Mascarucci: Quando la Chiesa Cerca il Consenso del Mondo. Zuppi e Paglia.

31 Agosto 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Americo Mascarucci offre alla vostra attenzione questa riflessione su due personaggi di Chiesa che di recente hanno fatto parlare di sé…buona lettura.

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Zuppi e Paglia, quando la Chiesa cerca il consenso del mondo

 Le scelte giuste sono spesso le più impopolari, ma proprio per questo vanno prese con maggiore determinazione. I politici sono abituati ad adottare le scelte più convenienti, spesso sbagliate e destinate poi nel tempo a manifestare i loro effetti controproducenti. Ma se i politici hanno bisogno del consenso per sopravvivere, gli uomini di Chiesa non hanno alcuna giustificazione nel cercare gli applausi del mondo. E allora ecco che la sortita del neo presidente della Cei Matteo Zuppi sull’eutanasia di poche settimane fa ci ha trovati del tutto contrari, perché ci è sembrata ispirata unicamente dall’esigenza di ottenere proprio il consenso del mondo. Zuppi ha dichiarato che celebrerebbe senza alcun problema il funerale di una persona che ha scelto il suicidio assistito, pur premettendo di essere contrario ad ogni forma di eutanasia. E si è subito beccato gli applausi di Mina Welby, la vedova di quel Piergiorgio Welby che si vide rifiutare le esequie in chiesa per volontà dell’allora Vicario di Roma, e predecessore di Zuppi alla guida dei vescovi italiani, cardinale Camillo Ruini.

Ma perché Ruini volle negare i funerali religiosi a Welby? Per un pregiudizio? Per una questione di antipatia personale? Per questioni ideologiche? No, perché quella era la scelta giusta da fare. Perché la decisione di Welby di porre fine alla propria esistenza fu consapevole, determinata, richiesta a gran voce per anni con l’idea di aprire la strada ad una legge che potesse legalizzare l’eutanasia in Italia. Al di là degli aspetti drammatici della vicenda umana, Welby volle consapevolmente togliersi la vita, senza alcuna forma di pentimento, ma anzi con la speranza che anche altri potessero seguire il suo esempio. Oggi Zuppi ci dice che un simile comportamento è comunque meritevole di perdono e di misericordia al punto da consentire persino i funerali religiosi. Il tutto però condannando l’eutanasia che resta per la Chiesa un peccato grave.

Stando al ragionamento di Zuppi quindi non dovrebbero esistere più condizioni per ottenere il perdono e la misericordia. E’ in pratica un passaggio automatico, indipendentemente dal fatto che chi si macchia di un grave peccato, non se ne penta e anzi muoia orgoglioso di averlo commesso. Certo, la strada scelta da Zuppi è quella più facile perché lastricata di applausi, non come quella di Ruini che invece fu criticata, giudicata inumana, addirittura anticristiana. Ma una scelta sbagliata non diventa giusta soltanto perché trova il consenso dell’opinione pubblica, così come viceversa non può diventare sbagliata una scelta giusta perché criticata dalla maggioranza delle persone. E la Chiesa non deve seguire il mondo, ma la dottrina che non può essere adattata allo spirito dei tempi.

Perciò ci sembra contraddittorio il comportamento di un presidente Cei come Zuppi che nel condannare l’eutanasia, si dice pronto a celebrare le esequie di chi sceglie questa strada. Anzi, ci appare un tentativo non di condannare, ma quasi di giustificare chi decide di togliersi la vita in modo consapevole e determinato. E se è comprensibile che a farlo siano persone gravemente malate e quindi desiderose di porre fine il prima possibile alle proprie sofferenze, non è però ammissibile che la Chiesa si renda complice di comportamenti contrari alla morale cristiana riscrivendo le regole del Codice di Diritto Canonico, canone 1184, che specificano chiaramente quali condizioni sono richieste per ricevere i funerali religiosi..

Scandalizzano, ma non stupiscono più di tanto, neanche le parole di monsignor Vincenzo Paglia presidente della Pontificia Accademia per la Vita in favore dell’intoccabilità della legge 194 sull’aborto. E parliamo dello stesso Paglia che elogiò l’amico Marco Pannella quando morì vantandosi di essergli stato vicino negli ultimi tempi della sua vita, senza riuscire però ad ottenere dal leader radicale nessuna concreta riflessione o rivisitazione in senso cristiano della propria esistenza. Di fronte alle polemiche che le dichiarazioni hanno scatenato, ecco che il portavoce di monsignor Paglia ha inteso replicare, provando a metterci la classica toppa peggiore del buco: “Durante una trasmissione televisiva, all’intervistatrice che chiedeva se la legge 194 potesse essere abolita, mons. Paglia rispondeva che la legge costituiva ormai un ‘pilastro’ della vita sociale italiana, tanto è incardinata nell’ordinamento giuridico italiano. E per di più nessuna forza politica al momento intende abolirla. L’intento dell’affermazione non riguardava un giudizio di valore sulla legge, quanto la constatazione che è praticamente impossibile abolire la 194 in quanto elemento ormai strutturale della legislazione in materia. Sulla qualità, poi, del pilastro c’è molto da dire”. No all’aborto dunque, ma la legge 194 non si tocca perché sarebbe impopolare proporre una cosa del genere e la Chiesa preferisce convivere con lo spirito dei tempi, non andare controcorrente.  In pratica Paglia ha preferito seguire l’esempio di quei politici che, pur professandosi cattolici e contrari all’aborto, per non perdere consensi preferiscono non mettere in discussione la 194 e le altre leggi libertarie dello Stato, sostenendo che non si possono toccare “diritti acquisiti”. Peccato che Paglia non è candidato alle elezioni e da vescovo dovrebbe preoccuparsi di quanti nascituri non hanno visto la luce grazie a questa legge.

