Viganò a Michael Matt. La Sede Apostolica è Occupata da un Nemico di Cristo.

5 Ottobre 2022 Pubblicato da

 

 

 

Marco Tosatti 

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione la traduzione italiana dell’intervista che l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha concesso a Michael J. Matt. Buona lettura e visione.

§§§

 

INTERVISTA

di Michael J Matt per la Catholic Identity Conference

Pittsburgh, 2 Ottobre 2022

1. Molti cattolici oggi credono che la Santa Madre Chiesa stia attraversando la peggiore crisi della storia, che supera anche quella dell’eresia ariana. Crede che sia così?

Non so dire se questa crisi sia la peggiore che dovrà fronteggiare la Chiesa da qui alla fine dei tempi; di certo è la peggiore fino ad oggi, sia per la proporzione devastante dell’apostasia, sia per la narcotizzazione del basso Clero e dei fedeli nei confronti della Gerarchia. In altre occasioni, la persecuzione fu più feroce, ma ha trovato resistenza nei Vescovi e opposizione nei Cattolici, che potevano guardare alla Sede di Pietro come a un faro di Verità e un ostacolo all’instaurazione del regno dell’Anticristo. Oggi il katèchon è venuto a mancare, almeno temporaneamente, e la Sede Apostolica è occupata da un nemico dichiarato della Chiesa di Cristo.

Mai nella Storia abbiamo assistito ad un sistematico tradimento della Fede, della Morale, della Liturgia e della disciplina ecclesiastica, favorito e persino promosso dalla stessa Autorità suprema della Chiesa, nel silenzio complice della Gerarchia e nell’accettazione acritica di molti tra i chierici e i fedeli. La gravità di questa situazione è acuita dal fatto che l’opera dissolutrice della deep church avanza in sincronia con l’azione eversiva del deep state nelle nazioni, facendo sì che i fedeli cattolici siano oggetto di un duplice attacco, come fedeli e come cittadini.

Queste due realtà, ormai incontestabili, hanno in comune l’odio inestinguibile di Satana nei confronti di Cristo, della Sua Chiesa, della Sua santa Legge, della Civiltà cristiana. Questo inganno è talmente evidente da non poter più essere etichettato come “teoria del complotto”.

Se ci pensiamo, è inquietante che i protagonisti di questo piano criminale – tanto nei governi quanto nella Chiesa – provengano da quell’ambiente radical chic nel quale nacque e crebbe sin dagli anni Sessanta il progressismo “cattolico” conciliare, il pacifismo, l’ecologismo, l’omosessualismo e tutto il repertorio della sinistra woke. Come ho già detto, i singoli vescovi e l’intera Gerarchia di questi ultimi decenni dovranno rispondere dinanzi a Dio e alla Storia della propria complicità a questa crisi, anzi di esserne stati per certi versi ispiratori e fautori, abdicando al ruolo della Chiesa di Domina Gentium.

2. Cosa ha convinto Vostra Eccellenza ad aderire alla tradizionale controrivoluzione cattolica?

Quale figlio assisterebbe impassibile all’umiliazione della propria madre, lasciando che i suoi servi la espongano all’infamia e al vituperio, la spoglino della triplice corona e delle vesti regali, le sottraggano i gioielli e vendano i suoi beni, la costringano a vivere con ladri e prostitute, le tolgano anche il titolo regale e la abbandonino al degrado? E quale cittadino di una gloriosa nazione la lascerebbe distruggere da governanti traditori e funzionari corrotti, senza imbracciare le armi per insorgere e restituirle l’onore che le è stato sottratto?

Se questo è valido nell’ordine della natura, è ancora più vero e pressante quando si tratta della Santa Chiesa, assalita da nemici che la colpiscono non solo nelle cose temporali mettendo all’incanto chiese, arredi e sacre suppellettili – come sempre hanno fatto nel corso della Storia – ma addirittura nei suoi beni soprannaturali, nei tesori di cui il Re divino l’ha dotata per la santificazione delle anime, nelle ricchezze incorruttibili della sua dottrina e della sua liturgia. Ministri corrotti l’hanno esposta allo scandalo, ne hanno adulterato l’insegnamento, hanno disperso il suo esercito e abbattuto le mura che la difendevano dalle incursioni del nemico. Le anime che grazie alla Chiesa erano protette e accompagnate nel viaggio terreno verso l’eternità sono state allontanate e perdute: anime per le quali Nostro Signore ha versato il proprio Sangue e che i Suoi ministri infedeli hanno abbandonato e scacciato dal sacro recinto.

Rimanere a guardare l’oltraggio di cui è fatta oggetto la nostra Santa Madre Chiesa non è meno grave di essere stati tra la folla che assisteva alla Passione e Crocifissione di Nostro Signore, tra le grida e gli sputi dei manigoldi; perché siamo figli di Dio come siamo figli della Chiesa, che per i meriti di Gesù Cristo ci restaura nella Grazia e ci rende eredi del Regno dei Cieli.

All’inizio, sessant’anni fa, sembrava che fosse la Chiesa stessa – dopo le tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale e gli orrori delle dittature – a volersi quasi spogliare del proprio passato per attenuare in qualche modo l’abisso tra ciò che era divenuto il mondo e ciò che essa era rimasta. Questa spoliazione appariva un gesto di indulgenza per la società stravolta dalle rivoluzioni e dalla fine delle monarchie cattoliche, sull’onda di quella democrazia che credevamo potesse essere cristiana, nonostante sapessimo bene che i suoi “valori” erano sostanzialmente opposti alla visione trascendente del potere propria del credo cattolico. Pochi di noi, in quegli anni, hanno compreso che la rivoluzione conciliare avrebbe sovvertito l’ordine divino, rovesciato il kosmos gettando la Chiesa nel chaos, dato spazio all’eresia e demolito l’ortodossia, accettato la corruzione dei costumi sostituendola alla virtù e all’onestà.

