Mascarucci, Iran e il “Cambio”. A Pensar Male si fa Peccato…Mar

21 Ottobre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci riflette sull’ondata di reazioni e azioni anti-iraniane di queste settimane, e si chiede il perché di questa nuova fiammata. Buona lettura.

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A proposito di Iran……

 

Tutti a raccontare il desiderio di libertà del popolo iraniano, la dura repressione delle autorità, le violenze della polizia contro i manifestanti, il grido delle donne che chiedono diritti loro negati: ma quanto c’è di autentico in questa narrazione? Quanto c’è di realmente spontaneo e quanto di costruito a tavolino?

Perché non può sorprendere il fatto che l’Iran è il Paese guida del mondo sciita, quel mondo da sempre ostile agli Stati Uniti e all’influenza occidentale nel mondo islamico, alleato della Russia e della Cina nel difendere governi come quello di Assad in Siria che gli americani hanno fatto di tutto per rovesciare in combutta con Arabia Saudita, Turchia, Israele ritrovandosi poi a fare i conti con l’Isis. E, particolare non irrilevante, sta aiutando la Russia nella guerra contro l’Ucraina e l’Occidente.

Quello che sta accadendo in Iran assomiglia tanto a quell’esperimento chiamato “rivoluzioni colorate” o “primavere arabe” che una decina di anni fa circa incendiarono i paesi del Medio Oriente, e che lungi dall’esportare le democrazie hanno invece portato caos, instabilità, radicalismo.

Tutti ad auspicare la fine del regime teocratico e del khomeinismo, ma per fare cosa? Per destabilizzare il Paese come già avvenuto in Iraq o in Libia? Per riportare magari al potere uno scià? O per indire libere elezioni? Peccato però che quando in Egitto si è restituita la sovranità al popolo abbiano vinto i Fratelli Musulmani e non i partiti laici e filo occidentali. E’ stato talmente rispettato quel voto, che è servito un altro colpo di stato per rovesciare il governo islamista di Morsi, che fra le altre cose stava dialogando proprio con l’Iran, rompendo la storica sudditanza egiziana nei confronti dell’Arabia Saudita e rischiando di aprire il Canale di Suez al transito delle navi da guerra iraniane dirette in Siria.

Del resto non sarebbe la prima volta che gli Usa tentano golpe mascherati da rivoluzioni. Gli iraniani ne sanno qualcosa, avendo già subito la ben nota “Operazione Ajax” che portò alla caduta del primo ministro nazionalista Mohammad Mossadeq nel 1953; ovvero colui che aveva avuto il coraggio di togliere agli inglesi il monopolio della vendita del petrolio iraniano, aveva nazionalizzato la compagnia petrolifera nazionale non rinnovando la concessione ai britannici, avviato le riforme per trasformare l’Iran in una monarchia costituzionale, limitando i poteri dello scià in favore di quelli del parlamento. Gli inglesi per ritorsione imposero un blocco navale che impedì agli iraniani di esportare il petrolio e le proprie materie prime all’estero facendo collassare l’economia interna. Mossadeq provò a resistere, chiese pure l’aiuto degli americani che sul principio sembrarono quasi compiaciuti per la politica del primo ministro, che rompendo il monopolio inglese apriva la strada all’ingresso delle compagnie americane; ma non vollero schierarsi apertamente contro l’Inghilterra nonostante il Consiglio di Sicurezza dell’Onu avesse esplicitamente condannato l’embargo inglese.

A Mossadeq non restò che guardare in direzione dell’Unione Sovietica e questa fu la sua fine, perché americani e inglesi preoccupati da un intervento russo nel Golfo Persico si ricompattarono e con l’Operazione Ajax, pilotata dalla Cia attraverso l’azione di agenti provocatori che scatenarono proteste di piazza sempre più massicce favorite dalle drammatiche conseguenze economiche del blocco navale inglese, portarono alla caduta e all’arresto del primo ministro.

