Laporta. Come Fu Preparato Politicamente per Anni l’Omicidio di Aldo Moro.

18 Luglio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il generale Piero Laporta offre alla vostra attenzione questa analisi estremamente interessante e “dietro le quinte” di alcuni decenni della vita politica italiana e internazionale. Buona lettura.

§§§

 

La morte di Aldo Moro fu preceduta da almeno cinque anni di segreto lavorio. È il delitto politico del dopoguerra con maggiore accuratezza, persino superiore a quella usata contro John e Robert Kennedy.

Checché ne dicano gli “esperti”, né Stati Uniti né Unione Sovietica furono i nemici di punta di Aldo Moro. I pugnali delle Idi di marzo furono in italianissime mani: della DC, del PCI, del PSI, del PRI, del MSI. D’altronde né Mosca né Langley ebbero interesse a ostacolare un progetto omicida, adatto a  umiliare l’Italia, ertasi a protagonista nel Mediterraneo e in Europa.

Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione sovietica – le nazioni vincitrici della 2GM – non avevano alcun interesse a fermare il suicidio italiano. Tanto meno lo ebbe la Germania, il cui vertice politico, come il presente dimostra, ha mantenuto sempre il timone sulla rotta “Deutschland über alles”. Per i più giovani è utile richiamare tre elementi coi quali si può cogliere l’atmosfera che precedette e seguì il 16 Marzo 1978.

Primo. A dispetto delle statue di Aldo Moro con l’Unità in tasca, il presidente della Democrazia Cristiana ebbe (o credette di avere) solo un amico nel PCI, Enrico Berlinguer. Si dovette ricredere all’indomani di via Fani. Superfluo quindi l’accanimento col quale gli epigoni del PCI spargono gabole, ancora oggi dopo 45 anni, additando Washington quale responsabile di via Fani. In Italia operava la più vasta rete occidentale di agenti sovietici, della Germania Est, della Cecoslovacchia, della Polonia, dell’Ungheria e della Bulgaria. A sentire i soliti “esperti”, quella vasta rete, attiva e ben irradiata, dimorava qui per la pizza e le scampagnate, tutt’al più per i segreti industriali e delle macchine da scrivere.

Secondo. Per gli Stati Uniti sarebbe stato e sarebbe tuttora facile smentire le accuse (basterebbero alcune foto satellitari) e rimbalzarle su Mosca. Invece sopportano pazientemente; come per un tacito accordo? Un’intesa simile e simmetrica a quanto successivamente avvenne per l’attentato a san Giovanni Paolo II, a causa del quale le responsabilità di Mosca e della Bulgaria furono coperte artificiosamente dagli Usa e dal nostro controspionaggio, strettamente connesso agli USA. Curioso, vero?

Terzo. I servizi segreti italiani del dopoguerra furono rifondati da un maggiore inglese, T.M. questi sapeva dell’«incidente stradale» di cui fu vittima il generale Paolo Angioy, vittima predesignata non solo degli inglesi.

Il generale ebbe due difetti imperdonabili: ricoprì onorevolmente un ruolo nel SIM (Servizio Informazioni Militari) nell’esclusivo interesse nazionale e, da sassarese qual era, conosceva i segreti del notabilato di quella città (i Segni, i Berlinguer, i Loriga, i Cossiga) in prima fila a marcare il passaggio dall’Italia fascio savoiarda a quella bifronte repubblicana, a doppia fedeltà automatica: a Mosca e all’ombrello dei missili NATO, passando per l’affarismo. Quanti non riuscirono a farlo fuori con le false accuse d’aver ucciso Giacomo Matteotti, plaudirono al “pirata della strada”, sulla via Cristoforo Colombo, mentre il generale Paolo Angioy l’attraversava, il 2 settembre 1975.

Quando entrano in gioco i servizi segreti – nazionali o esteri, amici od ostili, non importa – “quanto è non è quanto appare”, ammoniva un mio indimenticabile maestro. Nel caso italiano la raccomandazione vale all’ennesima potenza, perché quel T. M. giocò su innumerevoli tavoli, almeno quattro dei quali a lui noti, inoltre su un altro a sua insaputa.

T.M. a Roma era assiduo nel salotto di Randolfo Pacciardi e in quello d’un alto prelato. A Palermo andava a tavola coi gattopardi separatisti. A Londra era ovviamente di casa nell’MI6. A sua insaputa era a un quinto tavolo, grazie a Kim Philby, un raffinato gentiluomo inglese, dal 1936 e per 27 anni, indisturbato doppiogiochista a favore di Mosca, dove fuggì infine nel 1963.

