Vincenzo Fedele. 8 e 9 Settembre, Due Giorni (Pessimi…) di Energia e Finanza.

8 Settembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele offre alla vostra attenzione questo articolo molto interessante su qualcosa che ci tocca molto da vicino. Buona lettura.

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8 Settembre : una brutta data!

L’8 settembre ci sarà la riunione del board della BCE ed il 9 si riunirà il vertice UE per la crisi energetica. Questa sequenza fa già comprendere quanto i due aspetti (finanza ed energia) siano connessi. Ne avevamo già accennato nei giorni scorsi, (vedi quì), quindi entriamo nel merito.

I rumors davano per certo un aumento dei tassi dello 0,25 – 0,5 %. Adesso tutti hanno già scontato che l’aumento sarà dello 0,75 % e proseguirà nei mesi a venire.

Inutile sottolineare quanto sia deleterio seguire, con colpevole ritardo, la FED statunitense, come se fossero uugali i motivi che spingono l’inflazione quì e oltre oceano.

Negli USA, semplificando molto, l’inflazione è fuori controllo a causa dei trilioni di dollari erogati senza limiti per contrastare la crisi COVID e che adesso devono assolutamente rientrare. L’inflazione europea, invece, deriva dagli aumenti dei prezzi internazionali delle materie prime, dell’energia e dei fertilizzanti. Pensare di contrastare questi aumenti aumentando i tassi, senza considerare i missili che volano nei cieli dell’Ucraina, rasenta la follia.

L’aspetto peggiore è che non è vero che non considerano questo: è che attendono ordini.

Spero di essere smentito, ma ritengo che l’esito dei due appuntamenti sarà il seguente: aumento del tasso dello 0,75 % e disponibilità ad adeguamenti (aumenti) futuri nella riunione della BCE e discussione inconcludente, da vaniloquio, con impegno a ritrovarsi presto, per quella energetica del 9 settembre.

La crisi inizia già a mordere. Che sia già in atto un attacco ai nostri buoni del tesoro è su tutti i giornali. Che il gas non sia sufficiente a superare l’inverno è altrettanto evidente, così come è evidente l’intenzione russa di far pesare sempre più la penuria di energia.

La Russia non farà mancare il gas. Lo ridurrà, ma non lo farà mancare del tutto.

I contratti in essere prevedono penali e solo gravi motivi possono derogare dalle quantità che le parti si sono impegnate a consegnare ed a pagare. I gravi motivi possono essere una guerra o motivi tecnici, queste benedette turbine che continuano a rompersi perchè le sanzioni non consentono una adeguata manutenzione (dimostrare che non sia vero è compito arduo).

Sia il petrolio russo che il gas arriverà tramite triangolazioni, di cui tutti sono a conoscenza, ma che nessuno vede. La Russia vende gas, GPL ed petrolio a terzi, compresa Cina, India, Iran, ecc. che lo girano a noi facendo la cresta sui prezzi già aumentati.

La Cina, geopoliticamente la più interessante, ha una produzione propria, ma nonostante l’economia sia in flessione e la richiesta di energia sia in calo, il volume delle importazioni nel primo semestre di quest’anno è aumentato di oltre il 28 % in volume e di oltre il 180 % in valore. La Russia ha aumentato anche l’export tramite il gasdotto Power of Siberia del 63,4 % nel primo semestre 2022.

Per l’Iran qualcuno ricorda che solo qualche mese fa ha firmato accordi con la Russia per 40 miliardi di dollari? Per l’Algeria, qualcuno ricorda che Sonatrach è partecipata pesantemente da Gazprom? Pensiamo veramente che facendo finta di dimenticare la Russia risolviamo i problemi ?

Parlavamo della “cresta” dei trader e basti ricordare che la Cina acquista il GNL dalla Russia ad un prezzo scontato di oltre il 30 % e noi paghiamo l’intermediazione, oltre ai folli prezzi di mercato della borsa di Amsterdam che abbiamo già illustrato. Sull’onda di Amsterdam anche nel mercato asiatico i prezzi sono aumentati del 200 % rispetto a maggio.

Partendo da questi dati, siamo all’assurdo della BCE che aumenta i tassi per far calare l’inflazione che strangola imprese e famiglie mentre i governi sono costretti a immettere liquidità nei mercati per far sopravvivere le stesse imprese e le stesse famiglie. Non solo da noi, ma in tutta Europa la musica è analoga.

In Germania il governo ha dovuto sborsare miliardi per salvare Uniper. Vienna ha dovuto fare i medesimi passi per salvare Wien Energie. In Svezia si susseguono i pacchetti di aiuti ai produttori di elettricità. In Finlandia il discorso è analogo e così via.

