Kath.net, mons. Thomas Maria Renz. La Difesa della Vita come Criterio Confessionale.
22 Luglio 2022
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione questo articolo scritto per Kath.net che ringraziamo dal vescovo ausiliare di Rottenburg-Stoccarda, mons. Renz, nella nostra traduzione. Buona lettura.
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“La questione della protezione della vita diventa una questione di appartenenza confessionale: non può essere cattolico chi non professa chiaramente e inequivocabilmente il diritto illimitato alla vita fin dall’inizio!”. Articolo del Vescovo ausiliare Thomas Maria Renz
Rottenburg-Stoccarda (kath.net) L’insegnamento della Chiesa cattolica sull’inviolabilità e la santità di ogni vita umana dal momento del suo concepimento fino all’ultimo respiro è stato testimoniato con chiarezza cristallina fin dai tempi apostolici e non è mai stato messo in discussione – almeno non da chi voleva rimanere cattolico nel processo. Il margine di manovra nella questione se l’uccisione prenatale di un bambino nel grembo materno non debba forse essere tollerata in singoli casi per “ragioni di umanità” da parte della Chiesa cattolica tende a zero. Infatti, in nessun altro ambito dell’insegnamento religioso e morale cattolico la situazione è così chiara come nel caso dell’aborto deliberato del feto: Il 5° Comandamento (“Non uccidere”) non lascia spazio a interpretazioni, perché non esiste un piccolo morto e un piccolo incinto. Seguono innumerevoli dichiarazioni della Chiesa, come l’interpretazione dell’aborto come “crimine abominevole” (Concilio Vaticano II), come “il più grande distruttore della pace” (Santa Madre Teresa di Calcutta) o come “omicidio su commissione” (Papa Francesco). Nessuno è obbligato ad adottare questa dizione netta dell’insegnamento della Chiesa nel proprio uso del linguaggio, ma la linea chiara, che non lascia praticamente spazio a deviazioni, è così tracciata in un modo che tutti possono capire. È, per così dire, la linea rossa da non oltrepassare impunemente se si vuole rimanere cattolici. Così la questione della tutela della vita diventa una questione di appartenenza confessionale: non può essere cattolico chi non professa chiaramente e inequivocabilmente il diritto illimitato alla vita fin dall’inizio!
La convinzione che Dio mi abbia “tessuto nel grembo di mia madre” (Sal 139), che io sia già stato voluto, formato e benedetto da Dio nel primo stadio embrionale della mia vita, proibisce ai cristiani di mettere mano alla propria prole. Non ci possono e non ci devono essere pigri compromessi. Questo distingue la Chiesa dalla politica, che anche in questioni esistenziali come l’infanticidio prenatale cerca maggioranze, umori e compromessi invece di perseguire una linea coerente. Tali tattiche non sono possibili per i cristiani sulla questione della dignità umana e del diritto alla vita dei non nati. Coloro che vogliono essere e rimanere cattolici chiederanno quindi naturalmente un’offerta nazionale di aiuto diversificato per le donne incinte in situazioni di conflitto, ma non un’offerta nazionale di possibilità di sbarazzarsi della propria prole.
Poiché è dimostrato che 9 donne su 10 che si trovano in un conflitto di gravidanza non vogliono liberarsi del bambino che hanno in grembo, ma “solo” dei problemi esistenti che si accumulano davanti a loro come montagne inespugnabili, faremmo un torto a queste 9 donne se potessero, per così dire, portare il loro bambino dietro l’angolo ad ogni angolo della strada. Questa è esattamente l’offerta sbagliata che lo Stato, la società e la Chiesa possono fare alle donne incinte in grave difficoltà. La stragrande maggioranza delle donne non vorrebbe mai che il proprio figlio venisse strappato con la forza dal proprio grembo, ma in molti casi vengono spinte e costrette proprio in questa direzione dal proprio partner o dalle circostanze.
L’idea che una donna decida “autonomamente” di abortire non corrisponde alla realtà delle gravidanze conflittuali nella maggior parte dei casi. Qui la gente si fa delle illusioni che hanno poco a che fare con la realtà. Qui c’è bisogno di maggiore onestà e di un ascolto più autentico delle reali esigenze delle donne interessate! La stragrande maggioranza delle donne che si rivolgono a un consultorio durante la gravidanza cerca prospettive concrete, argomenti e aiuto per adottare il proprio figlio, e non un modo rapido per liberarsene. Lo Stato, la società e la Chiesa devono tenerne conto nei loro servizi per le donne incinte in situazioni di conflitto. Chi prende sul serio i bisogni concreti delle donne incinte e si concentra su di essi, orienterà di conseguenza anche le proprie offerte di aiuto e non offrirà loro nulla che non corrisponda al loro bisogno più intimo e reale. E questo bisogno recondito in 9 casi su 10 non è: “Prendi mio figlio!”, ma: “Togli gli ostacoli che mi impediscono di accettare mio figlio!”.