Questo processo eversivo – evertere in latino significa appunto rovesciare – ha portato ai vertici della Gerarchia coloro che non avrebbero mai dovuto esservi ammessi, e ne ha emblematicamente scacciato o emarginato quanti sino ad allora erano stimati e rispettati. Fu il destino di tanti Vescovi e di un’infinità di sacerdoti, chierici, religiosi e religiose, a cui fu imposta la Rivoluzione presentandola come un “aggiornamento” che avrebbe dovuto dare inizio a quella “primavera conciliare” foriera di una nuova rinascita della Fede nei popoli prostrati da un secolo di conflitti sanguinosi.

Molti hanno creduto in buona fede che quella che il Card. Suenens aveva entusiasticamente presentato come «il 1789 della Chiesa» fosse solo una fase transitoria di assestamento, dalla quale il corpo ecclesiale sarebbe rinato più forte e più consapevole. Così non fu, come sappiamo e come abbiamo constatato. La rivoluzione conciliare non è stata diversa da quelle che hanno abbattuto i regni temporali e demolito la società cristiana: essa anzi rappresenta il necessario compimento di un piano eversivo concepito da una mente diabolica che prima colpisce il corpo mortale ma che poi deve necessariamente colpire l’anima immortale, e che per ottenere questo scopo prima devasta la società civile e poi prosegue implacabile contro la società religiosa.

Dal 13 Marzo 2013 il tumore conciliare si è mutato in disastrosa metastasi. Come Vescovo, come Successore degli Apostoli, dinanzi a questa immane degradazione e umiliazione della Chiesa, ho dovuto alzare la voce e prendere posizione in modo chiaro. Esorto i miei Confratelli a risvegliarsi a loro volta dal torpore che li ha resi silenziosi spettatori di questa passio Ecclesiæ, e complici del Nemico. Alzatevi dalle vostre cattedre e gridate dai tetti la verità! E che i Vescovi cosiddetti “conservatori” la smettano di difendere a tutti i costi il Concilio Vaticano II che è la causa principale di questa strage di anime che grida vendetta al Cielo. Prendete posizione, prima di essere travolti dalla comune rovina.

3. Celebra ancora saltuariamente la Nuova Messa?

No, non celebro più il Novus Ordo da qualche anno ormai, e non vedo come potrei tornare sui miei passi accettando di celebrarlo anche solo saltuariamente.

Devo la mia “conversione” alla Messa apostolica e al mio particolare amore per il venerando Rito Ambrosiano, perché vi ho trovato tutto ciò che per decenni era stato sottratto al mio Sacerdozio, privandolo della sua fonte di dottrina, ma ancor più di spiritualità e di ascesi che si trova solo nel Santo Sacrificio. Nella Messa cattolica il celebrante è alter Christus non solo nell’offrire nella persona di Cristo Sommo Sacerdote la Vittima immacolata alla Maestà del Padre, ma anche nell’essere misticamente egli stesso immagine di Cristo Vittima. In questa intima unione a Nostro Signore risiede l’anima stessa del Sacerdozio, il principio vitale dell’apostolato, la regula fidei della predicazione, la potenza della Grazia per la santificazione delle anime. E siccome senza Sacerdozio e senza Messa la Chiesa non può sussistere, possiamo comprendere la feroce opposizione alla Messa e al Sacerdozio tradizionale da parte dei nemici di Cristo, riconoscendo l’importanza della nostra scelta e la necessità di mantenerci fedeli a questo inestimabile tesoro.

Tornare al rito montiniano, dopo avere ricevuto la Grazia di seguire il Signore sulla via del Calvario grazie alla Messatradizionale, rappresenterebbe per me un tradimento, che – a differenza di chi non conosce questo rito venerando – sarebbe ancor più grave.

E qui vorrei ricordare che la questione della Messa antica non si esaurisce in una valutazione formale e per così dire razionale. Essa rappresenta il modo più perfetto con cui il Corpo Mistico rende culto alla Santissima Trinità, ma anche la voce con cui la Sposa si rivolge allo Sposo divino. Se nell’ordine naturale una sposa non può concepire nulla che diminuisca il suo amore per lo sposo, ed anzi considera un’offesa sminuirlo o metterlo sullo stesso piano degli altri uomini, con quale coraggio un’anima sacerdotale innamorata di Dio dovrebbe tollerare che le perfezioni dello Sposo siano taciute o negate per non offendere i Suoi nemici? La Carità non è tollerante, perché non conosce misura, non concepisce compromessi. Proprio pochi giorni fa, in occasione dell’ennesimo pantheon ecumenico in Kazakistan, Bergoglio ha denunciato il fondamentalismo come dannoso per il dialogo tra le religioni e la fratellanza universale: nulla di più alieno alla Fede, nulla di più palesemente coerente con il pensiero massonico che promuove la Religione dell’Umanità.

Pur comprendendo la posizione difficile di tanti miei Confratelli – Vescovi e sacerdoti – non posso non esortarli a mostrare in questo una maggiore coerenza, abbracciando senza riserve e con vero spirito soprannaturale la Messa antica, che da sola costituisce l’arma più potente contro la crisi che sta attraversando la Chiesa: non si possono servire due padroni.

 

4. È corretto dire che l’Obbedienza – come virtù naturale (piuttosto che teologale) – deve essere prima di tutto al servizio della Fede e che, in quanto tale, obbedire ai nostri prelati modernisti in posizioni di autorità potrebbe essere peccaminoso?

