Veronica Cireneo. Se non è Concreta non è Fede. La Morte del Gatto.

12 Settembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Veronica Cireneo offre alla vostra attenzione questa riflessione sulla fede applicata alla vita quotidiana. Buona lettura e meditazione.

§§§

 

SE NON È CONCRETA NON È FEDE

Testimonianza estate 2022: n.3

 

LA MORTE DEL GATTO ” .

 

“Cos’è, t’è morto il gatto?”

Capita, a volte, di sentirsi rivolgere questa domanda, quando si incontra un amico che ci vuole bene, vedendoci un po’ giù di corda, tanto per sdrammatizzare e invitarci alla confidenza e allo sfogo.

 

Però non è affatto vero che la morte del gatto non possa addolorare l’animo umano. Chi possiede animali domestici sa cosa si prova, quando un fratellino, compagno fedele ci lascia. Non solo!

 Quanti santi a cui la tradizione è così affezionata hanno dato ampio spazio e considerazione agli animali: creature di Dio, nostri fratelli, che tanto riescono a consolare e istruire esemplarmente l’uomo in termini di purezza, pazienza, disinteresse e costanza.

Penso a San Francesco con fratello lupo, per esempio.

A San Francesco che agli uccelli diceva:”Come è bello il vostro canto! Sapete lodare Dio così bene e molto meglio di quanto io non faccia con la mia preghiera!” (o una cosa del genere).

Penso a San Rocco e il suo cane. 

Di Sant’Antonio Abate poi non ne parliamo, che alla lettura del versetto del Vangelo:” Vai, vendi tutto quello che hai e seguimi”, dette un seguito concreto e per intero, salvo tenere per sé gli animali che lo seguirono fedelmente e ovunque, passo dopo passo.

 

Nel mese di giugno, dopo le mie prime nuotate che dettero il via all’apertura dell’estate, dovetti interrompere questa che è la mia attività preferita a causa dell’improvvisa malattia di uno dei miei gatti.

Malattia improvvisa, fino ad un certo punto! 

 

I gatti, dei quali per la ragione che segue si dice abbiano nove vite, sono così resistenti che non mostrano sintomi, se non quando il morbo ha già realizzato quasi per intero il suo corso.

 

Così, all’improvviso “Motorino” , il nome che gli avevamo attribuito a causa del fatto che teneva continuamente acceso il suono delle fusa: dimagrisce, perde le forze, smette di mangiare, di bere, di camminare, di urinare.

Brutta storia! Era un mangione…!

 

Ricoverato in clinica per l’inserimento del catetere e a seguito delle analisi del sangue, il veterinario suggerisce l’eutanasia per grave insufficienza renale ed altri acciacchi, non lievi e concomitanti.

 

“No, dottore! Voglio provare a salvarlo ed accudirlo fino all’ultimo. Magari l’ho trascurato e aumentando cure ed attenzioni potrebbe riprendersi.

Poi cos’è questa storia dell’eutanasia, dottore? Ma, come morivano gli animali prima che ci servissimo di questa pratica? Possibile che dobbiamo insegnare a sorella morte come si fa a terminare la vita di un gatto, come se non riuscisse più a farlo di suo, anticipandola addirittura sui tempi? Come posso consegnarlo nelle sue mani, lui che si fida di me, perché lei lo uccida? No, dottore! Gli assegni una terapia e la eseguiro’ a puntino. Grazie!” dissi al mio fidato veterinario, che accettò.

E fin qui, medicinali compresi, siamo a 500 euro.

Non importa!

Importa invece che un’ispirazione benefica e consolatoria proceda indisturbata fino alla fine, per garantire che nessuna delle fibre più sottili della coscienza umana venga minimamente lesa.

La fede, che è missione d’amore e stile puro di vita, non omette nulla, né esclude, né preclude dal suo raggio di influenza nessun risvolto di essa. Quindi è giusto ed utile esportarla, anche in quegli ambiti e in quelle circostanze dell’esistenza che apparissero di futile valore.

 

“Raccogliere uno spillo per amore, può salvare un’anima!” Quanto è andata sul sottile Santa Teresina con questa frase! Ha portato l’immenso in un dettaglio!

