Omicron una correlazione significativamente positiva (4 sigma), che coincide esattamente con due periodi di eccesso di mortalità……….Questo risultato è allarmante e rivela la necessità di ulteriori ricerche sull’effetto degli attuali vaccini sulla mortalità da ogni causa”.
Se volessimo quindi considerare circa 20 mesi di campagna vaccinale, avremmo circa 17.000 decessi in eccesso. Depurandolo degli elementi già illustrati per gli altri paesi e rapportando il dato alla popolazione statunitense arriveremmo a circa 280.000 decessi in USA.
L’importanza della ricerca olandese è duplice. E’ una delle prime che distingue la mortalità in base alla vaccinazione. Rappresenta quindi una conferma di quanto già emerso nei dati UK, di cui abbiamo diffusamente parlato nei mesi scorsi, che rivelano che le persone vaccinate muoiono a tassi più alti delle persone non inoculate con i sieri Covid.
https://sfero.me/article/istituto-nazionale-di-statistica-regno-unito-la-prova-definitiva-della-letalita-dei-sieri-covid
Inoltre la ricerca rivela che l’eccesso di mortalità nei territori molto vaccinati si è concentrato durante le ondate di varianti non aggressive. Sembra pertanto suggerire un effetto di indebolimento del sistema immunitario delle persone vaccinate, tale da rendere queste ultime più suscettibili anche a infezioni meno gravi.
L’eccesso di mortalità in UK
Chiudiamo con i dati del Regno Unito. Il sito di ricerca Expose.com. elabora i dati dell’ONS, l’Istituto di Statistica UK riassumendo nel seguente grafico i mesi più recenti.
Considerando soltanto i morti non Covid, abbiamo circa 20.000 persone morte in eccesso nelle 25 settimane del 2022 considerate (34.237-13.965). Se aggiungiamo gli altri 13 mesi di campagna vaccinale, arriviamo a una cifra intorno 70.000 decessi in più. Pur calcolando qualche decesso per mancate cure, si tratta di un dato che porta a 300.000 decessi negli USA.
Come abbiamo illustrato nell’articolo di Sfero cui al link sopra, il dato anomalo riguarda essenzialmente la mortalità dei vaccinati, che si rivela più alta di quella dei non vaccinati. Semplici calcoli consentono di approfondire quell’analisi e verificare che in alcune specifiche fasce di età la differenza ha del clamoroso. Ecco per esempio il dato riferito alle età 0-14 per l’intero periodo considerato dall’elaborazione ONS (gennaio ‘21-maggio ’22)
Ed ecco cosa si ricava sommando la popolazione delle varie fasce giovanili.
Se poi escludiamo le prime settimane dall’inoculo, per andare a intercettare la situazione che diventerà quella dei vaccinati a regime, abbiamo il seguente quadro.
E’ purtroppo facilmente prevedibile che la situazione delle terze dosi, che godono per ora di fresca somministrazione, si vada progressivamente ad allineare a quanto emerge per le altre due.
Concludendo
Riassumiamo n questa tabella di sintesi i dati a cui ci conducono le evidenze emerse. Li riporteremo senza commenti. Nella tabella sono stati inseriti una necessaria forchetta di approssimazione e il numero delle attese reazioni gravi, calcolate con il criterio del rapporto 100/3 rispetto ai decessi.
PAESE DECESSI REAZIONI GRAVI
USA | 280.000/300.000 | 10.000.000/11.000.000 |
CANADA | 28.000/32.000 | 900.000/1.00.000 |
AUSTRALIA | 22.000/25.000 | 700.000/800.000 |
GERMANIA | 60.000/70.000 | 2.000.000/2.200.000 |
PAESI BASSI | 13.000/15.000 | 400.000/500.000 |
UK | 55.000/65.000 | 1.800.000/2.100.000 |
Corre l’obbligo di segnalare che c’è la probabilità che le cifre siano leggermente sottostimate, a causa di ciò che potremmo chiamare il ”paradosso dell’efficacia”, legato all’efficacia dei sieri sulle morti Covid. Essendo infatti le cifre frutto di una somma algebrica, più cresce l’addendo con il segno meno (i morti Covid risparmiati grazie al siero), più ancora deve crescere il fattore con il segno più (morti da reazioni avverse).
Ne parleremo meglio nel prossimo articolo, che si focalizzerà sui numeri italiani e effettuerà un riepilogo sul mondo intero.
Chiudo qui, consapevole che questi sono articoli strazianti sia per chi li scrive che per chi li legge.
Ma sono anche liberatori.
Stiamo issando la verità da un pozzo di menzogne.
Grazie per avere ripreso l’articolo che ho pubblicato su Sfero. Più queste informazioni girano meglio è. Uniamo le forze e possiamo.uscirne.
Grazie a lei! Sicuramente è necessario battersi!