L’obbedienza è una virtù naturale, a cui si oppone la disobbedienza (per difetto) e il servilismo (per eccesso). Ma l’obbedienza non è dovuta a chiunque, bensì solo a chi è costituito in autorità, e nei limiti che legittimano l’esercizio della stessa. Nella Chiesa l’obbedienza è ordinata al suo fine ultimo, ossia la salvezza delle anime nell’unità della Fede cattolica. L’autorità istituita per custodire la Fede non può legiferare contro di essa, proprio perché attinge il proprio potere dalla stessa fonte, cioè Dio supremo Legislatore, che non può essere in contraddizione con Se stesso. Obbedire a un ordine illegittimo per compiacere chi esercita l’autorità corrompe l’obbedienza, che non è più obbedienza ma servilismo.

Vorrei inoltre far notare che quanti oggi pretendono dai fedeli obbedienza cieca, pronta e assoluta sono gli stessi che, quando l’autorità è esercitata dai buoni, le si rivoltano contro. Coloro che fanno strame dell’intero Magistero in nome del Concilio Vaticano II e del synodal path sono gli stessi che si stracciano le vesti dinanzi a chi rifiuta di accettare la rivoluzione permanente di Amoris lætitia e Traditionis Custodes. Il problema, come si vede, risiede nella crisi dell’autorità, che non accetta di sottomettersi – essa per prima – alla suprema autorità di Dio.

 

5. Come risponde, tuttavia, a coloro che notano che Cristo è stato obbediente fino alla morte, ed è ciò a cui tutti siamo chiamati?

Nostro Signore non ha obbedito al Sinedrio, né ai Sommi Sacerdoti e agli anziani del popolo, che Gli intimavano di non professarsi Figlio di Dio e che per questo motivo lo condannarono a morte. Nostro Signore ha obbedito al Padre, nel bere sino alla feccia l’amaro calice della Passione: non sicut ego volo, sed sicut tu. Questa è vera virtù dell’Obbedienza, perché segue gli ordini dell’autorità terrena, solo se questa agisce per le finalità che la legittimano. Come non stava al Sinedrio mettere in discussione la divinità di Cristo, ma anzi conoscendo le Scritture avrebbe dovuto riconoscere in Lui il Messia promesso; così non sta alla Gerarchia pretendere un’obbedienza in questioni che si oppongono alla Fede o alla Morale. Anche noi, sull’esempio di Cristo e forti del monito di San Pietro, ripetiamo: Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (At 5, 29).

 

6. Francesco ha dichiarato che i tradizionalisti “rifiutano il Vaticano II”. Dato che il 14 Febbraio 2013 papa Benedetto XVI ha affermato che il Concilio è stato dirottato dai media – arrecando così un danno incalcolabile alla Chiesa e “banalizzando la liturgia” – non dovrebbero tutti i cattolici “rifiutare il Concilio” come è stato presentato al mondo, secondo Benedetto, dai media?

Anzitutto occorre chiarire che l’apporto mediatico alla narrazione conciliare è solo parziale e marginale rispetto alla valenza palesemente eversiva del Vaticano II, voluta dai suoi estensori. Non esiste un fantomatico “Concilio buono” che sarebbe stato “tradito” dai modernisti: esso è stato ideato nella forma in modo da impedire che fosse cattolico nella sostanza, dissimulando le insidie che conteneva (e che avrebbe rivelato di lì a breve) dietro verbosità e concetti equivoci. Se i media avessero dirottato il Concilio contro l’intenzione dei Padri e dei Papi che lo vollero, per quale motivo dinanzi alle ripetute deviazioni veicolate dalla stampa nessuno di essi ha ribadito la dottrina cattolica? Se la banalizzazione della Liturgia nel postconcilio fosse solo colpa dei media, perché nessun Vescovo ha mai proposto la celebrazione del Novus Ordo in continuità con il Vetus, ma anzi ha fatto proprio leva sulle innovazioni del rito montiniano per promuoverlo? Se la liturgia antica non rappresentava una minaccia per quella nuova, perché questa persecuzione spietata di chi voleva continuare a celebrare nella forma antica?

In questo Bergoglio ha perfettamente ragione: i cattolici che vogliono rimanere fedeli alla Tradizione rifiutano il Vaticano II proprio perché esso è estraneo e opposto alla Tradizione, che è norma della fede. E questo conferma non solo la cattolicità della Liturgia tradizionale, ma l’estraneità della liturgia riformata all’armonioso sviluppo che il culto ha conosciuto nel corso dei secoli, quindi la sua sostanziale non-cattolicità.

I Cattolici hanno quindi non solo il diritto, ma anche il dovere di pretendere che la Chiesa renda culto alla Santissima Trinità nel modo più perfetto, e non con un rito spurio, partorito da menti deviate dottrinalmente e moralmente, pensato per compiacere gli eretici e per sminuire la Fede. Non si tratta di “inventare” una Liturgia che sia più cattolica di quella del Novus Ordo, ma di riparare il gravissimo vulnus arrecato alla Chiesa con la soppressione di un rito bimillenario per sostituirlo con una sua deplorevole contraffazione. Ripristinare la Liturgia cattolica e proibire la liturgia riformata sarà un passo impreteribile nella restaurazione della Chiesa.

7. Sembra almeno plausibile che papa Bergoglio sia stato insediato sulla Cattedra di Pietro per minare la teologia del Papato. Quando critichiamo Francesco, non stiamo contribuendo a quella stessa agenda per quanto riguarda il Papato?

Chi è riuscito a far eleggere Bergoglio al Conclave del 2013 sapeva benissimo che avrebbe ottenuto come risultato principale del suo insediamento sul Soglio di Pietro il discredito del Papato e l’umiliazione della Chiesa Cattolica, oltre alla diffusione di eresie, di errori morali e di gravissimi scandali. Anzi è proprio nell’azione costante di costui, nello stillicidio spietato di questi ultimi dieci anni che il Papato ha conosciuto il più grave e potente assalto, compiuto da colui che proprio al Papato deve la sua autorità sul corpo ecclesiale. Un’azione esterna non avrebbe sortito gli stessi risultati. Andrebbe anche detto che la Rinunzia di Benedetto XVI e il monstrum canonico da lui partorito del “Papato emerito” hanno inferto un colpo micidiale alla Chiesa, rendendo possibile il compimento del piano contro di essa che prevedeva l’elezione di un papa che assecondasse l’agenda dell’élite.

