Porfiri: “Il Credo in Comunione con Ortodossi, Anglicani Luterani…”. Siamo Sicuri?
31 Agosto 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri porta alla vostra attenzione questa esperienza personale, vissuta durante una messa, e da cui ha tratto qualche pensosa riflessione. Buona lettura.
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Lo stesso Credo?
Durante una Messa a cui ho partecipato recentemente, Messa nel rito detto di Paolo VI, l’anziano sacerdote celebrante prima del Credo ha detto che stavamo per recitare “in comunione con ortodossi, anglicani, luterani…” la stessa professione di fede. Io sono rimasto quantomai perplesso e mi sono domandato: se è la stessa fede, perché esiste l’ecumenismo?
Che ci sia l’adesione alla figura di Gesù Cristo è un conto, che si professi la stessa fede è un altro. Si può credere nella democrazia ma ci sono numerosissime idee in cui essa può estrinsecarsi. Noi crediamo che Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa per conservare intatta la tradizione divina e apostolica e per annunciare il Vangelo alle genti, tanto che si diceva extra ecclesiam nulla salus. Perché considerare nella Chiesa coloro che non intendono starci rifiutando punti della fede non secondari?
La Dominus Iesus precisava: “Innanzitutto, deve essere fermamente creduto che la « Chiesa pellegrinante è necessaria alla salvezza. Infatti solo Cristo è il mediatore e la via della salvezza; ed egli si rende presente a noi nel suo Corpo che è la Chiesa. Ora Cristo, sottolineando a parole esplicite la necessità della fede e del battesimo (cf. Mc 16,16; Gv 3,5), ha insieme confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta ». Questa dottrina non va contrapposta alla volontà salvifica universale di Dio (cf. 1 Tm 2,4); perciò « è necessario tener congiunte queste due verità , cioè la reale possibilità della salvezza in Cristo per tutti gli uomini e la necessità della Chiesa in ordine a tale salvezza »”. Quindi la Chiesa cattolica è quella in cui si trova la salvezza. Coloro che non accettano la sua tradizione divino-apostolica, pur presentando al loro interno elementi di grazia e santificazione, non possiedono la verità piena.
Gli Ortodossi? Proprio nel Credo c’è la questione del Filioque che non è soltanto una disputa filologica, senza contare altre questioni ugualmente importanti anche se l’Ortodossia è sicuramente più vicina delle altre comunità cristiane come l’Anglicanesimo e il Luteranesimo con cui le differenze sono ancora più marcate, dal punto di vista sacramentale e dei dogmi o pensiamo al ruolo della Beata Vergine Maria o al modo molto diverso in cui si intenderebbe di credere nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Dire che recitiamo la stessa professione di fede, mettendo tra parentesi questioni capitali, non fa che aggiungere confusione a confusione. Come se non ce ne fosse già abbastanza.
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Categoria: Generale
Potrebbe sfuggire che questa “comunione” globale sull’ovvio, o sul nulla, è un passo da gigante verso la nuova religione naturale mondiale.
Ha la stessa valenza della “comunione” nella certezza che il sole è giallo e sorge al mattino.
E’ la religione naturale riservata dai poteri globali all’umanità, ridotta al rango di bestie cui dispensare una fede da bambini (eterogenesi dei fini dell’utopia dei cattolici adulti), laddove gli “eletti” delle varie consorterie si credono sempre più simili a Dio.
Dai tempi del Conciclio la burocrazia ecclesiastica ci propina queste perle in una colluvie di documenti sempre più abbondante, a similitudine della terminale burocrazia ottomana. La sola speranza è che si dissolva come quest’ultima, prima che riesca a dissolvere i fedeli
«È necessario tener congiunte queste due verità , cioè la reale possibilità della salvezza in Cristo per tutti gli uomini e la necessità della Chiesa in ordine a tale salvezza ». (Dominus Jesus).
Certo che il linguaggio, specialmente quello scritto, offre la possibilità di espressioni che rasentano l’equivocità. Nel brano si presenta come “due verità” ciò che, invece, viene proposto (o imposto?) come unica verità, e cioè che Cristo e Chiesa sono inscindibili, e quindi Cristo lo si trova soltanto nella Chiesa. Perciò, vien da chiedere che senso abbia scrivere di “due verità”.
Il maestro Porfiri si adegua scrivendo: “quindi la Chiesa cattolica è quella in cui si trova la salvezza. Coloro che non accettano la sua tradizione divino-apostolica, pur presentando al loro interno elementi di grazia e santificazione, non possiedono la verità piena”.
Ma che significa “verità piena”? La verità, essendo una, o è piena o non è. il termine “pienezza” ha tutta l’aria di un escamotage per non destinare subito all’inferno i non cattolici, che non hanno la verità piena e che tuttavia, ecco l’equivoco, possiedono elementi di grazia e di santificazione, quindi, è lecito pensarlo, anche di salvezza. E infatti, una grazia e una santificazione che non salvano che senso hanno?
Insomma, da come si pone la faccenda sembra che per i non cattolici possano darsi un Cristo parziale, una verità non piena, una grazia insufficiente, una santificazione ridotta e una mezza (non piena!) salvezza, ciò che non sta né in cielo né in terra.