Chi non vuole garantire i diritti umani – e in primo luogo il diritto fondamentale alla vita – all’essere umano fin dall’inizio, è obbligato a darne le ragioni. Quando un essere umano è un essere umano? Quali argomenti scientificamente giustificati possono essere utilizzati per concedere a un essere umano il diritto alla vita in un momento successivo a quello del concepimento? Non ci saranno giustificazioni scientificamente valide per il desiderio che un essere umano abbia diritto alla vita e quindi ai diritti umani dal 3° mese o dal 6° mese o dal 9° mese o dal giorno della nascita. Nel 21° secolo illuminato, tali questioni centrali non possono più essere basate sull’ideologia, ma devono essere soggette a rigorosi criteri scientifici e ai fatti. Tutto il resto è un’assurdità e dovrebbe essere socialmente bandito. Chiunque sostenga un “diritto umano all’aborto” o voglia anche solo subordinare il diritto fondamentale alla vita al diritto all’autodeterminazione della madre, mina una società umana che si impegna a proteggere le specie in via di estinzione, il creato minacciato e i più vulnerabili e deboli.
Thomas Maria Renz è vescovo ausiliare della diocesi di Rottenburg-Stoccarda e da molti anni è un attivo prolife. È coinvolto nell’iniziativa di consulenza sui conflitti di gravidanza “1000plus” gestita da Pro Femina e.V.
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A integrazione dell’ottimo intervento di monsignor Renz, un bell’articolo di Francesco Agnoli del 2009.
Su cosa la Chiesa ha creduto e praticato per (quasi) 20 secoli.
https://www.ilfoglio.it/articoli/2009/08/02/news/moratoria-sui-nuovi-pagani-70775/
E una testimonianza di fede (e «retta ragione») che sembra scritta pensando ai nostri giorni.
https://credenti.freeforumzone.com/mobile/d/9726953/Le-due-APOLOGIE-di-s-Giustino-martire/discussione.aspx
https://www.marcotosatti.com/2021/06/10/canada-come-accusare-la-chiesa-di-crimini-ignoti-ma-la-verita-e-diversa/#comment-157872
(Chiedo scusa per le auto-citazioni, ma domande/risposte importanti alla fine sono sempre le stesse. Con una dedica ai responsabili del “catechismo” degli ultimi cinquant’anni e un’altra alla mia Signora Maestra.)
https://it.wikipedia.org/wiki/Giustino_(filosofo)
-Giustino, conosciuto come Giustino martire o Giustino filosofo (Flavia Neapolis, 100 – Roma, 163/167), è stato un martire cristiano, filosofo e apologeta di lingua greca e latina, autore del Dialogo con Trifone, della Prima apologia dei cristiani e della Seconda apologia dei cristiani. A lui dobbiamo anche la più antica descrizione del rito eucaristico.-
L’Eucarestia si tiene da sempre, e non può non tenersi, con il tema della Vita.
PS. Questa non posso lasciarla scappare. Per monsignor Renz e tutta la Compagnia della BuonaFede.
https://twitter.com/pipippapero/status/1550388077444612101?cxt=HHwWioCywb_vioQrAAAA
Nel Minnesota Test ci sono -distanziate- banalissime proposizioni come queste:
– «Mi piace raccogliere fiori o coltivare piante in casa.»
– «Mi piacerebbe essere un fioraio.»
(Alla visita di leva circolava la voce -qualcuno volle provare: fondata- che, per essere chiamati dallo psicologo/quasi infallibilmente riformati, bastava rispondere Falso-Vero.)
– «Amo la Chiesa.»
– «Mi piacerebbe essere papa.» (/«Bergoglio è papa.»)
– «Cristo ha promesso assistenza e indefettibilità a Pietro e alla Sua Chiesa, fino alla fine dei tempi.»
– «Benedetto XVI si presenta da papa in faccia al mondo perché gli dispiace dare la roba vecchia allo straccivendolo.»
Ecco come parla un vero cattolico.
Ogni essere umano concepito da un uomo e una donna è stato prima concepito dalla mente di Dio, il Quale ha per lui un meraviglioso progetto di vita eterna. Negargli la vita (fra l”altro in una maniera orrenda) significa opporsi al progetto di Dio, un terribile peccato di orgoglio e di superbia che intende mettere il volere dell’uomo al di sopra di quello del Creatore. È il “non serviam” ripetuto nei secoli.
A.M.
Ringraziamo il Signore che in questa GERMANIA, così poco vicino alla vera Fede, esistono ( ancora ! ) persone sante come il Vescovo ausiliare Thomas Maria Renz- Anzi…preghiamo per lui affinchè il Signore lo protegga continuamente e sempre !
Carlo D.Agosto