Korazym. L’Aggressione Azera all’Armenia. Politici Italiani Conniventi…
16 Settembre 2022
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione questo articolo apparso su Korazym, che ringraziamo di cuore, relativo all’aggressione che l’Azerbaijan – spalleggiato dalla Turchia, governo che non ha mai riconosciuto il genocidio armeno del 1915-1922, e anzi mette in atto una pesante campagna negazionista, sta conducendo contro l’Armenia, approfittando della crisi Russo-Ucraina. Buona lettura.
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Dopo l’ennesimo attacco azero “non dovremmo aiutare il nemico a raggiungere il suo obiettivo”, esorta l’ex Presidente armeno Sarkissian. Noi stiamo con l’Armenia
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 15.09.2022 – Vik van Brantegem] – In riferimento all’ultimo attacco armata dell’Azerbajgian all’Armenia, è arrivato anche il commento esilarante del Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan: «La situazione attuale è il risultato di violazioni da parte dell’Armenia degli accordi raggiunti dopo la guerra [dei 44 giorni contro la Repubblica armena di Artsakh/Nagorno-Karabakh di fine 2022] che è stata vinta dall’Azerbajgian, lo riteniamo inaccettabile», ha affermato. «Il mondo intero sappia che, come sempre, stiamo dalla parte dei nostri fratelli dell’Azerbajgian», ha aggiunto il Sultano del Bosforo e lo dimostra con gli aiuti militari.
«Il terzo giorno degli attacchi ingiustificati e illegali dell’Azerbajgian all’Armenia, Erdoğan ha affermato che le “provocazioni” dell’Armenia sono inaccettabili. Non sorprende, perché per la Turchia e per Erdoğan, gli Armeni semplicemente esistendo, sono provocatori», ha scritto in un post su Twitter la giornalista tedesca Lindsey Snell.
Lindsey Snell ci informa su Twitter anche, che i media di propaganda statali azeri hanno messo in evidenza dei politici italiani, che incolpano l’Armenia per gli attacchi armati dell’Azerbajgian.
Per esempio, il Senatore Gianluca Ferrara (Vicecapogruppo M5S al Senato, Capogruppo in Commissione Esteri): l’Azerbajgian ha sofferto molto per guerre, occupazioni e ingiustizie…
Oppure, il Senatore Stefano Lucidi (ex Gruppo M5S e dal 12 dicembre 2019 Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione, Segretario della 3ª Commissione permanente affari esteri, emigrazione): la nuova escalation è sicuramente indesiderato dal governo azero…
Dopo aver letto il Comunicato Stampa dell’Ambasciata di Armenia in Italia che segue, saremo curioso di sapere cosa pensa Salvini della particolare posizione del suo Senatore in riferimento all’aggressione dell’Azerbajgian all’Armenia:
«Il 14 settembre 2022 il Segretario Federale della Lega, Matteo Salvini, ha visitato l’Ambasciata della Repubblica d’Armenia․ L’Ambasciatore Tsovinar Hambardzumyan ha consegnato al Senatore Matteo Salvini la Medaglia di Gratitudine conferita dal Presidente della Repubblica d’Armenia in occasione dell’Anniversario dell’Indipendenza della Repubblica Armenia. Nel suo intervento, l’Ambasciatore ha ringraziato il Senatore Salvini per la visita all’Ambasciata della Repubblica d’Armenia e per le congratulazioni in occasione della prossima Festa Nazionale della Repubblica di Armenia.
Il Senatore Salvini ha ringraziato l’Ambasciatore per il conferimento dell’onorificenza e chiesto allo stesso di trasferire i propri ringraziamenti al Presidente della Repubblica di Armenia. Alla luce del drammatico conflitto deflagrato nella giornata di ieri sul territorio sovrano della Repubblica di Armenia il Senatore si è detto addolorato per le famiglie delle vittime – che purtroppo dai comunicati ufficiali continuano ad aumentare – auspicando che l’aggressione armata cessi immediatamente e che la comunità internazionale condanni esplicitamente l’aggressore e qualsiasi azione in violazione della Carta delle Nazioni Unite.