Criticare Bergoglio per quello che sta facendo alla Chiesa non fa il gioco dei suoi mandanti, della Mafia di San Gallo o dell’élite massonica globalista che lo ha voluto lì. L’indegnità dell’Argentino al Soglio di Pietro è viceversa segno evidente dell’azione premeditata e dolosa di chi sa bene che il modo più efficace per demolire un’istituzione consiste nell’opera di discredito compiuta da chi in essa ricopre la massima autorità. Non è diverso quanto avviene oggi nella sfera civile, in cui l’intera classe politica e dirigente è corrotta e asservita agli interessi criminali della medesima élite anticristica, la quale da un lato corrompe le anime con la propaganda LGBTQ+ e la teoria gender, dall’altra si avvale di Vescovi corrotti – come sta accadendo in Belgio con le “benedizioni” delle unioni gay – per portare alle estreme conseguenze le parole di Bergoglio, a iniziare dal «Chi sono io per giudicare».

 

Vorrei che fosse ben chiara un’implicazione estremamente grave (e inevitabile) di questa progressiva legittimazione della dottrina LGBTQ+ e dell’ideologia gender nella vita della Chiesa. Noi sappiamo che il Magistero della Chiesa condanna come “intrinsecamente perversi” gli atti contro natura: sono un male; chi li compie pecca gravemente e se non si pente la sua anima è destinata alla dannazione eterna. Ce lo dice inequivocabilmente la Sacra Scrittura – Antico e Nuovo Testamento. Al contrario, le parole di Bergoglio e gli atti dei suoi complici sono volti a rimuovere qualsiasi condanna morale sulla sodomia e sulla pratica del cambio di sesso. Ma cosa accadrà quando, tra alcuni anni, vi saranno dei “fedeli” transessuali che chiederanno di essere ammessi agli Ordini Sacri? Non aggiungo altro: lascio a voi comprendere l’abisso che ci si spalanca dinanzi.

 

A quanti poi si ostinano a distinguere tra ciò che del “magistero” bergogliano è vincolante e ciò che non lo è, penso non occorra ribadire che questo approccio formale può forse salvare l’infallibilità pontificia, ma non certo l’immagine della Chiesa, e allo stesso tempo dimostra la totale estraneità di Bergoglio al Papato: essa è percepita istintivamente anche dai semplici fedeli come il rigetto di un organo trapiantato in un organismo che non lo riconosce come proprio. Il sensus fidei fa loro comprendere ciò che l’analisi delle sue dichiarazioni ereticali conferma al teologo o al canonista. Il famoso «Buonasera» dal balcone della Loggia di San Pietro il 13 marzo 2013 rappresenta il compendio di questa alienità insanabile.

 

8. Ella ha ottenuto il riconoscimento internazionale per aver parlato contro il Great Reset. Cosa risponde ai Suoi critici che sostengono che Ella si sta cimentando in teorie del complotto e che dovrebbe semplicemente dire le Sue preghiere e tacere?

Le mie preghiere le dico comunque, e non vedo per quale motivo dovrei venir meno al mio dovere di Vescovo e Successore degli Apostoli, tacendo su questioni che sono strettamente connesse e complementari. Finché le mie critiche si rivolgevano all’insabbiamento degli scandali dell’ex Cardinale McCarrick o alle deviazioni dottrinali del Vaticano II, l’etichetta di lefebvriano era sufficiente per demonizzarmi davanti ai fedeli; ma da quando ho rilevato la coerenza tra il golpe globale compiuto dal deep state con l’emergenza pandemica prima e quella energetica poi, e l’atto non meno eversivo dell’elezione di Bergoglio organizzato dalla deep church, ecco che doveva aggiungersi immancabilmente anche l’etichetta di complottista, per screditarmi dinanzi alle persone che ascoltano le mie parole. Il rischio, secondo costoro, è il medesimo: che vi sia qualcuno che inizi a ragionare con la propria testa e comprenda di essere stato vittima di una colossale frode, ai danni della vita materiale con l’Agenda di Davos, e ai danni della vita spirituale con il Vaticano II e l’Agenda Bergoglio.

Vorrei inoltre comprendere perché dovrebbero essere considerati “teorie del complotto” i piani eversivi di organizzazioni private sovranazionali – vere e proprie mafie organizzate e radicate nei gangli del potere – che sono annunciati dai loro stessi fautori con largo anticipo e che rappresentano il compimento dei deliri distopici della setta massonica. Se la mafia dichiara pubblicamente di voler sterminare parte della popolazione, e la vedo organizzarsi per farlo, e assisto alla messa in opera di questo progetto di sterminio esattamente come annunciato, non sono io che invento teorie del complotto, ma la mafia che si sente così sicura del proprio successo da non doverlo nemmeno nascondere, anzi dal presumere di poterci convincere – considerandoci inferiori – che il nostro sterminio sia auspicabile e buono. In realtà, sta avvenendo lo stesso con l’ideologia green di matrice neomalthusiana, che considera l’essere umano come un parassita del Pianeta: le decisioni prese dall’ONU, dall’Unione Europea e dai singoli governi si basano sul falso pretesto del riscaldamento globale per legittimare la decarbonizzazione e l’introduzione forzata delle energie cosiddette sostenibili. Ma questa è appunto una menzogna, una scusa per forzare le masse a sottomettersi a un controllo totale e per garantire all’élite potere e guadagni spropositati. E se ci pensiamo, anche i fautori del Concilio indicarono come falso pretesto l’aggiornamento della Chiesa, quando lo scopo inconfessabile era invece la sua distruzione.

