The Catholic Thing. Possibilità pontificie, Anno Domini 2022.

8 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, grazie a Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offriamo alla vostra attenzione la traduzione di questo articolo apparso su The Catholic Thing. Buona lettura.

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Possibilità pontificie, Anno Domini 2022

 Robert Royal   

Interpretare – a volte fraintendendo – i gesti dei papi è un passatempo (per lo più innocuo) per molti cattolici. Presumibilmente, lo Spirito Santo è invisibile e imprevedibile nella scelta di coloro a cui Egli permette di diventare successori di San Pietro. Ma quel jolly spirituale non rallenta la speculazione. L’ultimo dramma papale nasce dall’annunciodi sabato, del Vaticano, che papa Francesco, nonostante problemi di salute e mobilità, visiterà L’Aquila, in Italia, il 28 agosto per celebrare la festa del perdono, creata nel 1294 da papa Celestino V.

Ora, potrebbe essere necessario un rapido aggiornamento sulla storia papale per capire cosa questo potrebbe significare. (Per favore, abbiate pazienza con me, l’attualità diventerà presto chiara.) 

Celestino V è stato l’ultimo papa – prima di Benedetto XVI – ad abdicare. Per buone ragioni. Era un monaco e un eremita gettato nella turbolenta politica della Chiesa del tredicesimo secolo – e del tutto inadatto all’ufficio. 

Era una specie di misura disperata; forse un uomo chiaramente santo potrebbe unire le varie fazioni in guerra tra loro, che erano bloccate e avevano lasciato la Chiesa senza papa per oltre due anni (l’ interregno 1292-94 ).

Non poteva farlo e sapeva che non poteva. Voleva tornarsene al monastero. Il suo successore, Bonifacio VIII, non lo permise e lo fece imprigionare, nel caso in cui i suoi sostenitori avessero avuto l’idea di riproporlo come antipapa. Dopo vari tentativi di fuga – Celestino ad un certo punto fuggì e si nascose nei boschi, tentò di salire a bordo di una nave per la costa dalmata, ma venne catturato e tradotto stabilmente in carcere dove morì 10 mesi dopo (le voci di maltrattamenti o addirittura di avvelenamento non sono mai state confermate) .

Dante si riferisce brevemente a lui: gli studiosi non sono d’accordo su questo come su quasi tutto. Ma la maggior parte pensa che Dante si riferisca a papa Celestino in un famoso verso su un’anima nel limbo “Che fece per viltade il gran rifiuto“. Questo, secondo Dante, non era solo un atto di nullità spirituale, ma consentiva l’ascesa della sua bestia nera, Bonifacio VIII, di cui anticipava la predizione che fosse prenotato per lui un posto nell’inferno più profondo.

Un’ultimo intreccio  è che Celestino, in realtà, fece alcune utili riforme nel modo in cui venivano eletti i papi e fu canonizzato santo nel 1313 da papa Clemente V.

Per tornare ai nostri tempi difficili, gli osservatori papali hanno a lungo considerato i siti associati a Celestino come luoghi in cui i papi potrebbero dare “segnali“. 

Paolo VI si recò nel luogo della sua morte (Ferentino) nel 1966, suscitando voci che stesse per dimettersi.

Benedetto XVI (come adesso a tutti noto) si recò alla sua tomba a L’Aquila nel 2009 e vi lasciò il suo pallio papale , per ragioni ancora non del tutto chiare – anche dopo la sua abdicazione.

E ora ci sarà papa Francesco, apparentemente per la festa del perdono. 

Ma ci andrà il 28 agosto, una strana data, perché ha appena annunciato la scorsa settimana la nomina di 21 nuovi cardinali, che saranno elevati il ​​27 agosto – a sua volta strano perché a quella data mancano molti mesi e ad agosto tutta l’Italia è praticamente in vacanza ( Ferragosto ). 

Ancora più strano, nei due giorni dopo l’elevazione dei nuovi cardinali dovrebbe esserci un concistoro dedicato a discutere, con il papa, Predicate Evangelium , la sua riforma della Curia romana.

Perché scegliere di partire da Roma per L’Aquila nel bel mezzo di quel concistoro?

I concistori sono anche, tipicamente, un momento in cui i cardinali di tutto il mondo si riuniscono a Roma per discutere, conoscersi e iniziare a pensare a chi tra loro potrebbe essere un buon candidato come prossimo papa.

Una delle stranezze di questo strano papato è che Francesco non chiama i cardinali a Roma per un concistoro da anni – dicono, i critici papali, perché i cardinali potrebbero dirgli cose che non vuole sentire. 

È anche strano a causa del desiderio spesso ripetuto di Francesco di una Chiesa “sinodale” in cui i vescovi come leader e il popolo cattolico del mondo possano “camminare insieme”. 

Ciò non ha incluso il tradizionale camminare insieme dei Cardinali.

Molta attenzione si è concentrata sulle scelte recenti. Qui in America, il vescovo di San Diego Robert McElroy, ha giustamente attirato l’attenzione. È un lealista di Francesco che è entrato in conflitto in diverse occasioni con i suoi colleghi americani della Conferenza episcopale statunitense.

