Paolo Deotto. Guerra, Indignazione Selettiva. I Cattivi? Sempre gli Altri…

11 Ottobre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo commento dell’amico Paolo Deotto, che illustra come anche per la guerra fra Ucraina e Russia (una guerra, che è bene ricordarlo, è cominciata nel 2014, dopo il sorosiano golpe di piazza Maidan) si riproduca nella cosiddetta informazione italica lo stesso modello di omologazione, servilismo verso la verità dei potenti e rinuncia alla professionalità già ampiamente viste in tema di frode pandemica. Buona lettura.

§§§

 

Cosa c’è di bello nella guerra? Nulla. La guerra è morte, sofferenza, distruzione. Ma come purtroppo sa chi abbia studiato un minimo di Storia, ci sono situazioni in cui la guerra diventa inevitabile. Di sicuro possiamo dire che ogni persona ragionevole, di fronte a una guerra non può che desiderarne la fine, la più rapida possibile.

Ucraina-Russia. Da subito la cosiddetta “informazione” ci ha detto e ripetuto e ribadito che la Russia ha aggredito senza ragione alcuna l’Ucraina. Ci ha detto e ribadito che Putin è una specie di demonio da fermare a tutti i costi. La narrazione degli eventi ha sempre seguito e segue questa linea.

Quando le truppe russe avanzano fanno del “terrorismo”, se indietreggiano si lasciano scrupolosamente alle spalle fosse comuni, camere di tortura e così via. Manca solo che segnalino con cartelli luminosi tutte le testimonianze della loro efferata crudeltà.

Quando le truppe ucraine avanzano, i filmati di carri armati russi in fiamme vengono presentati come eventi gioiosi. Eppure, dentro a quei carri c’erano dei soldati che saranno andati arrosto. Ma in questi casi non ci si indigna.

Un camion-bomba esplode sul Ponte della Crimea, causando – pare – tre morti e danneggiando seriamente una parte del ponte. Da subito appare chiaro che nell’attentato terroristico c’è la mano ucraina, visto che viene espressa soddisfazione proprio da quella parte. E poi, suvvia, già ci era stato detto che i russi bombardano la Centrale Nucleare da loro stessi occupata e che distruggono i gasdotti di loro proprietà. Almeno non ci è stato predicato che i russi, in preda a delirio autolesionista, distruggono anche i loro stessi ponti.

E così sull’attentato al Ponte l’informazione tiene un profilo basso. Sì, parliamone, ma senza eccessiva enfasi. Lasciamo perdere il fatto che l’attentato poteva avere conseguenze ben più gravi. Si pensi solo a cosa sarebbe capitato se il camion-bomba fosse esploso mentre transitava un pullman pieno di passeggeri. Magari con tanti bambini… Ma qui c’è la manina di Kiev, dove tutti sono buoni a prescindere, e non di Mosca, dove tutti sono cattivi (salvo gli aspiranti tirannicidi) a prescindere. Quindi, teniamo un profilo basso. Non parlarne è impossibile, ma suvvia, cosa volete che sia?

Scatta la rappresaglia di Mosca. Cos’è una rappresaglia? È un’altra delle brutte cose che fanno parte della guerra, o comunque delle situazioni di conflitto. Cos’ha di bello? Nulla, come la guerra. Ma esiste, come esiste la guerra e tante volte nella Storia abbiamo l’esempio di tragiche rappresaglie la cui responsabilità di fatto ricade su chi l’ha causata. Per restare alla nostra Storia nazionale, pensiamo all’attentato terroristico di via Rasella, che non aveva alcuna giustificazione o utilità dal punto di vista militare, ma che fu la causa della successiva tragedia delle Fosse Ardeatine.

Dunque, scatta la rappresaglia di Mosca, che non si vede per quale motivo (in una logica di guerra) avrebbe dovuto restare inerte dopo l’attentato al Ponte.

Indignazione generale e scelta accurata dei titoli. La “rappresaglia” diventa “vendetta” (la rappresaglia può avere una giustificazione, la vendetta invece è sempre inaccettabile). Il bombardamento russo non fa “vittime”. Fa una “strage”. Ovviamente, anche di bambini. Lo “zar” (nuovo titolo attribuito a Putin dalla Buona Stampa) è spietato. Eccetera. Il popolo ucraino (che è compatto e vicino al suo fantastico presidente) si rifugia nelle stazioni della metropolitana, dove si fa forza cantando l’inno nazionale.

E via raccontando.

Non dubito che ci sarà qualcuno che adesso mi accuserà di “stare dalla parte” di Putin. Anche questo è un effetto dello straordinario lavaggio del cervello operato dalla cosiddetta “informazione”. Ma qui non si tratta di “stare dalla parte” di uno dei contendenti. Si tratta di rendersi conto del fatto che abbiamo un’informazione malata, che non ha per scopo quello di farci conoscere ciò che accade, bensì di dirci cosa dobbiamo pensare.

