Arrendersi All’Evidenza. Il Siero? È Tutto un Esperimento. Non Accettarlo.

4 Ottobre 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza ha postato nei giorni scorsi due commenti a  articoli apparsi su Stilum Curiae, questo, questo e questo. Mi sembra interessante renderli noti a un pubblico più ampio. Buona lettura.

§§§

Si tratta di uno sforzo meritorio e interessante.

Il vaccino a mRNA è una novità, e questi preparati (resi disponibili in brevissimo tempo) sono a tutti gli effetti degli esperimenti. Nessuno può esibire certezze sulla sicurezza e i trials sono affetti da più di una grave irregolarità: una soprattutto, marchiana, è l’aver di fatto fatto scomparire i gruppi di controllo trattati con placebo che permettessero una reale comparazione dei dati. L’autorizzazione per uso emergenziale dei cosiddetti vaccini si è avvalsa di affermazioni false (la più decisiva, che non esistessero altre cure per l’infezione virale). L’mRNA è instabile nel nostro organismo. Quello dell’istruzione genica è stato stabilizzato mediante la modifica dei suoi componenti naturali. Al momento non può essere noto quale tipo di farmacocinetica possano sviluppare, anche nel senso di provocare effetti collaterali non immediati, bensì ritardati, transitori o cronici a medio e a lungo termine. Se ne riparlerà nel 2023 e 2024.

Chiedo scusa a chi queste cose le sa meglio di me, ma ritengo utile per i meno esperti una spiegazione per decodificare l’informazione.

In chi si contagia di betacoronavirus (il virus vero) è possibile trovare tracce degli antigeni delle sue varie parti che sono quattro: la glicoproteina spike (S), il nucleocapside (N), la proteina di membrana (M), quella del pericapside (E). Tra le 4 proteine strutturali, la S e la N sono i principali immunogeni (antigeni in grado di generare i relativi anticorpi). La proteina S è quella responsabile del legame con i recettori ACE2 cellulari e quindi dell’ingresso del virus.

Il “genio” dei promotori dei vaccini salvifici ha pensato bene di inoculare il maggior numero di persone con l’istruzione genica per far sintetizzare alle nostre stesse cellule la proteina S del coronavirus iniziale (alfa Wuhan), insistendo a farlo anche quando non c’è stato più, sostituito dalle successive varianti virali (la cui comparsa è stata favorita dalle vaccinazioni a tappeto).

Attualmente è notorio che molti tridosati si sono poi contagiati, per cui nel plasma di questi soggetti sono presenti tanto gli anticorpi dovuti al virus, quanto quelli dovuti alla vaccinazione.

C’è chi ha evidenziato molti indizi sulla strana somiglianza dell’istruzione genica vaccinale con le sequenze brevettate da Moderna nel lontano 2017, quando ancora del virus del 2019 non poteva esistere traccia.

Si sa che la proteina spike ha proprietà infiammogene e che tanto il contagio virale, quanto il vaccino scatenano problematiche vascolari importanti (e non solo quelle).

Inoltre la reiterazione della vaccinazione è correlata con una diminuzione delle prestazioni del sistema immunitario naturale (indebolimento immunitario).

Inoltre l’istruzione, veicolata da nanolipidi cationici, raggiunge alche il sistema nervoso centrale, dove di norma il virus “naturale” (in realtà quello che circola è stato ingegnerizzato ad arte) non arriverebbe.

C’è chi sostiene che la sequenza virale non sia mai stata correttamente individuata. Resta il fatto che chi si vaccina riceve questa istruzione. All’università di Lund, in Svezia, hanno dimostrato che questa istruzione è in grado di retrotrascriversi nel DNA.

C’è anche chi sostiene che nelle fiale l’mRNA non ci sia proprio, ma solo il grafene.

Il caso descritto dall’autopsia qui riportato rileva solo la proteina spike, ma nessuna proteina nucleocapside. L’ha trovato sia nel cervello che nel cuore, in particolare nelle cellule endoteliali dei piccoli vasi sanguigni. Poiché non è stato possibile rilevare alcuna proteina nucleocapside, la presenza della proteina spike deve essere attribuita alla vaccinazione piuttosto che all’infezione virale. E numerosi casi di encefalite ed encefalomielite sono stati segnalati in connessione con i vaccini anti-Covid.

Questo non esclude affatto la presenza anche del grafene (e di metalli pesanti), aggiungendo problema a problema.

L’analisi dei batch che hanno dato il maggior numero di eventi avversi sembra correlare la codifica del numero di lotto a una logica precisa, non casuale.

E’ tutto un esperimento, le cavie sono i vaccinati, gli effetti collaterali in generale li provoca la spike, in particolare li provoca il resto della formula, dichiarata e non, con forse quantità non casuali di sostanze aggiuntive, in quantità note…

Inquietante… L’importante è di non sottostare ad ulteriori esperimenti. Per detossificarsi c’è tempo e modo.

Il virus di suo non è poi così pericoloso e di modi per curarne la sintomatologia ce ne sono diversi ed efficaci (tranne la tachipirina e la vigile attesa).