Il Senatore ha ricordato i legami storici tra il popoli italiano e armeno testimoniati in luoghi come l’Isola di San Lazzaro a Venezia, San Gregorio Armeno a Napoli e molti altri; ha sottolineato come la comunità armena è ben integrata nel tessuto sociale, rispetta le leggi e concorre alla vita sociale, economica e culturale del Paese tanto che alcuni suoi componenti occupano posizioni di rilievo nel mondo lavorativo, culturale e accademico.
L’Ambasciatore ha espresso al Sentore Salvini la sua più sincera gratitudine per il grande sostegno che il Senatore ha dimostrato, non solo adesso, ma anche nel corso degli anni alle questioni che riguardano l’Armenia e il popolo armeno. Gli Armeni non dimenticheranno il sostegno del Senatore dimostrato anche nei giorni più difficili della guerra del 2020 e la sua presenza alla manifestazione che si è tenuta a Roma, davanti al Montecitorio, per chiedere la pace. L’Ambasciatore ha evidenziato che il Senatore Salvini ha sempre difeso la verità e la giustizia, a prescindere dall’opportunità politica. L’Ambasciatore ha sottolineato che il Senatore Salvini ha sempre sostenuto e valorizzato il contributo che la comunità armena, minoranza ben radicata e con una millenaria storia nel Paese, ha avuto a sua volta per lo sviluppo e per la prosperità dell’Italia».
Anche in Germania, sempre a corto di gas, non mancano i fiancheggiatori in alto loco, che – come i loro colleghi italiani – ripetono pedissequamente la disinformazione e le menzogne diffuse dal regime dittatoriale azero, ricco di gas. Il Portavoce del Ministero degli Esteri tedesco ha rifiutato di condannare l’Azerbajgian per la sua aggressione all’Armenia, perché “non ci sono osservatori indipendenti sul campo” per determinare chi ha iniziato gli attacchi militari. Ma sono stati in grado di identificare chi c’era dietro all’attacco chimico il 7 aprile 2018 contro Duma, la roccaforte dei ribelli siriani nella Ghuta orientale, 5 minuti dopo l’incidente? Sono affermazioni del tutto assurde come quelle del Portavoce Christian Wagner, che invitano le dittature brutali a usare la forza e la violenza per raggiungere i suoi scopi.
«L’Azerbajgian è il primo fornitore di petrolio dell’Italia e con il Southern Gas Corridor fornisce anche il gas che, seppure in quantità più ridotta, in questo momento di insicurezza energetica, assume notevole importanza. Sull’Azerbajgian l’Unione Europea ha sempre chiuso un occhio. Parlamentari dell’Unione Europea avevano ricevuto tangenti per ignorare gravi violazioni dei diritti umani in quel Paese, perché la promozione e protezione di tali diritti serve esclusivamente come arma puntata contro quei Paesi che non si piegano ai diktat dell’Occidente» (dal Canale Telegram di Laura Ru).
Dopo l’ennesima aggressione dell’Azerbajgian all’Armenia, tutto bene Signora Ursula von der Leyen? L’Azerbajgian è sempre un partner trustworth (affidabile) dell’Unione Europea? Ci vuole dire qualcosa al riguardo? O serve una poltrona per sederti comodamente alla presenza del Sultano Erdoğan?
Il 14 settembre, le forze armate dell’Azerbajgian hanno aperto il fuoco in direzione della città di Sotk, nella provincia di Gegharkunik, dove a quel tempo rappresentanti dei media armeni e stranieri stavano svolgendo le loro attività professionali. Tra loro c’erano la corrispondente di Armenpress, Karen Khachatryan, il fotografo Hayk Manukyan e il cameraman Hovhannes Mkrtchyan. In particolare Khachatryan ha osservato due spari contro i giornalisti. “Non ci sono vittime”, ha aggiunto. Il Ministero degli Affari Esteri dell’Armenia ha condannato gli attacchi dell’Azerbajgian ai giornalisti armeni e stranieri a Sotk.
