Cari Cattolici, l’Abito Fa il Monaco. Parola di Atisha…

27 Ottobre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Antonello Cannarozzo, a cui facciamo i più affettuosi auguri di un pronto ristabilimento, ci ha inviato una lettera, di cui vi nascondiamo la parte personale, per offrivi qualche considerazione molto interessante. Buona lettura.

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Detto tutto questo, voglio sottomettere alla tua attenzione un testo sull’importanza dell’abito religioso con le sue valenze spirituali e, possiamo anche dire, anche pastorali.

Il libro, da cui ho tratto questo paragrafo, fu scritto nel 1921, non è nella tradizione cattolica, ma buddista tibetana dal titolo ‘La Liberazione nel palmo della tua mano’ a cura del lama Pabonka Rinpoche ristampato per le edizioni Chiara Luce nel 1998.

Il testo riguarda il lungo e pericoloso viaggio che affrontò agli inizi dell’anno Mille il santo lama Atisha, insieme ad un centinaio di monaci, per incontrare un altro grande lama.

 

Il racconto comincia:

Atisha passò tredici mesi di viaggio, tuttavia non si tolse mai le sue vesti monacali, simbolo dell’ordinazione. Non viaggiò  come fanno ora molti monaci. Al giorno d’oggi, quando i monaci vanno in pellegrinaggio, nel momento in cui escono indossano abiti da laico. Alcuni di questi portano con loro persino dei grossi coltelli [vietatissimi per un monaco] Sicuramente le persone che li vedono potrebbero provare paura e chiedersi: chi sono questi tagliagole? In futuro dovremo dare sempre l’esempio, non togliendoci mai le vesti monacali, il simbolo della nostra ordinazione. Tutto ciò sarà di beneficio agli insegnamenti – e prosegue – I corpi dei monaci vengono abbelliti dalle due vesti color zafferano, ma quando i monaci adottano le consuetudini dei laici questo comportamento porta gli insegnamenti alla rovina. Alcuni affermano che lo sviluppo spirituale è un processo interiore per cui non si curano del loro comportamento esteriore, tuttavia, in generale questa idea danneggia gli insegnamenti”.

 

Niente male, caro Marco, come risposta alla chiesa bergogliana e la loro visione sempre più laica, dunque protestante della dottrina, o di ciò che ne rimane.

Scusa se ti ho fatto perdere qualche minuto, ma ho creduto fosse interessante come il concetto di sacro è fondamentale anche in altre realtà spirituali lontane da noi.

 

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3 commenti

  • silvio esposito ha detto:

    Ma possibile che non si dia ascolto alla Madonna? Come potranno salvarsi quelli che disubbidiscono al richiamo della Mamma celeste? I sacerdoti che non portano l’abito sacerdotale, o chiari segni di essere sacerdoti e gloriarsi di questo, sono traditori e pusillanimi, tradiscono la loro missione evangelizzatrice. Anche nel saluto c’è decadenza. Se incontriamo un sacerdote e diciamo: “Sia lodato Gesù Cristo”, quello vi guarda strano e risponde: “Buongiorno”… Ma di cosa stiamo parlando? Se poi dite: “Padre beneditemi”, vi prendono per bigotti.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Carissimo Silvio, ma perchè anzichè puntare sempre il dito sui sacerdoti non iniziamo da noi il cambiamento?
      Ma perchè non iniziamo noi ad ascoltare per primi i richiami della Santissima Madre di Dio?
      E chi prega e si sacrifica per i sacerdoti se usiamo la lingua sempre per criticarli, denigrarli e accusarli?
      Non lo vede, nella sezione commenti, quanto spesso la voce del sacerdote viene contrastata e snobbata?

      Ecco, ho preso al volo il suo spunto per una velocissima riflessione, opportuna, che ha valenza generale ovviamente.

      Un fraterno saluto.

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Il 21 febbraio 1948 la Vergine della Rivelazione (apparsa il 12 aprile del 1947 al protestante Bruno Cornacchiola, poi convertitosi) dice ai sacerdoti:

    “… Voi state diventando del mondo, spogliandovi del sacro per dissacrare e abbandonare il sacerdozio datovi da mio Figlio. Dovete fare di tutto perché il mondo diventi di voi. Il mondo ha sete di verità, ma voi non gli date più l’acqua che disseta. La vostra cooperazione si sta sfaldando e diventerà nulla. Molti di voi danno cattivo esempio…
    L’Evangelo lo avete del tutto dimenticato. Tornate alla sorgente viva, sorgente di vita! Portate anime a Cristo! La sete di Gesù deve essere la vostra sete. Anime, dategli da bere anime, solo anime. Soltanto così darete prova al mondo di essere veramente degni del mandato di mio Figlio, mio creatore. Dategli da bere! Guai a voi se non eseguite il mandato.
    Siete i pastori, guidate il gregge all’Ovile santo, la Chiesa. Gesù cerca il cibo della vostra vita, come un uccellino, non per lui ma per darlo a chi ha fame. Gesù ha molta fame, fame d’amore vostro, il suo cibo sono le vostre opere, la vostra fede, la vostra carità. Gesù prende da voi se stesso per salvare e santificare le anime! Operate secondo il volere di Cristo sacerdote, dovete dedicarvi completamente al culto dell’altare e alla guida delle anime per la gloria del Padre con l’aiuto efficace dello Spirito Santo…
    Figli miei, verranno molti sotto il mio nome, faranno ingannevoli prodigi…
    Attenzione a non deviare le anime dal vero culto per la gloria della Trinità. Abbiate fede di quel che Gesù mio Figlio vi disse al principio, che sarebbe stato sempre tra voi e con voi sino a bere di nuovo il calice: cioè sarete perseguitati e, perseguitando voi, perseguiteranno mio Figlio.
    CERCHERANNO DI CONVINCERVI A VIVERE COME VIVE IL MONDO: non lo ascoltate, praticate e vivete il vero amore per il prossimo, non fate distinzioni di ceto, tutti hanno un’anima da salvare, voi trattatevi uguali come una sola famiglia, vivete una grande famiglia, fate conoscere sempre più il cuore amoroso di Gesù. Il sacramento dell’altare, il prigioniero d’amore dimenticato da molti, è il solitario che si dona. Io l’ho donato a voi, voi donatelo agli altri con rispetto e vero amore.

    Chiamatemi e fatemi chiamare Madre. Io sono Madre del puro clero, Madre del santo clero, Madre del fedele clero, Madre dell’unito clero, MADRE DEL VIVENTE CLERO.

    Non dimenticate che il mondo vi guarda e vuole e si aspetta da voi l’esempio di una vita santa, vissuta eroicamente. Allontanatevi dal mondo, date esempio che siete di Cristo, date prove d’amore scusandovi tra voi, e siano lontane la discordia e l’odio. E’ una Madre che ve lo chiede, amatevi!”

    E il 15 agosto 1958 si legge, in “chiusura” di messaggio, una chiarissima parola a non deporre le vesti sacerdotali:

    “Necessitano molte anime apostoliche, arditi di verità e d’amore, pieni di fede, viva e operante, amanti dell’amore vero, e QUESTI dovranno far conoscere i tempi.
    Vi sarà un fortissimo terremoto, che scuoterà tutto il globo terrestre. Vi do un avvertimento materno: non andate in giro, né mettetevi a dormire se siete in peccato mortale, ma confessatevi e pentitevi di averlo fatto, e non lo fate più. Non peccate, figlioli miei, non peccate! Perché in un istante saranno chiamati in giudizio, e il giudizio di Dio è infallibile.
    Sì, figli miei, il sole si oscurerà, le stelle cadranno, ma non intendete ciò soltanto nella parte materiale del pensiero: c’è la parte interpretativa spirituale, e SARANNO I SOLI DI SUPERBI E LE STELLE D’ORGOGLIOSI CHE CADRANNO, come già cadde Satana. …fate penitenza in ogni occasione che vi si presenta, è una richiesta di mio Figlio…La penitenza che vi chiede è di AMARE IL PROSSIMO E DARE BUON ESEMPIO DI VITA. Con mio Figlio, in Dio Padre, non odiate nessuno, perdonate sempre, non vendicatevi. Gesù è giudice. …Fuori dalla Chiesa del vero e del santo, la cattolica apostolica romana, non c’è pace vera, non c’è amore vero e non c’è la vera salvezza. …Amare tutti non significa tenere un atteggiamento di morbosità o sentimentalista falso satanico…la vittoria è e sarà vostra SE voi vivrete secondo i dettami dello Spirito Santo!… L’unica salvezza risolutiva è camminare nella Parola di Dio, tornare alla fonte pura dell’Evangelo, ascoltare la Parola di salvezza che dalla Sede apostolica, la Chiesa, si irradia in tutto il mondo, e non le falsità del mondo. NON SPOGLIATEVI DELL’ABITO SACERDOTALE, UBBIDITE TUTTI: L’ABITO RICHIAMA, E’ UN SEGNO CELESTE.”