Deep state e deep church sono due facce della stessa falsa moneta, perché rispondono entrambe alla stessa mente infernale che odia Dio tanto nella Creazione quanto nella Redenzione, e che si scatena tanto contro la vita del corpo quanto contro quella dell’anima. Il sistema, pur nel suo delirio satanico, ha dimostrato di poter funzionare sinché le persone rimangono isolate e abbandonate a se stesse. Viceversa, la presa di coscienza di non essere soli e di condividere una stessa visione del mondo e la medesima Fede aprono gli occhi a molti, danno loro coraggio e forza per opporsi, svelano pubblicamente l’inganno e coalizzano la resistenza. Questo vale nella sfera civile e nella sfera ecclesiale: non è un caso se la farsa pandemica ha riunito deep state e deep church in una narrazione surreale e criminale che ha scandalizzato i cittadini e i fedeli.

Quindi: se il complotto c’è, perché dovrei tacere? E se non c’è, perché si preoccupano tanto delle parole di un anziano Arcivescovo?

9. Può dirci qualcosa sul ruolo della nostra Regina e del Santo Rosario in questo tempo di sconvolgimento, in cui molti potrebbero perdere l’accesso anche alla Messa stessa?

Questa intervista si conclude con un riferimento a Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra, l’onnipotente per grazia. In questa lotta epocale tra la Donna e l’antico Serpente, il Santo Rosario è l’arma potentissima con cui dobbiamo dare il nostro contributo di milites Christi, in virtù della Cresima che abbiamo ricevuto.

Molti di voi hanno fame di Verità e sete di santità, beni eterni che ci sono messi a disposizione dal Santo Sacrificio della Messa che avete potuto assaporare grazie alla resistenza di pochi Prelati e chierici e alla provvidenziale decisione di Benedetto XVI con Summorum Pontificum. Altri non sanno ciò a cui rinunciano perché questo tesoro spirituale è stato loro nascosto e sottratto per troppo tempo, ma se lo scoprissero non potrebbero farne più a meno. È quindi nostro dovere, come Cattolici e membra vive del Corpo Mistico, esigere la restitutio in integrum della Messa apostolica, ed è dovere dell’Autorità non solo concederla come un privilegio, ma riconoscerle pieno ed esclusivo diritto di cittadinanza nella Chiesa.

Ma perché ciò avvenga occorre che tutti noi ci rendiamo degni di questa grazia con una vita di santità e con una coraggiosa testimonianza della Fede nella quale siamo stati battezzati. Saranno la pratica delle virtù e la preghiera costante del Santo Rosario a rafforzarci su questa via e a muovere a compassione la nostra Avvocata, affinché nel ripristino del culto pubblico della Chiesa di Cristo possiamo vedere un’anticipazione della gloria eterna che ci è preparata.

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36 commenti

  • andrea cionci ha detto:

    Oppela! Che strano, 80 canonisti si stanno muovendo per disciplinare la sede totalmente impedita… https://www.progettocanonicosederomana.com/?fbclid=IwAR2qQI1F3ihd1GAJslj6kot0awQ7Y2Br_lNXxQNQ24QmwNk5uO_73GwRirk Mah? Chissà di cosa parlano… Qualcuno ha delle idee?

    • miserere mei ha detto:

      In tutti questi anni il Papa (resta tale e come tale ha firmato i suoi rari interventi) Benedetto XVI ha mantenuto una posizione di rara coerenza sfuggendo a numerose occasioni di tentazione che l’avrebbe indotto a uscire da questa via.

      Forse la circostanza più eclatante è stata, circa tre anni fa, l’uscita del libro con il Cardinal Sarah dal titolo “Dal profondo del nostro cuore”).

      Allora non conoscevo le considerazioni di Andrea Cionci sulla sede impedita. Adesso, rileggendo il capitolo due (quello totalmente di Benedetto XVI) mi fa particolarmente impressione la chiave di lettura del sacerdozio vissuta da don Joseph Ratzinger poi Benedetto XVI e offerta in quelle pagine ispirate.

      Soprattutto il riferimento al vangelo di Giovanni 17,17-18 che identifica un passo decisivo dei discorsi di commiato prima del venerdì santo.
      L’uomo diventa santo quanto sta con Dio, che solo è il Santo. Stare è dimenticarsi dell’io per farsi tutt’uno con la volontà di Dio. Santificati nella Verità: il solo lavacro che può santificare è l’immersione nella verità, Cristo stesso.

      E’ un Battesimo vissuto integralmente che si compie nell’Eucaristia: “non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).

      E’ un dimenticarsi del mondo, un uscire dagli schemi mondani (anche del papato e di una visione istituzionale di Chiesa) pur rimanendo Chiesa e amandola fino alla fine. E’ il crisma del sacerdote come un uomo in piedi, dritto, vigilante.

      Benedetto XVI ci lascia questa frase:.. “sempre di nuovo purificati e pervasi da Cristo così che è Lui a parlare e ad agire, e sempre meno noi stessi… mi è divenuto chiaro che questo divenire una cosa sola con lui e il superamento di ciò che è solo nostro dura tutta la vita e racchiude anche sempre dolorose liberazioni e rinnovamenti”.

      C’è tutto. C’è la scelta del 2013. C’è l’amore anche per il nemico, l’abbandono alla Provvidenza, la rinuncia all’io, l’offerta totale di sé al modo che fu di Gesù e che ritorna ad ogni Eucaristia. Nell’attesa del compimento di ogni cosa, purificata e rinnovata non solo nel segno della croce, ma definitivamente nella luce della resurrezione.