Nel 2015, ad esempio, ha cercato di tacitare una dichiarazione pre-elettorale  Cittadinanza fedele“, dei vescovi che continuava a enfatizzare l’aborto come una preoccupazione morale centrale. I vescovi americani, ha affermato McElroy, stavano ignorando il punto di vista di Papa Francesco secondo cui il clima, i rifugiati, la povertà erano ugualmente importanti. Il cardinale DiNardo di Houston, allora presidente della Conferenza, respinse nettamente tale affermazione.

Nel 2019, dopo un’argomentazione simile di McElroy, l’arcivescovo di Filadelfia Charles Chaput ha sostenuto che la sua caratterizzazione di ciò che i partecipanti stavano facendo era semplicemente “Non vera“.

Alcuni dei vescovi presenti nell’aula hanno spontaneamente applaudito Chaput .

Francesco ha appena rimosso il vescovo di Arecibo, Porto Rico, per le sue “differenze” con i suoi colleghi vescovi. 

Quello standard chiaramente non è stato utilizzato con McElroy.

McElroy, notoriamente, ha anche cercato di rallentare le indagini vaticane su Theodore McCarrick. 

In effetti, è curioso che tutti i cardinali americani di Francesco avessero legami con McCarrick: Cupich, Tobin, Gregory, Farell e ora McElroy.

Questo, più la loro distanza dall’orientamento più tradizionale dei vescovi americani, che sono ancora in gran parte nominati da Giovanni Paolo II e Benedetto, indica che Francesco desidera senza dubbio cambiare la composizione dell’episcopato negli Stati Uniti. Resta da vedere se ci riuscirà. Ma le dinamiche interne alla Conferenza episcopale non sembrano favorirlo.

E a livello globale, le nomine cardinalizie di Francesco creano una controcorrente. 

Può sembrare che nominare Cardinali nelle “periferie” – Timor Est, India, persino Mongolia – e non nei luoghi tradizionali come Los Angeles, Parigi, Milano e (questa è proprio sonora) Ucraina – renderà la Chiesa più “diversa”, in direzione liberale.

Ma è difficile credere che i cardinali delle “periferie” saranno accalorati dal fuoco delle agende internazionaliste e progressiste dell’Europa e dell’America, favorevoli all’arcobaleno, orientate all’ordinazione delle donne e sospettosi del tradizionalismo.

La resistenza dalle periferie potrebbe essere un’altra conseguenza (non intenzionale) delle nomine di Francesco. Dovremo aspettare e vedere.

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5 commenti

  • Ambra ha detto:

    La perdonanza alla basilica di Collemaggio dura un solo giorno. Se si vuole acquistare l’indulgenza plenaria bisogna partecipare al pellegrinaggio nel giorno stabilito.
    Vedremo se Bergoglio andrà da solo a Collemaggio o se si farà accompagnare da tutto il collegio cardinalizio.

  • Daouda ha detto:

    Rimaniamo all’articolo. Mi domando e chiedo: se si ammette che Bonifacio VIII è infondo un assassino, come può essere ritenuto ancora papa?
    Dovete considerare che per i canoni antichi un vescovo di tal fatta non solo sarebbe stato interdetto e ridotto allo stato laicale, ma anche scomunicato.
    Ovviamente, avendo epurato l’eresia dalle infrazioni liturgiche ( pur non avendo sparso il sangue fisicamente tale compartecipazione è del medesimo grado ed inibisce a qualsivoglia sacrificazione ) come dai peccati pratico-morali ci si è trincerati e protetti nel solo relegare tale termine alla dottrina, potendo permettere ogni nefandezza contro i canoni

  • Bibliomane ha detto:

    Apprezzo quanto è stato scritto dall’altro lato dell’Atlantico, ma forse, per conoscere meglio Celestino quinto dovremmo prendere in seria considerazione gli studiosi di casa nostra. Vi faccio un nome : Antonio Grano. Questo studioso ha scritto un libro dal titolo IL PAPA SANTO. Ha inoltre collaborato ad un’altro testo dal titolo “Il mito di Celestino “. Il nome dell’autore riportato sulla copertina è Angelo De Nicola. Ma sembra vi abbia collaborato anche monsignor Giovanni D’Ercole che e’ originario di un paese in provincia dell’aquila.
    La cosa più importante che emerge da questi studi sono le ricognizioni recenti stile medicina legale sulle spoglie di Celestino quinto.
    Sul cranio di cui viene riprodotta la foto c’è un buco alquanto singolare, afferma il testo : cioè di precisione quasi chirurgica di millimetri 9 × 4.
    Nel libro c’è anche la foto di un affresco della basilica di Collemaggio. Una croce spoglia cioè senza il corpo di Cristo con ai lati due santi.
    A destra della croce per chi guarda il dipinto c’è Celestino vestito col saio monastico che calpesta i lussuosi abiti papali. A sinistra c’è un altro santo con armatura e spada senza cavallo che uccide il drago. L’assenza del cavallo ha fatto classificare questo santo soldato come san Michele arcangelo. Ma il vessillo che sventola sull’asta da lui tenuta è il vessillo di san Giorgio cioè la croce rossa in campo bianco. In mezzo, piantato sulla nuda croce un vistosissimo chiodo.
    Ancora due parole : Celestino non era un eremita qualsiasi ma bensì il fondatore di un ordine monastico di cui alcuni monasteri sono sopravvissuti fino ai nostri giorni.

    • Bibliomane ha detto:

      Nel libro citato si dice anche che ai resti di Celestino fu fatta la TAC.