Il clero sciita sul principio sostenne Mossadeq per liberare l’economia iraniana dal giogo inglese, ma quando poi il primo ministro paventò i suoi propositi di riformare lo Stato in senso laico si trovò contro gli ayatollah che ebbero un ruolo determinante anche nel successo dell’Operazione Ajax e nel sobillare il popolo contro di lui.

Fu ripristinato il potere quasi assoluto dello Scià e in cambio gli americani ottennero l’ingresso delle loro compagnie nella gestione del petrolio al fianco di quelle inglesi ed europee.

Gli americani si erano serviti degli ayatollah per riportare al potere lo scià esiliato da Mossadeq, dopo che questi aveva cercato di rovesciarlo con un primo golpe fallito. Il clero sciita all’epoca non era affatto brutto, sporco e cattivo e non lo era nemmeno quando nel 1978 giudò la rivoluzione contro lo scià che aveva commesso il grave torto di alzare troppo la testa, rimettendo in discussione proprio gli accordi capestro sul commercio del petrolio seguiti all’Operazione Ajax. Gli Usa infatti non mossero un dito per aiutare il sovrano a resistere e a riportare l’ordine nel Paese. Lasciarono che la situazione precipitasse e che lo scià fuggisse all’estero travolto dalle piazze e dalle diserzioni in massa fra le forze di polizia. Il fatto che stava investendo in armamenti e in tecnologie militari fece nascere negli americani il sospetto che volesse perseguire il progetto di un nuovo impero persiano egemone nel Medio Oriente e affrancato dall’Occidente. Gli ayatollah, che accusavano Reza Palhavi di aver corrotto il popolo imponendo i costumi occidentali,  riuscirono a portare a termine la rivoluzione facendo leva sul malcontento della popolazione per il troppo peso degli occidentali nel governo del Paese, per l’azione repressiva e violenta della polizia imperiale contro oppositori politici e dissidenti, ma soprattutto per i forti divari sociali che si erano creati nella società a causa della politica dello scià, deciso a modificare l’economia in senso capitalista provocando così un rapido cambiamento del tessuto economico iraniano. Furono aiutati in questo anche dalle fazioni filo-comuniste, che però furono estromesse dal nuovo corso e soppiantati dal partito khomeinista che proclamò con un consenso plebiscitario la Repubblica Islamica. Ma gli americani non avevano fatto i conti con Khomeini e con la sua visione del mondo fondata sull’eterna lotta fra il bene (l’Islam) e il male, il grande Satana, ossia l’Occidente.

 

Il resto è noto, dall’assalto all’ambasciata americana di Teheran da parte dei pasdaran della rivoluzione, ai tentativi di abbattere il regime iraniano servendosi di Saddam Hussein con la decennale guerra Iran-Iraq, fino alle rivoluzione che di volta in volta vengono tentate con esiti catastrofici.

Fu il segretario di Stato dell’amministrazione Clinton Madeleine Albright a dichiarare pubblicamente che fu un colossale errore dell’America aver condotto in porto l’Operazione Ajax che preparò il terreno alla rivoluzione islamica anche rafforzando il potere e il prestigio del clero fra la popolazione.

Sarà una pura coincidenza il fatto che le rivolte in Iran sono iniziate dopo che il regime di Teheran ha offerto supporto militare a Putin nella guerra in Ucraina per bilanciare gli aiuti occidentali a Kiev? A pensar male si fa peccato, ma davvero possiamo essere tanto ciechi da non capire che la difesa dei diritti delle donne in Iran, altrettanto negati in Arabia Saudita e negli emirati arabi alleati dell’Occidente, è soltanto il comodo alibi per coprire ben altri interessi ed obiettivi?

