Bestiario Trombato.
26 Settembre 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, questo è un Bestiario maligno. Non è mai bello gioire per eventi che provocano dispiacere ad altri, però in certe occasioni è difficile non provare umana soddisfazione…Per alcuni c’è simpatia nella sconfitta. Per altri, che trovate in neretto…beh, meglio così. Non vogliamo analizzare i risultati, che appaiono molto chiari. Ma sarebbe opportuno che all’interno della Lega si avviasse una riflessione profonda su quanto danno abbiano fatto l’adesione entusiastica e totale alla lettura acritica della psicopandemia con tutte le sue conseguenze incostituzionali (pensiamo soprattutto ai governatori, i Fedriga, gli Zaia e compagnia cantante), il voto sul Green Pass e misure simili, e l’appiattimento su Draghi e Mattarella, gli autori – mentendo e ingannando – di continue violazioni delle libertà fondamentali. Buona lettura.
§§§
Il ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio, non è stato rieletto.
Quando mancano ormai poche sezioni al risultato definitivo (403 le sezioni scrutinate su 440) nel collegio di Napoli Fuorigrotta 2 per la Camera, ha ottenuto il 24,3% dei voti.
Nettamente primo l’ex ministro dell’Ambiente, in lizza per il Movimento 5 Stelle, Sergio Costa, al 40,5%. Terza Maria Rosaria Rossi, in lizza per il centro destra, col 22,2%. Solo quarta la ministra Mara Carfagna, di Azione, al 6,7.
Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi torna al Senato. L’ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze contro Federica Perella, sindaco alla Cultura del Comune di Seregno. Monza è la città in cui Berlusconi possiede la squadra di calcio, che ha portato in serie A, che alle comunali il Pd aveva strappato al centrodestra. Proprio per questo lo scorso 18 settembre Enrico Letta ha organizzato la ‘anti-Pontida’ con i sindaci Pd.
La vicepresidente di Coraggio Italia ed deputata uscente Michaela Biancofiore passa al Senato. Nel collegio di Rovereto, in Trentino, con il sostegno di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Moderati si impone in un lungo testa a testa con il 36,79% dei consensi contro la senatrice uscente Donatella Conzatti di Italia Viva (anche lei sostenuta dall’Alleanza democratica per l’autonomia come Patton).
Com’era nelle previsioni, facile vittoria per Giorgia Meloni nel collegio della Camera de L’Aquila. Contro di lei il centrosinistra schierava Rita Innocenzi.
Ilaria Cucchi, candidata del centrosinistra, è stata eletta a Firenze. Ha superato, in un collegio che era considerato blindato per il centrosinistra, Federica Picchi candidata del centrodestra. Claudio Lotito è stato eletto senatore in Molise. Il presidente della Lazio ha vinto la sfida nel collegio uninominale dove era candidato per il centrodestra.
A Sesto San Giovanni, nella ormai ex Stalingrado d’Italia, Isabella Rauti ha vinto la sfida per il Senato al collegio uninominale dove ha ottenuto il 45,4% dei voti contro il 30.80 di Emanuele Fiano. Un successo schiacciante per l’esponente di Fdi, figlia di Pino ex segretario del Msi, fra i fondatori della Fiamma tricolore rispetto all’ormai ex deputato Pd, figlio di Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz. Sempre al Senato in Lombardia un’altra esponente di Fdi ha sconfitto un esponente del Pd: a Cremona la coordinatrice regionale Daniela Santanché ha ottenuto il 52,17% dei voti contro il 27,3% di Carlo Cottarelli.
In Basilicata la coalizione di centrodestra ha conquistato gli unici due collegi uninominali, ridisegnati dal taglio dei parlamentari, uno per Camera. In particolare, al Senato, quando mancano poche sezioni scrutinate, è consalidato il successo della presidente uscente di Palazzo Madama, Elisabetta Casellati (Forza Italia), al 36%. Alle sue spalle Antonio Materdomini (M5S) con il 24,3%, Ignazio Petrone (centrosinistra) con il 21,8% e poi Mariangela Guerra (Terzo Polo) al 12,3%. Alla Camera, invece, rieletto il deputato uscente Salvatore Caiata (Fratelli d’Italia) con il 37,8%. Poi Viviani Verri (M5S) con il 25,3%, Francesco Pietrantuono (centrosinistra) con il 21,4% e Luca Braia (Terzo Polo) con il 10%.