Poi per carità, le belle parole per condire il tutto e renderlo meno indigeribile ci stanno tutte: e così se Zuppi per giustificare le esequie di chi opta per l’eutanasia ci tiene a ribadire che la priorità è stare vicino alla persona che soffre, non porre fine alla vita, Paglia ci fa sapere che però resta prioritario valorizzare la 194 laddove tutela e valorizza la maternità e non l’aborto.

Resta il fatto che in poche settimane due eminenti uomini di Chiesa hanno in pratica affermato senza ombra di dubbio che oggi si preferisce non più seguire il Vangelo ma prendere la strada più popolare, quella che impedisce contrasti con il pensiero unico dominante. La strada più conveniente, quella che fa prendere più applausi e fa apparire la Chiesa meno lontana dalle istanze della modernità, più omologata al mondo laicista, al mondo dei Pannella, delle Bonino, dei Cappato, del Pd, dei circoli liberal, delle lobby Lgbt. Una Chiesa insomma che smette di convertire e preferisce lasciarsi convertire dal mondo. Ecco perché ci manca Ruini e quella presunta “inumanità” che tanto scandalizzava Mina Welby.

Americo Mascarucci

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9 commenti

  • Nat ha detto:

    Un tempo la Parola di Dio era un “spada a doppio taglio” che giudicava sia chi la proclamava sia il mondo che la ascoltava.
    Oggi, depurata da tutto ciò che risulta “incomprensibile all’uomo moderno” è stata trasformata in un’arma “cortese” che tuttalpiù ti procura qualche livido che sparisce con una applicazione di lasonil.
    Ma questi, si sa, sono solo sfoghi da “indietristi”.

  • acido prussico ha detto:

    Il Consistorio di New Entries & Old Glories (piú realisticamente definibile “consi-isterico”) è finito.
    Risultato ?
    Mah!
    Frutti ?
    Mah!
    Un proverbio spagnolo dice: “Reunion de pastores, oveja muerta” (Riunione di pastori, pecora morta) …

  • acido prussico ha detto:

    2+1 fanno 3 (se poi aggiungete volta per volta le “esibizioni” di altri “prelati” eccellenti della cupola vaticana potete costruirvi il mosaico del pontificato bergogliosco).

    Il neo-cardinale Roche velenosamente a noi tradizionalisti ci ha definito “isterici”…
    “Il prefetto della Congregazione per il Culto, monsignor Arthur Roche, è stato nominato cardinale sabato scorso da Papa Francesco. In un’intervista alla rivista Crux, il porporato ha parlato della sua nomina a cardinale, della sua missione in curia, dei rapporti con i cattolici tradizionalisti e con gli altri nuovi cardinali.
    Il Prefetto della Congregazione per il Culto, in un’intervista, ha definito il suo ruolo come quello di “costruire ponti” e “parlare con tutti”, pur criticando aspramente i gruppi legati alla liturgia tradizionale.”

    Altra ciarlataneria in:
    https://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=44282

  • Stelio ha detto:

    La prima pietra posta dalla chiesa verso il mondo e contro la dottrina cattolica è l’accordo sottoscritto con il governo cinese.
    Il resto è poca cosa

  • Gabriela ha detto:

    « È CADUTA, È CADUTA
    BABILONIA LA GRANDE
    ED È DIVENTATA COVO DI DEMÒNI,
    carcere di ogni spirito immondo,
    carcere d’ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
    ….
    Poi udii un’altra voce dal cielo:
    « USCITE, POPOLO MIO, DA BABILONIA PER NON ASSOCIARVI AI SUOI PECCATI E NON RICEVERE PARTE DEI SUOI FLAGELLI.
    Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità…

    Signor Mascarucci, grazie che con i suoi articoli ci offre spesso la possibilità di meditare sulla triste realtà del nostro Santo Padre Benedetto, che da quasi 10 anni di trova in sede di impedita perché la Sua Cattedra è stata usrpata dall’impostore mercenario che, col sostegno della setta massonica a lui unita, sta perseguendo il diabolico obiettivo di distruggere Cristo e la Sua Chiesa.

