Arrendersi All’Evidenza. Qualche Consiglio per i Contagiati Non Sierati (Ma non solo…)

5 Settembre 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza risponde a un lettore di SC che aveva chiesto delucidazioni su alcuni punti relativi al siero genico. Buona lettura.

§§§

NON VACCINATI CONTAGIATI – QUALI ATTENZIONI PER LORO MA NON SOLO

Un lettore ha chiesto un approfondimento per questa categoria di persone e senza pretese di esaustività spero di fornire qualche utile indicazione.  

Prima di questo è utile cercare di definire il meglio possibile la platea interessata.

I contagiati da Covid-19 sono identificati tali tramite un tampone (molecolare o antigenico) la cui attendibilità non è insindacabile. Inoltre pur essendo tutti definiti “positivi”, la carica virale può variare in modo molto ampio da caso a caso. Le persone contagiate hanno poi una situazione personale caratterizzata da fattori che possono proteggere o meno dagli sviluppi della malattia (grado di efficienza del sistema immunitario, predisposizioni genetiche, malattie pregresse o concomitanti…).     

Tra quanti risultano contagiati, dando per buono il responso del test, oltre il 40% sono asintomatici.

Di quelli che manifestano sintomi, una larga parte si ferma a disturbi lievi.

Qualora la sintomatologia diventi più fastidiosa o pericolosa sappiamo che ad esserne responsabile è soprattutto l’interazione tra la proteina spike presente nel coronavirus e i recettori ACE2 presenti sulle cellule umane con le quali il virus viene a contatto: ne consegue, attraverso varie vie metaboliche descritte in precedenti contributi, uno stato infiammatorio che può degenerare fino a mettere a repentaglio la vita.      
 
Di quante persone parliamo? Milioni o poche migliaia? In tutti i casi esistono e sono vive malgrado le avessero già seppellite! 
 
Adesso vivono, più o meno libere, e possono essere contagiate per la prima volta (perché la precedente potrebbe non essere stato così), ricontagiarsi (raro) o avere effetti postumi del contagio avuto.         

Quando c’è un sospetto di contagio è fondamentale non sottovalutarne le prime fasi, iniziando quanto prima un trattamento antinfiammatorio (non la tachipirina) e sostenendolo con un’adeguata supplementazione di integratori o farmaci, non trascurando gli antibiotici se la febbre dovesse perdurare oltre i tre giorni. In genere l’infezione virale viene superata nel giro di un paio di settimane al massimo.

La conta ufficiale dei decessi collegati al Covid (con-Covid e non necessariamente di-Covid) assomma i casi di morte intervenuti entro i 28 giorni da quando è terminata la positività al coronavirus.

Evito qui ogni disquisizione o polemica sul significato attribuibile a questo modo di contare, perché mi preme invece portare l’attenzione non sull’attribuzione di un esito, ma sul fatto che il virus, anche se ben contrastato nei suoi effetti immediati, può lasciare degli strascichi nella persona guarita.

Ovviamente questo riguarda anche i vaccinati che hanno contratto il Covid-19 e quei vaccinati che, pur non avendolo contratto, sono invece stati esposti a più ondate di proteine spike prodotte dall’organismo per effetto dell’inoculo genico appositamente formulato, addirittura in quantità superiore, per un tempo più prolungato e in novero di organi più ampio di chi ha semplicemente contratto l’infezione virale.

In un modo o nell’altro l’organismo è stato sottoposto al contatto con l’ormai famosa proteina spike.

Questo è certo per tutti i vaccinati (tanto più quanto maggiore il numero delle dosi), ammesso e non concesso che tutte le dosi siano effettivamente equivalenti. E’ da ritenere certo per quei positivi, vaccinati e non, che hanno contratto il Covid-19, fermo restando che in molti casi si tratta solo di un referto diagnostico senza che vi sia stata effettivamente l’infezione. Poi c’è la questione dell’entità della carica virale.