    • miserere mei ha detto:

      Alla luce del capitolo 17 di San Giovanni, un gravissimo peccato del vicario di Cristo consiste nel demolire l’unità della Chiesa. Al contrario tutto lo sforzo deve mirare all’unità e al riunire chi si è disperso (la parabola del Padre che accoglie il figliol prodigo). Benedetto XVI con il Summorum Pontificum, gli anglicani e anche gli ortodossi stava andando molto bene. Viceversa oggi vengono espulsi gli FFI, gli anglicani si chiedono dove sono capitati e masse di cattolici abbandonano la pratica sacramentale, divenendo indifferenti o facendosi riassorbire in esperienze pentecostali.

      La sede impedita è quella in cui l’agire del Papa è stato impedito da un partito che ha minato l’unità, mettendosi di traverso rispetto agli intenti del pontificato (in primis l’enfasi sulla Verità, l’argine alla dittatura del relativismo e alla depravazione anche dei chierici) favorendo al contrario proprio quelle stesse derive.

      Prescindendo da eventuali finalità recondite del gruppo di studio, il capitolo 17 di San Giovanni indica la via strettissima per la quale Benedetto XVI ha stabilito di passare per non rompere la Chiesa attraverso decisioni umane, anche le meglio motivate, affidando se stesso e la Chiesa alla Divina Provvidenza. Se scisma sarà, nell’apostasia, essa riguarderà chi si scismerà da se stesso. E’ un po’ il paradosso intrinseco nella lettura della figura di Tyconio, proposta qualche settimana fa.

      Giuda l’Iscariota, venduto il maestro per 30 denari, bacia Gesù al Getsemani sentendosi dare dell’amico.
      Poi va a impiccarsi, dopo aver cercato di restituire i soldi. Ha fatto tutto lui… Il Maestro in croce ci va.

      Ma alla fine c’è la resurrezione, anche se non dell’impiccato.

      Per chi è di Cristo è impossibile essere fonte di divisione: piuttosto offre se stesso (passi da me questo calice, ma non la mia bensì la Tua Volontà si compia). Chi è nella Verità non divide. Può essere impedito da altri ad essere libero, temporaneamente, ma è la Verità a rendere liberi e dunque… La sede tornerà libera.

  • Laocoon ha detto:

    Sempre stato un sostenitore di Viganò es stavo cominciando a ritenere vera la ricostruzione del dott. Cionci.tuttavia pregando intensamente ho sentito pentimento per aver attaccato il papa. ( e NON era senso di colpa, ma in seguito a ciò ho ritrovato la pace sulla vicenda). Infatti ho capito che l’intera verità sulla vicenda noi semplici fedelì la sapremo solo alla Fine.

    • andrea cionci ha detto:

      Mi perdoni se rimango attaccato a un vetusto e desueto metodo logico: ma se il nodo del contendere è capire chi è il papa, dato che il papa può essere solo uno, ma in realtà ce ne sono due, lei si è pentito per aver attaccato quale papa? Quello vero o quello falso? Ha capito chi è il vero papa? Vorrebbe condividere con noi il perché della sua convinzione, qualunque essa sia?

      • Laocoon ha detto:

        Credo che semplicemente il “vero” papa sia Francesco, benchè sotto il suo pontificato siano successi innumerevoli scandali. siccome però non sono il Padre Eterno, e non so esattamente cone vadano le cose dietro le quinte, ritengo che pensare che Bergoglio sia il papa, come del resto la maggior parte della Chiesa fa, sis la strada più saggia. Questo non in quanto la maggioranza sia infallibile, anzi, semplicemente pervhè credo che se ci fosse un antipapa ci sarebbe anche modo di capirlo INEQUIVOCABILMENTE, e non con quelle che mi perdoni sono solo congetture, sebbene ragionevoli e fondate su fatti .
        Poi mi permetta una provocazione: se BXVI era in sede impedita, cosa impedisce ( gioco di parole non voluto) ,che anche Francesco lo sia?

        • miserere mei ha detto:

          Mi permetto di proporre la mia risposta: Benedetto XVI è una sede impedita perchè il mondo lo osteggiava e chi lo impediva in sede faceva sponda fuori, nel mainstream.

          Viceversa Bergoglio, aiutato in ogni modo dal mainstream, che ne decanta i passi che non gli impediscono di fare strame del vero cattolicesimo.

        • andrea cionci ha detto:

          Nessuna congettura, il diritto canonico parla chiaro. Benedetto doveva rinunciare al munus e non l’ha fatto. NOn offrono alcuna giustificazione di questo fatto se non scomuniche a rotta di collo. Anche senza prendere in considerazioni le inequivocabili frasi di Benedetto dalla sede impedita questo già basta e avanza. Perché Francesco dovrebbe essere in sede impedita? Fa e disfa come gli pare, esercita abusivamente il ministerium senza alcuna remora. Penso che farebbe meglio a rileggere con molta attenzione il libro.

  • Vale ha detto:

    Caro Monsignore, l’atteggiamento sedevacantista che sottilmente trapela dalle Sue parole, pur senza essere apertamente dichiarato, è controproducente e porta solo all’affermazione di sé.
    Può forse Dio aver lasciato la Chiesa sola per tutti questi anni? No: Pietro segue Cristo e annuncia Cristo. Se colui che Lei chiama per cognome non fa questo, forse non è Pietro? Ci possiamo azzardare a fare questa domanda dal momento che PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA ci sono due biancovestiti in Vaticano?
    Papa Benedetto è papa emeritus perché è colui che merita di essere Papa ed è ancora Papa. L’inchiesta del giornalista Andrea Cionci raccolta nel libro “Codice Ratzinger” riporta tutte le dimostrazioni di questa Magna Quaestio.
    Farebbe bene, in quanto Vescovo, ad avere una buona parola anche per quei Sacerdoti che si stanno veramente spendendo per la Chiesa gridando la Verità. Don Minutella lo fa dal 2016.
    Il sedevacantismo mette in discussione le consacrazioni e le ordinazioni avvenute dopo la morte di Pio XII… non è conveniente, oltre che poco elegante.
    Cordialmente.

