Benedetta De Vito. I Cannibali ci Hanno Dichiarato una Guerra Nascosta…

8 Settembre 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Benedetta De Vito ci offre questa inquietante riflessione, un affresco dalle tinte a tratti terribili, sulla realtà che stiamo vivendo e sulla guerra spirituale – ma non solo – in cui siamo immersi. Buona lettura e meditazione.

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Oh quante belle ragazze giovani e meno giovani, ma  dai fluenti capelli rossi, che si vedono ultimamente in televisione! Alla mostra del cinema di Venezia, ad esempio, c’è Julianne Moore, vestita che pareva nuda e in tenebrosa oscurità come una strega primordiale e di gusto dubbio pur essendo firmata “rosso” Valentino sul tappeto rosso anche lui, nelle pubblicità e nei film e telefilm i capelli di rame si sono mangiati i biondi e i castani, nel video del Papa pro vaccini, (un atto d’amore secondo il Bergoglio e qui mi fermo perché il Signore lo giudicherà) l’infermiera armata di siringa ha una lunga capigliatura color pomodoro San Marzano. E persino a me, il parrucchiere sbadato, ha colorato di una sfumatura rossastra la chioma e lo negava anche! “vedrai asciugati saranno del tuo colore, fidati !”.

Sì, sì col fischio… Rosso, rosso, rosso e ancora rosso. Oppure anche arancione. Orange come i reali d’Olanda. Perché, mi sono chiesta questa silenziosa invasione del rosso e delle rosse? Lo so, vi vedo scuotere il capo, ma, cara Benedetta, perché perdi tempo con simili baggianate quando, come sai bene, i problemi sono altri: i  morti da malori improvvisi che non finiscono mai,  la crisi economica che stringe alla gola, la campagna elettorale che ci propone come nuovi sempre gli stessi vecchi e triti personaggi che ci hanno chiuso in casa, impedito (a chi come la sottoscritta non era vaccinata) di andare a bere un cappuccino, di lavorare  e insomma di vivere la vita piccina che il Signore  ha donato.

Certo, certo, certo, tutto questo lo so bene e lo tengo cucito nella memoria con un ricamo ben stretto e a colori vivi (non rosso), ma quel rosso lì mi fa venir voglia di salir su un volo a vela e andar frugando qui e lì per tirar fuori un poco di sugo (di pomodoro e non di sangue) e se vi va di venire con me, salite pure e andiamo subito a cominciare.

Non so se avete visto, io sì anni orsono e poi anche di nuovo recentemente, un film francese che si intitolava “La guerra del fuoco” ed era ambientato, nella preistoria. La guerra è tra i cannibali e i non cannibali. E, indovinate un poco di che colore, nel film, avevano i capelli i cannibali? Certo, avete indovinato, avevano i capelli rossi. Questo non significa che tutti i pel di carota siano cannibali, certo, ci mancherebbe altro,,, ma vabbè, ora in un antico galeone spagnolo salpiamo per le Americhe, veleggiamo sull’oceano e sbarchiamo sulle coste del Continente di Colombo, dove ci viene incontro una strana leggenda: quella dei giganti bianchi dai capelli rossi che tormentarono  e divorarono le popolazioni del Nevada e indovinate, di nuovo, di che colore avevano i capelli quei cattivoni? Ma certo, non devo ripeterlo. Scudo rosso, un tipo rosso (roth feller…). Non figli di Abramo, ma di qualcun altro… E pensate un poco Saturno, la divinità cannibale dei Greci, regala il suo nome a un rosso speciale: il minio.

E ora a casa nostra dove i cannibali sono già arrivati da un pezzo e hanno messo casa e radici nella nostra stupenda Italia, in odium Christi il quale, come si sa, non gradisce olocausti, e, piano piano, trasformando i peggiori vizi in diritti, stanno invertendo le menti, uccidendo le anime (tagliando, sotto i piedi resi incerti, la radice con la terra e, in alto, il legame con Dio) e anche i corpi perché essi, i cannibali, odiano la vita. Il primo, terrificante peccato, in onore della loro Divinità Moloch (o anche della sua versione femminile Astarte-Pachamama) è l’aborto. Niente di più gustoso per i cannibali di veder uccidere i piccoli degli uomini ancora nel ventre delle loro mamme. L’olocausto degli infanti viene da lontano.

