Le Tante Parole di Paglia per un’Abortista all’Accademia per la Vita. Una Risposta.

10 Novembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, colpevolmente ci siamo occupati poco della nomina di un’economista pro-aborto alla Pontifica Accademia per la Vita. Rimediamo tardivamente, con questo commento di Luca Del Pozzo apparso su Il Foglio, a completamento dello scambio fra mons. Vincenzo Paglia e Matteo Matzuzzi. Buona lettura.

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Oltre a quanto già espresso da Matteo Matzuzzi nella sua risposta, che sottoscrivo da cima da fondo, vorrei solo aggiungere un paio di considerazioni in merito alla lettera di m.or Paglia ospitata qui ieri a proposito della controversa nomina dell’economista Mariana Mazzucato alla Pontificia Accademia per la Vita. Lettera che se possibile è stata la classica toppa peggiore del buco. Per due ordini di motivi. Primo, perché che un prelato sostenga che vi sia un rapporto di causa-effetto tra l’alleviamento delle diseguaglianze in primis economiche e un maggior favore verso la vita, significa condividere categorie e lettura della realtà che da queste deriva (il problema è sempre quello: l’interpretazione della realtà) di ordine materialistico e in quanto tali incompatibili con una visione cattolica. Intendiamoci, nessuno nega che i fattori economici, lavorativi ecc., abbiano il loro peso. Resta il fatto che sposare certe letture squisitamente “orizzontali” siccome al fondo atee delle questioni, oltre che porre una grave questione di metodo porta fatalmente a guardare al dito per non vedere la luna. Come ha spiegato su queste colonne Ritanna Armeni in un memorabile intervento (“I figli che non vogliamo”, 17/05/21), economia e povertà c’entrano nulla con la scelta di non fare figli. I figli non si fanno innanzitutto perché non si vogliono. C’è insomma una questione di ordine culturale prima ancora che tutto il resto. E quando il tema è culturale, trattarlo in ambito ecclesiale sia pure con un approccio scientifico (a proposito: ma non c’è già la Pontificia Accademia per le Scienze Sociali?), comporta, dovrebbe comportare un approccio che inevitabilmente chiama in causa la fede. Altrimenti ci si riduce all’ennesimo think-thank. E qui vengo al secondo ordine di motivi. Quando si valutano i curricula per un eventuale incarico in un organismo ecclesiale come la Pav (leggi bene: ecclesiale, siamo d’accordo su ciò che significa?), i convincimenti e le credenze di Tizio o Caio non possono non essere presi in considerazione. A meno, ovvio, di non voler credere alla favoletta della neutralità del metodo scientifico. E da questo punto di vista fa, eccome, la differenza ingaggiare un/una studioso/a credente oppure no. Tanto più che ne esistono, e di eccellenti, di economisti cattolici. La domanda dunque resta: perché proprio un’abortista alla Pav?
Luca Del Pozzo

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2 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    “Perchè proprio un’abortista alla PAV”?

    Forse perché di Giuseppi Bidet e di Pelo Nensi ne abbiam le nazioni piene?
    Forse perché non crediamo più che la Sacra Particola è il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo?

  • Federico ha detto:

    Caro Paglia, non saremmo teologi ma neppure idioti: scuse magre, magrissime, le sue, o peggio: riconoscimento (poco implicito e molto esplicito) che molti ai vertici della gerarchia hanno tanto di modernismo e nulla di cristiano. Non ci va proprio di essere presi in giro, e personaggi come lei lo stanno impunemente facendo da troppo, troppo tempo. E’ arrivata l’ora di finirla, mi pare. Queste piroette e giravolte sofistiche risultano indigeste persino per i moderni tiepidi inclusivi, modernisti, accoglienti, parolai, sierati ed arcobalenisti; figuriamoci per noi comuni mortali.