Per semplificare mi soffermo sul caso di quanti abbiano effettivamente manifestato sintomi non lievi: costoro non debbono escludere, anche dopo la guarigione, di aver ancora qualche strascico dei problemi causati dalla presenza della proteina spike. Si è visto che da tre a sei mesi dopo una sintomatologia pesante (anche senza ricovero, ma curata domiciliarmente) possono presentarsi dei problemi tromboembolici, cardiaci, epatici e in generale di affaticamento o minor freschezza fisica ed intellettuale.           

Per questa ragione è consigliabile (in generale a chiunque sia risultato positivo, a quanti sono plurivaccinati e soprattutto a chi ha manifestato sintomi particolarmente fastidiosi) indagare la presenza di parametri che possono mettere in allerta come indici d’infiammazione: il d-dimero, il fibrinogeno, la proteina C reattiva, la troponina, la lattato deidrogenasi (LDH), i test che misurano l’efficienza epatica, renale o pancreatica, il test di glicemia e la curva da carico orale, per non trascurare segnali che potrebbero non essere ancora arrivati a dare sintomi, ma che covano sotto la cenere di un peggioramento della coagulazione o conseguenza di un’attivazione di situazioni infiammatorie precedentemente tenute sotto controllo.

Allo stesso tempo, specialmente chi ha una familiarità nota di problematiche cardiocircolatorie, intestinali o epatiche, oppure problemi di artrite o altre malattie autoimmuni, dovrebbe tenere monitorati i parametri ematici di sostanze che, se insufficientemente presenti, possono esporre a rischi: andrebbero dosati il glutatione, la vitamina D3, il complesso delle vitamine B, la vitamina C, lo Zinco e quelle sostanze la cui carenza è stata vista concorrere ai casi più gravi di Covid-19 e predispone ad avere effetti negativi a medio lungo termine in ragione dell’esposizione alla proteina spike (virale o vaccinale).       

In generale, avvicinandosi l’autunno, soprattutto chi ha già sperimentato problemi dovrebbe predisporsi ad attivare le proprie difese immunitarie che possono essere deboli per varie ragioni (età, terapie in corso per altre malattie, poca attività fisica, carenze alimentari, malassorbimento, le stesse vaccinazioni mRNA…) sostenendole con sostanze che aiutano a fronteggiare la carenza di cellule immunitarie deputate al contrasto del virus prima e poi l’infiammazione e lo stress ossidativo che ne conseguono. Le quantità da assumere andrebbero commisurate ai valori riscontrati nello screening suggerito.

Un particolare riguardo va dato all’intestino, che contiene una consistente parte del nostro sistema immunitario e che concorre a combattere anche i coronavirus, nonché ad assorbire le sostanze che aiuterebbero l’organismo a farlo meglio.  Per quanto riguarda l’albero respiratorio, avendo già descritto i limiti e le controindicazioni delle mascherine, non va trascurata un’adeguata igiene nasale mediante opportune irrigazioni periodiche. Non è necessario ricorrere a rimedi particolarmente costosi e soprattutto è importante mettere in condizione l’organismo di fronteggiare al meglio virus, batteri e infiammazione.

Il vaccino sperimentale a mRNA oltre a costituire un innegabile fattore di rischio non è certamente l’unica cura. Se proprio dovesse essere necessario curarsi, ribadisco l’importanza della tempestività e di un antinfiammatorio (non il paracetamolo che depaupera il salutare apporto del glutatione), oppure l’ivermectina e in seconda battuta -se c’è febbre persistente- di un antibiotico, accompagnati da generose dosi di vitamina C e glutatione.       

Come ultimo e ripetuto consiglio, i non vaccinati “sopravvissuti” al contagio, non dovrebbero sottovalutare la possibilità di covare dentro di sé qualche strascico dell’esperienza avuta con la proteina spike, quella che la scienzah irroga a tutta birra a chi si dosa più volte con il siero che istruisce l’organismo a produrre la spike del virus che c’era nel 2020 e non c’è più.