Pierferdinando Casini si appresta a vivere l’undicesima legislatura consecutiva da parlamentare: ha infatti vinto il collegio senatoriale di Bologna, dove era candidato per il centrosinistra, e dove era in sfida con Vittorio Sgarbi del centrodestra.
Nel collegio uninominale Lazio 2 la candidata di centrodestra, Lavinia Mennuni, trionfa su Emma Bonino, leader di +Europa, e su Carlo Calenda, leader di Azione.
Per il centrosinistra, anche Pippo Civati non riuscirà a ritornare in Parlamento. Il fondatore di Possibile era candidato in Emilia Romagna, capolista nel secondo collegio plurinominale della Regione (quello di Bologna). Lì la coalizione ha preso il 36% dei voti, contro il 37% del centrodestra, e l’alleanza Verdi-Sinistra ha ottenuto il 4,8% del totale. Un dato superiore alla media nazionale, ma non sufficiente per eleggere Civati, che era “uscito” dalla politica nel 2019.
Nel Partito democratico, la quasi-ex-senatrice Monica Cirinnà non ha trovato la rielezione. Cirinnà sapeva di essere candidata in un collegio complicato, quello di Fiumicino, cosa che ad agosto l’aveva spinta in un primo momento a rinunciare alla candidatura. Aveva poi cambiato idea, ma non è riuscita a superare Ester Mieli del centrodestra.
Allo stesso modo, Carlo Cottarelli (centrosinistra) è arrivato alle spalle di Daniela Santanché (centrodestra) nel collegio di Cremona. (repetita iuvant…). In uno dei pochi collegi uninominali vinti dal centrosinistra, invece, Pier Ferdinando Casini ha ottenuto il 40% dei voti a Bologna e ha impedito che a essere eletto fosse Vittorio Sgarbi, che a sua volta non potrà essere “ripescato” nei collegi plurinominali perché il suo partito, Noi Moderati, non ha raggiunto nemmeno l’1% dei voti.
Tra gli schieramenti minori quello di Gianluigi Paragone, Italexit, resterà fuori dal Parlamento. A livello nazionale, il paritito si è fermato subito sotto il 2% dei voti. “La nostra scommessa era superare la soglia di sbarramento. Speravamo in un’affluenza decisamente superiore. Non credo sia un bene per la democrazia un’affluenza così bassa”, ha detto nella notte Paragone.
Anche Unione popolare, lista di sinistra radicale guidata da Luigi De Magistris, non ha raggiunto la soglia del 3%: il numero quasi definitivo, anzi, si ferma sotto l’1,5% a livello nazionale.
Infine Alternativa per l’Italia, partito guidato da Mario Adinolfi e l’ex CasaPound Simone Di Stefano, si è fermato abbondantemente sotto la soglia di sbarramento: il dato finale è tra lo 0,05% e lo 0,15% a livello nazionale.
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Categoria: Generale
A volte i numeri producono chiarezza.
Qualcuno ha confrontato il numero dei voti del centrodestra con il numero dei voti dello stesso centrodestra nel 2018. Sono praticamente gli stessi. Non c’è stato un’aumento rilevante.
Ergo l’astensione, che è aumentata, ha evidentemente colpito gli avversari per di più frammentati in 3 gruppi. In modo particolare i 5stelle. La legge elettorale poi ha fatto il resto.
Folle la legge elettorale e forse la peggiore tra tutte quelle sperimentate in Italia, ma che nessuno dei partiti in parlamento ha voluto modificare nella scorsa legislatura con la chiara speranza di poterla sfruttare a proprio vantaggio.
Buon lavoro, presidente Meloni.
Bene, siamo una colonia…lo si sapeva. Ora, oltre alla guerra non dichiarata, la Meloni dovrà affrontare anche questo diktat ( silenziato dai media ).
https://www.maurizioblondet.it/e-speranza-comanda-adesso-la quinta-dose/
Come giustamente ha fatto notare il lettore AUTONOMO@, le cose miglioreranno in Europa e soprattutto in Italia, soltanto se alle elezioni americane di novembre, si avrà una larga vittoria dei repubblicani .
PD = poveri diavoli ;
d’altronde l’hanno scritto
loro : scegli .
Dio infatti disse al popolo
per mezzo di Mosè : ho
posto davanti a te l’acqua
e il fuoco ,la Vita e la morte:
scegli .