Americo Mascarucci

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5 commenti

  • Stefano ha detto:

    Magari lei non tutti ricordano i titoli su vari giornali nella primavera del 2014: “Liberata in Siria la città dove si parla ancora la lingua di Gesù “. Maaloula è quella città cristiana della Siria dove è tutt’ora in uso l’antica lingua aramaica. Liberata con il decisivo concorso di Hezbollah che non è totalmente scita, dato che molti dei miliziani che contribuirono a scacciare gli islamisti e salvando una parte rilevante del patrimonio storico cristiano di quel Paese erano cristiani del Libano meridionale. Un anno dopo, liberata l’intera regione del Qalamun, fu innalzata una grande statua della Vergine Maria su uno sperone di roccia che domina la città. Qualche giornale scrisse: “Maaloula, il cuore cristiano della Siria, è tornato a battere”. Credo che nel Regno Saudita una cosa così non sarebbe mai stata possibile… E anche in Italia… Facilmente immagino dunque che chi intendeva cancellare la Siria dalla carta geografica, e (da oltreconfine) ha armato e infiltrato le milizie sunnite e qaediste, una cosa del genere se la sia legata al dito.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Chi ha mai dato patente di giudice supremo a paesi occidentali che da secoli si sono arrogati diritto decidere… ciò che è giusto e ciò che è sbagliato… ciò che è bene e ciò che è male… ciò che si può fare e ciò che no si deve fare?… pretendiamo di moralizzare il pianeta e… no ci rendiamo minimamente conto in che stato di bassezza morale ed etica in cui siamo precipitati …!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Americo Mascarucci ha detto:

    Evidentemente lei non ha letto l’articolo perché non mi pare di difendere gli ayatollah. Ma i diritti umani sono un problema per tutto il mondo islamico, compresi quei Paesi che fanno affari con l’Occidente. Quindi demonizzare l’Iran come fosse il male assoluto è soltanto una questione di carattere prettamente geopolitico che non c’entra nulla con la reale volontà di difendere i diritti delle donne

  • Internauta ha detto:

    Mi giunse, molti molti anni fa, la notizia che il Corano prescrivesse ai suoi adepti di cu fanno parte gli ayatollah iraniani di fidarsi in terra straniera dei membri del clero locale.
    Ora per chi conosce l’opera di alcuni ordini religiosi che, nel corso dei secoli, si sono dedicati al riscatto dei cristiani finiti prigionieri degli islamici ( esempio i trinitari ) la notizia riportata sopra sembrava essere piuttosto strana. Ma nel contempo si potevano osservare stretti rapporti tra ayatollah iraniani e Vaticano .
    E stiamo parlando dei primi anni ottanta.
    Oggi vediamo l’aiuto dato dall’ Iran alla Russia con i droni kamikaze . Che il rapporto oggi sia tra gli ayatollah e Kirill ?
    Non dimentichiamoci che , nonostante che ortodossi e islamici non adorino lo stesso Dio , hanno comunque molti punti di contatto.

  • Briciola ha detto:

    Si direbbe che la sua visione, Mascarucci illustrissimo, non tenga conto di quella che alcuni chiamano geopolitica delle religioni.
    Mi permetta di ricordarle che il dominio degli ayatollah sull’Iran non è il dominio del bene sul male , ma un dominio basato sulla paura e sull’oppressione del popolo.
    Evidentemente lei non ricorda che quasi quotidianamente in Iran vengono eseguite esecuzioni capitali per impiccagione non solo di persone accusate di essere omosessuali ma anche di oppositori del regime.
    Sembra anche che tenere un blog possa portare alla morte per mano dei guardiani della rivoluzione . Su informazionecorretta.com di oggi c’è un articolo dove si parla della madre di uno di queste vittime, madre che ora ha 80 anni che si toglie il velo come segno di richiesta di giustizia.
    Per non parlare dei minuti di odio nei confronti di Israele .
    Dimentica forse dottor Mascarucci che gli Hezbollah in Libano sono una milizia che ha portato il paese alla rovina per la guerra sistematica condotta da decenni contro Israele?
    E dimentica che gli Hezbollah sono finanziati dall’Iran che da decenni conduce per interposto esercito una terribile guerra contro ISRAELE ?