E da Lei, mia ispiratrice, ho compreso fin dove può e deve arrivare la fede, e quanto sia sbagliato e controproducente considerarla solo un abito per le grandi occasioni!

No. Non è la fede dei giorni comandati che salva, che dà gioia, che dà pace.

La fede che nutre l’anima di questi sentimenti è frutto di una rispettosa e amorosa relazione con ogni dettaglio del creato e con ogni istante della vita, come dono d’amore per il Creatore che tiene le fila di tutto, che osserva tutto, che partecipa a tutto, in sentimenti ed emozioni, dato che nel Cuore di Gesù si riversano tutti i sentimenti, i desideri, i pensieri e le passioni di ogni creatura. Occorre dunque fare molta attenzione a non ferire questo Cuore dentro il Quale tutti ci muoviamo e che cerca, nel nostro, un luogo calmo e puro in cui riposare. Perché non concederglielo? Chi è come Dio o più di Dio da meritarlo in esclusiva, al Suo posto? Nessuno.

 

L’attenzione sottile nei Suoi confronti, amplifica la fede e la irrobustisce, perché Egli Stesso, che è tutto amore, la nutre e la alimenta, producendo gli effetti di gioia, pace e serenità che tutti cerchiamo senza trovare, se non passando attraverso questa piccola, grande( “Io sono la Via” ) porta: il rispetto del  Suo Cuore, che ha attenzione per tutto e per tutte le forme di vita del cielo, della terra, del sottoterra, ma in primis per l’uomo, creato a Sua immagine e somiglianza e che costituisce la Sua Croce quando da Lui si separa e anche quando lo segue da lontano, esponendosi a rischi ed occasioni.

 

Torniamo a casa e cominciamo la terapia. Apparenti riprese e cadute continue mi illudono e mi sconfortano ininterrottamente. Aggiungo amore, carezze e coccole alle cure e lui, pur con forze sempre più fioche, risponde con sempre nuove, deboli fusa.

Nella dieta inserisco integratori come: il miele per rinforzare le energie, la camomilla per rilassare la tensione provocata dai dolori, vitamine e neanche ricordo più cosa….tante ne avevo escogitate, pur di vederlo stare bene come un tempo.

 

Il micio accetta con fiducia, nonostante il disprezzo notorio dei gatti per le variazioni alimentari, finché un giorno, dopo circa un mese di cure devo ritornare dal veterinario, che lo credeva già spacciato da un bel  pezzo, dato che Motorino, avanzando la malattia cronica, aveva perso completamente le forze e ormai quasi pelle ed ossa, barcollava.

Gli fa una flebo, insistendo sull’eutanasia che rifiuto per la seconda volta, e mi insegna e imparo come fargliene a casa, in autonomia.

Ad un certo punto rifiuta di nuovo il cibo, si trascina,traballa.

Pietoso e sconsolato, dolorosamente miagola, mi guarda triste e mi implora:

“Non puoi fare nulla altro per me? Aiutami! Prenditi cura di me che da solo non ce la faccio padroncina. Aiutami! ”

 

Non pensavo potesse esistere tanto dolore, tanta resistenza e tanta fiducia in una creaturina così piccola!  Ma io, raggiunto il limite delle mie possibilità, capii che non potevo fare altro per lui. E piansi per non poter esaudire in nessun modo la sua compassionevole e profonda supplica.

 

E pensavo pure a quanto deve soffrire, invece, Gesù tutte le volte che l’uomo, così malato da non riconoscerlo come Medico, non solo non chiede, bensì rifiuta tutte le cure che Egli potrebbe e vorrebbe applicare su di lui. Quanto deve soffrire quando Gli lega le Mani miracolose e piene di Grazie e benedizioni! Ci può essere un dolore più grande? No. Perché L’uomo che non chiede e che rifiuta l’aiuto di Dio rende impotente l’Onnipotente.

 

Non ci può essere per Lui un dolore più grande, che veder rifiutate le Sue cure.

In effetti, a pensarci bene, è davvero folle rinunciare ad un aiuto così generoso e gratuito.

 

Un animale questo non lo fa.

 

Veronica Cireneo

§§§ 




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26 commenti

  • QUALCOSA ANCORA NON VA ha detto:

    Appare un solo commento, mentre prima ne apparivano vari.

