Mons. ICS e la Ribollita di Matteo Zuppi all’Osservatore Romano.

5 Settembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il cardinale di Bologna ha perpetrato una lunga intervista con il direttore de L’Osservatore Romano, che potete leggere a questo collegamento. Mons. Ics l’ha scorsa, e ci ha inviato questo commento. Buona lettura.

§§§

La RIBOLLITA DI ZUPPI ….

– commento alla intervistuncola del candidato prossimo Pontefice Massimo –

Abbiamo letto l’intervista del candidato al soglio pontificio card. Matteo Zuppi al direttore dell’Osservatore Romano, Monda.

In cinque parole potremmo definirla “il nulla in una intervista“.

Poteva concepirla e farla un qualsiasi sacrestano di una borgata romana.

Invece, no. L’ha fatta er cardinale de Trastevere de sant’Egidio.

L’intervista è lunghissima, mal concepita, mal strutturata.

Manifestamente orientata solo a evidenziare che Zuppi rappresenta la vera continuità con Bergoglio, con la sua dottrina e magistero che subiamo da nove anni.

Invece il risultato fa anche emergere il nulla di Zuppi: (una ribollita,  in pratica).

L’unico vero messaggio che l’intervista dà è che grazie alla sinodalità riusciremo a applicare “le intuizioni” del Vaticano II,  alleandoci con i laici,  anche atei. (Perché, finora che hanno fatto?).

Pensare che il possibile futuro papa ci viene a spiegare che la chiesa non attrae perché lì “ci si sente giudicati” e che bisogna saper ascoltare la trasteverina che gli dice “’a don Mattè,  ma tu me stai a sentì?”,  mi ha fatto rabbrividire.

Mons. Paglia,  suo fratello di fede e di lotta, almeno ha letto qualcosa di san Tommaso,  Lei, Eminenza, oltre don Mazzolari che ha letto??

La inutile intervista non ci fa conoscere un Pastore che vuole evangelizzare e “puzza di stalla”,  no,  don Mattè puzza di nulla,  puzza di sacrestia dove è scomparso il Padrone di casa.

Zuppi non insegna nulla di spirituale, di soprannaturale, di culturale,  nulla di cattolico. Qualcuno dovrebbe dirgli quanto segue :

< Zuppi, Zuppi, tu ti preoccupi per una infinità di cose …(soprattutto di benessere bio-psico-sociale-economico)…, ma una sola cosa è necessaria per vivere: Cristo. Cristo ci dice “IO SONO LA VITA, LA VERITÀ LA VITA …”.

‘A don Mattè, e datte da fà finché sei in tempo…

 

Mons. ICS

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11 commenti

  • Mimma ha detto:

    L’intervista di Zuppi è. .. inzuppata di un male che ammorba ormai molti prelati modernisti, il pastoralismo.
    In base a questa ideologia, perché di perniciosa ideologia si tratta, compito del pastore, sacerdote cattolico di Cristo, non è più guidare le pecore con bastone e vincastro e magari con l’ausilio di cani , affinché evitino di cadere nei burroni o di precipitare nel vuoto, ma di limitarsi ad assecondare l’itinerario delle pecore, adattandosi al loro umore.
    Bastone e vincastro, cioè dottrina e sacramenti, non si reputano indispensabili. Si opera una netta cesura tra la Legge e il Vangelo, tra il nuovo e l’antico testamento, tra il Dio del Sinai e Gesù, come se l’uno non discendesse dall’altro, come se nel primo non fosse compreso, predetto e sospirato il secondo, come se il Figlio non fosse nel Padre, come se il Vangelo non spiegasse e rendesse concreta la Legge. È fin troppo evidente l’uso strumentale , eretico ed empio, secondo me, di tutta la dottrina giudeocristiana, del cosiddetto rigorismo del patto sinaitico da contrapporre alla misericordia del nuovo patto, ridotto a panna e miele.
    Non parliamo dei cani : preghiera, penitenza e digiuno, considerati roba da tridentini inveterati , improponibili al fedele moderno, delicato di intestino e di cervello.
    Che poi … digiuni e diete hanno un senso, per chi sia razionale, se scelti per motivi salutisti, non di certo per fisime religiose!
    Abnegazione, sacrificio, croce sono lemmi dal suono sinistro, da lasciare sepolti nel dizionario, non realtà atte a spiegare il senso e il dramma della vita, vivificati dalla Luce di Gesù.
    Già da anni il peccato, derubricato a fragilità, non ha più posto nelle omelie domenicali, farcite di buonismo e comprensione per ogni tipo di sporcizia e amor divino sfuso e a poco prezzo.
    Sarebbe addirittura da accantonare, a questo punto, il termine arcadico e arcaico di pastore per indicare questi moderni direttori d’anime, laureati sempre più spesso in psicologia; laureati, dico ,in scienze umane, attenti alle esigenze e alle sfumature del neoantropo, dell’uomo di oggi, così sofisticato ed esigente, da trattare come un habitué di gran restaurant, con menu personalizzati.
    A un cliente simile, quando mai uno Zuppi proporrebbe un buon parroco tutto d’un pezzo, di sana formazione dottrinale e di vita santa che predicasse l’ ubbidienza ai dieci comandi o il fuoco dell’inferno?!
    Siamo nelle mani di Dio. Non vedo rimedi umani a tutto ciò.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Cara Mimma, del pastoralismo ne parlava già il card. SIRI durante il Vaticano II. È un male vecchio, diffusori soprattutto dopo la guerra, negli anni Cinquanta.