    Preghiamo Dio affinché, per il Sangue di Cristo unito a quello dei santi martiri innocenti e per le lacrime e i dolori di Maria SS ai piedi della croce, infonda nei cuori dei sacerdoti a Lui fedeli, il coraggio e la forza di uscire dalle chiese occupate dalla setta massonica di Bergoglio e ritornare nella vera Chiesa di Cristo, in comunione col vero papa Benedetto.
    Chiesa che, se anche privata delle strutture esterne, sta rinascendo nelle case dei fedeli più Viva e più Santa che mai, proprio perché ricca dello Spirito Santo.

    • Giovanni ha detto:

      Spero per Benedetto XVI che le sue dimissioni siano state date per serissimi motivi, perché il male che ne è scaturito è così grande (anche se prima o dopo inevitabile causa V. II) che altrimenti sarebbe una colpa per lui molto grave.

      • Gabriela ha detto:

        Caro Giovanni, le consiglio vivamente di leggere il libro CODICE RATZINGER del dott. Cionci se davvero vuole capire la VERITÀ DEI FATTI.

        PAPA BENEDETTO SI È MAI DIMESSO, PERCHÉ NON HA MAI REVOCATO IL MUNUS PETRINO❗

        Ma ha solo rinunciato all’esercizio attivo, ben sapendo che non rinunciando al MUNUS, come d’obbligo per il can 332&2, il suo atto era posto con ERRORE INVALIDANTE.
        E lei sa che per il can 126 l’ atto posto con errore, rende l’atto suscettibile di RESCISSIONE = NULLO.

        In questo modo papa Benedetto HA INVALIDATO non solo la sua “apparente rinuncia” al papato, ma ha reso nullo il conclave successivo e quindi anche le elezioni di Bergoglio.

        Ma lei ha mai ascoltato la dichiarazione ufficiale in italiano di papa Benedetto del 27-2-2013, in cui ribadisce che ha fatto questo atto di rinuncia (invalida solo per gli onesti ) PER OBBEDIENZA A CRISTO?(https://youtu.be/dLiGTk3YunY) dal min. 14

        Mi spiace Giovanni che lei non comprenda che in questo modo, il Signore stesso, attraverso il Suo Vicario Benedetto, ha dato la possibilità di liberare la Chiesa dagli astuti nemici nel momento in cui i VESCOVI E I SACERDOTI “CRISTIANI” RICONOSCERANNO IL LEGITTIMO PAPA BENEDETTO XVI.
        Inoltre …
        Forse lei Giovanni non lo sa, (ma i sacerdoti sanno molto bene) che per il Can. 333&2, “per il bene della Chiesa, il papa legittimo, da solo e senza il supporto di nessun cardinale, PUÒ DECRETARE” LA SCOMUNICA IMMEDIATA A BERGOGLIO E A TUTTA LA MASSONERIA ECCLESIASTICA DA LUI CAPEGGIATA.

        Non solo, ma per il can 333&3, di fronte a tale DECRETO DI SCOMUNICA “NESSUNO”, ripeto: NESSUNO PUÒ DARE APPELLO.

        E pertanto, la esorto caldamente a non lasciarsi influenzare da chi illecitamente e ingiustamente si erge a giudice della “DIVINA” e “INFALLIBILE” AUTORITÀ DI PAPA BENEDETTO XVI= COLUI CHE ANCORA OGGI, (se pur crocifisso in sede impedita) RAPPRESENTA LA PERSONA DI GESÙ CRISTO IN TERRA E CON LUI FORMA L’UNICO VERO CAPO DELLA CHIESA.

        Ora le chiedo:
        Perché tanti vescovi e sacerdoti, che pur conoscono bene il diritto canonico, non
        VOGLIONO RICONOSCERE IL LEGITTIMO PAPA? L’UNICO CHE DETENTIENE IL MUNUS PETRINO MAI REVOCATO?

        NON COMPRENDONO CHE RICONOSCERE IL PAPA LEGITTIMO È RICONOSCERE CRISTO?

        MENTRE INVECE CONTINUARE A RICONOSCERE L’IMPOSTORE ERETICO PRIVO DI MUNUS È DARE POTERE A SATANA E COLLABORARE AI SUOI PIANI MALVAGI?

        PERFAVORE Giovanni,
        🙏 provi a fare questa domanda ai sacerdoti di fiducia che lei conosce e poi mi faccia sapere la risposta.

        Grazie di cuore.

  • don Z ha detto:

    sa caro Mascarucci , io credo che sia stato il mondo a cercare il consenso della Chiesa , e non avendolo trovato con Benedetto XVI , lo ha sostituito con l’ibrido Bergoglio . Lo chiamo ibrido perchè a volte ( poche ) sembra cattolico, pur non essendolo quasi mai tutte le altre volte .( ciò induce confusione . La confusione che ci fa fare l’Antonio Socci , quando è tornato a gridare che Bergoglio E’ CATTOLICO !!) Poveretto …

    • Sherden ha detto:

      Socci ha mutato linea di pensiero da quando il pampero ha fatto cacciare Carròn.
      Avete presente la scena dei capponi di Renzo?