Le cronache di questa guerra non seguono una linea diversa rispetto alle cronache della cosiddetta “pandemia”. Alcuni concetti fondamentali vengono ripetuti di continuo (magari arricchiti anche di invenzioni), in modo ossessivo, finché non diventano “veri e indiscutibili”. Non è certo una tecnica nuova, ma adesso, con la sovrabbondanza di canali di comunicazione, è ancora più efficace rispetto al passato.

Certamente abbiamo da preoccuparci per la situazione di guerra in Ucraina (per inciso: chissà perché quella in Serbia invece andava bene…). Ma abbiamo seriamente da preoccuparci per lo stato dell’informazione in Italia.

Fatte le dovute, ma purtroppo rare, eccezioni, assistiamo un appiattimento impressionante. L’informazione non informa. Pretende di formare e si palesa come obbediente ancella di quel Potere che di fatto ci domina, che ci ha fatto digerire in anni e anni di lavaggi del cervello, le più assurde porcherie. Con quali vantaggi? Di essere sempre più schiavi e più poveri, moralmente e materialmente. Davvero un bell’affare.

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5 commenti

  • Franco ha detto:

    Se c’è una situazione che prepara un Paese a precipitare in un regime totalitario è la manipolazione della informazione, con stampa tv social imbavagliati e la sistematica negazione della verità. Una narrazione sempre più lontana dalla realtà e dal rispetto per la persona

  • giovanni ha detto:

    E che ci vuol fare caro Deotto, purtroppo cercare di indurre a pensare una platea di manipolati quotidiani, e’ di una difficolta’ quasi insormontabile. Apposta tutti i servizi segreti mondiali, con in testa gli anglosassoni, spendono follie per accaparrarsi le migliori menti a scopo propaganda. Sanno bene che essa vale piu’ della guerra. Con la propaganda ( cioe’ la menzogna ) si risparmia e si tengono buone le masse con somministrazioni quotidiane regolari. Il massimo poi, e’ che alla fine paghi tu per ascoltare cio’ che loro vogliono farti sapere. E cio’ che vogliono farti sapere non sara’ mai la verita’, ma piuttosto la ” loro verita’ ”. Hanno raggiunto uno grado di capillarizzazione mostruoso nel diffondere la ”loro verita’ ”. Andarvi contro e’ come lottare contro i mulini a vento. Ma, nonostante tutto, va’ fatto.

  • Vittoriano ha detto:

    Buongiorno

    a mo’ di ‘conmento’
    segnalo:
    Le solite (s)ragioni dell’Occidente
    di Massimo Fini – 11/10/2022

    https://www.ariannaeditrice.it/articoli/le-solite-s-ragioni-dell-occidente

  • unaopinione ha detto:

    “Un camion-bomba esplode sul Ponte della Crimea …” questa é la versione comunemente accreditata. Ma a vedere questo filmato (che oggi ci stá e fra qualche giorno sará sostituito da un altro – e dove appunto ci si chiede se sia stato un missile Himars),
    https://rense.com/ (che oggi ci stá e fra qualche giorno sará sostituito da un altro),
    non mi pare che sia cosí. Infatti per me si vede chiaramente che lo scoppio non emana dal camion, e questo (il camion che é ancora visibile intatto per qualche istante a seguito dello scoppio) scompare poi investito dal bagliore che tra l´altro proviene da lato e da sotto (e si noti pure che, a seguito dello scoppio, scintille in direzione del ponte continuano ad investirlo da lato). Per cui é stato sicuramente un missile o qualche imbarcazione che vi passava al momento sotto (e neanche una carica posta in qualche modo sul ponte) o altro (ma non saprei cosa), ma certamente non il “camion”.
    Tanto mi dice questo filmato.

  • Maria Grazia ha detto:

    Sono d’accordo con Deotto: come aveva sostenuto ieri sera la conduttrice Palombelli, adesso la rappresaglia di Putin, per la distruzione del ponte da parte ucraina, è considerata dall’Occidente solo come una “vendetta” quindi senza alcuna ragione, solo con un significato di negatività. Non vengono mai intervistati gli abitanti del Donbass che illustrino le ragioni dell’azione russa, mai combattenti russi che dichiarino la violenza dimostrata dai militari ucraini verso i loro prigionieri, sempre informazione unilaterale che risalti l’aggressività, sempre immotivata, del Cremlino. Chi dissenti da tale narrazione è tacciato di filoputinismo, manca il ruolo dell’Europa verso la de- escalation, i ” nazisti” del battaglione AZOV sono solo … ” bravi ragazzi”, dobbiamo assolutamente
    sostenere gli Ucraini senza calcoli o riserve.
    Anche per la pandemia è stato usato lo stesso criterio: emarginazione e vessazioni verso chi dissentiva dal dictat del nostro regime, obbedienza cieca e assoluta verso le imposizioni del nostro Stato. Il quadro che ne deriva è desolante: la maggior parte dei nostri concittadini ha rinunciato alla propria libertà di pensiero, alla propria dignità personale in cambio di una servile e sistematica sudditanza irreversibile.