Prete Cubano al Papa: Ascolta il Popolo che Muore nelle Fauci del Partito Comunista.

21 Luglio 2022 Pubblicato da

cuba

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra giusto portare alla vostra attenzione, nella mia traduzione, questo articolo apparso su Infovaticana relativo alle sconcertanti parole del Pontefice regnante su Cuba, e Raoul Castro, argomento trattato con ampiezza anche da Rosso Porpora, che vi consigliamo di andare a visitare. Buona lettura.

§§§

 

Come una voce che grida nel deserto, un sacerdote di Cuba ha scritto una lettera a Papa Francesco.

Il motivo per cui questo sacerdote si è rivolto pubblicamente al Santo Padre ha a che fare con le recenti dichiarazioni di Papa Francesco su Cuba e sul suo rapporto con il dittatore comunista Raul Castro.

Le parole di Francesco non sono piaciute al popolo cubano, anch’esso martirizzato dai suoi leader comunisti.

Va ricordato che lo scorso ottobre, al grido di “Diritti umani per i cubani!”, centinaia di persone provenienti da Cuba si sono riunite davanti al Vaticano per chiedere a Papa Francesco una chiara condanna della violazione dei diritti umani a Cuba e per condannare la dittatura comunista imposta dal regime castrista.

Condividiamo la lettera di questo sacerdote cubano indirizzata a Papa Francesco:

Santo Padre, Francesco:

Da ieri sera ho avuto una “rivoluzione” di sentimenti nel mio cuore. Non so, in questo momento, quale sia la forza maggiore in me, il coraggio e l’indignazione, o la delusione e la tristezza per la sensazione di abbandono e di orfanità.

Di ritorno dalla manifestazione per commemorare gli eventi dell’11 luglio a Cuba, mi sono imbattuto nel notiziario con il frammento della sua intervista in cui allude a Cuba in occasione di questa data. Santo Padre, ancora una volta credo che lei si sia sbagliato su Cuba.

Vorrei che tutti capissero che questa intervista e l’argomento che sto trattando rientrano nel campo delle opinioni. Ci sono cubani che sono costernati, ed è per questo che mi sento libero di esprimere la mia dissonanza. Lo faccio come sacerdote e figlio della Chiesa e nella consapevolezza che siamo un unico corpo. Non sono dalla parte opposta della strada, né metto in discussione il suo pontificato, né il suo magistero, né il governo della Chiesa. La Santa Madre Chiesa ha dei Dottori che sapranno qualcosa. Sono solo un povero sacerdote, comune e peccatore, che lotta ogni giorno per rispondere fedelmente in mezzo a molte battaglie, interne ed esterne. Allo stesso tempo, e in mezzo alla mia insignificanza, vibro e brucio tra due fuochi: la Chiesa e Cuba.

Per tutta la giornata di oggi ho ricevuto un gran numero di telefonate e messaggi che la mettevano in discussione e non ho potuto far altro che rimanere in silenzio e vergognarmi. Non so più come difenderla nella sua posizione verso Cuba, non so più come fare da ponte tra tanti uomini di buona volontà che vogliono il bene di Cuba e della Santa Madre Chiesa che lei guida. Sono sicuro che molti confratelli sacerdoti la pensano allo stesso modo, perché lo hanno espresso anche a me nel corso della giornata.

Santo Padre, dei suoi rapporti con Raul non volevamo sapere. Non era necessario, già abbiamo lo supponevamo. Abbiamo già abbastanza dolore. Ma lasciatemi dire una cosa: l’uomo con cui avete un rapporto umano ha dimostrato a noi cubani di non conoscere nulla di umanità. Non citerò le barbarie che ha compiuto in questi oltre 60 anni.

Basti pensare alle centinaia di prigionieri imprigionati solo per essere scesi in piazza a gridare LIBERTÀ. Santo Padre, alcuni di loro sono minorenni. Guardate la situazione in cui vivono la loro fede alcuni fratelli e sorelle, alcuni vessati e perseguitati per essere fedeli alla verità e per aver portato il Vangelo di Cristo nella loro vita, siano essi laici, religiosi o sacerdoti. Guardate la crisi che sta vivendo il popolo cubano a causa della mancanza di cibo e di medicine, e la mancanza di libertà che minaccia la dignità umana. Sull’orlo della disperazione.

Perché non ne ha parlato, Santità, è questa l’ideologia del partito? Penso che sia l’umanità. Parlare di altri contesti politici è forse più comodo per lei per quello che avete vissuto nella vostra vita, ma questi sono anche i suoi figli, li guardi nella loro verità, nelle loro condizioni reali, non nell’idea che lei ha di quella Cuba “simbolica”.

Perché il caso delle ingiustizie del governo cubano sembra sempre essere trascurato nella sua agenda? Quante volte siamo rimasti in attesa delle parole che ci restituiranno la nostra dignità calpestata! Se non ci difende Lei, il grande Padre, chi lo farà?

Se ci ami come dici di amare e vuoi essere un pastore con l’odore delle pecore cubane, raggiungi davvero coloro che non hanno voce nella mia terra sofferente, coloro che sono alla periferia. Ascoltate il grido del vostro popolo che sta morendo nelle grinfie di quel lupo che è il Partito Comunista di Cuba. Non credete alle bugie di questo lupo che sa bene come camuffarsi.