Le sue reti continuarono a operare dopo la sua fuga, in Italia soprattutto. Furono smantellate e non del tutto solo dopo la fine dell’Unione sovietica e la defezione del maggiore Vasili Mitrokhin. Le reti italiane di agenti di Philby – i cui elenchi furono a Budapest e a Praga (ma verosimilmente sono tuttora a Mosca) come accertai – erano interessate a disarticolare i rapporti fra alleati nella NATO.

Difficile certificare oggi se le sgangherate indagini su piazza Fontana furono un caso o un disegno. Di certo la doppia bomba a piazza Fontana, quella sovietica dopo l’altra inglese e la reticenza di Renato Curcio sono un manifesto. Dopo l’inchiesta BR sulla strage, il terrorista concluse che i BR e “i poteri” non potevano dire nulla. D’altronde ai vertici BR vi fu uno la cui madre gestì un bordello a Sanremo per conto dell’MI6, credendo di lavorare per i servizi italiani.

In questo marasma i servizi sovietici sparsero veleno col fantasma del “colpo di Stato”, inseguendo il quale, anno dopo anno, l’indipendenza italiana svanì da ben prima del 16 marzo 1978. In questa temperie, nel quinquennio precedente la morte di Aldo Moro nacquero due quotidiani: Il Giornale di Indro Montanelli nel 1974, molto letto anche a Londra, e la Repubblica di Eugenio Scalfari nel 1976, di grande autorevolezza anche a Mosca. Pace all’anima d’ambedue? Almeno pace all’Italia, speriamo, se le scadenze anagrafiche continueranno ad aiutarla, com’è naturale che sia, dopo tutto. Cristo Vince.

Gen. D.g.(ris.) Piero Laporta

www.pierolaporta.it

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31 commenti

  • Andrea Preziosi ha detto:

    T.M. è Tim Milne che era amico di Kilby? E’ per caso lui? Grazie mille.

  • Fuori tema ha detto:

    Il nostro amico Conte, nella notte tra Domenica e lunedi, secondo il fatto qùotidiano sarebbe stato trattenuto in osservazione al Policlinico Gemelli per intossicazione alimentare. Quindi avrebbe potuto avere l’occasione di incontrare, durante la notte alti papaveri vaticani senza èsserè visto.

  • giorgio ha detto:

    Mi scusi l’improntitudine, ma la domanda è d’obbligo. Qual è il nome del maggiore inglese con iniziali T.M.?

    • piero laporta ha detto:

      Improntitudine perdonata ma insufficiente: 😅 ben noto a una quantità di papaveri che ricattava, ma non posso confidarglielo. Non me ne voglia.

      • giorgio ha detto:

        Egregio Signor Generale, non è opportuno celare con due iniziali il nome ed il cognome di una persona che non c’è più, che ha ricoperto ruoli importanti e che – come lei asserisce, senza portare prove – ha “rifondato i servizi segreti italiani”. E’ qualcosa che uno storico non farebbe mai. Si, è vero, lei non è uno storico di professione ma almeno lasci cadere questo vezzo (comune a molti altri, per la verità) del “Io so e voi no”….che un po’ ricorda il Pasolini del “Io so i nomi”…….un fare davvero poco scientifico per chi vuole ricostruire certi passaggi (storici e documentati, ma li li documenta?) della nostra Repubblica.

        • piero laporta ha detto:

          Grazie, caro e anonimo lettore. Lei si impegni a coprire le spese di una causa per diffamazione, io in tal caso le svelo il personaggio.😅

          • giorgio ha detto:

            Gli storici veri non scrivono mai nei libri iniziali di nomi e cognomi, sarebbe da ridere. Scrivono i nomi e i cognomi perché in atti. Mi si dice che quando era a Palazzo della Rovere, CASD o cose del genere, liberò parecchi alloggi perché okkupati abusivamente. Adesso vuole venirici a parlare di Aldo Moro dopo la Commissione Fioroni, senza portare una prova, una che sia una che possa riaprire le indagini. Ma se lei sa tutto di Via Fani e scrive che le cose non sono andate come come vorrebbero farci credere, allora lo dica alla magistratura così le indagini vengono riaperte e i responsabili assicurati alla giustizia. Sa, di speculazioni se ne fanno tante, anche sull11 settembre 2001. Fare ipotesi, complotti et similia siamo tutti bravi. Mi stia bene.

  • Mac ha detto:

    Questa è il contributo di Rino Gaetano:

    https://www.youtube.com/watch?v=skrBVqBfMWc

    Saluti.

