Agostino Nobile. Viktor Frankl e la ricerca di Senso.

21 Settembre 2022 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Agostino Nobile offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul panorama spirituale e umano con cui ogni giorno ci troviamo a confrontarci. Buona lettura, e meditazione.

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Viktor Frankl e la ricerca di significato

“In un’epoca in cui per molti uomini i dieci comandamenti hanno perduto la loro incondizionata validità, l’uomo ha bisogno di imparare ad ubbidire ai diecimila comandamenti che sono implicati nelle diecimila situazioni di cui è costellata la vita”.

“A differenza dell’animale, nessun istinto dice all’uomo quale sia il suo bisogno. E a differenza degli uomini di altri tempi, nessuna tradizione gli dice quale sia il suo dovere. Così egli si ritrova spesso a non sapere quel che egli propriamente vuole. Pertanto vuole soltanto quello che gli altri fanno (conformismo), o egli fa soltanto quello che altri vogliono (totalitarismo).”

Basterebbero queste due affermazioni di Viktor Emil Frankl per individuare le cause di quel vuoto esistenziale che ogni anno attanaglia sempre più esseri umani, soprattutto giovani.

Frankl (1905 -1997) è stato uno psichiatra austriaco fondatore della logoterapia, una scuola di psicoterapia che descrive la ricerca del significato della vita come la forza motivazionale centrale dell’uomo. 

In questi giorni, dopo una trentina di anni, ho riletto un suo libro, e penso che faccia piacere ai lettori di SC conoscere o ricordare questo grande studioso considerato, insieme a Sigmund Freud e Alfred Adler, il terzo promotore della scuola di psicoterapia viennese.  

Nel 1946 in lingua tedesca scrisse Uno psicologo sperimenta il campo di concentramento

La traduzione inglese di Man’s Search for Meaning fu pubblicata nel 1959 e divenne un bestseller internazionale. Milioni di copie furono vendute in decine di lingue. In un sondaggio del 1991 condotto per la Library of Congress e il Book of the Month Club, Man’s Search for Meaning è stato nominato uno dei dieci libri più influenti degli Stati Uniti. Il titolo in italiano: L’uomo in cerca di senso. Uno psicologo nei lager e altri scritti inediti.

Viktor Frankl è uno dei rari psichiatri che non studia la mente umana in maniera accademica, ma come un resuscitato dai dolori più devastanti che l’animo umano possa affrontare. Nei campi di concentramento perse la moglie, il padre, la madre e il fratello. Nonostante questa terribile esperienza non odiava il mondo, l’amava. Si risposò con una cattolica praticante e la coppia rispettava le reciproche esperienze religiose, frequentando sia la chiesa che la sinagoga, e celebrando le feste cristiane e ebree.   

Secondo Frankl “il senso della vita va scoperto nel mondo e non all’interno dell’uomo o della sua psiche, come se fosse un sistema chiuso. […] In altre parole, l’autorealizzazione è possibile solo come effetto collaterale dell’autotrascendenza. […] “l’esistenza umana è caratterizzata profondamente dalla sua autotrascendenza. Una tale espressione indica lo stato antropologico fondamentale secondo cui essere uomo vuol dire rivolgersi verso qualcosa che sta oltre se stesso, che è diverso da se stesso. Qualcosa o qualcuno: un significato da realizzare o una persona da incontrare. E solo nella misura in cui l’uomo in tal modo si trascende, realizza se stesso: nel servire una causa o nell’amare una persona. […] l’uomo è propriamente tale solo quando si apre ad una cosa, quando si dona ad una persona. Diviene se stesso solo quando si dimentica”.

Come si dimentica sé stessi? In diversi modi tranne quello di pensare unicamente ai propri interessi. La via, come afferma Frankl, è quella di amare qualcosa e/o qualcuno, quello che Frankl definisce 

valori creativi, valori esperienzali e valori attitudinali. Creare, ricercare, conoscere, scoprire, lavorare per il proprio e l’altrui bene. Ponendosi traguardi che per svariati motivi possono anche essere modificati. Non piangersi addosso per i fallimenti né, tanto meno, pensarci in maniera ossessiva (le ultime due affermazioni di Frankl che riporto al termine dell’articolo trattano questo aspetto autodistruttivo). Gli errori insegnano a vivere e a pensare rettamente. Chi non sbaglia non impara. Solo gli imbecilli cronici sono convinti di non sbagliare mai, magari autoassolvendosi negando i fatti reali. 

Ma invece di scrivermi addosso penso sia più opportuno riportare alcuni pensieri di Viktor Frankl ripresi da Man’s Search for Meaning e, in italiano, Senso e valori per l’esitenza – La risposta della Logoterapia.

“Chi ha un perché per vivere, può sopportare quasi ogni come”.

“Ma non c’era bisogno di vergognarsi delle lacrime, perché le lacrime testimoniavano che un uomo aveva il coraggio più grande, il coraggio di soffrire”.