«Il deliberato bombardamento di artiglieria da parte delle forze armate dell’Azerbaigian nella città di Sotk contro i giornalisti stranieri e locali che svolgono il loro lavoro professionale nella regione di Gegharkunik in Armenia è totalmente inaccettabile», ha affermato in un post su Twitter il Portavoce del Ministero degli Esteri armeno, Vahan Hunanyan. «Richiamiamo l’attenzione della comunità internazionale, delle strutture specializzate per la protezione dei diritti umani e della libertà di parola su questo tentativo di violare il diritto all’informazione, volto a raccogliere la documentazione e la presentazione alla comunità internazionale delle conseguenze dell’aggressione azerbajgiana”, ha dichiarato Hunanyan. Rimaniamo in attesa della protesta accorata dei professionisti dell’informazione nostrani e degli Ordini.
Il Quarto Presidente della Repubblica di Armenia, Armen Sarkissian, ha rilasciato una dichiarazione sull’ultimo attacco armato dell’Azerbajgian all’Armenia. Sarkissian afferma che sta facendo tutto il possibile per presentare l’intera verità e realtà sull’aggressione azerbajgiana ai partner internazionali. “Ancora una volta, il nostro Paese sta affrontando un’aggressione militare brutale e non provocata. Gli obiettivi politico-militari dell’avversario sono chiari e comprensibili, e per raggiungerli devono farci desistere e smettere di credere in noi stessi. Non possiamo permetterci un tale “lusso” e non dobbiamo aiutare il nemico a raggiungere il suo obiettivo. Tutti dobbiamo dimostrare le nostre qualità principali: resilienza e fiducia in noi stessi. Dovremmo respingere la nozione di “io” a favore di “noi” – uniti attorno a un unico obiettivo – la protezione della nostra statualità”, Sarkissian afferma nella sua dichiarazione. “Allo stesso tempo, è necessario lavorare in modo proattivo con i nostri amici e alleati stranieri e trasmettere alla comunità internazionale l’essenza di ciò che sta accadendo e costruire una strategia per ulteriori azioni. Da parte mia, sto facendo tutto ciò che è in mio potere per presentare tutta la verità e la realtà sull’aggressione azerbaigiana ai nostri partner internazionali. 30 anni fa eravamo nella stessa difficile situazione anche noi, ma siamo riusciti a uscirne con dignità e a diventare vincitori. Sono sicuro che se riusciremo a mostrare tutte le nostre migliori qualità oggi, supereremo sicuramente anche questa crisi”, ha aggiunto.
Il Segretario del Consiglio di sicurezza armeno, Armen Grigoryan, ha dichiarato in un’intervista alla TV pubblica, che Yerevan e Baku hanno raggiunto un accordo sul cessate il fuoco “grazie al coinvolgimento della comunità internazionale”. “Naturalmente, non sarebbe possibile avere un cessate il fuoco senza un accordo. Speriamo che l’Azerbajgian continui a osservarlo”, ha affermato Grigoryan. Il Ministero della Difesa armeno ha affermato in precedenza, che il fuoco si era quasi interrotte in tutte le direzioni, dopo quasi due giorni di pesanti combattimenti e che non sono stati registrati incidenti gravi sul confine condiviso con l’Azerbajgian fino alle ore 11.00 locale. Non sono stati forniti dettagli aggiuntivi.
A seguito del grande attacco delle forze armate azere contro l’Armenia, iniziato il 13 settembre 2022 a partire dalle ore 00.05 locali, utilizzando principalmente artiglieria pesante e droni turche e israeliani, 105 soldati armeni sono stati uccisi e 7 civili feriti (di cui uno grave), 6 ettari di bosco sono andati in fiamme, 2.750 gli Armeni sfollati per i danneggiamento o la distruzione delle loro case e un numero imprecisato di prigionieri di guerra. Fin qui il bilancio (provvisorio) del brutale attacco azero all’Armenia.
L’Ufficio del CICR-Comitato Internazionale della Croce Rossa in Armenia è in contatto con le famiglie dei militari armeni che sono stati fatti prigionieri dalle forze armate azerbaigiana durante l’incursione nel territorio sovrano armeno, ha detto Zara Amatuni, Responsabile del programma di comunicazione e prevenzione del CICR a Yerevan. Alla domanda su quanti militari armeni siano stati fatti prigionieri, ha detto che non sono in grado di pubblicare i numro, soprattutto ora che stanno ancora raccogliendo i dati. Commentando la dichiarazione dell’Azerbajgian del 13 settembre, affermando di essere pronto a restituire i corpi dei militari armeni uccisi, Amatuni ha affermato di esserne consapevole. “Al momento siamo in dialogo con le autorità dell’Armenia su questi temi. Quando ci saranno informazioni, saremo in grado di confermarlo”, ha detto.