NB: anche il prossimo bivalente continuerà a farlo. Il Regno Unito è il primo Paese ad aver autorizzato l’uso del nuovo vaccino bivalente anti Covid di Moderna studiato per combattere sia il ceppo originario del virus Sars-CoV-2 che la variante Omicron. 
Leggete bene: il ceppo originario resta… Chissà a che cosa serve insistere sempre con quello… 
 
AAE

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8 commenti

  • SOLDATO AGLI ORDINI DI CRISTO ha detto:

    Grazie mille ad AAE che ha illustrato con ampiezza quello che nemmeno i medici di famiglia indicano. È capitato che all’atto della comunicazione di tampone positivo l’atteggiamento di medici e infermieri sia stato persino di dispiacere per quella che si direbbe la più grande disgrazia di questo mondo. Ed invece, la malattia può essere affrontata senza grosse conseguenze nella maggior parte dei casi se si interviene come si deve. È rimasta quindi in sottofondo la paura del Covid, ma non quella del siero. Il ceppo originario del virus viene mantenuto anche se non più uguale? Come obbligare i responsabili ad una risposta? Perché occorre…

  • ex : ha detto:

    Quali sono gli antinfiammatori più adatti per la cura? Grazie

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Banalmente l’ibuprofene e l’acido acetil salicilico.
      Purtroppo chi ha problemi gastrici non può prenderli senza avere qualche disturbo.
      C’è anche il cortisone, che però presenta un ventaglio ancora più ampio di controindicazioni.
      Anche la “famigerata” idrossiclorochina è ottima in caso di Covid, salvo cautela per chi ha problemi renali, assume insulina o ha la retina già compromessa.
      Poi ci sono ottimi antinfiammatori naturali (zenzero, curcuma…) comunque da assumere cum grano salis.
      Una donna in gravidanza o che allatta ha poi ancora più responsabilità.

      Direte che non è poi così facile curarsi… Perchè, prendere un vaccino sperimentale mRNA che ha cento effetti collaterali firmando anche un consenso informato vi pare saggio e normale?

      La tachipirina e vigile attesa, più ricovero ritardato, più ventilazione e anestetici quanti ne hanno uccisi che potevano essere ancora qui?

  • Creazionista ha detto:

    Domanda per l’autore. È vero che il glutatione per bocca viene eliminato (forse tutto)? Come si può assumere allora?
    Grazie in anticipo

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Si, il glutatione preso per bocca non è assorbito.
      Però si può assumere N-acetilcisteina, il suo precursore, che è invece ben assorbito.

  • Un frate ha detto:

    Arrendersi all’evidenza ha scritto una bella ricetta per i vaccinati e non, dal punto di vista medicinale, e come tale sicuramente è molto utile.
    Se, alla fine, il problema Covid di fatto è medicinale e non piuttosto politico, nell’articolo non è considerato affatto.
    Gli indizi però in favore della diagnosi politica sono innumerevoli. In consequenza si consiglia di cuore di evitare possibilmente, se non è tardi, ogni contatto con il siero. Così si evita le cure che sono descritte nell’articolo con brillantezza. E si arriverà ad una nuova evidenza, cioè che il siero è meramente politico, e purtroppo anche l’unica causa dei problemi di salute postvaccinali, che vanno fino alla scomparsa inaspettata di sportisti professionali e pure di bambini finora totalmente sani. Non ci vuole molto per arrendersi all’evidenza.

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Dell’aspetto politico potremmo disquisire per ore.

      Il problema è che il Covid-19 esiste, lasciando perdere chi l’abbia originato e come. Purtroppo anche chi ha capito la truffa vaccinale può risultare contagiato e in certi casi anche dopo essere guarito potrebbe avere delle eredità spiacevoli.

      Abbiamo però il modo di esserne al corrente e di mettere qualche protezione in più e questo aiuterà anche i fratelli e le sorelle che, disgraziatamente per loro, si sono fatti intortare dalla narrativa vaccinale con pochissimo beneficio, rischi incombenti e forse la colpa di non aver ancora capito tutta la politica che sta dietro la scenzah, senza la i e con l’acca.

      • ex : ha detto:

        Chiedo scusa per l’ignoranza. Capisco che “scenzah” è usato con significato spregiativo (giustamente, dati i tempi): ma qual è l’origine o la composizione “grafica” dell’espressione?