E infatti subito dopo la
vittoria della Meloni ,
i guardiani democratici del cimitero
che è l’unione europea , che
vincono anche quando
perdono ,e che ci stanno
trascinando in una guerra contro la Russia ,per ordine
del loro padrone ,il diavolo ,
hanno detto che vigileranno
su diritti umani (gender,eutanasia ,suicidio assistito ,e
perché no ,accoglienza a nostre
spese) e aborto .
È vero che la Meloni ha detto
che non toccherà la 194 , ma
se hanno paura è già un
buon segno , e sarebbe l’ora
che i paesi slavi come
Polonia e Ungheria e altri
come l’Italia si ribellassero
all’alta finanza di stampo
protestante di Germania e
Olanda che fino ad ora
hanno dimostrato di
voler sottomettere i paesi
cattolici , per quanto ne resta , in una guerra
economica da usurai
consumati quali sono.
Mentre loro mangiano
succulente bistecche con Draghi nei
nostri ristoranti , l’altro
giorno ci hanno mostrato
in diretta spaziale
astrosamanth@ , che si
mostrava a mangiare una
barretta fatta con farina
di insetti , il cibo del futuro ,
se non crolla questo mondo
di pazzi , che piantano
alberelli nei giardinetti
vaticani per placare l’ira
di pachamama arrabbiata
con quelli che comprano la
macchina a gasolio e la
schiuma da barba spray.
E la Gelmini? Ce l’ha fatta o no?
Sembra che ne’ Carfagna ne’ Gelmini siano state elette.
https://www.facebook.com/mario.adinolfi/posts/pfbid02MFuKBZFrH1Zi8n1qRmLPy1wXcedMir9KTiYEzWCZZApFXrPcDggMo78smvmytYNbl IL NOSTRO PERCORSO CONTINUA
di Mario Adinolfi
Anche questa è fatta. A chi profetizzava “zero voti” rispondiamo ringraziando le decine di migliaia di italiani che ci hanno scelto tra tutti, nella difficoltà di una presenza a macchia di leopardo che per via della raccolta firme a Ferragosto ha fortemente ridotto la nostra base elettorale potenziale. Sull’Italia tutta sarebbero stati centinaia di migliaia di voti. Anche per questo avevamo spiegato che le forze dell’alternativa dovevano unirsi, ma Gianluigi Paragone e Marco Rizzo hanno preferito coltivare i loro personali orticelli. Se ci avessero ascoltato (e abbiamo insistito davvero molto) ora festeggeremmo tutti insieme l’ingresso in Parlamento. Giorgia Meloni celebra una vittoria clamorosa, tutte le forze che hanno sostenuto il governo Draghi sono state punite, il M5S facendolo cadere si è conquistato una rendita di posizione. Il nostro percorso di battaglia sui principi non negoziabili continua, vigileremo affinché non conquisti spazio la cultura della morte o la negazione della famiglia naturale secondo dettato costituzionale. Gli iscritti al Popolo della Famiglia si ritroveranno come sempre per discutere, ma personalmente garantisco che la linea politica aggregativa continua perché noi siamo in campo come furono in campo i radicali pannelliani per mezzo secolo: alle elezioni politiche non superarono mai il 3%, alcune volte si allearono ad altri e alcune volte no, ma avevano chiare le battaglie sui principi da intraprendere per cambiare l’Italia e ci sono riusciti. Su principi che sono evidentemente opposti noi faremo lo stesso e saremo sempre riconoscibili per questo. Alcune volte avremo zero voti, altre come oggi decine di migliaia, altre ancora centinaia di migliaia o milioni. Ma noi andiamo avanti con la nostra chiara identità e con un traguardo di verifica interna che è fissato con il congresso nazionale del 2024, che terremo dopo le elezioni europee di primavera. Fino ad allora chi vuole venire a dare una mano nell’unica trincea che politicamente c’è sempre a difesa dei principi non negoziabili, si aggreghi a noi. Chi ha tempo da perdere, vada altrove. Anche stavolta la nostra linea aggregativa avrebbe vinto, se ci avessero dato retta. Non è accaduto ma grazie a Dio il risultato complessivo finale è una sonora sconfitta delle sinistre e allora da oggi in poi si può lavorare, vigili ma senza patemi, alla espansione di un’area di ispirazione cristiana e nazionale che sul no alla guerra e alle stupide sanzioni alla Russia, sul no alla prevalenza degli interessi degli organismi sovranazionali atlantici ed europeisti su quelli di famiglie e imprese italiane, sulla lotta alla denatalità e alla tentazione della sostituzione immigrazionista, sul reddito di maternità e sul quoziente familiare, sul sì alla vita e sul no secco a aborto e eutanasia poggi il senso stesso della sua esistenza politica. Io personalmente non mollo di un centimetro e garantisco la prosecuzione della lotta.