Gli avvocati armeni presenteranno ricorso alla CEDU-Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per chiedere l’applicazione di una misura urgente in relazione alle persone catturate a seguito dell’ultima aggressione militare dell’Azerbajgian contro l’Armenia. L’Avv. Artak Zeynalyan, che difende i diritti dei prigionieri presso la CEDU, ha detto che al momento non ci sono informazioni chiare sul numero esatto di militari armeni catturate dall’Azerbajgian. Secondo Zeynalyan, sulla base dei video condivisi sui canali telegram azerbajgiani, si può presumere che siano state catturate circa una dozzina di militari armeni.
Secondo i rapporti preliminari, nelle province armene di Gegharkunik, Syunik e Vayots Dzor sono state danneggiate 192 case residenziali a seguito dell’ultimo attacco azerbajgiano, ha dichiarato in conferenza stampa il Viceministro dell’Amministrazione Territoriale e delle Infrastrutture, Vache Terteryan. Ha affermato che 60 di queste 192 case sono state completamente danneggiate. “Case residenziali, strutture ausiliarie, stalle, proprietà agricole, edifici amministrativi, pensioni, ecc. sono state danneggiate. Danneggiati anche dei veicoli, oltre a delle ambulanze. Abbiamo avuto interruzioni di corrente in alcuni punti, ma sono state rapidamente ripristinate. Al momento abbiamo un problema con l’elettricità nella sezione di Nerkin Shorzha. La fornitura di elettricità e comunicazioni in quella sezione non è stata ancora ripristinata per ragioni comprensibili, ma lo sarà fatto al più presto”, ha affermato. Non ci sono altri problemi infrastrutturali come il crollo delle strade e l’interruzione dell’approvvigionamento bellico. Terteryan ha affermato che ci sono diversi problemi che vengono risolti molto rapidamente. Il Viceministro ha affermato che il Ministero sta segue la situazione nelle tre province, i lavori sono coordinati a regime quotidiano e l’inventario completo dei danni verrà eseguito molto rapidamente. “Saranno istituite commissioni professionali che registreranno accuratamente i danni in loco. I nostri cittadini possono mantenere la calma in questo senso. Anche se c’è una lacuna, quel lavoro sarà svolto correttamente dal personale delle comunità”, ha detto Terteryan. Ha assicurato che ogni cittadino, che è stato colpito dalle operazioni militari azere, sarà sotto i riflettori del governo.
Il Servizio Sociale Unico dell’Armenia sta valutando i bisogni delle famiglie dei militari feriti nell’ultimo attacco azerbajgiano, ha affermato Stepanyan. “A causa delle ferite subite da una persona, la sua famiglia si trova in una situazione difficile, quindi è necessario valutare i bisogni per fornire supporto. Se necessario, dirigiamo i servizi in modo che non ci siano lacune”, ha affermato.
Il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali sta svolgendo un lavoro coordinato con le strutture provinciali e le comunità per fornire sostegno alle famiglie colpite dalle operazioni militari azerbajgiane. Stepanyan ha affermato che l’evacuazione dei residenti delle comunità colpite dai bombardamenti azeri è stata organizzata a livello provinciale. Ora ai cittadini viene fornita l’assistenza necessaria, come cibo, vestiti, scarpe, nell’ambito del programma sociale. “Assicuro che nessun cittadino è stato lasciato fuori, nessun problema è rimasto senza risposta. Se ci sono casi particolari, possono presentare domanda tramite una hotline. Siamo in costante contatto anche con i nostri colleghi dell’Ufficio del Difensore Civico perché i cittadini si informano sui loro bisogni anche tramite questo Ufficio. In questo momento non abbiamo una segnalazione che un cittadino è stato lasciato fuori”, ha affermato.