  • Adriana 1 ha detto:

    salus

  • Miserere2 ha detto:

    Mi faccia fare una battuta cattivissima. Hitler non fu un criminale per buona oarte della sua vita finche’ non uccise il suo amato cane Blondie. Amava molto il suo cane…

    Non pensavo potesse esistere tanto dolore, tanta resistenza e tanta fiducia in una creaturina così piccola!

    Pensi ai bambini che muoiono di fame o annegati respinti sulle coste europee dopo che santoni vanno a dire che e’ peccato mettere un pezzo di plastica su un organo maschile

  • QUALCOSA ANCORA NON VA ha detto:

    Permesso?

  • Miserere2 à ha detto:

    Non ho alcun dubbio che gli animali vanno in paradiso. E che tutto sommato son più fortunati degli umani. Le dico un colloquio che ho avuto in un hospice con un rianimatore. Chiedevo lumi per una persona molto cara condannata a morte da un tumore. Quando sei lì, i medici fanno un po da psicologi. Venne il discorso che andavo a pescare e mi faceva pena vedere morire i pesci soffocati. Preferivo tirargli un colpo in testa. Il mio amico era il contrario. La legge della pesca in acque dolci dava ragione a me. Si deve pescare per mangiare e “terminare” l’agonia della trota.
    Ora non ricordo ma stavo chiedendo sulla morfina essendo il malato (mio padre ) sotto quella sostanza. Mai avrei chiesto l’eutanasia! Infatti il medico mi diede ragione sugli animali ma sull’uomo disse: “non e’ morale”. Grazie a Dio mio padre si spense di debolezza e pur avendo il cancro ai polmoni non soffocato. Non sapro’ mai se la morfina lo uccise e forse non lo sanno nemmeno i medici. In quel reparto ne morivano ogni giorno andare a vedere la causa dell arresti cardiaco anzi…DELLA MORTE CEREBRALE (quella legake) sarebbe praticamente impossibile. Loro levano il dolore. Poi se l’effetto collaterale….e’ così in tutte le “medicine”, può esserlo pure con alcuni cibi.

    Ecco molti amano gli animali più degli esseri umani. Cio’ non mi sembra cristiano, né cattolico. Non dico non sia umano…dico solo che l’uomo non e’ un animale penso pure agli occhi di Dio. Qualunque uomo. Fosse pure Caino.

  • Adriana 1 ha detto:

    sic

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Qualcuno prima o poi dovrà seriamente prendere in considerazione ipotesi… che animali (e vegetali) siano vera parte migliore di creato…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Adriana 1 ha detto:

    God save

  • Adriana 1 ha detto:

    Mi lasci osservare che, se tutto questo amore e questa comprensione per i gatti la induce a collocare nelle fauci del suo micio l’epiteto ” padrona ” ( anche se ” addolcito ” da un diminuitivo non motivato ), c’è qualcosa che non va- nonostante le spese fatte e ampiamente sottolineate-.
    Così come non batte molto l’implicita metamorfosi di un suo immaginario Gesù in un gatto.
    Quanto agli episodi esemplari della vita di S. Francesco sappiamo che furono frutto di un’ampia ” revisione ” di quelli autentici per poter trasformare la sua figura in quella di un alter Christus di sicuro impatto devozionale.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Una rispettosa e amorosa relazione con ogni dettaglio del creato e con ogni istante della vita”

    Perfetta espressione … shinto/zen.

    😊

    P.S. quell'”ogni” …

  • La giusta misura ha detto:

    Mi spiace tanto per queste persone che perdono i loro cari animali che con la loro presenza e le loro effusioni hanno rallegrato e accompagnato la loro vita, ma essi non sono persone, non vanno in paradiso, né si può far loro il segno della croce come viatico in prossimità della loro morte. Bisogna un po’ distinguere e non confondere la realtà. Ho sempre saputo dai tempi del mio catechismo che gli animali hanno un’anima che muore con la loro morte, dunque una differenza con l’uomo esiste. Poi, se quando saremo in paradiso, il Signore, nello splendore del Suo Regno vorrà farci godere anche della presenza di un animale, come anche di quella dei fiori e dei fioriti paesaggi per chi li ama, tutto accrescerà la nostra felicità. Tutto totalmente diverso e trasfigurato, però, da ciò che viviamo e sperimentiamo qui sulla terra.

