Agostino Nobile. Il Genio del Cristianesimo. Oggi, Adesso.
14 Novembre 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, Agostino Nobile offre alla vostra attenzione queste riflessioni su alcune delle frasi più famose di un genio, Blaise Pascal, lette alla luce di quanto stiamo vivendo. Buona meditazione…
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Il genio del cristianesimo
Una decina di anni fa ho pubblicato un articolo con alcuni aforismi di Blaise Pascal (1623 – 1662), poi inserito nella raccolta Quello che i cattolici devono sapere, mi sembra dunque corretto ricordare che si tratta di una seconda brevissima raccolta tratti dal famoso Pensieri del grande matematico francese.
Il titolo l’ho ripreso da un’opera del 1802 di Chateaubriand dedicata a Pascal: “C’è stato un uomo che, a dodici anni, con barre e cerchi, ha creato la matematica; che, a sedici anni, ha fatto il più dotto trattato sulle coniche che si sia mai visto dall’antichità; che, a diciannove anni, ha ridotto a macchina una scienza che esiste interamente nella mente; che, a ventitré anni, dimostrò il fenomeno della gravità dell’aria e distrusse uno dei grandi errori della fisica antica; che, a quell’età in cui gli altri uomini cominciano appena a nascere, dopo aver completato il cerchio delle scienze umane, si rese conto della loro nullità e rivolse tutti i suoi pensieri alla religione; che, da quel momento fino alla morte nel suo trentanovesimo anno, sempre infermo e sofferente, fissò la lingua parlata da Bossuet e Racine, diede il modello dello scherzo più perfetto, così come del ragionamento più forte; infine, che, nei brevi intervalli delle sue malattie, risolse, privandosi di ogni aiuto, uno dei più alti problemi della geometria, e gettò sulla carta pensieri che sono tanto di Dio quanto dell’uomo: Questo genio spaventoso si chiamava Blaise Pascal”.
Voltaire commentò: “Pascal, sublime pazzo, nato un secolo troppo presto”.
Il padre, Étienne, presidente alla Corte delle imposte, dopo la morte della moglie si dedicò totalmente al piccolo Blaise, il quale fin dai primissimi anni manifestò un’intelligenza e una sensibilità fuori dal comune. Nella prima edizione della Vita di Pascal, la sorella Gilberte scrive: “mio fratello non è mai stato in un collegio, e non ha mai avuto altri maestri all’infuori di mio padre”.
Precursore dell’informatica, a soli 18 anni Pascal progettò il calcolatore meccanico, il suo contributo nella matematica e nella fisica è notevolissimo, ancora giovane fu invitato alle riunioni scientifiche dei maggiori ricercatori della Francia, i quali erano in contatto con i più grandi scienziati dell’epoca, tra cui Galileo Galilei.
Pensées / Pensieri
«La conoscenza di Dio senza la conoscenza della propria miseria genera l’orgoglio. La conoscenza della propria miseria senza la conoscenza di Dio genera la disperazione. La conoscenza di Gesù Cristo sta tra i due estremi, perché in essa troviamo Dio e la nostra miseria».
«L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l’angelo fa la bestia». —
«Chi dentro di noi prova piacere? La mano forse, il braccio, la carne, il sangue? Deve essere necessariamente qualcosa d’immateriale».
«Abbiamo un’opinione così grande dell’anima dell’uomo che non possiamo tollerare di essere disprezzati e di non essere stimati; tutta la felicità degli uomini consiste in questa stima».
«Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. È con questo che dobbiamo nobilitarci e non già con lo spazio e con il tempo che non potremmo riempire. Studiamoci dunque di pensar bene: questo è il principio della morale».
«Il cuore, e non la ragione, sente Dio. E questa è la fede: Dio sensibile al cuore e non alla ragione».