Un parere così, a caldo, sul risultato elettorale :
se la nuova coalizione di governo non rinnova l’obbligo vaccinale (riammettendo in servizio i lavoratori ancora sospesi o radiati) e pone fine alla persecuzione mediatica, morale, civile ed economica di chi non intende vaccinarsi, pur adottando tutte le precauzioni possibili per non contagiarsi e non contagiare il prossimo (rafforzamento difese immunitarie, evitando assembramenti e comportamenti rischiosi); se, oltre a ciò, cessa l’invio di armi che rischia di in una guerra nucleare, attivandosi invece per una soluzione negoziata del conflitto russo-ucraino (come è auspicato dalla maggioranza degli italiani e soprattutto sancito dalla nostra Costituzione … la più bella del mondo, secondo il piddino Roberto Benigni) e nel contempo ritirando le sanzioni alla Russia (ciò che consentirebbe si evitare il collasso economico e sociale del nostro Paese)…
ecco, se si verificassero tutte queste condizioni, allora sì che la Meloni sarebbe la salvatrice dell’Italia (a differenza del banchiere centrale), il nuovo “uomo della Provvidenza” (pardon, donna della Provvidenza), anche se in modo ben diverso da quello di un secolo fa.
Una soluzione negoziata del conflitto russo ucraino sarebbe auspicabile ma evidentemente non è accettabile e/o conveniente ai due contendenti, ne’ a Putin che ha pensato bene di colpire per primo per trovare l’avversario impreparato, né a Biden che si illude di essere più forte e considera la Vittoria certa. Anzi peggio, considera questa Vittoria come il primo passo verso un nuovo modo di imporre la propria volontà anche alla scienza poiché ha già programmato la seconda tappa del cammino , tappa che consiste nella programmazione della biologia. Si deve arrivare a programmare lo sviluppo delle cellule e degli organi così come si programma un computer.
Se questa non è follia…
Solo le elezioni di novembre negli USA possono ridurre la sua capacità di recare danno al prossimo. Dobbiamo pregare.
«Se…»
Va bene! Sono d’accordo con i suoi “se”; ma è possibile – e non mi riferisco solo a Lei – che nessuno parla mai del “se” più importante, ché ne va della nostra sopravvivenza come Nazione, riferito a bloccare subito, da domani stesso perché non c’è più tempo per decidersi a farlo, l’invasione continua, persistente, quotidiana, via mare e via terra, taciuta da tutti i mezzi d’informazione oltre che da tutti i politici (destri e sinistri)?
Sembra che questo gravissimo problema non interessi più nessuno…
Se farà questo sarà davvero una gran donna, ma dubito che glielo permetteranno e allora dovrà inginocchiarsi. E saremo punto e a capo.
MATTARELLA: il grande assente di questo risultato elettorale. Se è vero, come pare, che già in campagna elettorale ha chiamato Meloni per intimarle che lui e solo lui avrebbe designato “alcuni” ministri, ebbene cosa farà adesso il nostro? Come si può gioire della vittoria di una che si è già dichiarata a favore dell’invio di armi all’Ucraina, che ci costano miliardi ogni mese mentre a noi viene chiesto di fare la doccia fredda, e a favore dell’aborto, legge che lei “NON HA INTENZIONE DI TOCCARE”?
Se lei riguarderà l’intervista della Meloni con Enrico Mentana del 23 Settembre capirà il motivo per il quale la Meloni si dice favorevole all’invio di armi in Ucraina. Lo spiega con una chiarezza e logica talmente ovvia che solo una persona con un forte pregiudizio nei suoi confronti non può non condividere.
In realtà l’Italia manda 2 spiccietti di armi in confronto a ciò che mandano tutto gli altri, un costo quasi irrisorio, ma questi 2 spiccietti servono per avere peso e voce in capitolo in Europa.
Perché quando ti vai a mettere seduto a trattare è diverso se ti ci metti da pari, o se ti ci. Metti essendo uno che al minimo problema si svincola subito e sei inaffidabile.