  • Adriana 1 ha detto:

    Io credo che Mons. Viganò cerchi di svegliarci per riuscire a comprendere che esistono ” altre strade ” che non siano quella dell’IO COLLETTIVO.
    A questo proposito posto un video di Rango-Mazzucco in ” Contro tv ”

  • Enrico Nippo ha detto:

    E dai!

    Non si sa chi è il papa!

    Quanto deve durare questa storia?

    • Susanna ha detto:

      Il Papa è Benedetto XVI, si legga il “Codice Ratzinger ” che invito a leggere a Vonsignor Viganò.

  • Gianfranco ha detto:

    Epocale filippica contro la chiesa dell’apostasia.
    Tre volte hurrà per il Monsignore!
    Solo avrei precisato che Benedetto ha sbagliato in Summorum Pontificum a definire il Vetus Ordo “forma straordinaria”. In tal modo l’ha posta di fatto in una posizione subordinata rispetto a quella Novus Ordo.

  • Miserere2 sul papa ha detto:

    Non posso sapere chi e’ il vero papà. Mi e’ impedito. Come per 70 anni non ho potuto aver accesso al.segreto di Fatima. E ancor oggi mi si dice che non e’ quello. Anche lì non posso saperlo. Non ho acesso all’archivio Vaticano! Ecc ecc.

    Posso, secondo coscienza, continuare a seguire Gesu’.

    Ps: non sono affatto sicuro che Ratzinger abbia fatto un piano b. Questo nodo si sciogliera’, FORSE, alla fine. Nel mentre e’ la mia coscienza che conta. Perché porrei morire prima io. E in coscienza a San Pietro dirgli: ” imputati di tutto ma sul papà emerito non c ho capito nulla! Dovevate essere PARRESIACI. Giusicatemi su altro”. 🙂

    • andrea cionci ha detto:

      Se fa la spesa pazza di sei euro si compra l’ebook di Codice Ratzinger e le si chiarisce tutto, dato che è il papa stesso a dirle cosa ha fatto e come andrà a finire. Pensa che potrebbe valere la pena?

  • miserere mei ha detto:

    Mons. Viganò sta riproponendo il dilemma Andrea Cionci.

    Bergoglio è un vero Papa o un usurpatore?

    Benedetto XVI è ancora l’unico vero Papa?

    A distanza di quasi dieci anni, che cosa dicono i Cardinali?

    Sono passati 3 anni dalla Pachamama in Vaticano, quando suor Agnese Sasagawa di Akita tornò a parlare.

    https://www.marcotosatti.com/2019/11/09/la-suora-veggente-di-akita-avrebbe-ricevuto-un-nuovo-messaggio/

    Si illuderebbe chi pensasse esaurito il terzo mistero di Fatima.

    Chi sta okkupando la Santa Sede?

    • Miserere2 ha detto:

      E cosa cambia per le nostre anime? Cosa dovremmo fare? Uccidere un vampiro con un paletto di frassino in cuore?
      Non uccidere e’ non uccidere. Sempre. Non solo l’oocita.
      Caino fu protetto da Dio. A Dio il giudizio.

    • andrea cionci ha detto:

      Chiedo scusa, ma io non pongo nessun dilemma. Ho illustrato in 250 articoli e in un libro di 340 pagine, che è stato evidentemente ignorato da Mons. Viganò, come papa Benedetto non abbia affatto assestato un colpo micidiale alla vera, chiesa, ma – esattamente al contrario – lo abbia assestato alla falsa chiesa di Bergoglio ritirandosi in sede impedita, (can 335 e 412) cosa che condurrà all’annullamento escatologico di Bergoglio e del Bergogliesimo. Con viva delusione devo prendere atto che Mons. Viganò dopo le aperture di qualche mese fa, è tornato in blocco sulle posizioni sedevacantistoidi di Mons. Schneider etc. La storia non avrà pietà, purtroppo.

    • Aurelio ha detto:

      @Miserere mei
      Non condivido l’opinione che Viganò stia riproponendo la tesi di Cionci. Dice semplicemente che Bergoglio da papa è nemico di Cristo; di Benedetto XVI lamenta la sciagurata rinuncia e loda il Summorum Pontificum. Non ci vedrei affatto la tesi di Cionci. Sulla quale la mia opinione, per quanto vale, è che il metodo di Dio è nascondere ai dotti ma rivelare ai semplici, cosa che mi rende problematico accettare il pur affascinante “Codice Ratzinger”.

      • andrea cionci ha detto:

        Francamente ho grosse difficoltà a capire perché “Codice Ratzinger” dovrebbe essere “affascinante”, in quanto non si tratta di una teoria, di un’ipotesi, ma di una semplice compilazione di fatti, documenti e dichiarazioni di papa Benedetto il quale non ha rinunciato al munus petrino come previsto dal CIC. Visto e considerato che le pressioni per far dimettere BXVI sono acclarate e patenti, non si capisce cosa ci sia di strano nella banale evidenza che il Santo Padre abbia messo alla prova i suoi nemici e li abbia fatti fuori con un sistema canonico. Davvero non capisco cosa ci sia di difficile, anche perché Bergoglio dottrinalmente non è esattamente un papa Pacelli, no? Mah… Dovrò scrivere un altro libro su questa epidemia di prosciutto (tagliato a mano) sugli occhi.

  • Gsk ha detto:

    Siamo tutti servi inutili. Il nostro compito è cercare di seguire, per quanto ci è dato possibile, secondo le capacità di ognuno e con l’aiuto di NSGC , l’intercessione della BMV ,dei santi e delle schiere celesti , quanto indicato da San Paolo nel suo testamento spirituale , al termine della sua missione terrena.
    2 Tm 4,7-9

  • Ángel Manuel González Fernández ha detto:

    Dall’ottobre 2013 sto indicando Jorge Mario con prove e indizi di prova, che è il profetizzato “Pastore stolto” e “Falso profeta” di Zaccaria e Apocalisse.
    Desde octubre del 2013 llevo señalando a Jorge Mario con pruebas e indicios de prueba, que es el profetizado “Pastor necio” y “Falso profeta” de Zacarías y Apocalipsis.