    • piero laporta ha detto:

      Sulle stupidaggini per Aldo Moro mi contento di dover emeticamente leggere tale Falsanella e un suo degno compare magistrato dalle istruttorie tanto lunghe quanto inconcludenti; figurarsi se m’accollo, lo chansonnier crutonenses, suvvia. Non è spocchia, è scala di valori.

  • Massimiliano ha detto:

    Troppo facile generale, troppo facile. Non creda che siano tutti disinformati… Lei non può liquidare con due righe le enormi responsabilità degli Stati Uniti in quella faccenda. Mi dispiace, ma proprio non può. Ci riprovo… Magari il prossimo le viene meglio. Saluti.
    Massimiliano.

    • piero laporta ha detto:

      E chi ha eliminate? Lei piuttosto le sta concentrando su un polo con la tipica mentalità manichea, incapace di distinguere le sfumature.

      • Massimiliano ha detto:

        Si certo, io avrò anche la mentalità manichea che mi attribuisce, ma lei generale, in questo specifico frangente, fa disinformazione. Si rilegga ciò che scrive e come lo scrive. Poi per carità libero di scrivere mezze verità quanto vuole. Saluti.
        Massimiliano

        • piero laporta ha detto:

          Non si inquieti inutilmente, la prego. Aspetti il libro con pazienza. D’altronde, non so lei, ma 95mila italiani hanno letto con avidità i libri su tale argomento di un magistrato sovietizzato e più interessato alle donnette che alla verità. Aspetti quindi.

  • VITMARR ha detto:

    Finora come causa dell’omicidio di Aldo Moro è stato riportato:
    1) Il compromesso storico con il PCI (Kissinger)
    2) La politica filo araba
    3) Le 500 lire dello Stato Italiano
    Ora invece qui si parla di disinteresse alla sua morte di Sta
    ti Uniti , Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica.
    Caro Generale , ho molta stima sulla veridicità sulle ipotesi da lei formulate in passato e anche ora in questo suo post , ma come posso credere che tutto sia stato organizzato dall’ italietta politica di allora per eliminare un grande primo ministro e ministro degli esteri coma Aldo Moro per arrivare a dei poltronisti manovrabili come Di Maio.

    • piero laporta ha detto:

      il compromesso storico? Il PCI, prima contenuto da Aldo Moro, dilagò dopo la sua morte a cominciare da servizi segreti, polizia, Bankitalia
      la politica filo araba? perché dopo Aldo Moro si è avuta un’inversione di rotta?
      Le 500 lire dello Stato Italiano? suvvia le sembra davvero una cosa seria?
      Aldo Moro è morto perché avevano con chi sostituirlo.

      • VITMARR ha detto:

        Il compromesso storico agli occhi degli Stati Uniti non interessa per il confronto tra comunismo e democrazia quanto per la necessità di isolare un grande paese come la Russia forte militarmente e straordinariamente ricco di materie prime in grado di minacciare il predominio del dollaro e questo lo stiamo vedendo oggi. In questo ultimo senso va vista anche la politica filo araba , Mattei e Moro uccisi, mentre con Berlusconi è stata sufficiente la vendita dei titoli delle sue aziende.
        La stampa delle 500 lire da parte dello Stato Italiano non è una sciocchezza come non lo è stata la minaccia di introduzione dei mini bot nel 2018. Basta ricordare l’accanimento del tutto ingiustificato di Mattarella nei confronti di Savona per il suo ipotetico piano B.
        Moro che è stato un genio politico ha intuito con più di venti anni di anticipo dove saremmo arrivati con l’euro moneta unica, in cui gli stati si finanziano vendendo titoli ai mercati ma ciascuno con tassi di interesse diversi ! Magari la Stato Italiano potesse stampare oggi le monete da 100 Euro senza rendere conto a nessuno.

        • piero laporta ha detto:

          Congetture, caro amico lettore, congetture. Le persone si uccido perché o perché tacciano o perché non raggiungano una posizione, nel caso di specie il Quirinale. Il resto sono quisquillie. p.e. un c.d. cavallo di razza era ricattato dai servizi della NATO e del Patto di Varsavia per le incessanti avventure omo del figlio.

        • piero laporta ha detto:

          Se mi dice l’esproprio del tesoro operato dal tale Andreatta dopo la morte di Aldo Moro, è un conto. Ma la stampa di sia pure qualche miliardo di lire in banconote dello Stato non tenne sveglio Andreatta né i suoi amici double face.

  • acido prussico ha detto:

    Generale,
    mi permetta rasserenare gli animi perché la sua “informazione” sul fattaccio Moro amareggia. Eccome!!
    Nel contempo possiamo fare un confronto fra i “geni” della politica inglese e la “genia” dei politici italiani.