Il meccanismo, evidentissimo per l’energia, non è molto diverso per gli altri settori merceologici. Parlavamo, ad esempio, dei fertilizzanti che, in larga parte, importiamo da Russia e Bielorussia.

Il Presidente di Confagricoltura ha constatato che il prezzo dell’urea, il principale fertilizzante azotato, è aumentato da 300 Euro/ton ad oltre 1.000 Euro, con punte di 1.400 Euro/ton. Se teniamo conto che tutte le coltivazioni necessitano di questi fertilizzanti si comprende come tutta la filiera agroalimentare sia interessata, con pesanti riverberi su prezzi e disponibilità. Gli aumenti energetici si sommano a questi.

In una intervista a “Il Mattino” l’industriale della pasta Rummo ha dichiarato che lo scorso anno la bolletta energetica (gas + elettricità) è stata di 1 milione e 700 mila Euro, pari a 141.000 Euro/mese. A Marzo 2002 la bolletta, di un solo mese, è stata di 1 milione 450 mila Euro. Un solo mese. Ha anche dichiarato : “Lo scorso anno ho firmato accordi con l’ENI per 15 centesimi al metro cubo di gas, oggi il costo è salito a 2,60 Euro. 21 volte in più“.

Evitiamo di parlare nuovamente dell’immobilismo del governo e delle forze politiche, sia italiane che europee. Potremmo aggiornare quanto già detto in precedenza, ma aggiungerebbe poco alla disperazione cui stiamo andando incontro con le sorridenti rassicurazioni che bucano il teleschermo.

Aiuterebbe molto comprendere, per chi ancora non l’abbia già fatto, i veri motivi che hanno spinto Draghi a dimmettersi, nonostante non sia stato sfiduciato.

Quello che è ancora più grave è che il balletto continua e, dopo la sceneggiata indegna di Calenda che si unisce alla Bonino e poi a Letta e poi torna indietro da Letta e viene abbandonato anche dalla Bonino e poi si allea con Renzi in una storia infinita, dopo questo dicevo, Calenda se ne esce con due proposte ai limiti del codice penale:

  • Propone di interrompere la campagna elettorale;
  • Propone un Draghi bis indipendentemente dall’esito delle urne e nonostante le opposte dichiarazioni del Presidente del Consiglio in carica.

Notevole, se vogliamo, è anche il silenzio sospetto con cui Palazzo Chigi ha reagito alle estemporanee uscite di Calenda. Non c’è stata alcuna smentita, nè blanda nè categorica, alla balzana proposta che, quindi, forse tanto balzana non è.

Forse saremo costretti, alla faccia del popolo sovrano, ad avere un tecnico, guarda caso già in servizio, come accadde con Monti pochi anni or sono.

Del resto i BTP sono già risaliti ad oltre il 4 % e dopo l’aumento dei tassi della BCE arriveranno alle stelle. L’Europa dovrebbe dare due risposte forti – Non una !

Ribadire il famoso “Whatever it takes” che Draghi pronunciò nel 2012 e trovare la soluzione allo scandaloso aumento dei prezzi del gas guidato senza controlli dalla borsa olandese.

Ad essere sotto attacco siamo principalmente noi, ma in realtà è l’Europa nel suo complesso ad essere nel mirino.

Sarebbe necessario che la BCE ripetesse il concetto che saranno intraprese TUTTE le azioni per spuntare le unghie speculative di chi sta puntando miliardi di Euro contro i nostri titoli. Una banca centrale non può farsi intimorire e mettere nel sacco da speculatori, per quanto le unghie possano essere affilate ed il pelo sullo stomaco possa essere lungo. Se il piglio fosse da vera banca centrale e le dichiarazioni convincessero che i fatti seguiranno subito alle parole, nel dubbio di perdite consistenti è ipotizzabile che la speculazione si ritiri ridimensionando le proprie mire senza che la BCE sia costretta ad impegnare tanti miliardi per erigere le difese del caso.

Analogamente per l’energia.

Un tetto ai prezzi non ha alcun senso quando il mercato è in mano all’offerta e/o quando si opera in regime di quasi monopolio. Del resto il tetto quale sarebbe ? Il livello attuale ? Accettare aumenti di dieci volte, e oltre, rispetto al valore iniziale certificando ed accettando la crisi di tutto il sistema economico europeo?

Basterebbe, ne abbiamo già parlato, adottare una piattaforma diversa, ad esempio la borsa di New York, in sostituzione dell’obbrobrio di Amsterdam e si farebbe un grande passo.

Purtroppo, statene certi, nessuna delle due strade sarà intrapresa nè dall’incontro dell’8 nè da quello del 9 settembre. Prepariamoci a tempi magri già dalla riapertura delle borse di lunedì 12.

La Russia continuerà con la chiusura del Nordstream 1 provocando un ulteriore aumento speculativo dei prezzi, la crisi economica già imboccata dalla Germania si allargherà a noi.