“L’amore è l’unico modo per cogliere un altro essere umano nel nucleo più intimo della sua personalità. Nessuno può diventare pienamente consapevole dell’essenza stessa di un altro essere umano se non lo ama. Grazie al suo amore, egli è in grado di vedere i tratti e le caratteristiche essenziali della persona amata; e ancora di più, vede ciò che è potenziale in lui, che non è ancora attualizzato ma che dovrebbe esserlo. Inoltre, con il suo amore, la persona amante permette alla persona amata di attualizzare queste potenzialità. Rendendolo consapevole di ciò che può essere e di ciò che dovrebbe diventare, fa sì che queste potenzialità si realizzino”.

“L’uomo non deve chiedersi quale sia il senso della sua vita, ma deve piuttosto riconoscere che è lui a essere interpellato. In una parola, ogni uomo è interpellato dalla vita; ed egli può rispondere alla vita solo rispondendo della propria vita; alla vita può rispondere solo essendo responsabile”.

“In un certo senso la sofferenza cessa di essere tale nel momento in cui trova un significato, come il significato di un sacrificio”.

“Vivete dunque come se steste vivendo già per la seconda volta e come se la prima volta aveste agito in modo tanto sbagliato quanto state per agire ora”.

“Non dimentico nessuna buona azione fatta a me e non porto rancore per una cattiva”.

“L’amore va molto al di là della persona fisica dell’amato. Trova il suo significato più profondo nel suo essere spirituale, nella sua interiorità. Il fatto che sia effettivamente presente o meno, che sia ancora vivo o meno, cessa in qualche modo di avere importanza”.

“Se c’è un senso nella vita, allora ci deve essere un senso nella sofferenza”.

“Ma la società di oggi è caratterizzata dall’orientamento al risultato e, di conseguenza, adora le persone che hanno successo e sono felici e, in particolare, adora i giovani. Praticamente ignora il valore di tutti coloro che non lo sono e, così facendo, offusca la differenza decisiva tra il valore nel senso della dignità e il valore nel senso dell’utilità. Se non si è consapevoli di questa differenza e si ritiene che il valore di un individuo derivi solo dalla sua utilità attuale, allora, credetemi, è solo per incoerenza personale che non si invoca l’eutanasia sulla falsariga del programma hitleriano, cioè l’uccisione “per pietà” di tutti coloro che hanno perso la loro utilità sociale, sia a causa della vecchiaia, di una malattia incurabile, del deterioramento mentale o di qualsiasi altro handicap. Confondere la dignità dell’uomo con la mera utilità deriva da una confusione concettuale che a sua volta può essere ricondotta al nichilismo contemporaneo trasmesso in molti campus accademici e su molti lettini analitici”.

“L’uomo non esiste semplicemente, ma decide sempre quale sarà la sua esistenza, cosa diventerà nel momento successivo. Allo stesso modo, ogni essere umano ha la libertà di cambiare in ogni istante”.

“Non era importante cosa ci aspettavamo dalla vita, ma piuttosto cosa la vita si aspettava da noi. Dovevamo smettere di chiederci il senso della vita e pensare a noi stessi come a coloro che venivano interrogati dalla vita, ogni giorno e ogni ora. La nostra risposta non deve consistere in discorsi e meditazioni, ma in azioni e comportamenti corretti. La vita, in definitiva, significa assumersi la responsabilità di trovare la giusta risposta ai suoi problemi e di adempiere ai compiti che essa pone costantemente a ciascun individuo”.

“Le persone spesso sono assalite da un’aspettativa fatalista circa gli effetti mortificanti del loro passato, al punto di diventare in realtà dei menomati”.

“La spontaneità e l’attività vengono ostacolate se sono rese oggetto di eccessiva attenzione. Si pensi al millepiedi, al quale un nemico, come dice la storiella, chiese in quale ordine muovesse i piedi. Non appena egli cercò di fare attenzione ai suoi movimenti, non fu in grado  di muoversi. Si dice che morì di fame”.

Agostino Nobile

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6 commenti

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Si risposò con una cattolica praticante e la coppia rispettava le reciproche esperienze religiose, frequentando sia la chiesa che la sinagoga, e celebrando le feste cristiane e ebree”.

    Adesso dovrebbero farsi avanti i campioni dell’assolutismo cattolico, laici, preti, e preti mancati, che lanciano strali contro il relativismo.

    • silvio esposito ha detto:

      Non dire sciocchezze, io ho studiato tutte le opere di Victor Frankl, ho lavorato insieme al suo traduttore dal tedesco, ho conosciuto peronalmente Victor Frankl, mi ha lasciato anche una dedica alla presentazione di un suo libro: “Logoterapia ed analisi esistenziale”, ti assicuro che il suo pensiero e la sua grandezza superano di gran lunga le conclusioni che trai tu, anzi ti posso assicurare che era più vicino al cattolicesimo di quanto si possa pensare, e da ateo, alla scuola di Freud, lo ripudiò a favore del credo in Dio. Le sue analisi si svilupparono in un campo di concentramento insieme ad un comandante tedesco appassionato di psicologia. Questo fu anche il motivo per cui non subì l’olocausto. La mamma, anche lei nello stesso campo di concentramento, profondamente credente, offrì la sua vita per la conversione del figlio.

  • Milly ha detto:

    Grazie!

  • Fabio ha detto:

    Notevole

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