«Che cos’è in fondo l’uomo nella natura? Un nulla rispetto all’infinito, un tutto rispetto al nulla; un qualcosa di mezzo tra il niente e il tutto. Infinitamente lontano dall’abbracciare gli estremi, la fine delle cose e il loro principio gli sono invincibilmente nascosti in un impenetrabile segreto, ed egli è ugualmente incapace di vedere il nulla da cui è stato tratto e l’infinito dal quale è inghiottito».
«Non si deve misurare la virtù di un uomo dalla sua eccezionalità ma nel quotidiano».
«La nostra natura sta nel movimento; il completo riposo è la morte».
«Istinto e ragione, segni di due nature».
«Conosciamo la verità non solo con la ragione ma anche col cuore».
«È assai più bello sapere un po’ di tutto che saper tutto di una cosa».
«Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce».
«La natura ha delle perfezioni per dimostrare che essa è l’immagine di Dio e ha dei difetti per mostrare che ne è solo un’immagine».
«L’abitudine rende le nostre prove più forti e più credute; essa spiega l’automa, e questo trascina l’intelletto senza che se ne accorga. […] Bisogna acquistare una credenza più facile, che è quella dell’abitudine la quale, senza violenza, senza artificio, senza argomentazione, ci fa credere le cose e inclina tutte le nostre facoltà a questa credenza in modo che la nostra anima vi cada naturalmente».
«Per fare di un uomo un santo ci vuole la grazia, e chi ne dubita non sa cosa sia un uomo e che cosa sia un santo».
«Esistono pochi veri cristiani, intendo dire di fede. Ce ne sono tanti che credono, ma per superstizione; ce ne sono tanti che non credono, ma per dissolutezza; pochi stanno tra gli uni e gli altri. Non includo tra costoro quelli che sono di costumi veramente e profondamente pii e tutti coloro che credono per un sentimento del cuore».
«La moltitudine che non si riduce all’unità è confusione; l’unità che non dipende dalla moltitudine è tirannia».
«Le altre religioni, come per esempio le pagane, sono più popolari, perché si fondano sull’esteriore; ma non sono fatte per le persone intelligenti. Una religione puramente intellettuale sarebbe più adatta per gli intellettuali, ma non servirebbe al popolo. Soltanto la religione cristiana è proporzionata a tutti, perché fatta di esteriore e di interiore. Essa eleva il popolo all’interiorità e abbassa i superbi all’esteriorità, e non è perfetta senza questi due aspetti, perché il popolo deve sentire lo spirito della lettera e le persone intelligenti devono sottomettere il loro intelletto alla lettera».
«Siamo così presuntuosi che ci piacerebbe essere noti in tutto il mondo, anche da persone che nasceranno solo quando saremo già morti. Ma la nostra vanità è tale che la buona opinione di una mezza dozzina di persone intorno a noi ci dà piacere e soddisfazione».
«La cosa più importante di tutta la vita è la scelta di un lavoro ed è spesso affidata al caso».
«Non soltanto conosciamo Dio unicamente per mezzo di Gesù Cristo, ma conosciamo noi stessi unicamente per mezzo di Gesù Cristo».
«Il servo non sa ciò che fa il padrone, perché il padrone gli dice soltanto l’azione e non lo scopo; per questo egli vi si assoggetta servilmente e spesso pecca contro il fine. Ma Gesù Cristo ci ha detto il fine. E voi distruggete questo fine».
«Le impressioni antiche non sono le sole a ingannarci: anche il fascino della novità ha lo stesso potere».
«Papi – C’è una contraddizione, perché da una parte essi dicono che bisogna seguire la tradizione e non oserebbero negarlo, ma dall’altra parte ritengono di poter dire quello che vogliono. Sarà bene attenersi sempre alla prima intenzione, perché non farlo vorrebbe dire andare contro di loro».
«Papi – I re dispongono del loro regno, ma i papi non possono disporre del proprio».
A cura di Agostino Nobile
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Categoria: Generale