Riguardi l’intervista.
“In realtà l’Italia manda 2 spiccietti di armi in confronto a ciò che mandano tutto gli altri, un costo quasi irrisorio, ma questi 2 spiccietti servono per avere peso e voce in capitolo in Europa.
Perché quando ti vai a mettere seduto a trattare è diverso se ti ci metti da pari, o se …..”
Mhh🤔…ce ne fu un altro in passato che entro’ in guerra per sedersi da vincitore al tavolo della pace.
Quei “2 spiccietti” mi suonano sinistramente simili a “qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo di pace da vincitori” di mussoliniana memoria. Quella volta non finì benisssimo per l’Italia intera.
Il tavolo dei vincitori è una cosa, il sedersi in Europa essendo co Siderali inaffidabili, traditori, italiani spaghetti e mandolino è un altra. Sentite l’intervista, la Meloni lo spiega con parole molto migliori delle mie
Ma lei davvero vuole paragonare quei 2 spiccietti di armi mandate in Ucraina , quando sono anni che diamo miliardi e miliardi ai Zingari Casamonica, Rom, Cynti, Bevilacqua e chi più ne ha più ne metta, con il reddito di cittadinanza?
Sono anni che questi prendono 1000 euro al mese senza lavorare. La doccia con l’acqua fredda la fate per il reddito di cittadinanza, non per 2 fucili mandati in Ucraina.
Il sostegno ai poveri è giusto, ma il dare i soldi a porci e cani in questo modo no.
Ma le pare giusto che ke attività e piccole e medie imprese devono chiudere e fallire per le troppe tasse (55% di pressione fiscale) per mantenere i zingaroni? Ma voi davvero fate? Siete seri?
Perciò, siamo in guerra? Senza averla dichiarata e senza poterla dichiarare? Per fare gli interessi di chi? E lei pensa davvero che finita la guerra mai dichiarata né dichiarabile, Usa, Gran Bretagna e Francia e magari Germania chiamino l’Italietta repubblicana – ma forse sarebbe meglio dire postrepubblicana, dal momento che è divenuta una dittatura di fatto telediretta da Usa e UE- ad un “tavolo” di trattative?
si, siamo in guerra contro la Russia, per fare gli interessi degli anglossassoni. Persino i tedeschi si sono dovuti piegare, figuriamoci noi.
Ci sono alcune profezie riguardanti la terza guerra mondiale, e la Russia come mezzo per poter punire l’umanita’. Non vorrei che fosse proprio questo il tempo per questi eventi, ma devo dire che sarebbe bello vedere spazzati via questi politicanti da quattro soldi, tutti LGBTQ, “inclusivi”, finto ambientalisti, moralisti da strapazzo ecc….
Mi piacerebbe le sue parole mi tranquillizzassero. Minimizzare il nostro contributo come a “2 spiccioli” non pare tenga conto dei costi economici, di impresa e umani che dovremo presto affrontare a causa dell’appoggio alle sanzioni.
Non solo il gas mancherà ma si parla già di crisi dei fertilizzanti. Certamente mettersi in coda con un QR code per la propria razione di energia, come in Sri Lanka, o denaro come in Libano, o cibo – perché no? – deve essere cosa ben piú appagante se in un paese con una certa “postura” internazionale.
Klaus ringrazia, siamo in piena agenda Davos, con il solo contentino di veder rimandata nel tempo la propaganda gender.
La “doccia fredda” qualcuno la farà o teme di farla perchè l’energia è stata resa un bene prezioso, soggetta alle turbolenze dei mercati. Dare delle armi significa essere in guerra, per adesso solo economica, con la seconda potenza nucleare al mondo. Cosa mai potrà venirne di buono? E infine: come spiega il fatto che gli Stati Uniti di Biden scappino frettolosamente dall’Afganistan lasciando quintali di armi ai loro ex nemici, mentre non hanno avuto scrupoli nell’appoggiare l’Ucraina, anche a rischio di sfidare la potenza che, fino alla caduta del muro di Berlino, è stata protagonista dell’equilibrio del terrore?
Concordo con Alessandro DS. (Purtroppo in Italia sono tutti statalisti, sono tutti comunisti oggettivi, anche la cosiddetta destra è assistenzialista).
È tempo di quasi mistica soddisfazione. È tempo di gioire.
