Arrendersi All’Evidenza. Dittatura del Relativismo in Salsa Virologica.

28 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza offre alla vostra riflessione queste considerazioni su come tranquillamente i padroni del Mondo abbiano contro ogni precauzione medica esposto le persone a pericoli ben più gravi di quelli che dicevano di voler contrastare. E gli “scienziati” , medici, virologi, per non parlare di quella poltiglia che sono i mass media? Felicemente muti e complici…buona lettura.

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DITTATURA DEL RELATIVISMO IN SALSA VIROLOGICA? 

ANCHE RISCHIO E BENEFICIO IN ASSOLUTO NON SONO GLI STESSI CHE CON I NUMERI RELATIVI

 
Era il 2020 e prima che iniziassero le vaccinazioni mRNA anti-Covid19, con il benestare del WHO, il Coalition for Epidemic Preparedness Innovations and Brighton Collaboration aveva redatto una lista dei potenziali effetti avversi.  

A distanza di due anni un gruppo di ricercatori ha fatto leva su quella stessa lista per verificare quello che è stato osservato nella fase III degli studi clinici randomizzati sui prodotti di Pfizer e Moderna.

E’ utile sapere che in uno studio randomizzato l’assegnazione del trattamento ai soggetti deve avvenire con un metodo casuale (random). La randomizzazione aumenta la probabilità che altre variabili, non considerate nel disegno dello studio, si distribuiscano in maniera uniforme nel gruppo sperimentale e in quello di controllo. In questo modo, le differenze eventualmente osservate tra i due gruppi possono essere attribuite al trattamento.

Ebbene, lo studio dal titolo “Serious Adverse Events of Special Interest Following mRNA Vaccination in Randomized Trials”, 

qui accessibile https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4125239 

rivela che questo tipo di vaccini si associa ad un incremento del rischio assoluto di effetti avversi gravi (nota bene: rischio assoluto e non relativo) rispettivamente di 10,1 (Pfizer) e 15,1 (Moderna) ogni 10000 vaccinati rispetto al gruppo placebo.

Giova sottolinearlo: questo studio offre un’analisi secondaria dei dati presentati da Pfizer e Moderna sui loro studi stessi clinici. 
 
La raccolta di dati relativi agli effetti avversi era stata chiusa dalle due aziende dopo un mese dalla somministrazione della seconda dose ai soggetti coinvolti negli studi clinici.

Sappiamo bene che gli effetti correlabili ai vaccini purtroppo possono estrinsecarsi anche dopo. Eppure, limitandosi a valutare i dati forniti da Pfizer e Moderna e conteggiando gli eventi avversi verificatisi al solo primo mese dopo la somministrazione, il dato combinato per i due trials porta a un aumento del rischio assoluto pari a 12,5 eventi avversi ogni 10000 soggetti somministrati.

La valutazione di FDA sui dati di eventi avversi forniti da Pfizer e Moderna, a supporto dell’autorizzazione a somministrare i vaccini sperimentali in via emergenziale, non “si è accorta” di questi numeri, accessibili a chi avesse semplicemente utilizzato i dati disponibili, come descritto dai ricercatori autori dell’articolo citato. La differenza viene spiegata nell’articolo attraverso il differente approccio seguito: ad esempio FDA ha considerato chiunque abbia manifestato un evento avverso tra i partecipanti, mentre lo studio qui citato ha preso in esame gli eventi avversi. Essendo molto più numerosi (il doppio) coloro che, tra i vaccinati, hanno manifestato più di un evento avverso rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo, la valutazione della FDA non riflette del tutto il marcato aumento di eventi avversi nel gruppo vaccinato. Seguono poi nell’articolo altre spiegazioni sul diverso modo di valutare le evidenze sperimentali.        

In definitiva, con i criteri utilizzati dai ricercatori e trattando i soli eventi avversi gravi, il rischio di incappare in situazioni molto serie risulta maggiore della riduzione del rischio di ricovero dovuto all’infezione con Covid19 che il vaccino vanterebbe rispetto al gruppo placebo (rispettivamente 2,3 ogni 10000 per Pfizer e 6,4 per Moderna). Nel caso di Pfizer è quasi 5 volte peggio (10,1/2,3), nel caso di Moderna è circa 2,5 volte peggio (15,1/6,3).  

Il rischio assoluto è un parametro che non dà informazioni sull’aumento proporzionale fra il gruppo trattato e il placebo; per quest’ultima informazione bisogna calcolare la riduzione del rischio relativo.

Il rischio assoluto (RA) è sinonimo di incidenza. Il rischio relativo (RR) non informa circa il rischio assoluto individuale di un esposto. Infatti anche se il rischio relativo è molto alto, ma la malattia è molto rara accade che il rischio assoluto sia piuttosto basso. 
 
Avendo trasformato il Covid19 nella riedizione della peste bubbonica medioevale quando non è affatto così (tanto più per le fasce di età inferiori ai 60 anni) si è “assolutizzato” un rischio del tutto relativo. 
 
In compenso gli effetti avversi incidono in modo assoluto, anche sui più giovani.    
Il vaccino è efficace per evitare il contagio dal coronavirus? Qualora lo fosse stato sulla variante iniziale, è chiaro che lo è meno man mano che il virus muta (non senza che la vaccinazione di massa possa aver contribuito a favorire il propagarsi di varianti virali). 
 
Va ricordato che dati di efficacia vantati dalle aziende produttrici riguardano la riduzione del rischio relativo (RRR) e non assoluto (ARR).
 
La formula utilizzata per l’efficacia del vaccino (VE) è la seguente:

E’ ovvio che non tutti coloro che non sono vaccinati (placebo group) si contagiano.

Sembrerebbe ovvio che nel gruppo dei vaccinati il numero di contagiati sia più basso.

Pertanto la differenza tra il numero dei contagiati non vaccinati (risk for placebo group) e il numero dei contagiati vaccinati (risk for vaccinated group) dovrebbe essere un numero positivo.

In base ai dati ufficiali pubblicati dal Ministero della sanità britannico, dall’inizio del 2022 non è così. 

Ricapitolando: chi ha ricevuto il placebo (soluzione salina) invece del “sacro siero” ha meno probabilità di finire in ospedale per Covid19 di chi, avendo ricevuto l’istruzione genica con il corredo dei suoi veicoli, all’ospedale ci finisce non per il Covid19, ma per gli effetti avversi dell’inoculo; e lo si evince dagli stessi dati presentati da Pfizer e Moderna, pur limitati a una valutazione degli effetti avversi a un mese dalla seconda dose.

Possiamo quindi aggiornare il tormentone che ci venne propinato dal mainstream. Si va da: “Non ti vaccini, ti contagi e contagi, ti ammali e muori” a: “Ti vaccini, ti contagi e contagi, ti ammali anche d’altro e muori più di chi non si è vaccinato”.   

Lo studio presentato nell’articolo qui citato dimostra che è necessario rivedere criticamente gli attuali criteri di rischio-beneficio che hanno avallato il ricorso alla vaccinazione di massa, sopravvalutando i meriti dei vaccini nel ridurre l’impatto della pandemia da coronavirus (ricordatevi sempre la differenza tra riduzione del rischio relativo e riduzione del rischio assoluto) e sottovalutando gli eventi avversi della somministrazione.   
 
AAE

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