  • Daouda ha detto:

    Don X sembra intendere da puritano il quale innanzi ad uno stolto in Cristo, se fosse, gli darebbe fuoco.

    Il tradizionalista medio in effetti è una via di mezzo fra il protestante ed il cesaropapista…

  • Giovanni ha detto:

    Perché la ribollita viene equiparata a questa intervista? La ribollita è salutare e ricca di sapore e, con il pane giusto, è anche sostanziosa. Per favore, siate più avveduti, grazie.

  • Paoletta ha detto:

    magari anche lui verra’ silurato dalla misericordia in agguato, vista l’aria che tira…

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Preso atto del ricorso abituale all’intervista quale strumento privilegiato per la comunicazione circa eventi ecclesiali e progetti di orientamento pastorale, consona al dinamismo del processo avviato, resta il fatto che il contenuto dell’intervista non è un documento magisteriale, per quanta importanza si dia e si voglia dare ad essa.
    Per la cronaca: l’ennesima del papa, questa volta ad un’emittente televisiva portoghese, andrà in onda stasera e, come sempre, domani saremo inondati di lanci giornalistici che chissà se ci riserveranno qualche scoop, oltre le trite e ritrite dichiarazioni.
    Se la vista mi sorreggerà, mi riserverò di leggere le preannunciate dal presidente CEI “parole nuove sui temi etici” con le quali, certo della bontà del proposito, intende riempire gli “otri vecchi”. Auguriamogli che questi non abbiano a spaccarsi e vadano perduti. Mentre ricordo che non desidera il “vino nuovo” chi beve e trova “buono” quello “vecchio. (cfr. Lc 5, 36-39)
    Approssimativo il tentativo di scaricare sugli effetti, comunque dannosi, della pandemia l’allontanamento – e il quant’altro – dei fedeli dalla partecipazione attiva alla vita ecclesiale. Il che mi suona come tacita autoassoluzione. E la mancanza di una doverosa autocritica non mi pare deponga a favore di una giusta ripartenza, in direzione della formazione dell’ “uomo evangelico” che ha in mente, per la ricostruzione di una comunità solidale e animata da autentico spirito fraterno.

  • Franco Cornago ha detto:

    Ho letto il testo della lunga intervista e concordo, con sofferto dispiacimento per la Chiesa di Cristo, sul commento di Monsignor Ics . Gradirei, se possibile, avere una risposta alla mia domanda:
    E’ possibile sapere se l’intervista è stata fatta “de visu” e non con domande scritte per consentire all’intervistato di articolare le risposte con opportuni richiami alle sacre scritture o ai pareri di altri? Le citazioni fatte dall’intervistato presuppongono una memoria di livello non comune.

  • Donna ha detto:

    Bergoglio è la punta dell’iceberg, purtroppo! E già stiamo sperimentando l’asfissia teologica…figuriamoci con Zuppi…. è che purtroppo non c’è mai fine al peggio… soltanto le nostre preghiere per supplicare l’intervento divino, porrà fine alla moltiplicazione del putridume che già ha offuscato le menti ed i cuori di molti pastori e pecore.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Si può anche ascoltare la trasteverina (in realtà, Trastevere non è più un quartiere popolare almeno dagli anni ’90, sarebbe meglio ascoltare qualcuno di Casalotti o di Tor Bella Monaca), a patto di avere qualcosa da risponderle che non sia la conferma di quello che lei pensa già.
    Siamo poi così sicuri che questo tipo di prete/vescovo moderno sia così vicino alla gente?
    Avrà mai preso una scopa in mano il caro Zuppi? Avrà mai pulito un cesso?
    La vicinanza con la gente parte anche da queste cose.

    • Giovanni ha detto:

      Bisognerebbe sentire i preti che conducono da soli e senza aiuto due, tre, quattro parrocchie. Gente santa davvero, che si sostenta soprattutto con la propria fede.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Puzza di bruciato?
    Ci sono sacerdoti satanisti, finti oppositori della falsa chiesa, che quando parlano di puzza fanno spesso riferimento alla puzza delle vecchiette: pensate voi come provano ad abbattere la devozione altrui, i poveretti!

    Di puzze ce ne sono tante.

    Ma quella che arriva prima è la puzza del peccato, che da costoro promana al di là delle infinite docce che si fanno.
    Che poi è diventato anche illegale usare l’acqua.

    Lo diremo a Draghi!
    😂😂😂