Erode, certo, Ma anche lo scrittore latino Ennio, in un frammento,  diceva dei fenici che sacrificavano i l loro figli. In latino, “liberi”, cioè non di proprietà dei genitori… La guerra tra cannibali e non cannibali è la vera guerra spirituale e invisibile che si combatte nel mondo, mascherata in mille modi diversi. Da sempre. E alla luce di questo mio breve scritto sul rosso si capisce perché Catone il censore diceva: “Delenda Carthago” e perché Dio ha scelto Roma, che i bimbi se li teneva stretti al cuore, i gemellini poppanti erano l’emblema dell’Urbs eterna, per la sua seconda Gerusalemme.

Ma cannibali si può, purtroppo, anche diventare. E vediamo come avviene. Il metodo più semplice usato dai veri cannibali è quello di instillare nelle fragili menti umane l’odio verso i fratelli che, in realtà, sono tralci dell’unica vite. Sicché vai con il “mors tua vita mea”, con le divisioni, le invidie, desidera la donna d’altri, le cose d’altri. Odia chi non ha fatto il vaccino, detesta i ricchi e via con il valzer del cannibalismo in odio ai fratelli. Tutti amici o nemici, in clan, congreghe, grupponi che si odiano. Rossi contro neri, gialli contro verdi… E cannibali gongolano e si leccano i baffi rossi. Poi è arrivato il vaccino, fatto o coltivato in linee cellulari fetali di bimbi torturati, sezionati, uccisi e buttati via, una scorciatoia fantastica, per i nostri cannibali: ogni persona contaminata dalla morte, zacchete, uno di loro. Da qui l’odio feroce contro i no vax, registrato tra quanti, fino a un giorno prima, si vantavano d’essere gran democratici, poverini. Ingannati e contenti.

Altri vizi sdoganati come “orientamenti sessuali” (ma che belle parole roboanti per dir pedofilia!). Persino un candidato di Fratelli d’Italia ne ha parlato in questi termini mentre Enrico Letta applaude a tutte le devianze… L’orrore. E di orrore in orrore dove ci porteranno i rossi cannibali che si ispirano ad Hannibal Lecter (Annibale, cartaginese, adorava Moloch, infatti, il nome non è scelto a caso e il cognome, in diavoliano, vuol dire later, cioè dop; un futuro di cannibali..). Salite con me nella mia piccola macchina del tempo, prestata dallo scrittore Wells, ed eccoci nel futuro. Ecco, laggiù una macelleria. L’animalismo oramai digerito impedisce agli uomini del futuro di mangiare maialini e agnelli così si può scegliere tra gli scarafaggi e il “soylent green” (e se non avete visto questo film, che in italiano è stato tradotto, guarda tu che caso: “2022 i sopravvissuti”, bè, è giunto il momento di farlo… e lì, più avanti, che cosa c’è? Ma certo il supermercato degli organi, a pagamento. Dove l’utero di una madre morta può dare la vita a una bambina, rendendo viva due volte la profezia tremenda del Mac Beth…

Dei bambini, nel silenzio degli innocenti, si può far quel che si vuole in questo mondo di cannibali. Venderli alla macelleria o al supermercato. Sì, avete ragione, scappiamo via, saliamo sulla macchina del tempo e indietro a tutta birra ad avvertire l’umanità del precipizio nel quale sta velocemente correndo. Sì, sì sì, siamo ancora in tempo. La conversione, la penitenza, la preghiera: ecco le uniche vie d’uscita. Nessun politico e neppure il Pontefice (che ha intronizzato la Pachamama cannibale in Vaticano) ci può salvare. Preghiamo, preghiamo, preghiamo senza interruzione e il Signore ci ascolterà e trionferà il Cuore immacolato di Maria. E poi, dai, sono più belli i capelli biondi o almeno, de gustibus non est disputandum, a me piacciono di più…

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