    “Lady Ashtor, di ottima famiglia londinese, proprietaria di una bella casa in Belgravia Square, dove si trovano tutte le grandi ambasciate del Regno Unito – quella spagnola spicca su tutte – non era solo una brillante parlamentare, ma anche un’ostinata nemica di Churchill. Lady Ashtor aveva quasi tutto. Intelligenza, cultura, arguzia, denaro e astuzia ma le mancava la bellezza. E in Inghilterra le donne brutte di buona famiglia finivano a sinistra, come in Spagna. Churchill era un inglese molto particolare. Gli piaceva mangiare bene e innaffiare il tutto con un caffè e un generoso bicchiere di Armagnac. Un pomeriggio arrivò al Parlamento con un’andatura confusa e Lady Ashtor colse l’occasione.

    -Signor Churchill, mi ha deluso. Sebbene le sue idee e le mie non abbiano nulla a che fare l’una con l’altra, Vostra Signoria è anche il mio eroe. Ma oggi ho avuto la conferma dei miei sospetti. Oltre che il mio eroe, Lei è un ubriacone.

    Churchill rispose:
    -E Lei è brutta, mia cara Lady Ashtor. Il mio problema può essere superato con un buon pisolino. Il suo è senza speranza.

    Ma Lady Ashtor era dura come il corindone e tenne duro.
    -Signor Churchill, se fossi sua moglie, domani le metterei del cianuro nel caffè.
    E Churchill terminò:
    -E se io fossi suo marito, lo berrei.

    https://infovaticana.com/blogs/cigona/genial-churchill-y-genial-ussia/

    • piero laporta ha detto:

      Sì conoscevo questo aneddoti, la ringrazio per averli richiamati, molto divertenti.
      Aldo Moro era di gran lunga più intelligente di Churchill e niente affatto malvagio. Provi a immaginare i sentimenti di un Napolitano, di un Agnelli o di un Cuccia, al suo cospetto

  • Franco ha detto:

    Milano, 18.07.2022

    Buon giorno, Dottor Tosatti, Signor Laporta, un ricordo trepidante di dispiacere ed affettuoso verso questo sant’Uomo. (Requiem).
    Un mite statista che governava con la caratteristica tipica della diligenza del buon padre di famiglia.

    Un esempio e modello attualissimo che tutti i politici dovrebbero imitare per poter governare in trasparenza e rettitudine.

    La sua Vita si è conclusa in modo indicibile, il suo sacrificio, con il suo martirio. Egli è un Martire del nostro tempo. (…)

    Buon lavoro

    Grazie
    Cordialmente
    F.D.E.

  • Anonimo verace ha detto:

    L’aver evocato Sanremo mi ha richiamato alla memoria il fatto che a Sanremo sia presente fin da epoca precedente la rivoluzione russa una chiesa ortodossa.
    Quindi centro di incontro per gli esuli russi dopo la rivoluzione, ma anche realta’ da monitorare sia per i servizi segreti di tutte le bandiere, servizi vaticani compresi.
    Vorrei aggiungere che ho letto tempo ofa il libro dedicato a Igor Markevic sposato con una Caetani, se ricordo bene.
    Tutto il libro non teneva conto del fatto che le localita’ abitative scelte dalla famiglia in questione fossero sede di chiese ortodosse russe non dipendenti, all’epoca, dal Patriarcato di Mosca.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Ha speso male i suoi soldi per quel.libro su Marckigabole.
      Grazie

      • piero laporta ha detto:

        A Sanremo, mi creda, l’importanza centrale l’ebbe il lupanare presumendo di essere MI6, in realtà lavorando per i Gru, mentre il SID pagava le signore ospiti, dirette dalla madre d’un protégé di Montanelli, a sua volta dai natali suo malgrado blasé. Ah, l’Italia

  • filippo ha detto:

    Inversione di date: il Giornale fondato nel 1974 e Repubblica nel 1976.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. È vero. La vecchiaia si fa sentire.
      Marco per favore provvedi alla correzione

  • Cerasella ha detto:

    Grazie dell’articolo, generale.
    Nelle commemorazioni dei giorni scorsi per la morte di Eugenio Scalfari abbiamo letto che fu compagno di banco di Italo Calvino. Poiche’ di fronte a tutto quel compianto grondante ipocrisia, ho chiuso occhi e orecchie, mi e’ sfuggita la localita’ in cui i due furono seduti sulla stessa panchetta di legno. Sempre Sanremo ?

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Sì. Non mi stupirei affatto se fosse a due passi dal lupanare 😂