    • Miserere2 ha detto:

      Comunque ben tornato. 🙂

      Avete notizie di stimcuriale emerito?

      Un saluto a tutti. Ho molto bisogno delle vostre preghiere.

  • Elton ha detto:

    Ma proprio non c’è la fa Mons. Viganò !
    Ma Bergoglio, o Francesco, o come si ha voglia di chiamarlo, è Papa o no ?

    • Miserere2 ha detto:

      Ormai se ne parla da anni. Io ritengo che bisogni rifarsi al magnifico catechismo dell’era Ratzinger (sulla prova finale, l anticristo E SOPRATTUTTO SULLA SALVEZZA CHE VIENE DA DIO “SULLO SCATENARSI ULTIMO DEL MALE”. Non spetta a noi, anzi non potranno i cattolici che saranno presenti in quell’ora salvare il mondo. Come non l hanno potuto redimere solo con le opere ( ma in virtu’ del sacrificio e resurrezione di Cristo) così alla fine dei tempi sara’ Dio che Salvera’ e mettera’ luce a tutte le cose.

      Se la chiesa e’ una creatura meramente umana invece, chiaramente potrebbe distruggersi. Ma questo e’ uno dei tanti azzardi della fede. Non dissimili a quelli che ogni uomo di ogni tempo ha affrontato. Mio parere!

    • Un frate ha detto:

      Di fatto. Mons. Viganò ci parla dal fondo del cuore. Con eccezione della sua posizione durissima di accusa contro il papa Benedetto XVI. È davvero uno spettacolo di vedere questo clero tradizionale, apparentemente impeccabile, e allo stesso tempo cieco per non riconoscere il vero dramma in atto.
      Per così dire, preferisco la mitezza apparentemente colpevole dell’umile papa Benedetto XVI, da 2013 in sede impedita, dall’impeccabilità ipocrita del clero tradizionale, che piuttosto accetta il “falso pastore” di Zaccaria che dare sostegno al papato in estremo assedio da parte dei lupi travestiti di agnello, ovvero di un alto clero in piena apostasia. “Chi di voi è senza colpa getti la prima pietra.” –
      Sembra di fatto troppo difficile di decifrare chi sia in verità il “Petrus Romanus” nell’ultima profezia di San Malachia..

      • andrea cionci ha detto:

        E’ una cosa terribile: dire che Benedetto ha ucciso la Chiesa è come prendersela con Gesù cristo perché si è fatto crocifiggere come un agnello sacrificale invece di sterminare i romani e i sacerdoti. La cosa ancora più terribile è che si rifiuta in blocco quanto è stato già esplicitato. Da farsi il segno della croce.

  • Catholicus ha detto:

    Che coraggio e che fede deve avere mons. Viganò, così può esporsi solo un santo, pieno di zelo per la causa di NSGC, tutto teso ad maiorem Dei gloriam et salus animarum

  • Graziella ha detto:

    Sono perfettamente d’accordo. Temo per la vita di monsignor Viganò.

  • riccardo ha detto:

    IL KATECHON NON E’ VENUTO A MANCARE

    E’ LUI CHE TRATTIENE LA RIBELLIONE A MATER ECCLESIAE

    QUANDO LO CAPIRA’ ECCELLENZA?
    QUANDO ABBANDONERA’ LA RABBIA SBAVANTE ED OSTINATA VERSO LA VERA MURAGLIA CONTRO LA ROVINA?

    FINCHE’ NON RIVEDRA’ QUESTA POSIZIONE, LA SUA VISIONE SARA’ SOLO A META’ E SENZA FRUTTI DI RINNOVAMENTO

  • Iod Tav ha detto:

    Mamma mia che botte che tira Viganò! Tanto di cappello….parresia a go-go, come dovrebbe essere all’interno della Chiesa.

  • Marco Matteucci ha detto:

    PARO PARO ALLA TESI DELL’INNOMINABILE …Sua Eminenza, perché non proseguire uniti diventando una Sacra Colonna invincibile?!

  • Mimma ha detto:

    La chiara durezza dei termini di Monsignore non lascia adito a nessun dubbio: sulla cattedra di Pietro siede un nemico di Cristo.
    Perbacco, baccone!
    Quanti lo diciamo da anni, nella semplicità del sensus fidei senza alcuna autorevolezza, derisi, insultati e vilipesi, ci sentiamo confermati sia nella nostra analisi sia nella fede dalle parole di un Arcivescovo, un successore degli Apostoli.
    Non mi resta che ringraziare ancora una volta Sua Eccellenza mons. Viganò.
    Tuttavia le sue considerazioni sulla Messa mi gettano nello sconforto.
    Non ho nessuna possibilità di partecipare a una celebrazione secondo il rito antico.
    Nessuna.
    Anche i pochi sacerdoti fedeli all’ortodossia cattolica, onesti e retti, non sono capaci di celebrare secondo il vetus ordo.
    Non conoscono più il Latino; non sono capaci neanche di tradurre brani semplici. Non hanno i paramenti adatti.
    I seminari ormai sono fattorie dove si allevano vitelloni in batteria, modernisti , aperturisti, uomini psichici alla maniera paolina, attenti alla moda e all’estetica.
    Da poco ho saputo che dei preti si rivolgono al chirurgo estetico per cancellarsi le rughe e depilarsi.
    Anche questo è la Chiesa in uscita del nemico di Cristo e
    questo aceto ci somministra ogni giorno.
    Monsignore, davvero Dio è misericordioso, lento all’ira e grande nell’amore.