La CSTO-Collective Security Treaty Organization (Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva) non ha in programma per ora di inviare un contingente di mantenimento della pace in Armenia, ha detto giovedì il Generale Anatoly Sidorov, Capo dello staff congiunto della CSTO, riferisce TASS. «Il 13 settembre i capi dei nostri stati hanno dichiarato all’unanimità che il problema tra Armenia e Azerbajgian dovrebbe essere risolto con mezzi politici e diplomatici», ha affermato. Pertanto «si è parlato di uso della forza militare, soprattutto con il coinvolgimento della CSTO, che non ci sarà nel prossimo futuro». Sidorov ha ricordato che le parti hanno concordato un cessate il fuoco e l’accordo viene rispettato. «Pertanto, speriamo che i processi continuino in questo modo e che la questione venga risolta pacificamente, senza l’uso degli armi», ha aggiunto.
Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per i continui attacchi lungo il confine tra Armenia e Azerbajgian, ha affermato il Portavoce della Segreteria di Stato statunitense, Ned Price, nel briefing quotidiano. “Abbiamo visto continui attacchi ora per il secondo giorno consecutivo. Siamo particolarmente turbati dalle continue notizie di danni ai civili all’interno dell’Armenia”, ha affermato. “Come sapete, il Segretario di Stato Blinken, poco dopo lo scoppio delle ostilità all’inizio di questa settimana, ha avuto l’opportunità durante la notte di parlare con i leader di Armenia e Azerbajgian. Ha espresso la nostra profonda preoccupazione per le azioni militari lungo il confine condiviso, comprese le notizie di bombardamenti all’interno dell’Armenia. Ha esortato il Presidente Aliyev a cessare immediatamente le ostilità, a disimpegnare le forze militari, a ritirare le forze dal confine, a cessare le ostilità che potrebbero mettere in pericolo i civili e a lavorare per risolvere tutte le questioni in sospeso tra Armenia e Azerbajgian attraverso negoziati pacifici”, ha affermato Price. “Abbiamo chiarito, in questo contesto e prima, a entrambi i leader e a tutti i livelli che non può esserci una soluzione militare a questa controversia. E abbiamo esortato entrambe le parti ad astenersi da ulteriori ostilità militari e ad impegnarsi nel dialogo e nella diplomazia. Da parte nostra, rimaniamo profondamente coinvolti. E rimaniamo impegnati a fare tutto il possibile per promuovere un futuro pacifico e prospero per il Caucaso meridionale”, ha affermato il Portavoce Price.
Il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, incontrerà il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, a Samarcanda, in Uzbekistan, a margine del vertice della SCO-Shanghai Cooperation Organization (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai), ha affermato il Portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov e ha aggiunto che Putin e Aliyev discuteranno anche dell’attuale situazione al confine armeno-azero.
I lavori di preparazione per un trattato di pace tra Armenia e Azerbajgian non si sono fermati nonostante l’attuale escalation e tensione, ha affermato la Portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in una conferenza stampa. Ha ricordato che il Rappresentante Speciale del Ministro degli Esteri della Federazione Russa per la Promozione della Normalizzazione delle Relazioni tra Armenia e Azerbajgian, Igor Khovaev, ha visitato in questi giorni Yerevan e Baku. “Il tema principale dei colloqui è stata la discussione del progetto di trattato di pace. Assicuriamo che i rispettivi sforzi continueranno”, ha affermato Zakharova, ricordando che la posizione della Russia sull’ultima tensione al confine armeno-azero è presentata nella dichiarazione del 13 settembre del Ministero degli Esteri. “Chiediamo alle parti di dar prova di moderazione e risolvere i problemi con mezzi politici e diplomatici, anche nell’ambito della Commissione Trilaterale sulla Delimitazione del Confine Armeno-Azerbajgiano”, ha affermato e non ha escluso che la questione dell’escalation della situazione nella regione fosse sotto i riflettori anche durante il vertice in corso della SCO-Shanghai Cooperation Organization in Uzbekistan, dove dovrebbero incontrarsi i leader di Russia e Azerbajgian. “Il nostro esercito è in stretto contatto con entrambe le parti per raggiungere un cessate il fuoco stabile e riportare le truppe azere e armene nelle loro posizioni iniziali”, ha affermato Zakharova.