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7 commenti

  • Creazionista ha detto:

    Sempre chiaro! Grazie mille, anche per le precedenti risposte nei commenti.

  • ex : ha detto:

    «più di una grave irregolarità: una soprattutto, marchiana, è l’aver di fatto fatto scomparire i gruppi di controllo trattati con placebo che permettessero una reale comparazione dei dati»

    Ovviamente, il fatto che abbiano «fatto scomparire i gruppi di controllo», non significa che “loro” non li abbiano nei propri archivi.

    Sempre per giocare al “complottista” (ma qui si tratta di logica, altro che complottismo…) si deve dedurre che i dati ricavati dai gruppi di controllo non piacevano affatto a lor signori!

    Quindi, più che irregolarità si tratta di frode, molto probabilmente…

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Il database dei VAERS (un sistema di rilevazione di farmacovigilanza passiva, co-gestito dal CDC e da FDA, che esiste dal 1990) è una raccolta di dati censiti tramite il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), registrando gli eventi avversi da vaccino sul territorio nazionale degli Stati Uniti.
      Un lotto è un ben determinato numero di confezioni di un preparato prodotte in condizioni standard adeguatamente controllate e ripetibili, tracciabili in ogni loro componente e parametro di processo: la codifica (il lotto e la scadenza) identificano ogni singola confezione realizzata in quel delimitato ambito.
      All’interno di un’organizzazione aziendale il numero di lotto di norma è “parlante”, perché i numeri e le lettere che lo compongono possono (non sempre tutte) fornire informazioni sul sito produttivo, gli impianti, l’anno, il batch size, il numero progressivo di preparazione o altre condizioni che si desidera tracciare (ad esempio un diverso dosaggio). Questo tipo di informazione è particolarmente utile nel caso di un esperimento, nel quale ad esempio si voglia individuare un parametro tossicologico.
      Per ogni lotto di vaccino (ad esempio quelli di Pfizer) è possibile sapere quanti sono i report VAE (eventi avversi da vaccino) ad esso correlati.
      Una produzione ha una sua “tossicità di base” che è definita come quella generante un evento avverso riportato = alla tossicità del 70% di tutti i lotti.
      L’evento avverso riportato riguarda i casi di morte, disabilità e malattia grave (con ricovero).
      Nel caso dei lotti Pfizer, si è osservato ad esempio che nell’ambito delle serie identificate dalla sigla EN62 (es. lotto EN6201) la tossicità è 2000-3000 volte la tossicità di base.
      Nelle serie ER87 la tossicità si attesta su 1500-2700 la tossicità di base, ma un lotto con ER26 sale a 3400.
      La serie EL è tra 1500 e 2600, ma al suo interno gli EL92 (1500-2000) sono più bassi degli EL32 (200-2600)
      Nelle serie con EW01 si va da 1000 a 2000.
      Nelle serie con F, gli FF25 vanno da 400 a 700; gli FE da 500 a 750; gli FC da 1000 a 1400, gli FA salgono a 1500, mentre il peggior FG non arriva a 200.
      Dal momento che è ovvio considerare che tutti i lotti contengano la stessa formulazione, ma si osserva un concentrarsi degli effetti avversi gravi in una minima parte dei lotti e, soprattutto, che questi lotti paiono mostrare una scalarità della tossicità all’interno di una determinata codifica (per sequenza matematica o alfanumerica), è molto difficile pensare a qualsiasi casualità. Tutto fuorché “random”.
      Non è quindi vero che tutti i lotti sono uguali e chi li ha preparati sa esattamente il perché.
      Questo permette infatti di monitorare gli effetti traendone ben precise valutazioni sperimentali.
      Chi ha analizzato parla di 35 livelli differenti di tossicità e a ben vedere tra 100 e 3500 eventi avversi in più della tossicità base potrebbero fotografare abbastanza bene questa ipotesi.

      La cosa più grave: nelle fiale c’è dentro qualcosa di non dichiarato…

  • Olivetanus ha detto:

    “L’analisi dei batch che hanno dato il maggior numero di eventi avversi sembra correlare la codifica del numero di lotto a una logica precisa, non casuale.” Si conosce la logica correlata alla distribuzione dei lotti più dannosi? Grazie.

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Mi limito a quello che si può desumere dalle lettere che identificano le serie in cui si sono avuti più effetti avversi e i più gravi tra di essi. All’interno di questo insieme di lotti, c’è una gradazione. Senza analisi sui controcampioni (che devono essere disponibili) non si può andare oltre il sospetto. Il mio è che la gradualità degli effetti corrisponda a una presenza voluta, sperimentale, di un “qualcosa” che non ha a che fare con l’mRNA.

      https://howbadismybatch.com/clusters.html

      Nell’articolo qui citato qualche ipotesi la fanno.

  • Donna ha detto:

    Intanto ci sono ancora migliaia di sanitari sospesi perché non vaccinati,anche nel frattempo hanno contratto il Covid e sono guariti….una ingiustizia anticostituzionale e antiscientifica che chissà quando sarà risanata! E per quanto riguarda la Tachipirina e vigile attesa con tutte le conseguenze che questo protocollo ha provocato,non ne risponde nessuno dei nostri politici…. veramente vergognoso!