La miopia di “migliori” non ha mosso un dito per aumentare la produzione nazionale, neanche in prospettiva futura. Non ha fatto nulla per ipotizzare trivallazioni nell’adriatico appannaggio dell’altra sponda, ne per ipotizzare riaperture di centrali a carbone o ripristino di centrali idroelettriche dismesse. Solo in Piemonte si sta parlando di proroga delle concessioni idroelettriche in scadenza. Negli anni 2.000 la nostra produzione nazionale ammontava a 21 miliardi di metri cubi. Adesso siamo a circa 4 (dato non aggiornato). Facciamo ridere.

Macron, con il suo ultimo viaggio ad Algeri sta cercando di dirottare in Francia i 4 miliardi di metri cubi che l’Algeria ci ha ulteriormente accordato e, visto la levatura del nostro Ministro degli Esteri, non è detto che non ci riesca.

Purtroppo questo fosco quadro ci dice, oltre alla crisi nera cui stiamo andando incontro cantando e ballando, che il 25 settembre si prospetta sempre più come una presa in giro e non come un normale appuntamento democratico dove il popolo è chiamato a scegliere il proprio destino.

Il quadro che da drammatico evolverà a tragico, oltre ad essere dipinto, se possibile, a tinte ancora più nere dagli stessi media che fino ad oggi lo negano, imporrà una scelta istituzionale e, guarda caso, la persona giusta è già in posizione.

Di norma non sono pessimista, ma il combinato disposto degli avvenimenti non è che mi faccia pensare male, mi fà pensare peggio.

Vincenzo Fedele

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5 commenti

  • Pio g. ha detto:

    E in tutto questo fosco quadro è troppo sperare che l’Unione Europea Sovietica imploda?
    Sarà finalmente la Grande Crisi che si prospetta a farla disintegrare? O dobbiamo continuare a stare al “giogo” delle parti?
    Questa è una grande occasione per riappropriarsi della sovranità monetaria e statale.
    Perché l’emergenza democratica comincia da Bruxelles, passa per Berlino e Parigi, e finisce come si sa.
    Se dobbiamo/dovremo pagare un caro prezzo, che sia almeno per qualcosa di valore.

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    E no saranno certo ultimi…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Baarlam ha detto:

    Grazie per l’articolo. Ma stamane lo smartphone mi proponeva sua sponte un’articolo in cui si parlava, con dati precisi della fuga dei cittadini piu’ istruiti dalla Russia. Sembra che la maggior parte tra loro si sia indirizzata verso quei paesi dell’Asia che fanno parte della comunita’ di stati indipendenti C.S.I.
    Ovvero sempre nell’orbita russa ma non russi.
    Si diceva anche delle difficolta’ per Putin di trovare soldati per il suo esercito.
    Perche’ fissare il nostro sguardo sull’aspetto energetico e finanziario e non puntare su autentiche prospettive di pace ?

    • giovanni ha detto:

      Mi consenta rispondere alla sua domanda : il nostro futuro ( intendo Italia e d Europa ) passa attraverso finanza ed energia, che potrebbero dipendere da noi ( sia Italia che Europa) ove fosse presente una classe politica degna di tal nome. Anche pace e prosperita’ ne potrebbero dipendere, in presenza del requisito precedente. Il problema e’ che siamo a traino dell’egemone Anglosassone posizionato al di qua’ e al di la’ dell’atlantico. Le politiche che adotta per mantenere e, se possibile, incrementare l’ egemonia sono sotto gli occhi di tutti. Le sanzioni, nominalmente rivolte alla Russia, sono sostanzialmente contro di noi e ce le fanno pure approvare tra cori di evviva e abbondanti dosi di saliva prodotti dai media. Pertanto la messinscena Europea delle riunioni ” per fronteggiare la crisi ” lascia il tempo che trova. Un ultima considerazione : non sto tessendo, implicitamente,le lodi a Putin che persegue la politica piu’ conveniente per il suo paese e , insieme alla Cina ed altri paesi, cerca di uscire dalle grinfie dell’egemone creando sistemi alternativi per gli scambi commerciali, onde evitare poi di essere messo sotto e fare la fine che tutti conosciamo qui in Occidente. Questo atto pero’, insignificante per chi non conosce la storia, e’ motivo scatenante d’una guerra mondiale. L’egemone non stara’ a guardare il proprio declino senza tentare il tutto per tutto.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    A volte per andare avanti, occorre tornare indietro.

    Un orto, un bel pozzo e la cara vecchia stufa a legna, nella fattispecie, danno una mano.

    Una bella riserva di cibo e acqua, insieme a candele benedette, aggiustano il tiro. Tanta preghiera, alla base, per essere pronti sempre. E in pace

    🙏🙏🙏👍💙