Il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha presieduto oggi una consultazione in formato esteso del Consiglio di Sicurezza di Armenia, ha affermato l’Ufficio del Primo Ministro. Alla sessione hanno partecipato oltre ai Membri del Consiglio di Sicurezza, anche il Presidente, Vahagn Khachaturyan; il Presidente di Artsakh, Arayik Harutyunyan; il Presidente del Parlamento, Alen Simonyan; il Capo dello Staff dell’Ufficio del Primo Ministro, Arayik Harutyunyan; il Vicepresidente del Parlamento, Ruben Rubinyan; e il Capogruppo parlamentare del partito Contratto Civile, Hayk Konjoryan. Sono state discusse l’attuale situazione causata dall’aggressione dell’Azerbajgian contro il territorio sovrano dell’Armenia, nonché le misure da adottare per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Armenia. Si sono scambiati pareri anche sulla situazione attuale del processo negoziale per la definizione della questione di Artsakh/Nagorno-Karabakh. È stato messo in evidenza l’imperativo della solidarietà e dell’unità a livello nazionale nel contesto della resistenza alle minacce esterne.
Nelle foto sopra: questa mattina, a Stepanakert, la capitale della Repubblica armena di Artsakh/Nagorno-Karabakh, il popolo è di nuovo sceso in piazza a ribadire che la regione non farà mai parte dell’Azerbajgian, che peraltro è anche una dittatura guerrafondaia…
… e stasera, dalla grande folla a Stepanakert (nella foto sopra e il video sotto) viene ribadito con forza il messaggio unito e chiaro: “Artsakh non farà mai parte dell’Azerbajgian”.
Il Presidente di Artsakh, Arayik Harutyunyan e una delegazione dell’Assemblea Nazionale di Stepanakert si trovano attualmente a Yerevan, ha detto il Portavoce presidenziale di Artsakh, Lusine Avanesyan. Ha aggiunto che sono previste consultazioni politiche con le autorità dell’Armenia, volte a discutere la situazione attuale e presentare le preoccupazioni della popolazione e le posizioni delle autorità dell’Artsakh.
In un post su Facebook, Harutyunyan ha scritto: «Come sapete, oggi sono a Yerevan per consultazioni politiche con le autorità armene sulla questione di Artsakh. Voglio informare che a questo scopo ho partecipato alla sessione del Consiglio di Sicurezza di Armenia. Dopo queste discussioni, vorrei affermare ancora una volta, che in questa fase non è in discussione alcun documento relativo allo status dell’Artsakh. Nel mio intervento ai nostri partner dell’Armenia, ho letteralmente trasmesso le preoccupazioni di tutti noi, sottolineando che nessun documento può subordinare il diritto e le aspirazioni del nostro popolo a vivere liberi e sovrani. Le autorità della Repubblica di Armenia hanno riaffermato che nessun documento relativo all’Artsakh sarà firmato, senza discuterne con le autorità dell’Artsakh e tenendo conto dell’opinione del nostro popolo. La delegazione parlamentare dell’Artsakh che è anche a Yerevan continuerà le consultazioni politiche con il Ministro degli Esteri dell’Armenia, il Presidente dell’Assemblea Nazionale e altri attori politici».
Articoli precedenti
– L’Armenia vuole la pace e l’Azerbajgian vuole l’Armenia – 14 settembre 2022
– L’odierna aggressione dell’Azerbajgian contro l’Armenia: una manifestazione della politica espansionistica e armenofobica a livello statale azera – 13 settembre 2022
Foto di copertina: «Questa è Susanna Margaryan, uccisa ieri difendendo la sua patria, l’Armenia, contro un’invasione dell’Azerbajgian. Ricordate il suo nome» (Gev Iskajyan).
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Categoria: Generale
Già il vecchio Crispi lamentava il disinteresse del Governo italiano nei confronti delle stragi contro gli Armeni…oggi anche 100 chiese distrutte…la religione di pace è sempre più pacifica.
Vomitevole il comportamento italiano e, soprattutto, dell’Unione europea.
Sarei felice di poter esporre la bandiera armena dalla mia finestra, se solo sapessi dove procurarmela.
È ora di dimostrare solidarietà e profondo affetto al popolo armeno che tanto ha sofferto nella sua storia travagliata.
Rifiuterei il gas azero e vorrei vedere il sultano inchiodato alle sue responsabilità anziché blandito dai mercenari di Bruxelles e dalla mafia tricolore.