Ha ragione quando dice che questa accusa di comunismo è superata. Credo che il comunismo in pratica non esista, grazie a Dio. Per esperienza sappiamo che ne rimangono solo le tracce disastrose e il nome, usato dagli opportunisti che hanno bisogno di un discorso che seduca e addormenti il popolo per poterlo sottomettere, una volta posseduto, ai loro capricci e capricci. Questo è ciò che sta accadendo a Cuba. Comprenderà quindi il dolore dei cubani quando sentiranno le sue parole, che a mio avviso sono sconsiderate.

La imploro, in nome di Dio e a nome del popolo che le è stato affidato come pastore della Chiesa universale, di interessarsi al popolo cubano, di guardarci con giustizia e di ascoltare veramente gli oppressi. Che vi rendiate conto che ascoltare solo la voce dei suoi governanti e di coloro che hanno il minimo garantito significa tradire i poveri del Signore e voi siete chiamati a essere il loro avvocato.

Questo è il mio appello: ascoltate tutti.
Suo figlio in Cristo:
Fernando

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cuba




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8 commenti

  • Sherden ha detto:

    Se una risposta arrivverà dal pampero, sarà una reprimenda: come si permette il pretonzolo cubano di sparlare dei compagni di merenda del tiranno? Se poi è anche uno di quelli che, seppure ogni tanto, canta e prega in latino, allora non ha scampo.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Un (papa?!) politico ascolta solamente ciò e chi gli conviene.
    La Fede in Gesù per molti gesuiti è diventata un optional
    … Sant’Ignazio si rivolta incessantemente nella tomba, tanto che in Paradiso molti santi romani lo chiamano amabilmente: “er trottola”.

  • Slave of JMJ ha detto:

    This is horrible; how can Pope Francis be so arrogant? Even Castro’s own sister Juanita left Cuba and wrote a book about how evil the two brothers were in her life and in the whole country.
    https://www.amazon.com/hermanos-Brothers-Juanita-Castros-Antonieta/dp/1945540265

  • Briciole di storia 3 ha detto:

    Per quanto riguarda lo sviluppo nell’ America Latina della teologia della liberazione e la sua simbiosi con la politica si consiglia la lettura di un agilevlibretto del prof. Loris Zanatta di Bologna edito da Laterza. Si parla anche di quando inizio’ la conoscenza tra Bergoglio e Parolin.

    • Bibliomane ha detto:

      Il titolo del suddetto libretto e’ :
      IL POPULISMO GESUITA
      PERON FIDEL BERGOGLIO.

  • Briciole di storia 2 ha detto:

    Qui su stilum curiae venne mostrata tempo fa una foto degli anni 70 in cui un giovane padre Bergoglio partecipava ad un raduno di teologi della liberazione. Felice e beato.
    Ma nell’America latina non era presente solo la teologia della liberazione.
    Mi e’ giunta voce che gli adepti della teologia della liberazione , favorevoli all’ uso della forza non considerassero buoni cristiani coloro che , come gli adepti del cammino neocatecumenale , aderissero alla teoria della non violenza , asserendo che, ad imitazione di Cristo un buon cristiano debba salire sulla croce.

  • Briciole di storia ha detto:

    Dopo la prima guerra mondiale si poterono osservare nella pianura padana qualche tentativo di rivoluzione in somiglianza di quanto fosse accaduto in Russia. Ma questi moti furono presto sedati. Ne parla Panza in uno dei suoi libri.
    Il padre del pontefice non era un illetterato come molti contadini piemontesi dell’epoca. Era un ragioniere ed aveva ottenuto un buon impiego presso la Banca d’Italìa di Asti.
    Si licenzio’ da quell’impiego un mese prima della stipula dei Patti Lateranensi. Ed emigro’ come sappiamo. Temeva quella stipula ?
    Fonte il sole 24 ore di qualche tempo fa.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Nella lettera il sacerdote ricorda la manifestazione organizzata lo scorso ottobre, al grido di “Libertà! Libertà!”, che i promotori avrebbero voluto far risuonare in Piazza San Pietro, al termine di un Angelus domenicale. Ma fu loro impedito l’accesso e il papa – che pur spende e spande parole in tema di diritti umani e si mostra sensibile alle istanze provenienti da fonti che suscitano il suo interesse – restò sordo all’eco mediatico (per quanto flebile) che destò quel tentativo.
    Ah! quando entrano in ballo le “relazioni umane” che si vogliono previlegiare e, di fatto, si prediligono … incuranti anche dell’impatto “politico” che comportano determinate dichiarazioni proferite da colui che – in veste di papa – si offre all’opinione pubblica, assiso su una sedia, che nell’immaginario collettivo finisce col sostituirsi alla “cattedra”!
    Eh, sì che, comunque, le invocate, giustificate (che non intendo di certo negargli) “relazioni umane”, nello specifico, dovrebbero spingere a comportamenti ispirati a criteri di uguaglianza e di utilità per ogni (e ciascun) essere umano, oltre che ovviamente per il bene primario delle anime.
    Tutto, in realtà, concorre ad aumentare il pessimismo circa i tentativi – insistenti e finora infruttuosi – di richiamare almeno l’attenzione su questioni su cui si registrano al contrario incoerenza e ambiguità, senza soluzione di continuità.
    “Adda passà ‘a nuttata”! a Dio piacendo.