….
Composizione del Governo della Presidenta Meloni.
– LaPorta gen. Piero: Ministro per la Difesa e ad interim Ministro per l’ Interno.
– Fedele, Vincenzo: Ministro per gli Affari Esteri.
– Gotti Tedeschi, Ettore: Ministro per l’Economia e Finanza.
– Arrendersi Evidenza, Alla: Ministro per la Sanità.
– De Vito, Benedetta: Ministro Istruzione.
– Porfiri, Aurelio: Ministro per la Cultura e l’Educazione Musicale.
– Zerbini ing. Sce: Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.
….
….
Altri nomine:
– Tosatti, Marco Eugenio: Ambasciatore presso la Santa Sede.
– Viganò, Carlo Maria: Capo dei Servizi Segreti.
E i sottosegretari ?
Neppure un pezzetto di formaggio per qualche topolino sperduto ?
@Prussico @Topo Gigio
Menomale che c’è qualcuno che tiene su il morale della truppa!!!
Sane, esorcistiche risate…coefficiente di vita spirituale!
E che ormai non si sorrida più – manco per scherzo – la dice lunga su come stiam messi, anche spiritualmente…
PS: ma…Prussichino…sta bene? Sa…coi casini che stan succedendo in certe scuole a causa del risultato delle elezioni…:-)
Spiace molto per Italexit e Italia Sovrana che non sono passati, avrebbero dovuto correre insieme….troppo tardi
Felice nel vedere che almeno alcuni volti ,sarebbe stato bello vederne di più, saranno finalmente fuori dal Parlamento.
Per il resto, plebiscito Meloni, vedremo come coniuga la sua posizione atlantista con il fatto di voler che l’Italia torni ad essere protagonista e non suddita…
Ultima considerazione: finalmente un governo eletto! Male per chi si è astenuto, persa un’occasione importante di esercitare un fondamentale diritto.
Mah, queste frasine che fanno la morale sono talmente insipide da far cadere le braccia… Anche perchè ho esercitato il mio diritto a non votare. O no,,,? Mi consola comunque il fatto che il “mio” partito ha vinto chiaramente le elezioni. Per il resto riparliamone fra un paio di mesi, se non prima. Saluti.
Massimiliano
Meglio quando il campo di concentramento sarà chiuso definitivamente, o quando magari arriveranno i missili
Stia tranquillo non serve si faccia cadere le braccia,e non faccio la morale a nessuno; semplicemente ho espresso una mia opinione, che votare è importante; non solo perché un diritto guadagnato con sudore e sangue da chi ci ha preceduto,ma perché, a mio avviso, non votare produce solo due cose , lasciare che altri decidano per te e perdere l’occasione di provare a cambiare le cose.
Non mi sono sembrate elezioni, ma piuttosto un plebiscito: “votate a favore della guerra oppure a favore della guerra?”.
io sono personalmente contento di non aver partecipato a questo teatrino contro il nostro interesse, a legittimarlo con un falso velo superficiale di democrazia.
Quello che i profondi strateghi dell’astensionismo non hanno capito è che al teatrino parteciperanno comunque, gli piaccia o no e, a meno che non fossero residenti all’estero, rimpiangeranno non aver messo la croce su un partito antisistema; perché la scelta c’era, per l’ultima volta, poi saranno solo schiavi, come meritano
Si, e mi dica lei grandissimo e illustrissimo stratega, chi sarebbero gli antisistema..? Sono tutto orecchi! Povero illuso. Saluti.
Massimiliano
Qui Liguria. Qui sembra abbia vinto il centrodestra.
Ma quelli che mandiamo al Parlamento sono persone molto perbene che hanno dimostrato per il passato coerenza e volonta’ di servire il paese.
Classificare queste persone come pericolosi nazi fascisti e’ semplicemente ridicolo.
Grazie del complimento, ma non mi ritengo certamente un profondo stratega, solo mosso da coscienza e dignità. A mio avviso evidentemente scelte credibili non ce n’erano. E bastava grattare un po’ la superficie per rendersene conto.
Il suo commento per il quale mi meriterei di diventare schiavo per la mia scelta legittima fa un po’ sorridere, come a confessare che ancora lei non abbia intuito che lo siamo già tutti – schiavi – da un bel pezzo; non cogliendo quindi il meccanismo che ci incatena, come del resto i partiti autoproclamati anti sistema.