I soldati azeri hanno violentato un’armena madre di tre figli , l’hanno decapitata , le hanno tolto gli occhi, , tagliate le dita e le gliele hanno infilate in bocca.
Anche ai vecchi e alle donne armene tagliano piedi, orecchie e mani.
Si potrebbe continuare a copiare da Giulio Meotti.
Io, da parte mia aggiungo che tutto questo è dovuto al fatto di esserci affidati ad Erdoğan…
Vediamo come faranno passare tutto ciò… come solita rivoluzione colorata!…!!…https://Ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Dopo l’ennesima aggressione dell’Azerbajgian all’Armenia, tutto bene Signora Ursula von der Leyen? L’Azerbajgian è sempre un partner trustworth (affidabile) dell’Unione Europea? Ci vuole dire qualcosa al riguardo? O ti serve una poltrona per sederti comodamente alla presenza del Sultano Erdoğan?
NEGLI ULTIMI TEMPI, DAPPERTUTTO, SI VEDONO SOLO GLI ULTIMI 2 COLORI DI QUEST’ALTRA BANDIERA CHE È DI UN PAESE DA TROPPO TEMPO AGGREDITO SOPRATTUTTO PERCHÉ ABITATO DA UN POPOLO DI CRISTIANI MASSACRATI IN UN GENOCIDIO IN ODIO ALLA RELIGIONE MASCHERATO DA GUERRA DI DIFESA.
RICORDIAMOCI, OGNI TANTO, DI USCIRE DAL GREGGE, TOGLIERCI I PARAOCCHI, SMETTERLA DI “BENPENSARE” CON LA MASSA E VOLGIAMO LO SGUARDO VERSO QUEST’ALTRO POPOLO INGIUSTAMENTE AGGREDITO DA TEMPO DA DIVERSI NEMICI. CI SONO ALTRE GUERRE NEL MONDO E NON SONO “MINORI” MA SOLO MENO REDDITIZIE (IN TUTTI I SENSI) PER IL MONDO CHE CONTA.
Dice il titolo POLITICI ITALIANI CONNIVENTI.
Non credo che sia il titolo esatto.
Mi e’ sembrato di capire che nell’uninominale mi toccherà di votare una gentile signora che sembra aver frequentato solo la scuola dell’obbligo. Quindi in questa contesa mediorientale capirà dove alloggiano verità e giustizia o dovrà rifarsi al giudizio di qualcun altro ? Un Tizio magari impresentabile ma che funge da suggeritore occulto ?
Aggressione? Si tratta semplicemente di una delle infinite guerre di conquista islamica nei confronti dei cristiani armeni.
Sì, ma non si può dire. Per due motivi:
a) dicendo tale elementare e palese verità si verrebbe bannati come “istigatori all’odio” da parte dei soliti padroni del pensiero unico (non vale per la Russia, però, che può essere ostracizzata a qualunque livello, letterario e sportivo compresi);
b) se qualche politico UE osasse togliersi un po’ di mortadella dagli occhi, ci pensserebbe subito il sultanello a rimettergliela, ricordandoggli le frotte di migranti che tiene pronti alle frontiere, in attesa di sganciarli se non pagato profumatamente (come vengano trattati, con soldi europei, tali migranti non è dato sapere, visto che i lager esistono solo in Libia e che il mare turco non è fra le rotte preferite dei capitani figli di babbo ricco,, à la Carolà Raketè)..
Il ccapomandamento della chiesa cattolica, nel frattempo, applica agli armeni il metodo xi jinping. Parlerà quando l’ultimo cattolico armeno sarà massacrato, per versare diplomaticissime lacrime di coccodrillo. Nel frattempo un pilatesco silenzio è d’obbbligo, non si può mica disturbare la vulgata ecumenista.
Vada a memoria : gli armeni non ricordo siano cattolici, sono cristiani pre calcedonesi, che cioe’ non riconoscono il concilio ecumenico di Calcedonia e tutto cio’ che, di conseguenza viene dopo.
Quindi l’immigrato argentino ma con solide radici a Portocomaro d’Asti e in Liguria, non viene riconosciuto come capo della loro Chiesa.
E, come e’ nella migliore tradizione gesuita, ogni dissenso all’interno della chiesa viene tacitato con ogni mezzo a disposizione.
C’è una Chiesa armeno-cattolica.