Vetus Ordo a Novara. Due Lettere di Laici per mons. Brambilla.

19 Novembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, riceviamo – e mi sembra opportuno portarle a vostra conoscenza – due lettere dirette al vescovo di Novara, mons. Brambilla, in relazione a quanto deciso nei giorni scorsi a proposito della messa Vetus Ordo, e di cui ha parlato ieri mons. Viganò. Buona lettura.

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A sua Eccellenza Reverendissima,
Mons. Franco Giulio Brambilla,
Vescovo di Novara
Via Puccini, 11, 28100 Novara.
Eccellenza Reverendissima,
Le scrivo in merito al Suo comunicato del 1 Novembre, in particolar modo riguardo alla Sua disposizione di eliminare le celebrazioni in rito tradizionale di Domodossola e Vocogno, pregandola di rivedere la Sua decisione. Insieme a mia moglie, non potendo partecipare direttamente alla celebrazione della Santa Messa in quanto viviamo ad una distanza di circa 800 km da Vocogno, ascoltiamo ogni domenica l’omelia di don Alberto Secci. Quando possiamo andiamo all’unica messa in rito tridentino da queste parti, ad un’ora di auto. Pertanto le mie considerazioni hanno un riferimento di ordine generale in merito alla “persecuzione” che la Vera Messa sta avendo in questo tempo infausto.
“Quando possiamo” andiamo a rinfrancarci, mentre le altre domeniche assistiamo alla “mensa”, nella consapevolezza che la partecipazione alla messa “novus ordo” rappresenta per noi l’opportunità di offrire il sacrificio che facciamo ad assistervi.
Lei richiede a questi sacerdoti che “si impegnino a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana“. Ora, fuori dall’ipocrisia, come posso io non partecipare alla Vera Messa con uno spirito alternativo rispetto alla “forma attuale della messa romana” ? Sarebbe come se, avendo l’opportunità di assistere ad un concerto di Vladimir Horovitz, ci andassi con lo stesso spirito del saggio dei bambini del primo anno di pianoforte.
Ma, eccellenza, che cosa vuole che scegliamo tra un bicchiere di vino purissimo, direttamente dai grappoli delle colline di Galilea, lievitato nei tini di legno di cedro, dai fermenti dell’aria soave dei luoghi che videro il miracolo di Cana, trasformato nel sangue preziosissimo del Sacrificio, e un vinello artefatto, prodotto con le “cartine”, con l’aggiunta di aromi sintetici ed eccipienti velenosi, indecorosamente presentato in faccia al popolo ? Con che cosa vuole che ci dissetiamo se non con l’acqua cristallina delle sorgenti del Giordano, piuttosto che bere acqua inquinata dalle gaiezze sguaiate delle pizzate organizzate nelle vostre chiese, appestata dalle benedizioni dispensate a profusione a coppie sodomite e depravate, dissacrata da balli sconci e squallide canzonette, ammorbata dalle “inoculazioni” organizzate persino il Sabato Santo, corrotta da una “liturgia” rivolta esclusivamente al popolo invece che a Dio, falsificata dalla soppressione del senso del peccato, profanata dai molteplici sacrilegi verso le Sacre Specie, contaminata, in questi ultimi tre anni, da un profluvio di museruole indossate pure dai celebranti, persino nel momento elevatissimo della Consacrazione ? Vogliamo tornare alla sorgente, costi quello che costi, perché siamo certi che solo lì possiamo trovare Gesù che ci aspetta.
Siamo chiamati, indegnamente, a partecipare al Santo Sacrificio e, nella nostra piccolezza, a collaborare alla instaurazione del Regno di Cristo sulla Terra, come vuole che ci sentiamo quali invitati alla cena di confuse suggestioni protestanti ?
Siamo certi di essere nel giusto a pretenderlo ( e voi lo sapete molto bene…) perché il santo papa San Pio V ce lo ammonisce: nella bolla Quo Primum Tempore (14 luglio 1570), con la quale si promulgò la riforma di questo rito, scrisse, al cap. XII:
«Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l’audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell’indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.». Pertanto questa messa non può essere né vietata né limitata.
No, eccellenza, chiamato a decidere se stare con Gesù, nella persecuzione e nella consapevolezza della mia miseria o con Lutero, tra le gaiezze del mondo nell’illusione della salvezza senza riserve, scelgo ovviamente il Signore, a qualsiasi costo.
In conclusione, La prego di fare un passo indietro, e lasciare a don Stefano e a don Alberto la cura delle anime nei luoghi dove hanno servito il Signore fino ad oggi.
Le conseguenze, se così non fosse, sarebbero disastrose.
Le ricordo che se anche solo un’anima si disperdesse e si allontanasse dalla Fede cattolica, Lei dovrà risponderne davanti a Nostro Signore.
Claudio Gazzoli – Monterubbiano (FM)
§§§

Lettere inviata tramite mail all’arcivescovo di Novara mons. Brambilla il 14.11.22

Eccellenza
Le rivolgo la preghiera di
Lasciare in pace i cattolici che vogliono seguire il rito vetus ordo.
Come esiste il rito bizantino cattolico. Ambrosiano. mozarabico. Caldeo ecc.ecc. cosi può essere per la Santa messa di san Pio v riformata da san Giovanni XXIII.
Perché tanto accanimento? Non riesco a capirlo, quando poi si tollerano messe clownesche e alle volte eretiche in cui non si recita il Credo a cui non crede chi celebra.

Sono a Vicenza e di solito seguo la messa nuova nei feriali e ovviamente la domenica. ma quando posso vado ad Ancignano a 20 km dalla città a seguire quella cosiddetta antica, che bellezza che raccoglimento.
Eccellenza
Lei un biblista di fama, uno studioso, a suo tempo un candidato di prestigio alla Cei
Se questi sacerdoti e questi fedeli non combinano ”guai“ e vogliono onorare la Santa Trinità servendo la Chiesa di Gesù Cristo e il suo vescovo con questo “antico” rito che non è eretico, perché angustiarli?
Lasciamoli in pace.
Tutto passa motu proprio e non, la Chiesa rimane e soprattutto rimane la carità.

Con devozione e rispetto alla sua autorità apostolica.

Marco Calvelli
Vicenza

PS spero che almeno siano lette queste mie semplici considerazioni non chiedo ovviamente una risposta a maggior ragione per il fatto che non sono della sua diocesi.

Sono un medico, e se un paziente manda un referto non lo si legge e non si dà risposta viene ripreso dall’assistito che rimane sorpreso, e male, considerando il medico poco serio e poco attento ai suoi malanni.

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1 commento

  • Catholicus ha detto:

    “Agli assassini della liturgia”. : cosi esordiva mond. Celada un un suo ormai famoso libello, rivolto ai responsabili della riforma liturgica ( in primis Bugnini e Montini…). Più in generale, la responsabilità e del clero ribelle e rivoluzionario modernista, che si è impadronito della Chiesa istituzione con Roncalli, Montini ed il loro nefasti, diabolico ” conciliabolo”. I ribelli modernisti hanno rivoltato la Chiesa Cattolica come un calzino, rigettandone basi, strumenti e obiettivi : la dottrina (rigida, divisiva, come pietre scagliate contro persone indifese); la liturgia, cambiata secondo lo spirito di Lutero “cambiata la Messa, cambiata la religione”; la padtorale : il proselitismo? No, no, è una sciocchezza, paralizza ( malignamente spacciato per violenza coercitiva, anziché zelo per la causa del Signore, martiri docenti), evangelizzazione rifiutata da questi traditorii, eretici ed apostati…