    • P.Frank ha detto:

      Non trovo nulla di male nel far il segno della croce. È una benedizione. I sacerdoti benedicono con acqua santa gli animali una volta l’anno in onore di Sant’Antonio. Non ci vedo nulla di strano. Non importa se non vanno in paradiso. Una benedizione non costa nulla e si può dare a tutti. La giusta misura sarebbe quella di non umanizzarli, e io, seppur amante del mio cane, non l’ho mai trattato da uomo. L’ho amato, coccolato e rispettato, ma in quanto animale da compagnia. E in quel momento di dolore per la perdita di un amico, io, che amo Dio, ho rivolto pensiero a Lui e sono stata ispirata dal benedirlo con un segno della croce. Chi ama Dio queste cose le fa, anche sui propri animali domestici. Saluti

  • Chedisastro ha detto:

    Non si offenda Veronica, ma chiamare”Fratello” un gatto, per quanto gli si possa essere affezionati, mi pare esagerato, così come mi sembra azzardato l’accostamento a “fratello lupo” di San Francesco, il quale usa le parole ‘fratello’e ‘sorella’ perché si sente inserito nella meraviglia della creazione, nella bellezza del progetto di Dio che ha fatto bene ogni cosa (…e vide che era cosa buona…). La creazione nella sua interezza esce dalle mani di Dio, ma secondo un progetto gerarchico in quanto solo l’uomo è stato fatto a Sua immagine e somiglianza”. Amiamo dunque i nostri animaletti, trattiamoli bene, rassereniamoci con la loro compagnia e godiamo della loro fedeltà, ma per favore non chiamiamoli fratelli.

  • P.Frank ha detto:

    Eh sì…
    La morte di un animale domestico è un grande dolore, specie se con quel pelosetto ci sei cresciuto…il mio ultimo cane mi ha lasciata dopo 13 anni di vita insieme…aveva il cuore grande come un melone, in tutti i sensi. Ho speso molti soldi per curarlo con pastiglie per il cuore e diuretici, ma ormai il suo tempo era finito. Qualche giorno prima che morisse, pensa, ho sognato mia nonna, morta 10 anni fa, che era sdraiata e sbatteva la mano sul letto come per chiamare il cane e nella stanza è entrato un cane, che è andato da lei e si faceva accarezzare. Io, vedendo mia nonna, subito vado da lei per poterla accarezzare e proprio mentre allungo la mano lei severamente me la allontana. Non so, ho sempre interpretato quel sogno come se mia nonna mi stesse avvisando che stava per raggiungerla il mio cane e respingendo la mia carezza è stato come dirmi “tu non ancora”.
    E infatti, il 25 marzo, ho trovato il mio cane serenamente addormentato.
    La sera prima era seduto, sfinito, col muso insù a guardare le stelle e io mi sono avvicinata, l’ho abbracciato, baciato, gli ho fatto un segno della croce in testa e gli ho detto “vai”… e al Signore ho detto “Signore, prenditelo subito, non farlo soffrire che non lo merita”…e lui il mattino dopo era andato.
    Si chiamava Twister.
    Era un uragano sul serio.
    La notte dopo ho sognato che aprivo la porta di casa e lo trovavo lì e lui felice mi leccava la faccia. Se ci penso ancora piango.
    E due giorni dopo, passando con la macchina vicino ad un campo polveroso, ho visto una cosa spettacolare: un piccolo piccolissimo mulinello d’aria, un minuscolo uragano che volteggiava sul terreno. Mai vista una cosa del genere. Era un uragano in miniatura, che girava sul terreno. Era una giornata limpida di sole, l’ho trovato piuttosto strano e infatti l’ho filmato. Era un piccolo Twister…e per me è stato come un saluto da parte del mio animaletto…

    • In memoria di Twister ha detto:

      Nella Bibbia spesso si parla di “segni “.
      Uno di noi invoca il suo nome e poi attende un segno.
      E il mulinello visto nel campo e’ proprio un segno.
      Il segno e’ spesso personale. Gli altri anche se vedono spesso non comprendono. Ed è dall’alto che si vuole così .
      E’ un linguaggio segreto tra l’uomo credente e Colui in cui si crede.

    • Veronica Cireneo ha detto:

      ❤️